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Marzo 17th, 2017 — Mare
Dal Piccolo
VENERDÌ, 14 DICEMBRE 2012
“Rigassificatore ora le carte”
Comune e Provincia: dopo il dietrofront Tondo riconvochi la Conferenza dei servizi
di Matteo Unterweger Verba volant, scripta manent. E siccome fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio, le parole non bastano. Serve un passo formale: Comune e Provincia di Trieste, così come l’amministrazione comunale di Muggia, chiedono ora un atto, un documento che certifichi nero su bianco una posizione. Quella espressa a voce l’altro giorno, durante il convegno “Il futuro è il porto” organizzato dal Piccolo all’hotel Savoia, sul progetto del rigassificatore di Zaule dal presidente della Regione Renzo Tondo: «Ci mancherebbe che si voglia insistere su una situazione non gradita, mettiamoci una pietra sopra e che sia finita. E pensiamo al futuro di questa città». La frenata del governatore arriva col fuoco della campagna elettorale verso le regionali di primavera (nelle quali Tondo si candida per la conferma) già aperto. Contenuti molto diversi da quelli da lui stesso espressi nel maggio scorso all’assemblea di Confindustria Udine: «Sono opere da realizzare anche a costo di giocarsi una parte del consenso». In agosto i primi tentennamenti alla luce della ribadita e confermata contrarietà del territorio al progetto. Mercoledì, la svolta. «Ieri (l’altro ieri, ndr) Tondo ha spiegato che la posizione della giunta regionale è negativa rispetto al progetto del rigassificatore di Zaule – le parole del sindaco Roberto Cosolini all’indomani del convegno -. Ora gli chiediamo un pezzo di carta, un atto politico-amministrativo visto che, continua a dirlo, la sua giunta non ne ha prodotti in merito. Ora ce n’è uno unico che può togliere ogni dubbio sul fatto che non voglia prendere posizione perché in campagna elettorale – prosegue Cosolini -: dichiari nulla la Conferenza dei servizi che ha dato il via libera all’Aia (nonostante i “no” di Comune e Provincia a fronte del solo “sì” della Regione, ndr) e la riconvochi affinché si attenga ai pareri espressi, che porterebbero alla non concessione dell’autorizzazione». Adesso, infatti, la carta ufficiale nelle mani del governo è quella che certifica il passaggio dell’Autorizzazione integrata ambientale. E al ministero dello Sviluppo economico spetta la pronuncia finale sul progetto di concerto con la Regione. «Non basta rimuovere un dirigente – continua il sindaco -. Si proceda con un atto amministrativo coerente con le parole del presidente Tondo. Altrimenti magari fra cinque mesi, se rieletto, potrebbe cambiare idea di nuovo. Questa è la preoccupazione…». Sintesi finale: «Se la giunta regionale ritiene una forzatura quell’atto, se presenta un vizio formale, allora non può dare l’assenso al fatto che l’iter vada avanti. Emetta un nuovo provvedimento, di autotutela, considerato che è stato spostato il dirigente. Non vorremmo trovarci al Tar…». Ricordate le diffide inviate da amministrazione comunale e provinciale, Cosolini ha infine auspicato tempi rapidi: «Quando il nuovo atto? La giunta regionale mi risulta si riunisca ogni giovedì…». Allineata la presidente della Provincia, Maria Teresa Bassa Poropat: «Al di là delle dichiarazioni dal sapore di campagna elettorale, evidentemente dobbiamo ritenere non proprio quel documento positivo esibito da Gas Natural a Roma e che debba essere riconvocata la Conferenza dei servizi. Chiediamo che la Regione comunichi la sua nuova posizione al governo». E la «revoca» dell’ok all’Aia è invocata con annesso «invio al governo di un nuovo atto negativo» anche dal primo cittadino di Muggia, Nerio Nesladek, che giudica le parole di Tondo «il risultato della pressione che i vari soggetti in questi anni e anche di recente hanno esercitato sostenendo il “no” al progetto». C’è una «seconda cartuzza» che Cosolini invita Tondo a produrre e inoltrare al premier “in uscita” Mario Monti: «Poiché il presidente della Regione si è espresso per lo spostamento del Punto franco dal Porto vecchio in altra sede, lo scriva al governo nazionale, al quale aveva rimesso tutto già l’ex prefetto Giacchetti»
«La giunta regionale si esprima per il no»
TAVOLO UIL VIGILI DEL FUOCO
La Uil Vvff Fvg, promotrice del Tavolo tecnico rigassificatori Trieste, dopo le ultime dichiarazioni del presidente Tondo ha deciso di scrivere e inviare una lettera aperta, a firma di Adriano Bevilacqua del Coordinamento regionale Uil Vigili del fuoco, al presidente della Regione per ottenere una conferma diretta della volontà di «mettere una pietra sopra» al progetto dell’impianto di rigassificazione di Zaule. Nella lettera si chiede di sapere se la posizione della giunta è in direzione opposta al rigassificatore e si fa notare, nel caso, la necessità di deliberare il proprio no.
Il governo non cambia idea Passera: Trieste luogo ideale
Il ministro per lo Sviluppo economico sostiene che si può discutere solo su dove esattamente collocarlo. Razeto: resto favorevole ma priorità al porto
«Trieste è un luogo adatto a un rigassificatore. Si può discutere di dove esattamente» collocarlo. «Saranno le autorità locali ad aiutarci a prendere la decisione migliore», ma credo che «vada realizzato nei tempi più brevi possibili». Lo ha affermato il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, ieri sera ai microfoni di Zapping 2.0 su Rai Radio1. «È importante – ha aggiunto Passera – uscire dalla tendenza a voler sempre spostare nel cortile altrui le infrastrutture che servono al Paese. Se vogliamo che il gas costi meno dobbiamo metterci in condizione di riceverlo da diverse parti». L’esponente del governo dimissionario guidato dal premier Mario Monti, insomma, tira dritto proprio ventiquattro ore dopo il cambio di rotta del presidente della Regione Renzo Tondo sul progetto di Gas Natural. A proposito, il ministro sarà stato al corrente dell’uscita del governatore? Intanto, dal versante di Confindustria, Sergio Razeto si astiene dall’esprimere giudizi sulle parole pronunciate l’altro giorno da Tondo. E lo fa perché, spiega, al convegno lui non era presente. Razeto si limita allora a ricordare una volta di più la posizione dell’associazione di cui a Trieste è presidente relativamente al progetto di Gas Natural: «In merito alla possibilità di insediamento di un impianto di rigassificazione a Zaule, Confindustria Trieste ha da tempo espresso un orientamento favorevole, in quanto ritiene tale opera strategica per il tessuto economico del territorio». Favore di base sì, ma evidentemente non da assicurare a scatola chiusa, bensì solo in presenza di una serie di garanzie: «Al contempo – approfondisce Razeto -, l’associazione ha sempre ribadito che, insieme all’attenzione all’impatto ambientale e paesaggistico e all’utilizzo di tecnologie avanzate per la sicurezza, ulteriore prerequisito fondamentale del progetto fosse la sua compatibilità con le attività logistiche e portuali presenti e future in quell’area del golfo di Trieste». Un aspetto, questo, sul quale il numero uno di Confindustria Trieste sceglie di soffermarsi qualche istante di più: «Ci riferiamo in particolare – entra nel dettaglio – alle opportunità di incremento dei traffici collegate anche alle nuove opere previste, quali la Piattaforma logistica e il terminal ro.ro., e all’annunciata crescita dei traffici del petrolio». Alla luce di tutto questo, qualora per ipotesi Confindustria dovesse trovarsi di fronte a un bivio, la scelta finale sarebbe comunque una: il Porto prima di tutto. E Razeto non ne fa mistero: «In questo contesto, per Confindustria la priorità va data allo sviluppo portuale, a condizione che gli esperti certifichino in maniera chiara e incontrovertibile l’incompatibilità con il rigassificatore». Intanto, sul messaggio «mettiamoci una pietra sopra» espresso dal presidente della Regione (e che aveva fatto seguito all’affermazione sempre di Tondo, datata lunedì scorso: «Sul rigassificatore di Trieste sono pronto ad ascoltare tutti e anche a fare eventualmente un passo indietro»), un’immediata presa di posizione da parte del proponente il progetto di Zaule non è arrivata. A ieri sera, Gas Natural non aveva risposto ai quesiti posti dal Piccolo alla luce del nuovo quadro delineatosi. Non è escluso, tuttavia, che dalla multinazionale spagnola non giunga nella giornata odierna qualche comunicazione ufficiale. Forse in terra iberica stanno prendendo tempo nell’attesa di capire se alle ultime dichiarazioni di Renzo Tondo ora seguiranno dei passi formali in Regione, proprio come richiesto (ne riferiamo qui a sinistra) dagli enti locali del territorio triestino. (m.u.)
