mv online 2 marzo 2014
In sei mesi 152 famiglie
senza una casa in Friuli
di Alessandra Ceschia
UDINE. Si perde il lavoro. E poi si perde anche la casa. Nei primi sei mesi sello scorso anno è successo a 152 famiglie in provincia di Udine, seconda in regione per numero di sfratti in una classifica che documenta un dramma sottostimato e ignorato.
Ben 632 quelli registrati nel primo semestre dello scorso anno in regione. Di questi, 152 sono stati eseguiti in provincia di Udine (63 solo in città), 259 a Trieste, 139 a Pordenone e 82 a Gorizia. In nove casi su dieci si tratta di provvedimenti adottati per morosità, molto più raramente per scadenza del contratto, quasi mai per necessità del locatore. Confrontando i dati con quelli dell’anno precedente emerge un aumento del 15% sui provvedimenti adottati. In tutto il 2012 sono stati 1.100, di cui 304 a Udine, 265 a Pordenone, 122 a Gorizia e 409 a Trieste, in queste due province i numeri hanno registrato un’impennata.
I dati del Ministero dell’interno divulgati dall’Unione inquilini regionale sono ancora provvisori e verranno confermati solo a giugno ma tratteggiano il profilo di un’emergenza. Tanto per fare qualche considerazione storica, in tutto l’arco del 2010 quando la crisi economica aveva già cominciato a farsi sentire e a produrre i suoi terribili frutti, in provincia di Udine il numero degli sfratti toccò quota 170, cifra ragguardevole, quasi raggiunta in soli sei mesi lo scorso anno. E poi ci sono le richieste di esecuzione presentate all’ufficiale giudiziario, ben 1.197 in un semestre, di cui 261 in provincia di Udine, 487 a Trieste, 323 a Pordenone e 30 a Gorizia.
«I dati sono drammatici – commenta Mauro De Agostini dell’Unione inquilini Fvg che ha sede in via Tolmezzo a Udine – e non registrano nemmeno tutta la realtà. Alcune persone sono costrette a dormire in macchina, sono cittadini italiani che, fino a qualche anno fa, in seguito a uno sfratto avevano la possibilità di trovare altri alloggi, ma non è più così – osserva – gran parte delle esecuzioni scatta per morosità, fino al 2008 questi sfratti non superavano il 50%. È chiaro – fa notare – che una volta uscite di casa queste persone, spesso senza lavoro, non trovano un’altra sistemazione. Abbiamo chiesto una proroga sfratti, fissata al 31 dicembre prossimo, vale solo per finita locazione, limitatamente ad alcune categorie, ma per la morosità incolpevole non si trovano ancora rimedi».
È stato creato un fondo specifico, ma oltre a mancare le disponibilità finanziarie manca pure il decreto attuativo. «Prima di Natale – conferma De Agostini – abbiamo chiesto un incontro al presidente regionale Debora Serracchiani cui abbiamo sottoposto la proposta di una legge già adottata in Toscana per favorire la graduazione degli sfratti, ma abbiamo l’impressione che a livello locale ci sia molta sottovalutazione del problema».
Da qui l’appello del segretario nazionale dell’Unione inquilini Walter De Cesaris: «Servono interventi strutturali – propone –: un piano per 800 mila abitazioni sociali in Italia da realizzarsi attraverso il recupero e il riuso del patrimonio pubblico – segnala –. Serve una nuova leva fiscale sulla casa che, a costo zero, sposti il prelievo fiscale dalla rendita immobiliare speculativa (per esempio abolendo la cedolare secca per il libero mercato) verso l’affitto socialmente compatibile, per esempio abbattendo totalmente l’imposizione fiscale per chi accetta di ridurre gli affitti della metà».