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I NO MUOS sfidano il divieto della Questura

 Repubblica online 1 marzo 2014

Sicilia, No Muos in marcia contro il radar – foto 
Scontri, agente ferito

La manifestazione nonostante
il divieto della questura

 

Sicilia, No Muos in marcia contro il radar -   foto   Scontri, agente ferito

 

 

 

 

 

 

 

 

NISCEMI – La questura di Caltanissetta ha vietato ai No Muos di percorrere l’area che porta alla base di contrada Ulmo, ma il divieto sembra non scoraggiare i duemila manifestanti che oggi, a Niscemi, hanno dato vita ad una marcia contro l’attivazione del sistema di comunicazione satellitare della marina statunitense. Dopo il corteo pacifico, all’improvviso sono scoppiati dei tafferugli tra i manifestanti e le forze dell’ordine che hanno bloccato il corteo davanti al cancello 1 della base americana, dove gli attivisti sarebbero voluti entrare. Sono volate manganellate, un agente ha riportato la frattura del setto nasale e una manifestante, Valeria Cimò, è stata ferita al volto. Poi il corteo ha cambiato direzione, andando verso un’altro ingresso, ed è tornata la calma. Ma la tensione è rimasta alta fino alla fine della manifestazione.

GUARDA / Terminato il super radar di Niscemi

A Niscemi il Muos è stato completato.  A novembre dovrebbe essere lanciato in orbita il primo satellite ed entro il prossimo anno il Muos sarà funzionante dal punto di vista militare. Nonostante tutto stia andando come previsto da Usa e ministero della Difesa, i manifestanti non allentano la presa. Il questore Filippo Nicastro ha vietato ai componenti del corteo di muoversi verso la Sughereta. Una decisione presa per evitare che possano verificarsi le tensioni registratesi lo scorso 9 agosto. La pioggia oggi cade copiosa ma gli attivisti non sembrano voler arretrare dal loro intento. Sui social network in tanti annunciano la loro partecipazione alla marcia partita alle 14,30 e conclusa intorno alle 18.

GUARDA / Antenne a tappeto e parabole, il Muos visto dall’alto

Sulla pagina Facebook ufficiale del Movimento No Muos si legge: “siamo sempre più convinti che l’occupazione militare dei nostri territori non sia tollerabile e sempre più convinti che le scelte sui territori debbano essere determinate dalle esigenze delle popolazioni che li abitano, piuttosto che dai disegni geopolitici di potenze militari ed economiche, torniamo a riprenderci ciò che è nostro”.

Intanto, cresce e si rafforza il fronte dei Comuni siciliani contrari all’installazione del radar. Anche il Comune di Gela ha deciso di costituirsi in giudizio accanto all’amministrazione di Niscemi, nei 

 

ELETTROSMOG/ Niscemi in lotta contro il radar dell’esercito americano

 

Preoccupazione per le emissioni elettromagnetiche “già al limite con le antenne esistenti”
In arrivo a Sigonella i droni che potranno volare no-stop dalla Sicilia al Sudafrica e ritorno

Niscemi sfida gli Stati Uniti
abitanti in lotta contro il radar

di GIAMPAOLO CADALANU

Niscemi sfida gli Stati Uniti abitanti in lotta contro il radar

A NISCEMI il cancro fa più paura di Al Qaeda. Poco fuori da questo paese, 26mila abitanti nel sud della Sicilia, le forze armate americane vogliono installare un nuovo potentissimo sistema radar, all’inizio previsto per Sigonella e poi spostato, anche per non togliere spazio ai nuovi aerei senza pilota, così da trasformare il lembo estremo d’Italia in un pilastro del controllo globale.

Se in passato la Sicilia era il fronte e Sigonella il baluardo contro i sommergibili sovietici, con la fine della Guerra fredda dal mare sembra poter arrivare tutt’al più un’invasione di affamati. Così l’entusiasmo dei locali per la presenza degli apparati militari oggi è a livelli molto modesti. La minaccia vera, dicono a Niscemi, sono proprio i radar: la Us Navy ha scelto la piccola base aperta nel 1991 in contrada Ulmo per piazzare le parabole del sistema satellitare “Muos”. L’incubo sono le emissioni elettromagnetiche: la gente teme tumori e malformazioni genetiche. Dopo un primo via libera delle istituzioni locali, il comune di Niscemi ha revocato il suo nulla osta, necessario anche per la valutazione di impatto ambientale: la base sorge nel mezzo di una riserva naturale protetta. “Finora nessuno controllava le antenne già esistenti. Adesso abbiamo fatto fare delle rilevazioni, e abbiamo scoperto che già ora l’impianto sfiora spesso i limiti di legge per le emissioni elettromagnetiche”, spiega il sindaco Giovanni Di Martino.

Revocato il via libera, il comune di Niscemi ha fatto controllare ai suoi periti le relazioni tecniche prodotte dalle Forze armate americane. E il giudizio degli esperti è stato secco: la documentazione è insufficiente e inadeguata. In parole povere, non ci sono garanzie per la salute degli abitanti. La rabbia della gente di Niscemi si è rapidamente diffusa anche nei centri vicini: nel maggio scorso migliaia di persone hanno sfilato chiedendo che i radar finissero altrove. Persino l’amministrazione regionale si è schierata apertamente contro la realizzazione dell’impianto.

“Per ora la questione sembra sopita”, dice il sindaco, “ma non ci facciamo illusioni”. In realtà l’intera questione può essere risolta d’imperio dal ministero della Difesa, che ha il potere di scavalcare le amministrazioni locali, imponendo la costruzione dell’impianto sgradito. Ma non sarebbe una decisione facile: se la giunta di Niscemi è di centrosinistra, anche molte amministrazioni di centrodestra, dei centri vicini, si sono opposte al nuovo radar.
Per gli Usa la sostituzione del sistema satellitare lanciato nel 1993 è urgente. Le esigenze sono cambiate dopo l’11 settembre, e l’attuale rete satellitare continua a perdere colpi. Il Muos in più garantisce ai militari canali sempre aperti, anche perché prevede la possibilità per “utenti speciali” di bloccare gli altri utilizzatori, in modo da disporre di una banda di comunicazione molto ampia in caso di necessità. Insomma, la Marina Usa, responsabile del sistema, voleva averlo pronto già per questo mese, ma l’allestimento dei satelliti è in ritardo e ci sono problemi di compatibilità con la vecchia rete.

Va invece avanti rapidamente lo schieramento degli aerei senza pilota “Global Hawk”, presto in arrivo in Sicilia. Questi droni, fratelli maggiori dei “Predator”, possono volare senza rifornimento per distanze enormi “da Sigonella a Johannesburg e ritorno”, dicono i tecnici della Northrop Grumman. Le forze Usa li schierano già in Arabia Saudita e presto anche a Guam, nel Pacifico. Le date le ha confermate a Defense News il colonnello Ricky Thomas, responsabile dei Global Hawk: “I progetti prevedono l’arrivo dei droni nell’ottobre 2010, l’operatività nei primi mesi del 2011”. E non sarà una presenza da niente: “Sigonella ha il potenziale per diventare una base grandissima di Global Hawk”, dice l’ufficiale.

© Riproduzione riservata (05 marzo 2010) Tutti gli articoli di Cronaca

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