Entries Tagged 'Mare' ↓

TRIESTE: continua la partita sul rigassificatore

Da Il Piccolo

13/03/2012

Rigassificatore, entro il 2012 le autorizzazioni

 

L’iter autorizzativo per il rigassificatore di Gas Natural Fenosa a Trieste si potrà chiudere entro il 2012. E’ quanto indicano fonti vicine all’iter sullo stato d’avanzamento del progetto. La stima è stata fatta tenendo in considerazione i tempi tecnici delle procedure di autorizzazione – le conferenze dei servizi – previsti dalla legge e dalle sospensioni delle stesse. Domani nel frattempo si riunirà la Conferenza dei servizi relativa all’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) dell’opera, mentre il 19 marzo la multinazionale presenterà alla Conferenza dei servizi generale le integrazioni sul progetto.

Originariamente, l’iter della Conferenza dei servizi, cominciata il 26 settembre 2011, si sarebbe dovuto chiudere nel maggio 2012. In virtù di alcune sospensioni e delle richieste di nuovi documenti, il termine potrà slittare a settembre o ottobre, comunque entro l’anno. Il progetto ha già ottenuto il decreto di Valutazione di impatto ambientale (Via) dal Ministero dell’Ambiente, mentre si attende il decreto relativo al gasdotto che collegherà l’impianto alla rete nazionale.

La riunione di domani era stata convocata dalla Regione Friuli Venezia Giulia inizialmente per il 14 febbraio, ma era stata annullata su richiesta della Provincia di Trieste. Secondo Gas Natural tale richiesta era immotivata, per cui il gruppo iberico ha diffidato la Provincia. Nell’incontro di domani gli enti potranno chiedere integrazioni sul progetto. La Conferenza dei servizi per l’Aia si dovrà comunque chiudere entro la conclusione della Conferenza generale. Il 19 marzo Gas Natural Fenosa presenterà le integrazioni richieste dalla Regione e anche altre precisazioni non richieste dagli enti.

 

Da Il Piccolo

11/03/12

Clini: rigassificatore, impossibile ignorare il no degli enti locali

 

di Gabriella Ziani «Il parere negativo degli enti locali conta, eccome. Le loro considerazioni riguardano il futuro da dare a quest’area così particolare, e anche i vincoli sulla sicurezza non sono ininfluenti, così come la valutazione sulle attività portuali e sui vincoli di sicurezza per la navigazione. Vedremo con estrema franchezza quali possono essere le soluzioni migliorative. Ma non possiamo forzare nessuno. Peraltro ci sono anche un contenzioso diretto con la Slovenia e uno in sede di Commissione europea perché la Slovenia chiede che il rigassificatore sia soppesato anche con valutazione transfrontaliera. L’importante, e questo è il momento, è mettere tutti i problemi in fila, senza nasconderne alcuno che possa saltar fuori più tardi, e che ci porterebbe a fare il gioco dell’oca». Corrado Clini, il ministro dell’Ambiente, torna a Trieste per annunciare a Duino Aurisina una riserva naturale, ma deve fare conti diretti e urgenti col contrario, un insediamento industriale ad alto rischio e in zona inquinata all’altro capo della provincia, dove nella Baia di Zaule preme il rigassificatore di Gas Natural. Che si porta addosso il “no” di Comune e Provincia, ma che ha l’assenso del governo. Lo ha detto il ministro allo Sviluppo economico Corrado Passera: «No a un secondo caso-Brindisi», dove British Gas ha detto addio dopo 11 anni di procedure inconcluse per un rigassificatore. Il riconoscimento dei problemi in campo, e del diritto di farli valere tutti in sede locale, spezza però l’unanimità della voce del governo. «Il dialogo – ha proseguito ieri Clini, per nulla perentorio, e anzi molto accogliente rispetto alle riserve – è sempre aperto, il problema è che noi vogliamo anche chiuderlo». Cioé arrivare a un punto, con decisioni chiare. Ma mentre fino a ieri si dava per meramente “consultivo” il parere di Comune e Provincia, oggi si ammette limpidamente: è una pietra non oltrepassabile in corsa. L’assessore regionale all’Ambiente, Luca Ciriani: «È difficile che la Regione possa obbligare il Comune di Trieste a ospitare il rigassificatore». Motivo: «È il Comune che ha piena titolarità sulle politiche urbanistiche e pianificatorie del territorio». «La cosa più responsabile – afferma Ciriani rammentando le necessità nazionali di approvvigionamento di gas, e comunque tendenzialmente favorevole, come Tondo – è riaprire il dialogo senza pregiudiziali, il parere del Comune determina il luogo fisico dell’impianto, e rende difficile la strada, la localizzazione è difficile da cambiare». Forse è questa l’ipotesi (difficile) di estrema ratio. Anche l’eventuale concessione regionale dell’Autorizzazione ambientale (procedimento al via il 14 marzo) non potrebbe sorpassare il “no” degli enti locali. Il sindaco Cosolini peraltro ha innalzato barriera: ricorso al Tar se passa il rigassificatore. Ciriani ricorda che Cosolini «con Illy aveva un’opinione diversa, non dubito – aggiunge – che l’abbia cambiata per motivi nobili…». Ma si prepara il campo alle controfferte. L’assessore ricorda i dialoghi Dipiazza-Gas Natural per le “royalties”: «Oggi quel discorso è surgelato, ma va riaperto il tavolo delle compensazioni». Tentar di acquistare il Comune? Il ministro Clini mette sul tavolo tutto quello che c’è, non dimentica né il porto, né la Slovenia, che il ricorso al Tar (e alla Ue) lo ha già fatto. «Aspettiamo l’approvazione del piano regolatore portuale per sapere se esso considera l’insediamento industriale – annuncia -, quanto alla Slovenia, ieri ne ho parlato a Bruxelles alla Commissione europea: abbiamo bisogno di reciprocità, dobbiamo esportare i vincoli anche sul porto di Capodistria e sui progetti della Croazia, dunque dobbiamo aprire un tavolo Italia-Slovenia-Cro

«Resta da chiarire chi ha il pallino in mano»

TRIESTE «Gas Natural fa pressioni, manda diffide e minaccia sul rispetto dei tempi, ma noi dobbiamo ancora chiarire in mano di chi sia il pallino». Parole di Luca Ciriani, vicepresidente della Regione e assessore all’Ambiente. Sul rigassificatore preme anche il governo Monti. La Regione sa che non può obbligare il Comune di Trieste, contrario all’impianto, ma non sa se potrà eventualmente farlo proprio il governo. È in parte da chiarire appena il quadro istituzionale, quello degli enti sovraordinati. Insomma, tutti i voti contano uno, oppure no? Il principale dubbio della Regione su questa così importante questione è addirittura dove debba svolgersi la conferenza di servizi, quella abilitata alla decisione finale. In Regione, poiché si tratta di un insediamento locale, oppure al ministero, visto che il rigassificatore riveste importanza nazionale nell’ambito dei piani energetici? Ultimo dubbio: basta che firmino gli enti locali, o deve firmare anche il ministro allo Sviluppo economico? La Giunta regionale, questo è chiaro, deve essa stessa esprimere (prima della conferenza collettiva) un proprio parere. Il presidente Renzo Tondo ha già detto che arriverà «nel giro di poche settimane». Intanto di settimana se ne apre una cruciale. Domani si mette un punto fermo, con la firma sotto i documenti, alla procedura definita nei giorni scorsi in sede prefettizia, con la regia del ministro Clini, per il Sito inquinato nazionale. Vengono presi impegni ufficiali su procedure e tempi (si prevede che il processo di analisi, riperimetrazione, riapertura all’uso dei terreni Ezit non pericolosi avvenga entro il 31 gennaio 2013). «Questa settimana – annuncia poi Ciriani – avremo in Regione un incontro con Gas Natural». Mercoledì 14 marzo infine si tiene la prima riunione degli enti in sede tecnica (Regione, Comune, Provincia, Azienda sanitaria, Arpa, ecc.) per il procedimento di esame dell’Aia, Autorizzazione integrata ambientale. Documento senza il quale un’industria “inquinante” non può essere attiva ma che, come la Valutazione d’impatto ambientale (Via), non costituisce autorizzazione vera e propria. E su questo avvio di procedimento Gas Natural ha diffidato la Regione. La Provincia, titolare del parere ambientale, aveva chiesto un rinvio per esaminare l’ultima documentazione recepita. Non lo ha ottenuto. (g. z.)

 

Sit-in di protesta dei sindaci di Muggia e San Dorligo

Un presidio organizzato dai Comuni di Muggia e San Dorligo per esprimere la propria contrarietà al rigassificatore di Zaule. Escluse dalla Conferenza dei servizi, le amministrazioni Nesladek e Premolin hanno deciso di far sentire la propria voce dando vita ad un sit-in “pacifico ma fermissimo” in programma mercoledì alle 10, sotto il palazzo della Regione in via Giulia. Il presidio avverrà in concomitanza con la riunione indetta negli uffici della Direzione regionale all’Ambiente nell’ambito del sottoprocedimento per la concessione dell’Aia al progetto di Gas Natural. «Il Comune di Muggia, estromesso dalla Conferenza dei servizi ma deciso a non rinunciare al proprio dovere di portavoce di una volontà popolare assolutamente contraria al rigassificatore, insieme al Comune di San Dorligo ha deciso di alzare comunque la voce – spiega Nerio Nesladek, la cui amministrazione ha anche presentato ricorso al Tar contro l’estromissione dalla Conferenza dei servizi. L’invito a partecipare al presidio è stato esteso a tutti i gruppi consiliari che siedono nelle assemblee dei due Comuni. «Ma il gruppo del Pdl muggesano non parteciperà – ha già preannunciato il capogruppo Paolo Prodan -. Non cambiamo la nostra posizione contraria al rigassificatore, ma ci dissociamo dal sistema del presidio in quanto non pensiamo sia questo il modo di centrare l’obiettivo comune». Il presidio verrà disertato anche dal gruppo consiliare del Pdl di San Dorligo: «Siamo sempre stati fermamente contrari al rigassificatore – puntualizza il capogruppo Roberto Drozina -, ma riteniamo che una simile protesta abbia carattere più folcloristico che di contenuto vero e proprio. Il traguardo va raggiunto e trattando con tutte le autorità preposte e facendo capire i tanti effetti negativi che il rigassificatore produrrebbe sul nostro territorio». (r.t.)