Marzo 17th, 2017 — Mare
dal Piccolo
GIOVEDÌ, 20 DICEMBRE 2012
Clini: stop al rigassificatore
Il ministro fa ripartire la procedura di Via. «Ma un impianto in Alto Adriatico è strategico»
di Matteo Unterweger «Non possiamo fare finta di niente. Il tema non è l’impianto, ma il rapporto fra rigassificatore e porto. Servono degli approfondimenti». Perché quella Via rilasciata più di tre anni fa nel luglio 2009, per il progetto di Gas Natural per l’insediamento nella baia di Zaule va «riconsiderata» e il parere finale «può cambiare». Corrado Clini certifica la frenata che già aveva fatto intendere otto giorni prima. Dichiarazioni ma anche atti: il ministro dell’Ambiente ha infatti disposto la riapertura della procedura sulla Valutazione di impatto ambientale (Via), per un «supplemento di istruttoria». Lo mette nero su bianco una nota ufficiale del ministero diramata nel pomeriggio di ieri. Uno stop il cui primo effetto sarà presumibilmente quello di dilatare le tempistiche dell’iter, rendendo improbabile la convocazione a gennaio della riunione per la concessione dell’autorizzazione unica alla società proponente. Una decisione, quella di Clini, che trae origine dai dati aggiornati sull’attualità e sugli sviluppi futuri dell’attività del porto di Trieste, inviati a Roma dalla presidente dell’Autorità portuale Marina Monassi. Dati e numeri che, annota Clini, cambiano lo scenario delineato nella documentazione risalente all’avvio dell’iter. Monassi nella sua recente missiva aveva «messo in evidenza possibili conflitti – si legge nel comunicato del ministro – fra la localizzazione dell’impianto di Zaule, il traffico marittimo e lo sviluppo futuro» dello scalo. «Il supplemento di istruttoria – puntualizza il ministero – deve tenere conto anche della Valutazione ambientale strategica (Vas) del Piano regolatore portuale di Trieste, ancora in corso» e, per l’appunto, di tutte le limitazioni che la presenza del rigassificatore potrebbe determinare per i traffici portuali. Le integrazioni, peraltro, sono state disposte da Clini anche per il progetto di un rigassificatore offshore, al largo del golfo, presentato da Endesa, la cui procedura di Via è in essere e nella quale va tenuto conto dei «vincoli derivanti dalle regole di Imo – International maritime organization, che impongono la creazione di una vasta zona di rispetto, con riflessi sulle acque territoriali della Slovenia». Il ministro – con una lettera ufficiale – ha chiesto nei giorni scorsi a Regione, Comune, Provincia e Autorità portuale di inoltrare a Roma ogni possibile ulteriore osservazione e informazione. «Vorrei evitare – ha approfondito Clini in serata – di assumermi la responsabilità di dare un via libera, per scoprire poi che quell’impianto sarebbe stato meglio non costruirlo. Serve un’etica delle responsabilità. Gli enti dunque si esprimano, dicendo se e cosa preferiscono». Risposte note in quasi tutti i casi, con la Regione unico punto interrogativo, dopo l’ormai nota «pietra sopra» di Tondo e in attesa dei pronunciamenti della giunta. «Vogliamo capire se i nuovi elementi acquisiti possano andare a modificare la situazione – ha continuato Clini -. E anche soluzioni alternative all’ubicazione proposta devono essere inserite nella documentazione». Confermando la linea del governo («Gli impianti di rigassificazione dell’Alto Adriatico sono strategici per l’Italia»), il ministro ha osservato come debbano essere superate «le criticità emerse», anche quelle sollevate dalla Slovenia. E sul tema dell’approvvigionamento del gas è in programma in gennaio «con la partecipazione della Commissione europea» il vertice fra Italia, Slovenia e Croazia
Lubiana contraria a qualsiasi progetto nel golfo di Trieste
pronunciamento del parlamento sloveno
Un secco no ai rigassificatori nel golfo di Trieste. Il Comitato esteri del Parlamento sloveno, riunito ieri a porte chiuse, ha ribadito la posizione di Lubiana sulla costruzione dei terminal: contrari a Zaule, contrari all’impianto off shore. «Abbiamo voluto dare un chiaro segnale all’opinione pubblica slovena, italiana ed europea», ha dichiarato al termine della seduta il presidente del Comitato Jozef Horvat. Il Comitato ha espresso anche il pieno appoggio al governo sloveno, affinché «adotti tutti i mezzi giuridici necessari» per impedire la costruzione dei rigassificatori, ma Horvat, così come i ministri dell’Ambiente Franc Bogovic e degli Esteri Karl Erjavec, entrambi presenti alla riunione, non ha voluto precisare se questo significa anche una denuncia formale della Slovenia contro l’Italia in sede di Commissione e Corte europea. «Continuiamo a dialogare con Roma», ha spiegato il capodiplomazia sloveno Erjavec . Convinto delle ragioni slovene, ma anche della necessità del dialogo, pure il ministro sloveno dell’agricoltura e dell’ambiente Franc Bogovic, soddisfatto della disponibilità dichiarata dal ministro italiano Clini a riaprire il discorso sulla Valutazione di impatto ambientale. Franco Babich
Tondo: primo obiettivo è il futuro del porto
Il presidente della Regione: «Le osservazioni dell’Authority non potevano essere ignorate». Il sindaco Cosolini: «Adesso ribadiremo il nostro “no”»
Tutela del porto prima di tutto. Renzo Tondo annota le disposizioni del ministro Clini per il supplemento di istruttoria sulla Via del progetto del rigassificatore di Zaule (e per ulteriori approfondimenti anche in merito alla procedura inerente la proposta del terminale offshore) e vi si ritrova: «È una notizia rilevante – esordisce il presidente della Regione -. Le recenti osservazioni dell’Autorità portuale, che chiamano in causa il traffico presente e futuro del porto, non potevano essere ignorate. Noi – prosegue Tondo – le abbiamo ascoltate e così pure sta facendo il ministero. Il futuro del porto è il futuro della città, elemento imprescindibile per qualsiasi valutazione sul tema». Quasi un anticipo delle considerazioni politiche sulla questione rigassificatore che il governatore porterà domani, come annunciato (partendo dal «mettiamoci una pietra sopra» del discorso di otto giorni fa all’hotel Savoia), all’attenzione della sua giunta e sulle quali poi l’esecutivo si esprimerà. Chiarendo dunque le intenzioni della Regione rispetto alla richiesta di annullamento della contestata Conferenza dei servizi del 22 novembre scorso – in cui venne dato l’ok all’Aia nonostante i pareri contrari di Comune e Provincia – e di riconvocazione della stessa piovute dalle amministrazioni comunali e provinciali di Trieste e dal Municipio di Muggia nei giorni scorsi. «È un bene che sia arrivata questa risposta – parte dal canto suo Roberto Cosolini -. Le ricadute sulle movimentazioni portuali vanno valutate. E così le previsioni contenute nel Piano regolatore portuale, che gira da anni con il suo iter al ministero dell’Ambiente. Mi pare che la posizione del ministro Clini sia coerente». Il sindaco prende quindi atto della decisione romana, preannunciando: «Di fronte alla richiesta del ministro ribadiremo la nostra posizione». Cioè quella di un “no” sancito più volte dal Consiglio comunale, l’ultima proprio lo scorso lunedì in aula. E su quelle «soluzioni alternative» che il ministro ha chiesto di inserire nella documentazione, Cosolini osserva: «Il proponente fino a oggi insiste su un sito. Se qualcuno dovesse prendere l’iniziativa, organizzando un tavolo anche assieme a Croazia e Slovenia per valutare una localizzazione idonea a dare modo di soddisfare un’esigenza energetica di tutto un territorio, questo sarebbe un passo avanti. L’avevo proposto tre anni fa, quando ancora ero segretario provinciale del Pd…». Sorride («è chiaro che a questo punto si tratta di un approfondimento che fa ben sperare») ma non si illude Maria Teresa Bassa Poropat: «Ora deve esserci però un dialogo nel governo, fra i ministri Clini e Passera, considerato che quest’ultimo sostiene che il rigassificatore si debba fare qui a Trieste. Spero – è l’auspicio della presidente della Provincia – che Clini gli trasferisca le sue preoccupazioni». Motivi di apprensione da tempo evidenziati dall’ente di palazzo Galatti: «Nelle nostre osservazioni – aggiunge Bassa Poropat – avevamo inserito i rischi per lo sviluppo portuale, per noi un elemento cardine. E a Roma avevamo fatto notare i vizi procedurali sull’Aia». La numero uno della Provincia si sposta così sull’esito della Conferenza dei servizi di un mese fa, andando a punzecchiare Tondo: «Mi pare un elemento insolito e strano che la Regione non riconvochi la Conferenza dei servizi. Le annunciate valutazioni del governatore? Qui bisogna convocare…». Da Muggia giunge infine tutta la soddisfazione del sindaco Nerio Nesladek: «Un passo in linea con quanto già dichiarato dal ministro. Siamo fiduciosi che riusciremo a far emergere tutti i deficit del progetto del rigassificatore di Zaule. E se la Via sarà fatta come va fatta, con serietà e competenza, sono convinto che le ragioni “contro” prevarranno». (m.u.)