 

10/03/12

Passera: «Rigassificatore, non si perda altro tempo»

Sei domande. Una risposta. Si esaurisce così il dialogo via e-mail di ieri tra il Piccolo e Gas Natural. «L’azienda – si legge nella risposta – impegnata sin dal 2004 nello sviluppo di un progetto per la costruzione a Zaule di un rigassificatore segue l’ultima fase del procedimento previsto per il rilascio dell’Autorizzazione unica da parte della Regione, auspicando di ottenerne un esito positivo. Gas Natural collabora con tutte le amministrazioni, nazionali e locali, e con gli enti che, con diverse competenze, sono chiamati ad esprimersi alla Conferenza dei servizi. Oltre a fornire tutte le integrazioni che rispondono alle normali dinamiche che un procedimento di questo tipo richiede, l’azienda, su base volontaria, si è resa disponibile a fornirne di ulteriori. L’azienda è fiduciosa che venga data attenzione e sia valutato l’apporto positivo che il progetto potrà generare in termini di valore per il territorio locale». (pi.ra.) di Piero Rauber Passera scalpita («giusto discutere ma Trieste non sia un’altra Brindisi, dove il rigassificatore non si fa più», è il suo pensiero), Tondo invece temporeggia, Cosolini infine barrica. Il ministro, il governatore, il sindaco. Chi sia il buono, chi il brutto, e chi il cattivo, dipende dai punti di vista. La storia del rigassificatore dà però l’idea del kolossal. Primo perché non finisce mai. E secondo perché è difficilissimo intuire quale sarà il finale. Per intanto, nella settimana in cui la Provincia boccia per mano della giunta Bassa Poropat il progetto on-shore di Zaule con un parere negativo analogo a quello lapidato dal Consiglio comunale (Gas Natural Fenosa non fa una piega e si professa ancora fiduciosa e collaborativa, si legga sotto, ndr) nel dibattito irrompe Corrado Passera, il superministro a Sviluppo economico, Infrastrutture e Trasporti. È una sferzata rispetto all’atteggiamento del collega del dicastero dell’Ambiente, il “triestino” Corrado Clini, che a fine febbraio ha parlato di «una questione non ancora chiusa», benché dal 2009 esistano i nulla osta preliminari rilasciati sotto forma di procedura di Via chiusa dai ministeri dell’Ambiente e dei Beni culturali. «Non dobbiamo ripetere storie ingiuste e un po’ vergognose di altri casi», detta Passera da Roma, dove ieri è intervenuto alla presentazione del report “Italiadecide” sull’energia. Chiaro il riferimento a quanto è successo sempre in settimana a Brindisi, dove British Gas si è chiamata fuori dal proposito di fare in loco un rigassificatore, dopo aver aspettato per 11 anni un’autorizzazione mai arrivata. Ma altrettanto chiaro è il riferimento a Trieste, dove di anni, dalla presentazione della prima domanda di Gas Natural, ne sono passati sette. Per Passera l’Italia ha il fisico per diventare «l’hub europeo» del gas. E ciò passa per i futuri impianti di rigassificazione. Tra questi c’è Trieste, per l’appunto, anch’esso a rischio per la lentezza dell’iter burocratico. Una volta presa una decisione quindi, secondo Passera, tutta la filiera istituzionale «deve farsi garante di facilitare, e non ostacolare, le soluzioni più adeguate dal punto di vista tecnologico, ambientale e di impatto occupazionale». Ora la chiusura della pratica spetta alla Regione. E il presidente Renzo Tondo, nell’annunciare che ormai è questione di poche settimane, si dice “laico”, «senza pregiudiziali», nonostante i pareri negativi di partenza del Comune di Trieste, e adesso anche della Provincia, più il ricorso al Tar del Comune di Muggia che si oppone al fatto di essere stato lasciato fuori dall’apposita Conferenza dei servizi. Ma un altro ricorso, pesantissimo, la Regione potrebbe vederselo sbattuto in faccia dal Comune capoluogo. Si azzardi solo a concedere a Gas Natural l’ultimo nulla osta. È quanto lascia intuire Roberto Cosolini: «Nella baia di Zaule, in base al progetto esistente e in base alle risposte fornite finora alle nostre osservazioni, le controindicazioni alla realizzazione impianto continuano a essere nettamente prevalenti». No al rigassificatore di Zaule, insomma. «Noi – precisa Cosolini – abbiamo espresso un parere nell’ambito di un iter istruttorio che si concluderà con un atto amministrativo. È logico che, qualora in tale atto non si dovesse tener conto del nostro parere, valuteremo la possibilità di un ricorso al Tar». E il Passera-pensiero allora? «Sul fatto che i progetti abbiano diritto ad essere esaminati in tempi accettabili siamo tutti d’accordo – chiude il sindaco – a patto che questo non renda automatici dei “sì” anche in presenza di impatti sul territorio interessato non sostenibili

 

08/03/12

Gas Natural, diffida alla Regione «Processo avviato, no ai rinvii»

di Gabriella Ziani Gas Natural ha diffidato la Regione. Non dilati i tempi della macchina autorizzativa per il rigassificatore di Zaule già in piena corsa. Per il 14 marzo era stata fissata alla Direzione ambiente della Regione una riunione di Comune, Provincia, Arpa, Azienda sanitaria e altri enti, nell’ambito del sottoprocedimento per la concessione, o meno, dell’Aia, l’Autorizzazione integrata ambientale. Avendo notizia che la Regione stessa aveva domandato alla multinazionale, a gennaio, ma forse un’altra volta anche successivamente, ancora nuovi documenti integrativi, la Provincia ha chiesto che la data del 14 fosse posticipata. Anche per prendere visione delle carte in arrivo. Come decidere su documentazione incompleta o sorpassata? Proposta accolta. Riunione rinviata. Ma ecco che Gas natural ha reagito duramente. Ha spedito una diffida alla Regione non concedendo margini di manovra. E così la Regione è tornata sui propri passi, e il 14 tutti si troveranno attorno al tavolo, a discutere di aria, scarichi a mare, rifiuti, temperature dell’acqua, rischi per la salute, di quanto l’impatto del rigassificatore si presenta compatibile o meno, e in che modo, con l’ambiente. Se la conferenza dei servizi, dopo questa o successive riunioni, non trovasse un accordo, la parola (come fu per l’Aia della Ferriera) uscirà dall’ambito tecnico, e passerà alla decisione politica della Regione. Lo stesso schema, entro il termine di aprile, si ripresenterà per l’autorizzazione definitiva, ultimo atto del procedimento gestito dal servizio Energia della Direzione regionale ambiente. Il ministero ha già oltre due anni fa approvato la Valutazione d’impatto ambientale (Via), con molte prescrizioni, Gas natural ha risposto con molte modifiche al progetto: tecniche, di sicurezza e di impatto sul paesaggio. Tutte depositate in Regione. I passi ministeriali sono finiti. Ora tocca al territorio. Se gli enti riuniti dicessero per esempio “sì al rigassificatore”, l’autorizzazione avrebbe valore definitivo, dal giorno dopo potrebbero cominciare i lavori. Alla conferenza dei servizi decisiva parteciperanno numerosissimi enti (il Comune di Muggia, escluso, ha fatto ricorso al Tar per essere riammesso). Secondo la legge regionale 7 del 2000, il processo decisorio della conferenza dei servizi ha questi termini: tranne che per le materie di ordine sanitario, esiste il “silenzio-assenso” (chi non partecipa è come se votasse “sì”); il dissenso subisce una classificazione, se è “qualificato” vale di per sè, in caso contrario si passa a ulteriori consultazioni per studiare una migliorìa convincente. Se da quella sede non esce invece un valido voto definitivo, è di nuovo la Regione a deliberare in sede politica. Tenendo conto o meno dei pareri tecnici. Partita all’ultimo respiro. Enti locali per il “no” (e pesa anche il “no” sloveno, appoggiato da un ricorso al Tar), Confindustria per il “sì”. Regione favorevole. Pdl però spaccato a metà. Dopo il compatto voto negativo “bipartisan” del consiglio comunale di Trieste, dopo le prudenti virgole del ministro dell’Ambiente Corrado Clini durante la sua audizione a Trieste, ora tocca alla Provincia. La Giunta Poropat decide oggi il proprio orientamento. Porterà la delibera in consiglio il giorno 12. Riflessioni fino all’ultimo: «È un passo difficile – secondo l’assessore all’Ambiente Vittorio Zollia -, non si tratta solo un’opinione di natura politica». A tutt’oggi la Provincia non sa se nuovi documenti siano arrivati o meno. Ma c’è di più: la Regione stessa ha dubbi procedurali. Si sta accertando se l’imminente conferenza dei servizi decisoria debba tenersi a Trieste o a Roma. Mentre British Gas Italia scappa da Brindisi perché in 11 anni non ha chiuso la sua partita col rigassificatore, mentre Gas natural diffida per fretta, i dubbi in campo sono più d’uno, e l’esito dunque sarà tutto da vedere.

RIGASSIFICATORE: la partita continua

Da Il Piccolo del 15/03/12

Rigassificatore, già fallito il primo vertice sull’Aia

di Gabriella Ziani Mentre in via Giulia sotto la sede della Direzione regionale Ambiente una piccola folla con cartelli e megafoni, capitanata dai sindaci di Muggia e San Dorligo con la fascia tricolore, protestava contro il rigassificatore di Gas Natural, nella sala riunioni pochi piani più in alto si consumava ieri mattina il primo fallimento nell’avvio delle procedure di autorizzazione ambientale per l’impianto del possibile rigassificatore. Alle 10 era stata indetta la riunione tecnica di avvio del capitolo “Aia”, Autorizzazione integrata ambientale, che è altra cosa dall’autorizzazione definitiva ma non meno importante. Provincia, Comune, Azienda sanitaria e Arpa devono, in quella sede, decidere se l’impianto garantisce tutti i criteri di sicurezza su emissioni in aria e in acqua, sul rumore, sui rischi, sullo smaltimento dei rifiuti, sull’uso delle “migliori tecnologie possibili” per dare le massime garanzie al territorio. «La Regione, responsabile del procedimento, ha messo sul tavolo documenti datati 2009 – racconta Vittorio Zollia, che rappresentava, da assessore all’Ambiente, la Provincia -, ma nel 2011 Gas Natural ha presentato un progetto nuovo, e la Regione stessa ha chiesto nuove integrazioni di documenti, che noi non conosciamo. Per esempio c’è un camino spostato di ben 75 metri nel frattempo, Gas Natural ha risposto che è sempre quel camino, ma non è risposta accettabile – prosegue l’assessore -, allora tanto vale che scriva che posizionerà il camino in un posto, indifferente quale. Noi esigiamo di valutare, per l’Aia, gli stessi documenti che verranno esposti in sede di autorizzazione finale». Una lunga discussione, che si è conclusa alla fine con una sospensione, e un rinvio a data da destinarsi. «Abbiamo anche verbalizzato – prosegue Zollia – che la nostra non è una “richiesta di integrazione”, perché se ne può fare una sola nel corso del procedimento. È proprio una richiesta di sospensione». Dibattito animato anche su un’altra questione non da poco. Non è risultato nemmeno chiaro su che cosa la conferenza dei servizi per l’Aia si debba esprimere: solo su due caldaie che superano i 50 megawatt di potenza, oppure su tutto il progetto? Per gli enti, su tutto il progetto. Per Gas Natural, solo sulle caldaie. «Io ho espresso il massimo disappunto per come la Regione ha gestito il procedimento – rafforza Umberto Laureni, assessore all’Ambiente del Comune -, e mi faccio forte proprio delle parole dell’assessore e vicepresidente della Regione Luca Ciriani, che ha detto come su questo problema bisogna agire con razionalità, coerenza e responsabilità. Seguendo questo consiglio, non ho ravvisato alcuno di questi termini che possa adattarsi a quanto abbiamo visto ieri. Un progetto del 2009? Ricordo che abbiamo già anche valutato quello successivo del 2011, e che proprio su quello sia il Comune e sia la Provincia hanno espresso e votato un parere negativo». Altrettanta perplessità sui capitoli in campo: giudicare le caldaie (ipotesi che ha destato sorpresa) oppure tutto? Ciriani ha immediatamente emesso una nota: «In relazione alla procedura in corso è necessario precisare da subito che questa amministrazione regionale si sta attenendo alle norme e agli iter procedurali previsti a livello regionale, con l’obiettivo di portare avanti un percorso in maniera seria, concreta, costruttiva per dare risposte a tutti i propri interlocutori, dai cittadini fino ai proponenti l’investimento». Ma intanto doppio dissidio e fumata nera

Due sindaci coi megafoni «Cambiamo il progetto”

«La nostra protesta è “per” e non “contro”, non ci facciamo dare la patente del “no se pol”, tanto è che sotto la Regione abbiamo dato voce non solo alle nostre istanze “per” la sicurezza, “per” l’ambiente”, “per” uno sviluppo e un’economia sostenibili, e “per” il porto, ma anche abbiamo suggerito (se proprio il governo dovesse far valere le proprie valutazioni di strategia nazionale energetica circa il rigassificatore) una proposta alternativa». Il sindaco di Muggia, Nerio Nesladek, era ieri, armato di megafono, alla manifestazione da lui stesso organizzata sotto la sede della Direzione regionale Ambiente dove si teneva la prima riunione per l’autorizzazione ambientale al progetto di Gas Natural. Con il sindaco di San Dorligo-Dolina, Fulvia Premolin. E in mezzo a non meno di 150 manifestanti, tra cui la Federazione della sinistra e la Uil-Vigili del fuoco che ha da tempo attivo il “Tavolo tecnico” sui temi della sicurezza. «Manifestazione non politica, ma istituzionale – sottolinea Nesladek – c’erano i sindaci con la fascia tricolore e i labari». I due Comuni avversano (anche al Tar) il progetto a causa della sua dislocazione nella baia di Zaule, ma contestano pure il fatto di essere stati esclusi dalle Conferenze dei servizi (seconda causa al Tar). «Dovesse prevalere la posizione “strategica” del governo – dice il sindaco -, ci sono soluzioni alternative, ben note ai tecnici qualificati: navi rigassificatrici che completano tutto il processo in mare, usando una boa galleggiante. Da quelle navi a turno potrebbe uscire un tubo col gas verso l’Italia, un altro col gas verso la Slovenia, un terzo per i rifornimenti alla Croazia. Daremmo gas a 3 paesi, con un progetto unico, internazionale, di valenza geopolitica, sotto l’egida Ue, senza toccare terra, e che per di più – prosegue Nesladek – i tecnici assicurano costerebbe la metà: non più 1,3 miliardi di euro, ma solo 700 milioni. Entro l’estate Premolin e io organizziamo un convegno tecnico con tutti e tre gli Stati. Credo che anche per la Slovenia la prospettiva potrebbe cambiare». (g. z.)

Türk: Lubiana non vuole rigassificatori nel Golfo

GORIZIA «Realizzare dei rigassificatori nel golfo di Trieste non è una buona idea». Solo un accenno, poco più di una battuta, ma anche una presa di posizione piuttosto chiara, quella del presidente della Repubblica di Slovenia Danilo Türk. Parlando ieri a Gorizia – dove ha visitato i principali centri culturali della comunità slovena – Türk ha raccontato di aver affrontato con il governatore del Friuli Venezia Giulia Renzo Tondo (incontrato poco prima) i problemi comuni di economia ed energia. Ed in particolare del progetto per il rigassificatore di Trieste: «A mio parere realizzare dei rigassificatori nel golfo di Trieste non è una buona idea, ma è necessario continuare la trattativa in merito tra Italia e Slovenia». Stoccata parzialmente corretta dalla precisazione che nel suo ruolo istituzionale di presidente della Repubblica non può approfondire questioni che spettano ai governi. Sul rigassificatore si è sbilanciato meno Tondo: «La Regione non è pregiudizialmente contraria al rigassificatore. Ma ritengo che abbiamo bisogno di energia, ed è necessario individuare sistemi energetici innovativi. Per questo, senza pregiudizi, vogliamo approfondire gli aspetti positivi e negativi del progetto». Così come resta in ballo, per Tondo, anche ogni discorso sul potenziamento della centrale nucleare di Krsko, a proposito del quale il governatore ha in programma di chiedere un incontro con il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera. «Ho ricordato al presidente Türk la mia posizione sulla collaborazione con Krsko da parte del Governo italiano – ha detto Tondo – a breve riporterò il problema al ministro Passera. Da parte della Regione c’è comunque la disponibilità a partecipare a un percorso comune qualora questo venga intrapreso». Tondo intanto ha incassato dal presidente Türk la disponibilità a riferire al Governo gli esiti di questo incontro. Un incontro che però non ha avuto come tema la sola energia. Tondo e Türk si sono confrontati anche sui rapporti transfrontalieri, specialmente in tema di economia. Il presidente sloveno ha definito «già buoni» tali rapporti, passibili però di essere ulteriormente migliorati. Uno dei prossimi passi potrebbe essere lo sviluppo comune del progetto “Vie della Pace”, che intende valorizzare le memorie condivise della Grande Guerra. «Una buonissima cosa, che la prossima settimana sosterrò anche a Bruxelles», ha assicurato Tondo. Del resto secondo il governatore è proprio il turismo una delle strade da battere di comune accordo a livello sovranazionale, per «vendere il sistema “Centro Europa” al Brasile, alla Cina, o all’India». In tema di cooperazione transfrontaliera, infine, da ricordare che domani a Trieste ci sarà un vertice tra Friuli Venezia Giulia, Veneto e Carinzia per approvare lo Statuto e la Convenzione della Euroregione “Senza confini”.

RIGASSIFICATORE: indaga la procura

Dal Piccolo del 20/03/12

Rigassificatore sotto la lente della Procura

Sentito ieri dal pm Frezza il sindaco di Muggia Nerio Nesladek sulla sicurezza e su presunti artifici progettuali

di Claudio Ernè

Il sindaco di Muggia Nerio Nesladek ieri mattina ha passato quasi un’ora nello studio del pm Federico Frezza. Quando al termine del colloquio è riemerso nel corridoio della Procura della Repubblica, il sindaco non ha avuto difficoltà a spiegare la sua presenza in un ufficio che da anni e anni la stragrande maggioranza di politici e degli amministratori pubblici non ama certo frequentare.