PROTESTA IN VIA DEL TEATRO ROMANO
Un’altra manifestazione di protesta contro il rigassificatore di Gas Natural si svolgerà questo pomeriggio alle 18 in via del Teatro Romano organizzata dai Vigili del fuoco della Uil e alla quale aderiscono anche il comitato “Trieste gasata” e il Circolo verdeazzurro di Legambiente che invitano cittadini e partiti a parteciparvi. Sono previsti interventi tecnici di studiosi e di rappresentanti di associazioni oltre a un monologo dell’attore Flavio Furian.
Marzo 17th, 2017 — Mare
Da Triesteallnews.it
- CRONACA Il coordinatore della Uil-Vigili del fuoco Fvg torna all’attacco: «Da troppo tempo siamo costretti ad inseguire l’insensatezza di questa politica economica»
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24.12.2012 | 12.50 – «Ci ritroviamo a fine anno ed è per questo che ritengo necessario guardare con lungimiranza al 2013 e prevedere ciò che accadrà. Prima di questo, è inevitabile fare ancora una volta il punto della situazione con imparzialità (per quanto possibile) e cercando di interpretare con onestà gli ultimi avvenimenti che riguardano la nostra città».
Comincia con queste parole la lettera aperta inviata alla nostra redazione da Adriano Bevilacqua, coordinatore regionale della Uil-Vigili del fuoco. Una meditazione ragionata e carica di rammarico che intende ripercorrere l’iter burrascoso del famigerato rigassificatore di Gas Natural. Ma non solo. Perché, ad animare le sue parole, c’è anche un “pizzico” di rabbia.
«Personalmente – continua il testo – sono molto preoccupato per quanto riguarda il rapporto tra la cittadinanza e politica e in particolare guardo all’immagine che viene riflessa dalla stampa di questi politici. Qui a Trieste le azioni e dichiarazioni politiche sono immutabilmente interpretate da un unico quotidiano sterile e privo di un contenuto giornalistico che sia in grado di poter far riflettere la città sulle sue possibilità future. Il Piccolo, come un pappagallo, sembra voler riportare le notizie storpiandone i contenuti secondo i diktat imposti dall’alto e così la sensazione che se ne ricava è che in merito al rigassificatore tutto sia risolto».
«Il problema del futuro di questo rigassificatore, invece, sarà molto probabilmente consegnato in mano al Pd ed è questo partito che ad oggi, con grande probabilità, sta “manovrando” la macchina mediatica, impostandone le dichiarazioni. Questo è dimostrato anche dal fatto che anche il sindaco di Muggia (di cui ho grande considerazione e che reputo un caro amico), personaggio con cui ho condotto grandi battaglie contro questa oscenità, si sia in qualche modo assuefatto al nuovo ordine di scuderia “Il rigassificatore non si fa più”».
«La Gas Natural – conclude Bevilacqua – gioca le sue ultime carte ma il risultato ottenuto dall’azienda è quello di far paura più a se stessa che alle persone investite da tali denunce. Tutta la presentazione del progetto, carico di gravi anomalie, sarebbe dovuta essere sufficiente a far reagire con forza le istituzioni. Ugualmente, le sue denunce non ci mettono paura. In realtà, chi dovrebbe chiedere i danni è la popolazione, da tanti anni siamo costretta ad inseguire l’insensatezza di questa politica economica.Sono certo che con il nuovo anno tutto tornerà come prima del manifestarsi delle piccole azioni cittadine. Il progetto riaffiorerà come se nulla fosse mai accaduto e chi combatte questa battaglia da sempre si troverà a dover ripartire da zero, mentre la politica, come spesso accade, farà finta di dimenticarsi tutto quel che è accaduto alla viglia di Natale».
Tondo: sul rigassificatore ora ripartiamo da zero
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Il governatore in giunta non si schiera ma propone una giornata da dedicare all’ascolto del territorio. «Molti hanno cambiato idea…» |
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di Silvio Maranzana «Tiriamo una riga sotto la questione rigassificatore e ripartiamo con il percorso ricognitivo». Lo ha detto il governatore Renzo Tondo nella comunicazione fatta ieri alla giunta regionale e lo ha ripetuto poco dopo, rispondendo alla domanda di un giornalista, alla conferenza stampa di fine anno nel palazzo di piazza Unità. «Promuoverò una giornata di ascolto e monitoraggio – ha annunciato – e inviterò tutti a esprimersi chiaramente per il sì oppure per il no.» Solo dieci giorni fa però, al convegno sul porto organizzato dal Piccolo, era stato molto più drastico affermando non di avervi tirato una riga sotto, ma di avervi messo «una pietra sopra». Tutto sembrerebbe esser tornato alla casella di partenza, ma per ripartire con le consultazioni. E potrebbe non essere nemmeno così vista la reazione stizzita di Gas Natural, che riportiamo nell’altra pagina, ma visto anche il timore di molti che ritengono puramente formale la riapertura del procedimento di Valutazione d’impatto ambientale annunciata dal competente ministero. Tanto che anche ieri un’autorevole voce all’interno della Regione affermava: «La giunta potrebbe a breve essere chiamata a votare la delibera per l’intesa con il governo per l’Autorizzazione unica». E il presidente della Regione da parte sua ancora una volta ha voluto prendere le distanze dalla Conferenza dei servizi in cui il dirigente regionale Pietro Giust che era affiancato dal collega Pierpaolo Gubertini ha dato il via libera all’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) sebbene sia il Comune che la Provincia (due dei tre soggetti chiamati a esprimersi, oltre alla Regione stessa) avessero espresso un parere negativo. Non solo, come del resto aveva già fatto, ha anche ribaltato la questione, chiamando in causa l’amministrazione precedente. «Questa giunta regionale – ha sottolineato Tondo – non ha fatto alcun atto amministrativo, né a favore né contro il rigassificatore, per una ragione molto semplice: la certificazione della strategicità dell’opera è venuta dalla giunta Illy e la delibera fu votata anche dall’attuale sindaco di Trieste ed ex assessore regionale Roberto Cosolini. Mi sono ritrovato con il percorso già iniziato sia dal punto di vista tecnico che delle “carte” – si è scusato il governatore – noi invece non abbiamo fatto alcun atto. A distanza di qualche anno vedo che il Comune ha cambiato idea, la Provincia è contraria, l’Autorità portuale si è pure schierata contro, ma soprattutto il ministro dell’Ambiente Clini ha richiesto una nuova Valutazione d’impatto ambientale». Così Tondo ha fatto il punto della situazione parlando “a braccio” ai colleghi assessori della giunta. Poi ne ha riferito anche nel corso della conferenza stampa. «Nella giunta di oggi – ha rivelato – mi sono impegnato a tirare una riga e a capire dove siamo, parlo nel senso del Governo. Siamo con il ministro Passera che è per il sì, oppure siamo con il ministro Clini che è per il no?» C’è la necessità dunque di rifare il punto della situazione con le amministrazioni locali anche se le posizioni sono piuttosto chiare. Formalmente per il no si sono espressi più di una volta sia il Comune di Trieste che la Provincia, che i Comuni minori a partire da quello di Muggia che è stato il primo a rivolgersi anche al Tar seguito dalla stessa amministrazione del capoluogo. Contrario anche il parere dell’Autorità portuale, vista soprattutto la crescita del traffico navale, la vicinanza con il terminale della Siot dove già l’anno prossimo dovrebbero arrivare ben cinquecento petroliere e le nuove infrastrutture portuali previste, in primis il terminal per i traghetti ro-ro all’ex Aquila. Il Comitato portuale dovrebbe esprimersi con un no che sembra piuttosto scontato nella seduta che dovrebbe essere convocata per il 3 gennaio. Alla fine dunque le promesse e le aperture che sono giunte dallo stesso Tondo anche se non è certo che possano realmente fermare l’iter autorizzativo. «Dopo la pausa natalizia – ha annunciato il governatore – promuoverò sul tema una giornata di ascolto e monitoraggio delle istituzioni. Inontrerò la città in tutte le sue ramificazioni e mi farò un’idea alla luce di di tutte queste consultazioni. Non si può imputare al presidente una scelta che viene “sballottata” di qua e di là. È per questo che chiamerò tutti a esprimersi chiaramente con un sì oppure con un no». La senatrice del Pd Tamara Blazina in una nota ha definito «ridicolo» il bisogno di Tondo di ascoltare il territorio. «Ha avuto cinque anni per raccogliere pareri e prendere decisioni – ha commentato – li ha impiegati per dire tutto e il contrario di tutto senza il coraggio di prendere una posizione chiara.»
SABATO, 22 DICEMBRE 2012
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Pagina 21 – Cronaca Trieste |
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«Chiederemo i danni a chi ostacola il progetto» |
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Dura presa di posizione di Gas Natural dopo la riapertura del procedimento di Via da parte del ministro Clini. «La decisione sarà annullata in sede legale» |
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Energica, quasi rabbiosa la reazione di Gas Natural, sempre più intenzionata a realizzare il rigassificatore a Zaule. di fronte al procrastinarsi dei tempi dell’iter autorizzativo sia dell’impianto stesso che del gasdotto connesso. La società catalana non solo parte al contrattacco tentando di disinnescare ogni frenata, ma minaccia e anzi annuncia azioni giudiziarie sia sotto il profilo penale che di risarcimento danni nei confronti di tutte le contestazioni e di tutti i ritardi. Lo fa con una lettera inviata al Ministero dell’Ambiente e al Ministero dello Sviluppo economico, lettera che l’assessore a Programmazione e ambiente Sandra Savino riferisce invece non essere giunta alla Regione. Nella missiva si afferma in particolare che Gas Natural «non potrà esimersi dal censurare in tutte le sedi amministrative, civili e penali competenti», le contestazioni definite «parziali e preconcette» portate avanti dagli oppositori del progetto del rigassificatore da realizzare a Trieste, chiedendo il risarcimento dei danni. La replica sarebbe stata innescata in particolare dall’annuncio fatto dal ministero dell’Ambiente Corrado Clini del procedimento di Valutazione d’impatto ambientale a seguito in particolare ai rilievi mossi dalla presidente dell’Autorità portuale Marina Monassi riguardo alla recente crescita del traffico navale nel porto di Trieste e a una presunta incompatibilità con le infrastrutture previste dal nuovo Piano regolatore del porto. La precedente Via infatti risaliva al 2008-2009. Da parte della multinazionale catalana dell’energia viene fatto rilevare che la riapertura del procedimento di Via è «destituita di ogni fondamento e destinata a essere annullata nelle sedi giurisdizionali competenti» oltre a indurre la società stessa a «inevitabili richieste risarcitorie». E Gas Natural interviene specificatamente anche riguardo alla crescita dei traffici nel porto di Trieste fatta rilevare dall’Authority e sostiene che «le prospettate ripercussioni risultano del tutto inconferenti». La multinazionale ricorda ancora che la crescita del traffico navale è già stato considerato dalla Commissione tecnica nell’ambito del procedimento di Via e afferma ancora che «non intende assecondare i grotteschi suggerimenti» sull’ipotetica variazione della localizzazione del terminale. Suggerimenti che del resto non sono mai stati resi pubblici. Infine Gas Natural non abbassa il tiro nemmeno per quanto concerne il gasdotto Trieste – Grado – Villesse proposto da Snam e che dovrebbe essere logicamente connesso al rigassificatore e per il quale non è ancora conclusa la Valutazione d’impatto ambientale. La società conclude affermando di voler valutare «l’adozione delle tutele più opportune per evitare il procrastinarsi di tale illegittimo ritardo.» Silvio Maranzana
SABATO, 22 DICEMBRE 2012
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Pagina 21 – Cronaca Trieste |
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«Cancellare tutto l’iter per l’impianto di Zaule» |
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Nella conferenza-stampa di Legambiente illustrati i rischi: «Le schiume lambirebbero Barcola» |
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Azzerare da subito tutte le procedure che portano alla realizzazione del rigassificatore e delle infrastrutture energetiche che con quell’impianto sono connesse. E’ questa la richiesta formulata con forza ieri da Wwf e Legambiente. «Finora – ha spiegato Dario Predonzan del Wwf – abbiamo sentito solo dichiarazioni volanti. Noi vogliamo una presa di posizione ufficiale delle istituzioni – ha aggiunto – che garantisca che il rigassificatore non si farà. Non basta che l’Autorità portuale si dichiari contraria, perché il rigassificatore comporterebbe un ridimensionamento dei traffici nel golfo. La ragione per la quale l’impianto non deve essere fatto – ha sottolineato Predonzan – va individuata nella necessità di sicurezza e di tutela ambientale». Per ribadire la loro posizione, i presidenti regionali delle due associazioni, Roberto Pizzutti (Wwf) ed Elia Mioni (Legambiente), hanno scritto ai ministri per lo Sviluppo economico, per l’Ambiente e per i Beni culturali, oltre che alla Commissione europea competente per l’ambiente, chiedendo «l’immediata sospensione dell’iter che porta alla realizzazione del rigassificatore, annullando la procedura di ‘Via’ già avviata, revocandola». Al futuro governo, Wwf e Legambiente chiedono di «definire un piano energetico nazionale che tenga conto delle reali esigenze del Paese e che oggi manca». Predonzan ha precisato che: «Esistono precise responsabilità dei ministeri competenti e di chi le guida. E ricordiamo che, all’epoca della presidenza Boniciolli – ha specificato – il parere dell’Autorità portuale fu favorevole al rigassificatore». Carlo Franzosini, biologo della Riserva marina di Miramare ha spiegato che: «Abbiamo riscontrato che nel mare si creerebbero schiume nocive capaci di arrivare a Barcola, veicolando elementi di contaminazione batterica. Si arriverebbe a dover sancire il divieto della balneazione. Inoltre – ha evidenziato Franzosini – ci sarebbe un rilascio di cloro e idrogeno gassosi nell’atmosfera e chi risiede nelle vicinanze di Zaule sarebbe costretto a respirarli». Il vice presidente di Legambiente Trieste, Andrea Wehrenfennig, ha ricordato che: «Finora non e’ stato reso noto in maniera chiara il rischio che sarebbe determinato dalla vicinanza di impianti che, fra loro, agirebbero come detonatore l’uno dell’altro». Ugo Salvini |
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Marzo 17th, 2017 — Mare
Dal Piccolo del 12/01/13
«Pronti a esaminare progetti alternativi»
E un nuovo summit sul rigassificatore di Trieste è stato programmato per lunedì 21 in Prefettura alla presenza del ministro per l’Ambiente Corrado Clini. Ne dà notizia l’assessore provinciale Vittorio Zollia, mentre la presidente Maria Teresa Bassa Poropat rileva come dopo il pronunciamento del Comitato portuale «tutti gli enti locali si sono espressi contro l’impianto di Zaule con motivazioni forti. Già da anni – rileva Bassa Poropat – la stessa Provincia aveva manifestato timori rispetto al traffico portuale sollecitando un pronunciamento da parte della Capitaneria di porto che poi non è arrivato. Ora le proiezioni presentate dall’Autorità portuale se anche fossero eccessivamente ottimistiche, mettono comunque in rilievo un’assoluta e oggettiva incompatbilità con un impianto a Zaule non fosse altro per il forte aumento di petroliere al terminal della Siot.» D’altro canto però la presidente rileva come la Provincia non sià in termini preconcetti contraria ai rigassificatori, ma sia invece «pronta a valutare qualsiasi impianto alternativo con localizzazioni alternative.» È una posizione questa dell’apertura all’esame di altri progetti già espressa dallo stesso sindaco Roberto Cosolini che invece riguardo all’impianto di Zaule afferma che: «Già i ripetuti no da parte del Consiglio comunale di Trieste hanno dato una mazzata decisiva al progetto di Gas Natural, mazzata rafforzata dai no delle altre amministrazioni sebbene – aggiunge polemicamente il sindaco – io abbia cambiato opinione una volta soltanto e lontano dalle campagne elettorali, mentre il presidente Tondo ha già cambiato idea dieci volte e sempre sotto elezioni.» «Il nostro no su Zaule è netto e perentorio – aggiunge l’assessore comunale Laureni – e non convince l’argomentazione del presidente degli industriali Razeto sulla manodopera impiegata per la costruzione. È un progetto da 600 milioni che impiegherebbe pressoché la stessa manodopera usata per l’ipermercato delle Cooperavive di Duino costato 20 milioni. E dopo due anni quei lavoratori tornerebbero a essere disoccupati. Ma su altri progetti – aggiunge l’assessore – la nostra non deve essere una risposta emozionale anche perché siamo consci che il settore dell’energia può offrire ipotesi di sviluppo alla città.» All’ulteriore no espresso dal Comitato portuale plaude anche l’Italia dei Valori con il coordinatore provinciale Mario Marin. E del rigassificatore di Zaule si parlerà oggi anche a “Ambiente Italia” programma in onda dalle 12.55 su Raitre. (s.m.)