«Sono venuto a spiegare i dettagli dell’esposto che ho presentato a febbraio sul rigassificatore di Zaule. Sono qui da testimone, da persona informata sui fatti».

Sui dettagli del colloquio col magistrato inquirente, Nerio Nesladek non ha voluto addentrarsi. Il segreto istruttorio protegge infatti le sue parole ma soprattutto le domande che gli ha posto il magistrato. Certo è che se un esposto è stato presentato e un pm ha sentito l’esigenza di ascoltare una persona informata sui fatti, è evidente che un fascicolo di indagine è stato formalmente aperto dal pm Federico Frezza.

«Sono stato convocato – ha affermato il sindaco di Muggia, svelando un dettaglio non secondario: la richiesta di sentirlo come testimone era arrivata da chi sta indagando. Prima di allontanarsi dal palazzo di Giustizia il sindaco ha svelato un altro particolare significativo. «Oltre della vicenda del rigassificatore di Zaule, indicentalmente ho parlato anche del progetto del terminal ro-ro e dell’area un tempo occupata dagli impianti della raffineria Aquila».

Non è un mistero per nessuno che il Comune di Muggia, così come quelli di Trieste e di San Dorligo sono contrari all’insediamento dell’impianto progettato dalla società spagnola “Gas Natural”. L’esposto presentato alla Procura della Repubblica all’inizio dello scorso febbraio ne sottolinea le carenze e i presunti “artifici” progettuali.

Il punto nodale delle critiche al progetto ma anche dell’esposto presentato alla magistratura, è rappresentato dal problema della sicurezza di migliaia di persone che l’impianto di rigassificazione metterebbe a repentaglio in caso di un incidente.

In una recente assemblea anche lo studio geotecnico è stato giudicato “errato”; critiche pesanti hanno coinvolto anche l’utilizzo massiccio dell’acqua di mare del vallone di Muggia utilizzata, secondo il progetto- per riscaldare il gas liquido, portandolo alla stato gassoso. Altrettanto cristallino è stato di recente l’atteggiamento del sindaco di Muggia sulla scelta tra rigassificatore e terminal ro-ro. Le aree coinvolte dai due progetti sono adiacenti. L’una di fronte all’altra. Ecco perché Nerio Nesladeck ha affermato di temere «fortemente che lo sviluppo economico del territorio sia in pericolo. Un terminal ro-ro insediato nei 200 mila metri quadrati dell’ex Aquila, è un’ipotesi che caldeggiamo da sempre. Per questo auspichiamo che la contrapposizione si risolva presto…» La contrapposizione a cui accenna il sindaco di Muggia è quella che è già approdata al Tribunale civile di Trieste: da una parte è schierata la “Samer Shipping”, dall’altra la “Teseco spa”, proprietaria dei terreni dell’ex Aquila. Nella causa la società di armamento chiede al giudice di impedire alla controparte di poter disporre dei terreni dell’ex Aquila: allo stesso tempo viene chiesto alla magistratura di inibire all’Ezit e all’Autorità portuale la possibilità di firmare concessioni e autorizzazioni che consentano di svolgere attività economiche in quell’area.

Una selva di attori in gioco a sparigliare le carte

Sempre più complessa, sempre più articolata e sfaccettata. Si complica ulteriormente la vicenda annosa del rigassificatore di Zaule. Nuovi “attori” entrano in scena e si affiancano ai comitati, ai voti unanimi espressi dai Consigli municipali, alle scelte dei sindaci e della Provincia e alle indecisioni delle Regione. Sullo sfondo della scena è presente lo Stato, nel senso dell’esecutivo, del Governo “tecnico” che gode oggi di un consenso senza uguali e sembra deciso a decidere. Ora sono entrati in scena nuovi attori e nuovi “mattatori”. C’è il Tribunale civile a cui è ricorsa la “Samer Shipping” a tutela del proprio interesse a realizzare nell’area dell’ex Aquila un terminal traghetti destinato ai Tir. C’è anche la magistratura amministrativa che dovrà dipanare gli inevitabili ricorsi che accompagnano ogni realizzazione di una qualche importanza pubblica. E ora sappiamo che c’è anche la Procura della Repubblica che ha il ruolo istituzionale di verificare che negli annosi iter dei vari progetti e delle richieste di finanziamento, non sia stato commesso qualche reato. Proviamo a mettere in fila tutti coloro che sono coinvolti direttamente in questa vicenda. C’è la Gas Natural, c’è la Samer Shipping, la Teseco, l’Ezit, l’Autorità portuale, i Comuni di Trieste, Muggia, San Dorligo, con i rispettivi sindaci e assessori, la Provincia, la Regione, il Ministero dell’Ambiente e quello delle Attività industriali. C’è il Tribunale civile, quello amministrativo, la Procura della Repubblica e forse anche, a breve scadenza, la Procura della Corte dei Conti che dove vigilare sui presunti danni erariali. Ci sono poi i consulenti tecnici e quelli legali alla cui assistenza nessuno nel nostro Paese è disposto ragionevolmente a rinunciare. Nel momento in cui una soluzione sulla realizzazione del rigassificatore si stava profilando all’orizzonte, nuovi attori sono entrati in scena. Il gioco si amplia, la “carte”, una volta in più vengono “sparigliate”.

RIGASSIFICATORE: “Vecchi i dati sulla sicurezza”

Dal Piccolo del 29/03/12

«Rigassificatore, vecchi i dati sulla sicurezza»

«Il progetto definitivo del rigassificatore riproduce il Rapporto di sicurezza vecchio, coi serbatoi disegnati ora a destra e ora a sinistra, gli estensori (anonimi) affermano che “progettare impianti di gas naturale (Gnl) in modo da assicurare livelli di rischio generalmente accettati per la vita e la proprietà all’interno e all’esterno del perimetri degli stessi (…) è obiettivo oneroso” e che “lo studio non si prefigge di quantificare i rischi connessi al terminale, né di esaminare in dettaglio i rischi provenienti da fonti esterne». Lo denuncia la ventina di docenti e ricercatori dell’Università di Trieste, dell’Ogs e del Cnr coordinati dalla Uil-Vigili del fuoco che sul progetto definitivo di Gas Natural aveva chiesto un’audizione al Consiglio comunale. Prevista per il 2 aprile, al momento non si farà. «Secondo i capigruppo – spiega Iztok Furlanic, presidente del Consiglio – la lettera con cui il Tavolo tecnico rigassificatore motivava la richiesta di audizione conteneva argomentazioni già più volte trattate in aula, hanno dunque deciso di invitare il “Ttrt” dapprima in commissione, affinché siano illustrate eventuali novità anche in riferimento alle ipotesi di riutilizzo dell’area». Constatato che il Consiglio comunale ha già espresso col voto quattro “no” al rigassificatore, i capigruppo hanno deciso di vederci meglio. Ora incombe l’approvazione del bilancio e non si sa quando la commissione potrà essere messa in agenda. Intanto i professori scoprono che il progetto “definitivo” contiene analisi sulla sicurezza ancora imprecise. Il rapporto, dicono, rimanda appena al «progetto esecutivo l’analisi dei rischi provenienti da fonti esterne». Contestate le distanze dei serbatoi dal confine dello stabilimento: «Si citano fonti Usa che indicano 61 metri, qui la distanza tra serbatoi e recinzione sarebbe di 62. Ma ci si dimentica – scrivono i professori – che la legge Usa in caso di impianti con serbatoi di gas infiammabile di capacità superiore ai 38 metri cubi consiglia una distanza di 1600 metri dalla recinzione dello stabilimento: e a Zaule ne avremmo 280 mila, di metri cubi». Infine, confermano gli esperti che il rigassificatore bloccherebbe «le attività della Siot, del canale navigabile, del Molo VII per 200 giorni all’anno, perché le gasiere devono avere attorno 450 metri di spazio di manovra». Aggiungono i docenti: «Ovviamente il nuovo terminal traghetti Aquilinia-Noghere nascerebbe morto». Allarme anche per il cloro versato in mare e «le centinaia di tonnellate di cloroderivati», per l’abbassamento della temperatura, calcolato, si dice, con misurazioni troppo brevi (18 e 72 ore), mentre «i primi consulenti di Gas Natural (Alatec) avevano prefigurato correttamente il raffreddamento progessivo della baia e il superamento dei limiti di legge, ma sono stati subito sostituiti». (g. z.)