E anche Muggia si esprime di nuovo contro
Anche Muggia ha detto di nuovo al rigassificatore di Zaule. Ieri infatti il Consiglio comunale muggesano ha espresso parere sfavorevole in merito alla pronuncia di compatibilità ambientale richiesta agli enti locali nell’ambito del supplemento istruttorio del procedimento di Via (Valutazione d’impatto ambientale) avviato dal Ministero dell’ambiente sull’impianto. Una delibera votata all’unanimità, che suggella l’unione d’intenti dimostrata negli ultimi anni dalle forze politiche muggesane nell’opposizione al progetto di Gas Natural. Dimenticate alcune “scaramucce” del passato, i consiglieri si sono riuniti ieri in un’assemblea straordinaria e il documento è stato inviato in serata alla Regione, che a sua volta – preso atto delle decisioni dei Comuni – dovrà inoltrare il proprio responso al Ministero dell’ambiente entro il 15 gennaio. Un “no” secco che recepisce alcune indicazioni del Comitato portuale che discende soprattutto da valutazioni già effettuate in passato. Otto i punti cardine. Il primo è l’assenza della Vas (Valutazione ambientale strategica), che è invece richiesta – assieme alla Via – per tutte le proposte varianti al Piano regolatore portuale e al Piano regolatore generale di Trieste. Inoltre, il Comune di Muggia ha osservato che il rigassificatore e il metanodotto di collegamento sono stati fatti oggetto di due distinti procedimenti di Via, quando invece le due opere vanno considerate un “unicum”. E che sono state infrante le direttive comunitarie che impongono la richiesta del parere della popolazione. È stata riscontrata la negligenza di Gas Natural anche sui problemi connessi all’inquinamento atmosferico e a quello elettromagnetico derivanti dall’elettrodotto di collegamento alla centrale di Padriciano, posto che nella zona è già stata riscontrata una concentrazione eccessiva di polveri sottili; così anche per la contaminazione dei terreni e delle acque, in relazione al Sito inquinato di interesse nazionale. Manca, ha rilevato il Comune, anche la proposta di un sito alternativo e della cosiddetta “opzione zero”, anch’essa prevista dalle normative europee. Davide Ciullo
Rigassificatore, dopo i no a Zaule rispunta quello in mezzo al golfo
di Silvio Maranzana Il no espresso giovedì dal Comitato portuale che fa seguito ai no ripetuti della Provincia di Trieste, dei Comuni di Trieste, Muggia e e San Dorligo della Valle, alla «pietra sopra» del governatore Tondo, alle numerose proteste di cittadini e ambientalisti, potrebbe aver dato la mazzata finale al rigassificatore così come concepito da Gas Natural e così come previsto sulla terraferma in località Zaule. Ma, morto un rigassificatore se ne fa un altro? In effetti c’è un secondo progetto che avanza «sottotraccia» ed è quello che la tedesca E.On ha ripreso dalla spagnola Endesa. Si tratta di un impianto off shore inizialmente previsto all’incirca 13 km. a Ovest di Trieste, più o meno 12 km. al largo davanti a Fossalon. Poi, proprio per motivi legati alla sicurezza della navigazione, quelli che potrebbero dare il colpo mortale al rigassificatore di Zaule, è stato spostato 6 km. a Sud-Ovest rispetto alla collocazione originaria e ora verrebbe a trovarsi a 600 metri dalle acque territoriali italiane, ma a soli 2 km. sia da quelle slovene che da quelle croate. È un particolare che tiene ancora il progetto in sospeso perchè per il resto il Ministero italiano dell’Ambiente nell’ottobre 2010 ha dato già il proprio parere favorevole all’impianto in sede di Valutazione d’impatto ambientale, ma ha posto però una condizione: che ci sia il via libera anche in sede di Valutazione ambientale strategica (Vas) transfrontaliera, una decisione che coinvolge sia la Slovenia che la Croazia. «Ma né Lubiana né Zagabria – afferma l’assessore comunale all’Ambiente Umberto Laureni che conferma il nulla osta da parte del governo italiano, ma subordinato all’assenso internazionale – risultano essersi ancora pronunciate.» Ma Laureni non esclude da parte del governo italiano il gioco dell’illusionista: concentrare tutta l’attenzione sul progetto di Zaule, per poi calare a sorpresa dalla manica l’asso del progetto off shore. In era Dipiazza, quando l’ex sindaco vedeva con maggior favore proprio l’ipotesi di Gas Natural, il consiglio comunale di Trieste si era già espresso due volte per il no, con due delibere votate per la precisione nelle sedute del 28 luglio 2006 e del 18 gennaio 2007. La presentazione del progetto da parte di Endesa al ministero risaliva al febbraio 2006. Ma un diniego plurimo è stato pronunciato anche dal consiglio comunale di Grado, oltre che per il fatto che le tubature del gasdotto riemergerebebro a Fossalon, anche per l’impatto perlomeno psicologico che l’impianto produrrebbe sulle migliaia di turisti e bagnanti. Poi però c’è stato il via libera da parte del Comitato tecnico regionale che del resto ha dato il proprio assenso anche al rigassificatore di Zaule. E infine, nell’ottobre 2010, come detto, la Via con la prescrizione però dell’assenso internazionale. La battaglia per i rigassificatori a Trieste è stata un derby iberico fino a quando, nel 2007, la madrilena Endesa, battendo la stessa Gas Natural, non è stata acquistata dai tedeschi di E.On, uno dei più grandi gruppi energetici al mondo con 80 mila dipendenti in più di 30 Paesi e un fatturato nel 2011 di 113 miliardi di euro. La società costituita per occuparsi del rigassificatore nel golfo di Trieste è la Terminal Alpi Adriatico con sede a Monfalcone. Il terminal sarebbe costituito da una struttura lunga 273 metri e larga 109 poggiata sul fondo marino con una capacità di movimentazione di 8 miliardi di metricubi di gas all’anno. È previsto un traffico annuale di 85 metaniere. L’impatto termico logicamente risulterebbe meno grave data la lontananza dalla costa. Il gradiente termico sarebbe di un grado fino a una distanza di 100 metri, mentre a un km. la variazione sarebbe compresa tra uno e due decimi di grado.
Dal Piccolo del 11/01/13
Bocciato il rigassificatore
di Gabriella Ziani L’Autorità portuale da ieri è ufficialmente capofila del fronte del “no” al rigassificatore. La presidente Marina Monassi dice «andrò fino in fondo». Ieri ha ottenuto quasi all’unanimità dal Comitato portuale voto favorevole a una delibera che le conferisce mandato a esprimere parere negativo all’impianto di Gas Natural in sede di conferenza dei servizi decisoria. Quella conferenza che il ministro Clini ha differito di 45 giorni dalla data prevista del 19 gennaio chiedendo un supplemento di istruttoria sulla Valutazione d’impatto ambientale già concessa. I tempi supplementari hanno messo freneticamente al lavoro lo staff di via von Bruck. Carte e documenti hanno rivelato incongruità e difformità nel procedimento. Tanto che la relazione tecnica sui futuri flussi di traffico una volta realizzati piattaforma logistica, raddoppio dei moli e terminal ro-ro a Muggia, è diventata solo di importante supporto. Si sono ravvisate ben altre ragioni per un motivato diniego. Prima che cominciasse questo importante Comitato portuale Monassi ha quasi minacciato: «Il nostro voto vale per uno ma in conferenza dei servizi siamo in 20: voglio da tutti un parere motivato e scritto, voglio vedere chi avrà il coraggio di firmare con nome e cognome e col sangue, non con uno schiribizzo illeggibile, che si può fare, che tutto va bene». A parte l’immensa mole di traffico futuro che l’analisi tecnica ha dettagliato (come detto a parte), si è scoperto che il porto aveva un Piano della sicurezza rimasto incompleto: «Lo faremo adesso in velocità spaventosa». Che la spagnola Gas Natural il 20 novembre 2008 ha comunicato il subentro di Gas Natural Italia, la quale l’11 settembre 2009 ha aderito alla procedura autorizzativa semplificata, con ciò stesso interrompendo la validità dei pareri già espressi. Che il gasdotto Snam viaggia con autorizzazioni tutte sue e invece il procedimento dovrebbe essere unico (Monassi: «Ora vado contro rigassificatore e gasdotto insieme, ho dato la mia contrarietà ed è dopo questa raccomandata a Clini che il ministero ha fermato la Via»). Inoltre, che Snam ha nel frattempo cambiato progetto, prevedendo un gasdotto più in profondità nel mare, il quale sarebbe pericoloso perché agganciabile dalle àncore. Una lettera che denuncia «l’incompatibilità» è stata spedita il 5 aprile scorso a ministero dell’Ambiente e a Snam. Che riceve un “no” anche sugli espropri già avviati: «Il terreno demaniale non può subire gravami, e quello patrimoniale è al suo servizio». Monassi ha riferito che a La Spezia un rigassificatore “piccolo” sta costringendo l’Autorità portuale a disdettare anche le ultime piccole concessioni perché gasiere e traffico civile non riescono a convivere: «La Spezia è quella che mi aiuta di più». Per converso, è stata definita “ambigua” la relazione della Capitaneria di porto. Che ieri era, come la Regione, assente. E la cosa non è piaciuta per niente al sindaco di Muggia Nerio Nesladek (entusiasta dopo anni di battaglie: «Oggi si dà il “de profundis”, il sigillo che chiude un lungo percorso») e alla presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat. Ma un altro colpo di scena è arrivato in Comitato portuale. Il rappresentante del ministero delle Infrastrutture-Genio civile Giorgio Lillini (che a Venezia aveva firmato invece l’ok all’impianto di Porto Viro) ha dato “pollice verso”, nonostante la posizione forte del ministro Passera. Ha presentato una relazione che sarà inviata a Roma con la delibera dell’Ap: mancano un rapporto di sicurezza, un piano delle bonifiche e la verifica sismica di legge, le caratterizzazioni non sono state eseguite, non sono calcolati i “rischi intenzionali” (attentati), manca una valutazione sul passaggio contemporaneo di gasiere e navi, non si dimostra che il terminale non impedirà lo sviluppo del porto. Infine: trascurato «l’effetto domino, il fatto che l’impianto è a 250 metri da una superstrada e a 400 metri da abitazioni civili». La contestazione dei “no gas” è diventata da ieri una inequivocabile posizione istituzionale. Alla Torre del Lloyd la delibera che dà mandato all’Autorità portuale di voto negativo a Roma ha visto 14 favorevoli, un solo contrario, Domenico Miceli in rappresentanza delle imprese ferroviarie («È un suicidio legale»). Astenuti Paolo Battilana per Confindustria («è un impianto strategico, aspettiamo le decisioni del ministero puntando a un terminale che non intralci lo sviluppo del porto») e Edoardo Filipcic a nome degli agenti marittimi («mancano troppe informazioni, non si può dire sì o no»).
Tondo: «L’impianto di Zaule bisogna farlo in fretta»
Le parole hanno un peso. A volte “piuma”. Imbarazzi, cambi d’opinione, il gioco del detto non detto. La politica è davvero l’arte del possibile. A “surfare” per primo tra sì-no-ni, il presidente della Regione Renzo Tondo. Che davanti all’Associazione degli industriali di Trieste, il 1 luglio 2008, a una manciata di mesi dalla sua elezione a governatore della Regione, dichiara: «Bisogna realizzare il rigassificatore a terra». Il 9 settembre la svolta: no all’impianto marino, sì a quello a terra. Il 23 novembre 2012, alla Conferenza dei servizi in Regione, vengono giudicati “immotivati” i no di Comune e Provincia. Fino al colpo di scena del 22 dicembre: «Sul rigassificatore tiriamo una riga sotto e ripartiamo da zero». Ma non è che la presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat non sia mai “scivolata”. Fiera oppositrice oggi, entusiasta alla firma del decreto che dà il via libera alla Gas Natural nel 2009. «Ho sempre espresso un parere favorevole all’impianto di Zaule. Ferme restando le garanzie sulla sicurezza, considerate le ricadute sul territorio, sarebbe assurdo non accogliere la notizia con soddisfazione». Era il 16 luglio di quattro anni fa. E poi c’è il parlamentare del Pd Ettore Rosato. Da sottosegretario agli Interni (27 agosto 2006), parla di una «battaglia dura» per portare il rigassificatore a Trieste: «Non bisogna perdere tempo, quest’impianto serve al Paese e alla regione, è necessario muoversi subito». Rigassificatore da realizzare a mare o a terra? «Meglio spingere per entrambi». Il 6 dicembre 2012 il tono è tutt’altro. Interrogazione in Parlamento al ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, acceso sostenitore del progetto: «Non ci dobbiamo rassegnare, sono ottimista sulla possibilità di far ragionare questo governo», dichiara. Cosolini all’inizio è cautamente favorevole. Nel 2008, da segretario del Pd, lascia una porta aperta. Il 6 giugno 2008 afferma: «Sul rigassificatore adoretteremo il metodo Agenda 21, coinvolgendo tutte le categorie per poi prendere una decisione». Il “ni” diventa quasi no nel 2010 di fronte alle prospettive di un “superporto” sostenuto da Unicredit: «Se aumentano le navi in golfo, diviene problematico convivere con le limitazioni imposte dalle gasiere»: è il 14 aprile. Da sindaco, Cosolini passa a un motivato no: «Gas Natural non ha mai dato risposte chiare, non mi convince più». E il numero uno della Camera di commercio? Non pervenuto. Nel 2006 Antonio Paoletti dice: «Non abbiamo tutti gli elementi su ricadute economiche e occupazionali». Nel 2007 pragmaticamente condivide il parere negativo che intanto arriva dal sindaco di allora, Roberto Dipiazza: «Se le ricadute economiche non sono tali da giustificare il sacrificio della città, mi va bene il no». A lungo neutrale la presidente dell’Autorità portuale Marina Monassi, che solo di recente ammette: «Col rigassificatore dovremo cambiare i piani industriali». Ora la netta posizione contraria: «Il terminale è incompatibile con lo sviluppo del porto». (d.t.)