RIGASSIFICATORE: la polemica continua

Dal Piccolo del 07/05/12

Rigassificatore, Pdl e Fli bocciano il referendum

Una grande manifestazione pubblica da organizzare indicativamente nella seconda metà di giugno e in cui chiamare a raccolta rappresentanti istituzionali, tecnici, esperti e cittadini. È l’iniziativa a cui sta lavorando il Comune di Muggia che, proprio oggi, renderà note le prime coordinate di quello che si annuncia come un appuntamento imperdibile per i sostenitori del fronte del no al rigassificatore. «L’idea – spiega Nerio Nesladek – è riprendere e rilanciare in grande il percorso avviato con il presidio sotto il palazzo della Regione. Un momento per tornare a far sentire le nostre voci». di Maddalena Rebecca Irricevibile e demagogica per alcuni, utile e auspicabile secondo altri. La proposta di indire un referendum sul rigassificatore lanciata da Roberto Antonione, leghisti e bandelliani – convinti che questa sia l’unica carta in grado di “costringere” la Regione a tener conto dell’orientamento del territorio -, divide la politica e incassa in qualche caso anche bocciature particolarmente sonore. I giudizi più critici, com’era prevedibile, arrivano dai vecchi compagni di squadra di Antonione, quegli esponenti del Pdl che forse non hanno ancora perdonato all’ex sottosegretario agli Esteri l’uscita dal partito e il passaggio, sia in Parlamento sia in Comune, al Gruppo misto. «Quella di Antonione – taglia corto Piero Camber – è un’idea vecchia e superata. La richiesta di un referendum sul rigassificatore è già stata avanzata in passato (nel 2006, per iniziativa di un gruppo di ambientalisti tra cui l’allora consigliere dei Verdi Alessandro Metz ndr) e bocciata dal Comitato dei garanti del Comune. Riproporre oggi soluzioni già dichiarate inammissibili ieri, quindi, non ha alcun senso». Sulla stessa linea anche Bruno Marini. «Parlare di referendum in questo momento mi sembra demagogico – commenta il consigliere regionale Pdl -. La volontà popolare si può invocare solo quando si hanno tutti gli elementi a disposizione. Al momento, invece, resta grande incertezza su molti aspetti chiave dell’operazione di Gas Natural: dalle ricadute occupazionali alle eventuali royalties per il Comune». Contrario all’opzione Antonione anche l’ex sottosegretario all’Ambiente Roberto Menia: «Quando in ballo ci sono questioni strategiche come l’approvvigionamento energetico, non si può procedere a colpi di referendum – afferma l’esponente di Fli, da sempre a favore del rigassificatore -. Le consultazioni popolari, infatti, risentono dell’emotività del momento e non si basano mai sulle reali conoscenze». Per trovare toni più concilianti e posizioni più favorevoli, bisogna spostarsi sul fronte opposto, precisamente in casa Pd. «Un referendum sul rigassificatore: perché no? – commenta il consigliere comunale Mario Ravalico -. La contrarietà al progetto è stata già espressa in maniera forte e chiara dal Consiglio comunale, ma su una materia così pregnante non vedrei nulla di strano nel chiedere un pronunciamento dei cittadini. Questo non significa cedere a logiche populiste: di fronte ad argomenti decisivi per il futuro della città, il referendum può essere legittimamente indetto». «Il Pd – concorda il consigliere regionale Sergio Lupieri – deve essere in prima linea qualora si decida di ricorrere al referendum, per far capire una volta di più alla Regione che Trieste è contraria al progetto Gas Natural. La consultazione darebbe indubbiamente più forza al no istituzionale già espresso». Disponibile a ragionare sull’ipotesi anche Roberto Cosolini. «Di per sé il voto del Consiglio comunale è stato così chiaro che potrei considerare il referendum anche superfluo – osserva il sindaco -. Ma se fosse necessario lanciare un segnale ancora più netto, condividerei sicuramente la proposta di Roberto Antonione». Ancora più deciso, infine, l’appoggio del primo cittadino di Muggia. «Mi fa piacere sia stata avanzata questa proposta, che testimonia l’esistenza di una perplessità “trasversale” – chiarisce Nerio Nesladek -. Ogni iniziativa lanciata in questo senso è la benvenuta. È vero che tutte le assemblee elettive si sono già dichiarate contrarie. Ma è altrettanto vero che il referendum potrebbe rappresentare un ulteriore, utile strumento per far sentire la nostra voce. A patto, però, di indirlo per tempo»

06/05/12

«Referendum per ribadire il no al rigassificatore»

Non solo il rigassificatore in golfo. Nell’elenco dei “progetti distruttivi” caldeggiati da Tondo, Sel e Idv inseriscono anche l’Azienda unica regionale per i servizi sanitari e la fusione di Acegas Aps. «Tutte e tre le proposte – ha affermato il dipietrista Paolo Bassi – danneggerebbero Trieste sul piano ambientale e della conservazione dei livelli occupazionali. L’idea di creare un’azienda sanitaria unica, in particolare, ci sembra la chiara manifestazione di una volontà di favorire i privati a scapito del pubblico». Sull’ipotesi di fusione dell’Acegas Aps con altre aziende del settore, Bassi ha ricordato poi che «l’azienda è di proprietà di Trieste e il Consiglio comunale è l’unico soggetto che può deciderne il futuro, in quanto azionista di maggioranza». Ancora più dura la posizione del capogruppo di Sel in Comune Marino Sossi (in foto): «Tondo continua a usare la motosega, come ha fatto in Val Rosandra. Sta distruggendo l’Ass di Trieste, la cui esperienza riconosciuta, specie in tema di salute mentale, a livello nazionale e internazionale. La proposta di spostamento a Udine della sua Direzione chiude da subito ogni discussione – ha sottolineato – e il nostro no è deciso. Evidentemente la città non è elettoralmente appetibile. Quanto all’ipotesi di una fusione di Acegas Aps con altre grandi aziende, di cui abbiamo avuto notizia dalla stampa e di cui sarebbe artefice il presidente Massimo Paniccia – ha aggiutno Sossi – non ci risulta che lo stesso abbia avuto un mandato in tal senso dal cda. Acegas Aps è un’azienda di proprietà pubblica, perciò una scelta così importante fatta in autonomia dal presidente non è accettabile». Infine un accenno alla Ferriera: «Bisogna predisporre al più presto un piano di riconversione serio». (u.s.) di Maddalena Rebecca Il no convinto al rigassificatore di Zaule espresso dal Consiglio comunale di Trieste non è bastato. Il parere contrario della Provincia e dei Comuni minori, nemmeno. Il governatore Renzo Tondo, paladino del progetto di Gas Natural, continua infatti a perorarne la causa, ignorando l’orientamento degli enti locali. Come muoversi, quindi, per riuscire a far valere sul serio le ragioni del territorio? Semplice, giocando la carta del referendum. Una di quelle “armi” capaci di far male, specie in periodo preelettorale. È la proposta ad effetto lanciata dall’ex presidente della Regione e ora consigliere comunale del Gruppo Misto Roberto Antonione, sostenuto nell’occasione da nuovi “alleati”: Franco Bandelli e Alessia Rosolen di Un’Altra Trieste, e Maurizio Ferrara e Roberto De Gioia della Lega. «È venuto il momento di stanare le incongruenze a cui stiamo assistendo – afferma Antonione -. Tondo e il governo centrale hanno il dovere di prendere atto della contrarietà di Trieste al rigassificatore. E se non intendono farlo, non resterà che indire un referendum che consenta di informare i cittadini su tutte le possibili ripercussioni dell’opera. Chi ha responsabilità istituzionali deve confrontarsi con la gente e agire alla luce del sole». Una stoccata, questa, rivolta all’Autorità portuale. «Il suo silenzio non è più accettabile – continua l’ex candidato sindaco del centrodestra -. Finora il Porto non si è mai chiaramente espresso, forse proprio perché stava sotterraneamente trattando per portare a casa quel rigassificatore che la città non vuole. Stimolare il dibattito in vista di un referendum, consentirebbe finalmente di capirne la strategia». Perché la soluzione invocata da Antonione si realizzi, c’è bisogno però del sostegno anche delle altre forze politiche. Oltre a “bandelliani” e leghisti – come detto, d’accordo con il parlamentare sulla necessità di «chiarire una volta per tutte le idee a Tondo, ribadendo il no incondizionato di Trieste al rigassificatore» -, il fronte del referendum deve arruolare ulteriori sostenitori. Che, fa capire Francesco Russo, potrebbero arrivare anche dalle file del Pd. «Il referendum è la bomba atomica finale – afferma il segretario provinciale dei democrats -. E, se necessario, potremo anche pensare a sganciarla. Francamente, però, non credo ce ne sarà bisogno. Le uscite di Tondo non vanno prese troppo sul serio: ho l’impressione di assistere all’ennesima puntata della telenovela preelettorale di un presidente che fa molti annunci, ma non realizza nulla di concreto». Meno allettato dall’idea del referendum il vicesegretario Pd e consigliere comunale Pietro Faraguna: «Che la stragrande maggioranza della popolazione sia contraria al gnl è cosa già nota – commenta -. Non serve una consultazione popolare per ribadirlo». Convinti della necessità di tornare ad alzare con più decisione la voce, invece, gli esponenti di Sel e Idv. «La nostra provincia ha già pagato un prezzo elevato all’ambiente, basta pensare alla Siot – affermano i capigruppo Marino Sossi e Paolo Bassi -. Dire sì la rigassificatore, quindi, significherebbe continuare a distruggere il territorio».

RIGASSIFICATORE: scontro fra Regione e Comune

Dal Piccolo del 09/05/12

Ennesimo no del Consiglio al rigassificatore

Il presidente della Regione, Renzo Tondo, nei giorni scorsi durante l’assemblea di Confindustria, aveva annunciato che intende prendersi la responsabilità «anche a costo di perdere consenso» di realizzare il rigassificatore a terra nella zona industriale di Zaule nonostante i pareri negativi espressi dal Consiglio comunale di Trieste. Un ulteriore no è ora arrivato lunedì sera dal Municipio triestino grazie a una mozione “trasversale” firmata da 12 consiglieri. Nella mozione s’impegna il sindaco a invitare Renzo Tondo in aula per un confronto pubblico. Il “governatore” potrà così esporre i vantaggi che deriverebbero a Trieste con la realizzazione del rigassificatore, mentre il Consiglio comunale dovrà esprimere nuovamente un parere negativo, anche attraverso il supporto di tecnici con specifica competenza sull’argomento. La mozione ha raccolto 28 voti favorevoli, nessun contrario e un astenuto (Lobianco Fli), mentre cinque consiglieri del Pdl non hanno votato (Bertoli, Bucci, Camber, Declich e Giacomelli). Secco il commento di Roberto Decarli (“Trieste Cambia”): «Era immediatamente necessaria una risposta di carattere politico». Nello stesso Consiglio è stata poi approvata a larga maggioranza anche un’altra mozione presentata da Marino Andolina, Michele Lobianco e Paolo Menis che riguardava la ristrutturazione e l’ampliamento dello stabulario dell’Università di Trieste. La mozione impegna il sindaco e l’assessore competente a inoltrare all’Università di Trieste la contrarietà all’utilizzo della vivisezione quale metodologia di sperimentazione scientifica e didattica e a sollecitare la Regione affinché finanzi esclusivamente strutture e progetti che prevedano metodi alternativi alla vivisezione. La mozione è stata approvata a larga maggioranza dal Consiglio comunale. Ci sono stati i soli no di Roberto Decarli (“Trieste cambia”) e di Loredana Lepore (Pd). Astenuto il sindaco Roberto Cosolini.