dal Piccolo del 10/01/13
Ambientalisti portano carbone al governatore
Alla riapertura degli uffici regionali,una delegazione di cittadini vestiti da Befane con tanto di parrucche, maschere, scope e striscione si è recata al palazzo della giunta di piazza Unità per consegnare al presidente Renzo Tondo un classico sacco di carbone. L’iniziativa è stata dei gruppi “No al Rigassificatore” di Trieste, Muggia, Capodistria e dei barcaioli del Rio Ospo «Il meritato regalo – si legge in una nota – è stato assegnato in funzione del ruolo del presidente Tondo nel tira e molla in merito al progettato rigassificatore di Trieste. L’evento è avvenuto con tutti i crismi che prevede il protocollo in materia – si legge ancora nella nota – in quanto era pervenuta agli organizzatori la formale lettera di accreditamento. Essendo noto che il presidente è persona cortese e pronta all’ascolto ha accettato lo scherzo così come è nel suo stile». Sul sacco di carbone consegnato a Tondo è stata riprodotta questa frase: «Forza Presidente Tondo, portaci a casa la cancellazione del rigassificatore di Trieste come impegno elettorale». E in occasione dell’Epifania sul molo Audace, che gli stessi organizzatori chiamano molo San Carlo, è stato acceso un “rigassificarul”. «La direzione presa dal fumo – dicono ancora gli organizzatori – ha dimostrato che sussiste ancora il pericolo che venga decisa la costruzione del rigassificatore».
Rigassificatore, Clini: no alle scorciatoie
di Silvio Maranzana «È necessario verificare se non debbano essere prese in considerazione localizzazioni alternative a quella di Zaule.» Lo rileva in relazione al rigassificatore di Trieste, con una nota emessa ieri pomeriggio, il ministro dell’Ambiente Corrado Clini che replica duramente alle accuse lanciate nei confronti delle amministrazioni italiane dalla società proponente, la catalana Gas Natural. «I dati forniti dall’Autorità portuale sul traffico 2011 e 2012 nel porto industriale e quelli previsti sullo sviluppo del Piano regolatore portuale – sostiene Clini – sono sostanzialmente diversi da quelli considerati dalla Via (Valutazione d’impatto ambientale). E tenuto conto che la realizzazione del terminale non è ancora stata autorizzata dall’autorità competente (Ministero per lo sviluppo economico) è necessario aggiornare e riconsiderare i dati di contesto del periodo 2006-2009 sui quali è stata elaborata la Via, per accertare se le attività portuali consolidate nel 2011-2012 e quelle previste dal Piano regolatore, siano compatibili con il terminale.» Sono questi i motivi per i quali potrebbero venir prese in considerazione «localizzazioni alternative» secondo il ministro che però non parla mai di ipotesi di rinuncia all’impianto. Clini sostiene infatti che «l’Alto Adriatico e Trieste rappresentano un’area strategica per la realizzazione di infrastrutture energetiche a servizio dei Paesi dell’Europa centrale e orientale, anche in considerazione delle trasformazioni in corso in particolare nel sistema energetico della Germania. In questo contesto – sottolinea il ministro – assumono un ruolo rilevante le infrastrutture per la fornitura di olio e gas e certamente gli impianti di rigassificazione possono rappresentare una piattaforma strategica.» Va ricordato che in ambito petrolifero ad esempio, attraverso la Siot passa il 100% del fabbisogno energetico della Baviera. Gas Natural aveva attaccato anche il governo italiano sostenendo che «le dichiarazioni del ministro Clini si inseriscono nel solco di una contestazione parziale e preconcetta portata avanti dagli oppositori dichiarati del progetto e come tali sono destinate, ove effettivamente implementate, a confluire in provvedimenti gravemente illegittimi che questa società non potrà esimersi dal censurare in tutte le sedi amministrative, civili, penali competenti, con conseguente rivendicazione del ristoro del danno ingiusto arrecato.» «È evidente che Gas Natural ha sbagliato ministro – replica Clini – perché gli unici preconcetti che mi si possono addebitare sono quelli verso l’arroganza e la maleducazione.» Eppure è proprio procedendo come vorrebbe Gas Natural che, secondo il ministro dell’Ambiente, il rigassificatore di Trieste rischia di fare la fine di quello di Brindisi dove la British Gas ha gettato la spugna dopo aver atteso per 11 anni un’autorizzazione che non è mai arrivata. Perché la Via rilasciata per Zaule nel 2009 non è sufficiente ai fini delle autorizzazioni ambientali dato che «secondo la direttiva 2001/42/Ce i piani e i programmi che definiscono il contesto nel quale si inserisce il progetto devono essere sottoposti alla Valutazione ambientale strategica (Vas). Ed è questo un buon motivo ulteriore per il supplemento di istruttoria.» Supplemento che, è stato annunciato a inizio anno, si esaurirà in 45 giorni, prenderà anche in considerazione ubicazioni alternative e varrà anche per la Via in corso sull’altro progetto di rigassificatore: quello in mezzo al golfo della tedesca E.On. «Localizzazione, progettazione e gestione degli impianti – precisa Clini – devono corrispondere in modo puntuale alle normative europee e nazionali in materia di Via e Vas, anche tenendo conto che l’Alto Adriatico è uno spazio condiviso da tre Stati membri dell’Ue. Altrimenti i progetti saranno destinati a lunghi contenziosi nazionali e internazionali come nel caso di Zaule: non è certo responsabilità di questo ministro dell’Ambiente se la mancanza di Vas del progetto di Zaule è da tempo un dossier all’esame della Commissione europea che resta in attesa delle decisioni delle autorità italiane prima di avviare una procedura di infrazione. Per evitare che a Trieste si riveda il “film” del rigassificatore di Brindisi – conclude Clini – la strada maestra è di applicare le norme senza scorciatoie e di usare il buon senso.»
Marzo 17th, 2017 — Mare
Dal Piccolo del 16/01/13
«Sviluppo del porto negato dal rigassificatore»
Gianfranco Badina «ha mai sentito parlare di distanze di sicurezza? Parrebbe di no, a leggere quanto sostiene». La replica arriva dal Coordinamento regionale Uil Vigili del fuoco – Tavolo tecnico rigassificatori, a firma di Adriano Bevilacqua su testo di Giorgio Trincas, docente universitario e membro del Tavolo tecnico. Badina, comandante marittimo ed ex docente all’istituto Nautico, ha sostenuto in sostanza che il rigassificatore non ostacola altre navi ed è compatibile con lo sviluppo del porto. Molti rigassificatori onshore in effetti sono installati in porti e zone industriali. «Ma questi progetti appartengono al passato remoto, quando la percezione dei rischi e le normative erano deboli. Oggi esistono soluzioni che consentono di produrre gas al largo della costa, con sistemi a circuito chiuso, che attraverso pipelines sotto il fondale marino potrebbe essere immesso nella rete nazionale». Se si utilizzassero le soluzioni navali «come in anni recenti in Corea del Sud, Usa, Belgio e Italia (Livorno, Falconara) non occorrerebbe costruire a Zaule i due serbatoi di stoccaggio del gas liquido da 160mila metri cubi di capacità che presumibilmente sarebbero alti 55 metri con diametro di 81 metri». Il Tavolo ricorda che dei requisiti normativi richiesti «a quanto ci risulta non esiste traccia nella documentazione di Gas Natural relativa all’impianto di Zaule». Quanto agli aspetti normativi navali, «è vero – continua il Tavolo tecnico-Uil vigili del fuoco – che l’organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa della sicurezza umana in mare, l’Imo, non ha ancora uno specifico comitato» sui rigassificatori. «Ma ha risposto con raccomandazioni sempre più stringenti. In ogni caso le norme Imo impongono che, per tutto il tempo necessario allo scarico del gas, le navi metaniere devono avere la prua al mare e i motori attivati, con il canale navigabile libero, per potersi allontanare immediatamente senza attendere i rimorchiatori in caso di incidente e/o incendio a bordo o in banchina. Come potrebbe essere gestita un’emergenza con il canale di navigazione impegnato, ad esempio, da una petroliera?» Quanto alle distanze di sicurezza, «i 200 metri standard sono relativi alla presenza nelle vicinanze del rigassificatore di altri manufatti che possano determinare un effetto domino. Ma quando parliamo delle navi gasiere, le distanze di sicurezza sono ben altre: 500 metri per Cameron (Golfo del Messico), 900 per Cook (Alaska), 450 metri sia a Chesapeake (Norfolk Virginia)… più una congrua fascia di mare sempre libera». Secondo il tavolo tecnico dunque «il Porto di Trieste sarebbe quanto meno in sofferenza per quattro giorni alla settimana».