TRIESTE: ancora sul rigassificatore

Dal Piccolo

17/07/12

Laureni: dal Comune nessuna ambiguità sul rigassificatore

 

Lo scorso venerdì in Regione, mentre di sotto il cosiddetto Tavolo tecnico con gli oppositori al rigassificatore manifestavano il loro dissenso, non sarebbe comunque stato il giorno delle sentenze, perché era, da programma, quello dell’acquisizione di ulteriori atti sul progetto “riallineato” di Gas Natural ai fini della prossima concessione o meno dell’Aia, l’Autorizzazione integrata ambientale, da parte della stessa Regione. E proprio tra questi atti – precisa in proposito l’assessore di Cosolini Umberto Laureni , in risposta ad Adriano Bevilacqua della Uil Vigili del fuoco, critico in quell’occasione con l’atteggiamento dell’amministrazione comunale, ritenuto possibilista e proiettato a prendere tempo – «mentre la Provincia ha presentato una serie molto puntuale di richieste tecniche da trasmettere a Gas Natural, il Comune ha consegnato alla Regione una nota ufficiale in cui manifesta formale dissenso al rilascio dell’Aia per il terminale di Zaule. Nella nota si ribadisce che non è stato risolto nessuno degli elementi critici che avevano già portato al voto negativo in Consiglio comunale del 14 febbraio». Anche vero è, poi, parola sempre di Laureni, che «tra agosto e settembre arriveranno dunque le ulteriori integrazioni di Gas Natural ai quesiti posti della Provincia, ma soprattutto sarà ufficializzato il parere del Comitato tecnico regionale (Ctr) in esito alla valutazione sui rischi di incidente rilevante. Ci sarà inoltre il parere formale sull’Aia del Comune che, assieme a quello della Provincia, in sede di Conferenza dei servizi, verrà reso alla Regione cui spetta per legge di concedere, o negare, l’Aia medesima». «Il parere del Ctr, i pronunciamenti sull’Aia e gli esiti della Conferenza interna dei servizi regionali saranno i prossimi importanti adempimenti da seguire con grande attenzione. Il Comune di Trieste, mentre garantisce la presenza e il massimo impegno sulla vicenda del rigassificatore, si augura di avere chiarito la sua posizione, eliminando dubbi e interpretazioni fuori luogo», chiude con tono stizzito l’assessore.(pi.ra.)

 

14/07/12

Rigassificatore, richiesti nuovi documenti

 

Sit-in per ribadire il no al rigassficatore. Ieri nel palazzo della Regione di via Giulia si è riunita la Conferenza dei Servizi convocata per le procedure di Autorizzazione integrata ambientale (Aia), e non sono mancate le proteste. Alla mobilitazione, promossa da Bora.La, hanno aderito vari partiti e movimenti come Cittadini, Pd, Federazione della Sinistra, Idv, Lista civica Trieste cambia, 5 stelle, Sel, Un’Altra Muggia e Un’Altra Trieste. E associazioni come Alpe Adria Green International, Comitato autonomia giuliana, Comitato salvaguardia Golfo di Trieste, NoSmog, Wwf, Legambiente e Uil Vvf Fvg. Realtà che stanno valutando una class action contro la Regione «portatrice di responsabilità amministrative e politiche per i casi di omissioni e irregolarità negli atti per l’impianto di Zaule» – afferma Sara Matijacic di Bora.La. Nel corso dell’incontro Comune e Provincia hanno richiesto alcuni documenti a Gas Natural, necessari alla Regione per l’Aia. «Il nostro no all’impianto, espresso dal Consiglio comunale, rimane – evidenzia l’assessore Umberto Laureni – tuttavia esiste un secondo tavolo sul rigassificatore, cioè quello dedicato all’Autorizzazione ambientale. Oggi (ieri, ndr) non abbiamo deciso nulla: solo quando avremo in mano le integrazioni che riguardano indicazioni su emissioni e specifiche valutazioni, potremo pronunciarci sull’Aia. Sarà poi la Regione a esprimersi sull’Autorizzazione unica». Una posizione che Adriano Bevilacqua (Uil Vvf) non apprezza: «Laureni ci aveva annunciato che avrebbe ribadito una contrarietà categorica sull’Autorizzazione, mentre qui si stanno domandando altri documenti. Questo significa che si vuole ritardare tutto». Sulla protesta di ieri interviene la maggioranza in Consiglio comunale muggesano (Pd, Sel, Meio Muja, IdV, Rifondazione), a cui si è aggiunto Ferdinando Parlato di Un’altra Muggia. «Registriamo per l’ennesima volta la mancanza di sensibilità politica del Pdl – è la critica – che perde l’occasione di manifestare pubblicamente il proprio rifiuto a questo progetto». (g.sa.)

RIGASSIFICATORE: i deliri del Ministro Passera ma non solo…

Facciamo notare all’interno dell’articolo anche le assurde dichiarazioni dell’assessore all’ambiente di Trieste di Sel Laureni sulla TAV, lo stesso che si è astenuto sul vergognoso documento di approvazione della TAV che la giunta vorrebbe approvare.

 

 

Dal Piccolo

23/07/12

«Il ministro s’informi sul rigassificatore: ci distrugge il porto»

 

di Gabriella Ziani I triestini contrari al rigassificatore non si fanno scalfire dalle ultimative indicazioni del ministro alle Infrastrutture Corrado Passera. Che ieri al nostro giornale ha ribadito: il rigassificatore di Gas Natural si deve fare, subito, e nella baia di Zaule. Per approvigionare il paese, per far calare il costo del gas. «Posizione non supportata da nulla – obietta l’assessore all’Ambiente, Umberto Laureni -, io alla Tav (che personalmente non condivido) riconosco la dignità di un lungo percorso decisionale europeo, ma sul rigassificatore non trovo nulla, c’è una drammatica assenza di vere motivazioni. E il Comune – annuncia Laureni – sta pensando di associarsi al ricorso al Tar già presentato da Wwf, Comuni di Muggia e Dolina, e dalla Slovenia». Mentre gli ambientalisti chiedono al Comune di far arrivare con più forza a Roma le proprie argomentazioni, Laureni passa la palla a un’altra autorità, quella del porto, su cui il rigassificatore avrebbe conseguenze: «Che cosa ne pensa la presidente Monassi? Un suo parere – osserva – sarebbe molto importante. Ma finora non l’abbiamo sentito». Il sindaco di Muggia, Nerio Nesladek, è tranciante: «Neanche un ministro della Repubblica può permettersi di saltare così i passi della democrazia. Inoltre si metta d’accordo col ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, che ha detto come le amministrazioni locali vanno sentite. Terzo – conclude irritato il sindaco – se questo impianto si dimostrasse necessario, e necessario a Zaule, invito Passera a un civilissimo, ma quanto mai opportuno, confronto su alternative che sarebbero meno costose, meno inquinanti, più sicure e non di ostacolo allo sviluppo della città. Per esempio il progetto trilaterale Italia-Slovenia-Croazia, meno impattante e di grande valenza geopolitica». «Le dichiarazioni di Passera sono francamente stonate, sorprendono e disturbano, probabilmente non conosce la realtà di cui parla, o gli è stata presentata in un certo modo: faccia un salto a Trieste col ministro Clini e gli spieghiamo – afferma Sergio Lupieri, consigliere regionale Pd – come il rigassificatore è incompatibile con le norme di sicurezza, con lo sviluppo di porto e città, con la volontà dei cittadini». Per Lucia Sirocco, presidente di Legambiente, proprio il porto è il problema. «Vogliamo passare la palla a Capodistria? Facciamo il rigassificatore a Zaule, che stronca ogni possibilità di crescita del nostro porto. Passera non ha chiara la situazione, per il ministro Trieste si trova in un Estremo oriente…». «Dalle parole del ministro i triestini potrebbero desumere che pagheranno del 25% in meno la bolletta del gas – argomenta Adriano Bevilacqua della Uil-Vigili del fuoco, a capo del Tavolo tecnico rigassificatore formato da un nutrito gruppo di docenti universitari che denuncia i pericoli dell’impianto -, ma non è vero, forse e chissà quando ci sarebbe un minor costo solo a livello nazionale. Pretendere più sicurezza poi è impossibile, bisognerebbe spianare le altre industrie e le case nell’area di Zaule. Ma non bisogna scoraggiarsi. Passera è un tecnico e non ci tiene alla carriera, il presidente Tondo non ha alcun interesse per Trieste, tutti però prima o poi andranno a elezioni, e noi lì ci faremo sentire». Per Giorgio Trincas, docente al dipartimento di Architettura navale, e componente del Tavolo, «il ministro ci dovrebbe dire a quale piano energetico nazionale in un quadro europeo si sta riferendo: quel piano non c’è, e fra un paio d’anni sarà attivo il circuito Southstream, il rigassificatore nasce del tutto superato, senza dire che in Corea ormai portano il gas con le navi e senza rigassificatore, e a metà del costo. Il ministro ha una posizione fuori dal tempo». Aggiunge Trincas: «Qui si sacrifica il porto al gas. Si sente dire che l’Autorità portuale è contraria: lo affermasse anche fuori dai salotti. Lo stesso sindaco si limita a dare testimonianza, altro non fa». Posizione condivisa da Dario Predonzan del Wwf: «Il ministro parla per frasi fatte, sembra una nota dell’ufficio stampa di Gas Natural. Non ha idea di tutte le criticità emerse. Le istituzioni triestine dovrebbero far sedere a un tavolo Passera e il ministro dell’Ambiente Clini. E il Comune, oltre a fare dichiarazioni, faccia i dovuti passi associandosi alla causa aperta al Tar. Faccia aprire gli occhi al governo»

 

22/07/12

Bassa Poropat e Cosolini: «Noi restiamo contrari»

 

TRIESTE Ma sul rigassificatore le amministrazioni locali non demordono, confermano il loro parere contrario e promettono ancora battaglia perché qui non si tratta più di difetti di comunicazione da parte di Gas Natural, com’era stato denunciato in una prima fase, bensì di una risposta negativa data dal territorio dopo aver soppesato vantaggi da una parte e svantaggi e pericoli dall’altra. «Rispetto tutte le opinioni – afferma il sindaco di Trieste Roberto Cosolini – quindi a maggior ragione quella di un ministro come Corrado Passera. Spero però anche di poter avere presto un confronto con il governo per poter spiegare il merito e il senso di una contrarietà al rigassificatore che mi sembra un sentimento diffuso e maggioritario in città. Non si tratta certo di una contrarietà pregiudiziale bensì di evidenti, ripetute e mai superate criticità d’impatto di una simile struttura». E il confronto che il sindaco spera di avere presto con il governo va oltre la questione rigassificatore. «Vorrei porre la questione del futuro dell’area di Servola e della Ferriera e quella dei collegamenti di cui la città è particolarmente carente, in particolare in ambito ferroviario perché credo che Trieste oggi abbia molto più bisogno di treni che di rigassificatori». L’ultima carta in mano al Comune, del resto già ventilata, potrebbe essere quella del ricorso amministrativo al Tar. «Ma non lo useremo certo come arma politica – frena il sindaco -, sarà una strada che potremmo seguire solo se nell’iter burocratico ravvisaremo irregolarità procedurali o amminsitrative». Il “no” al rigassificatore è confermato anche dalla presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat. «Ma non è certo una posizione solo mia bensì di giunta e Consiglio provinciali – afferma -. E anche dei Comuni di Trieste, di Dolina e ancora più di Muggia dove, oltre ai problemi di sicurezza, le prospettive di sviluppo del territorio che includono la creazione di un nuovo terminal traghetti cozzerebbe con il traffico di gasiere». (s.m.)

 

Passera: «Il rigassificatore di Zaule si deve realizzare a tutti i costi»

 

di Silvio Maranzana TRIESTE Il rigassificatore a Trieste si farà, sarà quello di Gas Natural e verrà localizzato a Zaule. Lo afferma il governo nazionale, per la prima volta in maniera inequivocabile e lo spiega in esclusiva al “Piccolo” il ministro dello Sviluppo economico, delle infrastrutture e dei trasporti Corrado Passera. Si farà nonostante l’opposizione dei Comuni di Trieste e Muggia, della Provincia, di molti comitati di cittadini e formazioni politiche e sindacali. E mentre si moltiplicano anche richieste di referendum per sentire il parere di tutti i cittadini, a netto sostegno del rigassificatore di Trieste sembra solo l’amministrazione regionale di Renzo Tondo, ma il governo Monti sarebbe deciso a procedere su una decisione che non sembra negoziabile e sulla quale pende già la minaccia di ricorsi amministrativi. «Bisogna puntare a iniziare i lavori al più presto – afferma convinto Passera – poiché è una grande opportunità per tutto il Paese». Ministro Passera, è vero che il governo vede con favore la realizzazione del rigassificatore di Trieste? Il rigassificatore di Trieste-Zaule è un’infrastruttura chiave per lo sviluppo del territorio, oltre che uno degli impianti su cui far leva per far sì che la nostra bolletta energetica cali e che il nostro Paese possa diventare un importante hub del gas Sud-europeo con benefici effetti anche sull’occupazione. Come si svilupperà la politica italiana in ambito energetico, in particolare nel settore del gas? Nei prossimi 15-20 anni l’Europa aumenterà significativamente l’importazione di gas. Per il nostro Paese questa è un’opportunità, possiamo diventare un importante ponte d’ingresso per il gas che arriverà via nave o via gasdotti dalle nuove fonti di approvvigionamento: dall’Africa, dalla regione del Caspio, dall’Est del Mediterraneo, dal Medio Oriente. Questo contribuirà a rendere il mercato italiano del gas più efficiente e competitivo e meno dipendente da pochi fornitori. E in questa ottica l’impianto triestino che ruolo può svolgere? Il rigassificatore di Trieste-Zaule sarà localizzato in una posizione ideale perché vicina al baricentro dei consumi nazionali e prossima a importanti mercati di interscambio, come l’Austria, la Germania, i Balcani, favorendo quindi una maggiore integrazione con il mercato europeo. Questo, tra l’altro, si potrà fare senza necessità di significativi interventi sull’attuale rete di trasporto del gas. Ma a Trieste le amministrazioni locali, molte forze politiche e sindacali e migliaia di cittadini sono contrari al rigassificatore. Le ragioni e i vantaggi di realizzare opere strategiche come quella del rigassificatore di Trieste-Zaule vanno naturalmente spiegate e condivise con la cittadinanza: è compito delle istituzioni nazionali e locali farlo. I cittadini devono sapere che la loro bolletta costa in media il 20-25% in più della media europea anche perché l’Italia non dispone di un numero sufficiente d’infrastrutture come questa. Come si risolverà dunque il contraddittorio con il territorio? È giusto discutere, confrontarsi, approfondire i progetti dal punto di vista della sicurezza e della sostenibilità ambientale e garantire le migliori soluzioni tecnologiche, ma poi le decisioni vanno prese e concretamente attuate. Il governo dunque considera questo impianto strategico? Quali saranno i prossimi passaggi e si arriverà presto a dare addirittura il via alla costruzione? Bisogna portare avanti, in tempi rapidi e nei diversi livelli istituzionali, tutte le procedure necessarie per assumere decisioni concrete, puntando a iniziare i lavori al più presto. Quali benefici si possono attendere da un’opera come questa? A livello locale ci sarà un impatto in termini di occupazione, investimenti e sviluppo del porto. Più in generale, è un dato di fatto che crescita e occupazione passano per l’energia: tutti insieme abbiamo la responsabilità di ridurne il costo per i cittadini e le imprese.

RIGASSIFICATORE: si allarga il fronte del no

Da Il Piccolo

MERCOLEDÌ, 30 NOVEMBRE 2011

 

Emergono i dubbi degli industriali sul rigassificatore

Si allarga il fronte del no e degli incerti di fronte all’ipotesi del terminal traghetti nell’area ex Aquila davanti alla torre del lloyd

E i lavoratori danno vita ad un “picchetto”

Una protesta contro le condizioni di lavoro in porto. Quasi una sorpresa, ieri sotto alla Torre del Lloyd, il “picchetto” di lavoratori portuali durante lo svolgimento della seduta del Comitato portuale. La richiesta é stata quella di poter parlare con i funzionari dell’Authority per discutere di non meglio precisate mancanze, ancora in atto nonostante gli accordi successivi allo sciopero di maggio. Alla protesta non hanno partecipato le organizzazioni sindacali, che invece dovrebbero essere ricevute nelle prossime settimane.

di Riccardo Coretti Un’istruttoria completa per verificare che il progetto del rigassificatore non interferisca in alcun modo con le attività portuali. Ieri mattina il Comitato portuale ha rinviato il parere formale sull’impianto che Gas Natural intende realizzare nei pressi del canale navigabile di Zaule, ma il fronte del “no” pare allargarsi in attesa della Conferenza dei servizi che la Regione dovrà convocare per mettere attorno al tavolo tutti i soggetti interessati. Decisamente soddisfatto il sindaco di Muggia, Nerio Nesladek, che ha visto presa in seria considerazione la sua proposta: una verifica della compatibilità del gnl con lo sviluppo portuale dello specchio acqueo in fondo alla baia di Muggia. Una compatibilità praticamente inesistente, secondo Nesladek, dovuta alla presenza di un progetto (proposto da Authority e Teseco sull’area ex Aquila) per un vasto terminal traghetti e di un possibile allargamento delle aree retroportuali alla Valle delle Noghere. «Le due novità principali sono il cambiamento radicale di clima all’interno del Comitato e la volontà, da parte di tutti, di approfondire l’esame del progetto secondo le proprie competenze – ha commentato il sindaco di Muggia – compresa l’opportunità offerta dalle Noghere. Sono contento perché vuol dire che non abbiamo lavorato per niente e perché non siamo più i soli a pensarla in questo modo». In effetti alcuni distinguo restano evidenti, come quello dell’Associazione industriali espresso per bocca di Paolo Battilana a ribadire il proprio favore al progetto di Gas natural, al quale paiono aggiungersi alcuni “ma”. «Nell’istruttoria andremo a valutare bene gli aspetti legati alla sicurezza e la questione legata allo sviluppo delle Noghere come area portuale». «Io faccio riferimento a una delibera della Giunta camerale, peraltro quella precedente, con la quale ci dichiariamo favorevoli – ha detto Antonio Paoletti, presidente della Camera di Commercio – però alle luce delle ultime novità dovremo esaminare bene il progetto. Non possiamo permetterci che interferisca in alcun modo con lo sviluppo dei traffici portuali o delle crociere». All’unisono le dichiarazioni della presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat, ieri assente, e del suo assessore Vittorio Zollia: «Abbiamo chiesto di mettere a fuoco un’istruttoria completa per approfondire l’incidenza dell’impianto sulle attività portuali». Nota, invece, la posizione contraria all’impianto da parte dell’attuale amministrazione comunale di Trieste, ribadita ieri dall’assessore Fabio Omero. La palla, dunque, resta in mano alla Regione che dovrà convocare una Conferenza dei servizi: se in quella sede tutti soggetti interessati si esprimeranno a favore, l’opera otterrà il via libera. In caso di mancata unanimità, invece, il verdetto spetterà alla giunta regionale. Il progetto definitivo del rigassificatore é conseguenza del decreto sulla compatibilità ambientale firmato dagli ex ministri dell’Ambiente e dei Beni culturali Stefania Prestigiacomo e Sandro Bondi.

RIGASSIFICATORE: cosa sta succendendo?

 

Dal Piccolo del 17/11/11

 

Vertice con Gas Natural «Invitato anche il Comune»  L’assessore regionale Ciriani ribatte alle accuse di Umberto Laureni «Anzichè criticare, poteva partecipare l’incontro». Ma è giallo sulla convocazione  il documento  Attenzione puntata sul progetto definitivo


Il botta e risposta a distanza tra Regione e Comune esaurisce solo un aspetto dell’ultimo atto della vicenda Gas Natural. Battibecchi istituzionali a parte, infatti, l’attenzione resta puntata sul contenuto dell’incontro dell’altro giorno, vale a dire sul progetto definitivo del rigassificatore di Zaule (in foto). Un documento atteso sia dall’esecutivo Tondo – che avrà ora 200 giorni di tempo per esprimere un parere -, sia dagli enti locali. Tra loro, però, solo la Provincia ha potuto finora visionare il materiale. Anche le amministrazioni di Muggia e San Dorligo attendono ancora di ricevere tabelle e proiezioni. Amministrazioni che, a differenza di quella guidata da Roberto Cosolini, non sono state proprio invitate al vertice di martedì. Una scelta, spiegano dalla Regione, dettata da motivi tecnico-procedurali visto che, ai sensi di legge, devono essere coinvolti in questa fase solo alcuni rappresentanti del territorio in seno alla Conferenza dei servizi. Una motivazione che non piace, però, agli esponenti dei due Comuni minori. «Se non ci hanno convocato, evidentemente ritengono che non abbiamo voce in capitolo – osserva il primo cittadino di San Dorligo Fulvia Premolin -. Peccato, perchè un sindaco è un rappresentante del territorio e interpellarlo dovrebbe essere utile anche ai sostenitori del progetto. In questo caso – conclude Premolin – Gas Natural avrà avuto le sue buone ragioni, almeno spero siano buone». Meno comprensivo l’assessore all’Ambiente del Comune di Muggia Fabio Longo: «Quando si affrontano progetti di questo rilievo, convocare gli attori interessati dovrebbe essere un atto dovuto. Specie se, come nel nostro caso, questi attori hanno già presentato ricorsi al Tar contro i progetti in discussione».di Maddalena Rebecca Ma quale seduta carbonara convocata nelle segrete stanze del palazzo della Regione. L’incontro di martedì con i vertici di Gas Natural, chiamati ad illustrare l’atteso progetto definitivo del rigassificatore di Zaule, si è svolto alla luce del sole e ha seguito alla lettera il protocollo istituzionale. A 24 ore dalla “fuga di notizie” sul faccia a faccia con i vertici del colosso spagnolo, l’assessore all’Ambiente Luca Ciriani ha replicato così alla “talpa”, l’esponente della giunta Cosolini Umberto Laureni, che aveva invitato tutti a vigilare sulle mosse della multinazionale. Anzichè fare il cane da guardia però, secondo Ciriani, l’assessore comunale avrebbe fatto meglio a presenziare all’incontro in questione. Sì perchè, fa sapere il vice di Tondo, a quel vertice il Comune di Trieste era stato invitato ufficialmente e con una ventina di giorni di preavviso. «La visione data da Laureni della riunione svoltasi in Regione e dell’avvio dell’iter per il progetto Gas Natura risulta completamente distorta – attacca il vicepresidente della giunta -. Si è trattato di un incontro preliminare all’avvio di qualsiasi procedura tecnica connessa all’analisi del progetto. La documentazione pervenuta all’assessorato – che ha in questa fase il compito di istituire le conferenze dei servizi –, è talmente ampia da rendere necessario una momento di coordinamento di tutti i soggetti che saranno coinvolti nel lungo iter di analisi e valutazione del progetto stesso. Un momento che ha messo le amministrazioni nelle condizioni di avere una visione d’insieme del materiale da analizzare». Il riferimento, non a caso, è a più di un’amministrazione. Oltre al Municipio, infatti, era stata invitata al tavolo con Gas Natural anche la Provincia di Trieste, puntualmente intervenuta con il direttore dell’Area ambiente Fabio Cella. «Registro pertanto la posizione del Comune di Trieste – continua Ciriani –, che non si è nemmeno presentato alla riunione necessaria a verificare anche la corretta trasmissione dei materiali che ogni ente dovrà valutare per propria competenza. Ritengo invece che un assessore comunale abbia il dovere di analizzare i progetti con grande serietà e sobrietà. Del resto siamo di fronte ad una documentazione imponente e a un lungo lavoro tecnico ancora tutto da svolgere, da affrontare con grande rigore. L’incontro aveva questo preciso scopo – conclude l’assessore all’Ambiente -. Spiace quindi che il Comune di Trieste confonda un incontro tecnico preliminare con una presentazione di carattere pubblico». Una versione che, sulle prime, sembra non convincere del tutto l’interlocutore istituzionale. «La convocazione? Ho verificato sia con i miei uffici sia con la segreteria del sindaco e non ne ho trovato traccia – risponde a distanza Umberto Laureni -. Se l’avessi ricevuta, sarei andato di corsa all’incontro vista l’importanza della posta in gioco, ma non mi risulta sia mai arrivata. Evidentemente, però, se Ciriani dimostrerà di avere ragione, sarò pronto ad ammetterlo». Ammissione che potrebbe arrivare a breve visto che negli uffici regionali, fa sapere lo staff di Ciriani, è saltata fuori la ricevuta del fax spedito in Comune. La data? Ventisei ottobre.

 

 

Dal Piccolo del 16/11/11

Misterioso incontro Gas Natural-Regione “svelato” da Laureni

Negli auspici dei diretti interessati, evidentemente, doveva restare un appuntamento riservato. Vista la contrarietà all’operazione gnl manifestata da più parti, deve aver pensato Gas Natural, meglio tenere un basso profilo e restare il più possibile sotto traccia. Ecco allora che l’incontro organizzato ieri in Regione per presentare il progetto definitivo del rigassificatore di Zaule, volutamente non è stato pubblicizzato. Nessun invito per la stampa prima del faccia a faccia con gli interlocutori individuati, tra cui l’assessore all’Ambiente Luca Ciriani. E nessun comunicato diramato a confronto concluso. L’intenzione del colosso spagnolo, insomma, era di far passare sotto silenzio la riunione tecnica di ieri. Riunione, per la verità, tutt’altro che banale, anche perchè ha di fatto interrotto un silenzio in piedi ormai da tempo. A guastare i piani della multinazionale ci ha pensato però Umberto Laureni. L’assessore comunale all’Ambiente, come noto fortemente critico nei confronti dell’impianto che Gas Natural vorrebbe realizzare in Zona industriale, ha infatti spiazzato tanto il gruppo spagnolo quanto l’amministrazione regionale. L’ha fatto diramando nel pomeriggio una nota con cui, in un colpo solo, è riuscito a mandare all’aria la trama “misteriosa” tessuta fino a quel momento re all’aria e ad accendere i riflettori sul nuovo passo avanti compiuto dal colosso dell’energia. «Oggi (ieri ndr) i funzionari di Gas Natural hanno illustrato in Regione, alla presenza di rappresentanti del ministero delle Infrastrutture e Trasporti, il progetto definitivo del rigassificatore di Zaule – ha dichiarato l’assessore – . Questo significa, pertanto che prosegue la realizzazione di un’opera contro la quale il Comune di Trieste si è più volte espresso, ritenendola pericolosa dal punto di vista ambientale e non giustificata da motivazioni energetiche, e in palese contrasto con sviluppi economici alternativi». A spingere l’esponente della giunta Cosolini a svelare l’esistenza dell’incontro tenuto segreto, infatti, è stata proprio la convinzione di dover tenere gli occhi bene aperti, senza correre il rischio di abbassare la guardia rispetto ad un progetto, evidentemente, tutt’altro che abbandonato. «Il Comune – ha continuato Laureni – conferma il suo impegno, a tutela dell’ambiente e contro l’impianto gnl in questione e comunica che avvierà, nei prossimi giorni, degli incontri con gli amministratori locali dei Comuni interessati e della Provincia, ai fini di formalizzare una posizione del tutto compatta e contraria a quest’opera. Un’opera tutt’altro che accantonata. Dopo aver ottenuto il parere favorevole del ministero, Gas Natural ha tutta l’intenzione di portare avanti la procedura autorizzativa». Con che tempi e con quali modalità, tuttavia, al momento non si sa. Alla richiesta di chiarimenti sull’incontro di ieri e sui prossimi passi, infatti, la multinazionale ha risposto con un secco «no comment». Una linea del silenzio identica a quella tenuta dalla stessa Regione. (m.r.)