Marzo 17th, 2017 — Mare
dal Piccolo del 22/01/13
Clini: «Troppo superficiale il via libera a Gas Natural»
di Silvio Maranzana Il rigassificatore si allontana da Zaule. «Capiremo a metà febbraio, quando saranno scaduti i 45 giorni del supplemento di istruttoria per la Valutazione di impatto ambientale, se potrà essere già questo governo a dare l’Autorizzazione unica per quella Piattaforma tecnologica e logistica di rigassificazione che dovrà comunque sorgere nell’Alto Adriatico.» Lo ha dichiarato ieri a Trieste il ministro dell’Ambiente Corrado Clini che ha partecipato a un summit in Prefettura sul progetto di Gas Natural, ma la possibilità appare molto flebile. «La Valutazione d’impatto ambientale conclusasi in modo positivo nel luglio 2009 è stata rilasciata in modo affrettato – ha affermato il ministro – perché non ha preso in considerazione i dati previsionali sullo sviluppo dello scalo che pure erano già noti perlomeno dal maggio precedente. Bisognava invece valutare più attentamente sia le dimensioni dei traffici che le destinazioni d’uso delle varie aree. I dati non possono rimanere cristallizzati ed essere quelli di sette anni fa quando Gas Natural ha presentato il progetto. Per cui oggi è completamente privo di senso affermare che la localizzazione identificata non presenta elementi di pericolosità dal punto di vista ambientale perché si sta ragionando su uno scenario vecchio di sette anni. Ma d’altro canto – ha sottolineato Clini – anche nel Piano regolatore del porto per il quale la Valutazione d’impatto ambientale (Via) e la Valutazione ambientale strategica (Vas) sono ancora al vaglio del mio ministero non prevede il rigassificatore. E anche questo è intollerabile, cioé, come si direbbe in parole povere, che la mano destra non sappia ciò che fa la sinistra.» Eppure il ministro Clini ha anche negato che la localizzazione di Zaule sia stata già scartata sebbene si siano già pronunciati in maniera negativa il Comune di Trieste e i Comuni minori, la Provincia, l’Autorità e il Comitato portuale, associazioni ambientaliste, comitati di cittadini e di esperti e bene o male alla fine anche lo stesso governatore Renzo Tondo. «Bisogna attendere che tutti i dati siano stati valutati – ha precisato Clini – e a questo scopo la Commissione del mio ministero un lasso di tempo di 45 giorni che non sono ancora scaduti.» Al termine la nuova Via si potrebbe concludere con un parere stavolta negativo, com’è più probabile, oppure potrebbe ribadire il parere positivo. Risulta comunque pressoché impossibile che possa essere questo governo a dare l’Autorizzazione unica. Ma il ministro ha tenuto anche a precisare che gli studi supplementari, il procedere con i piedi di piombo, il prendere tutte le cautele e le misure di sicurezza necessarie riguardano la localizzazione del rigassificatore, ma non mettono in forse l’opportunità di farlo. «Localizzazioni alternative dovranno essere proposte dalle imprese – ha affermato – potrebbero anche essere off shore oppure al di fuori del territorio del Comune di Trieste, ma va ribadita la strategicità di una Piattaforma per la rigassificazione del gas nell’Alto Adriatico.» All’incontro di ieri hanno partecipato tra gli altri il prefetto Francesca Adelaide Garufi, gli assessori regionali a Programmazione e finanze Sandra Savino, alle Infrastrutture di trasporto Riccardo Riccardi, l’assessore comunale Umberto Laureni, l’assessore provinciale Vittorio Zollia e la presidente dell’Autorità portuale Marina Monassi che con lo studio sulla crescita dei traffici portuali ha portato l’elemento determinante a innescare la sostanziale riapertura della Valutazione d’impatto ambientale.
Marzo 17th, 2017 — Mare
Dal Piccolo
12/02/13
Secco no al rigassificatore dalle sei società nautiche
MUGGIA Limitazioni sulla libera circolazione dei natanti, forte impatto ambientale e ricaduta negativa sulla qualità della vita dei cittadini. Con queste tre motivazioni le sei società nautiche di Muggia si sono riunite per esprimere unanimemente “parere assolutamente contrario” al progetto di realizzazione del rigassificatore di Zaule. I sodalizi che raccolgono ben oltre 1000 soci hanno dunque stilato un documento per accodarsi all’ampio partito del no all’impianto di rigassificazione. Il documento è stato firmato da Ladi Cociani (Circolo della Vela), Fabio Vascotto (Pullino), Roberto Sponza (Yacht Club Ps Rocco), Bruno Steffè (Marinaresca), Sergio Burlin (San Bartolomeo) e Gianni Macovez (Diportisti Muggia). Le società esprimono preoccupazioni legate in particolar modo agli aspetti ambientali tra cui si segnalano su tutti “i problemi legati alla circolazione delle acque marine utilizzate per il riscaldamento del gas liquefatto”. Inoltre “il prelievo e le modifiche sia chimiche che fisiche dell’acqua marina in un bacino ristretto dai limitati fondali e dalle modeste correnti, quale il Vallone di Muggia, si aggiungerebbero in forma massiccia agli inquinanti già esistenti: presenza di altri scarichi di acque industriali, civili, polveri di carbone e impianti di raffreddamento che utilizzano acqua di mare dalla Ferriera di Servola, scariche dei troppo pieni degli impianti di depurazione e trattamento acque reflue”. Le società poi hanno espresso preoccupazione poiché “l’impianto andrebbe a inserirsi tra altri impianti industriali a rischio di incidente rilevante e possibile effetto domino, con aree attigue di altissima densità abitativa”. Infine hanno evidenziato come “destinare la quasi totalità del Vallone di Muggia e più in generale del Golfo di Trieste a polo energetico farebbe decadere l’interesse da parte dei cittadini delle associazioni e anche degli imprenditori a investire sul settore sociale, turistico e dello sviluppo sostenibile del territorio, con una gravissima ricaduta sulla qualità della vita di tutta la cittadinanza”. (ri.to.)
05/02/13
Il sindaco Maricchio: no al rigassificatore
«Grado è contraria al rigassificatore». A seguito dell’interrogazione del pidiessino Giorgio Marin, il sindaco, Edoardo Maricchio (foto), ha confermato la contrarietà di questa amministrazione ad una qualsiasi ipotesi di realizzazione di rigassificatore sia nel golfo che a terra. È una delle notizie emerse in avvio della riunione consigliare di ieri, messe in luce dallo stesso Marin che ha voluto pure sapere quando verranno sistemate le lastre di marmo della passeggiata a mare divelte lo scorso anno da una forte mareggiata. La risposta è stata che il Comune attende l’arrivo, da parte della Protezione civile, del contributo di poco meno di 500mila euro, che servirà per questa operazione, ma anche per il ripascimento della spiaggia. Altro argomento di forte preoccupazione proposto da Marin è stato quello relativo alla chiusura delle piscine delle Terme marine che porta a notevoli danni agli utenti, ai pazienti dell’ex Ospizio Marino e ai lavoratori (ne ha parlato anche Tirelli, che ha evidenziato i danni all’immagine). Il primo cittadino ha spiegato che si è in attesa della perizia del professionista incaricato dalla Git per poi procedere immediatamente alla richiesta di nuova agibilità. «Ciò conferma – ha detto Maricchio – quanto sia necessario il Polo Termale». Della verifica della situazione dei cipressi in cimitero ne ha parlato, invece, Mauro Tognon di Liber@. Lo stesso, in considerazione del fatto che Dario Raugna si trova all’estero, ha annunciato che il ruolo di capogruppo di Liber@ passa a Fiorenzo Facchinetti.
Marzo 17th, 2017 — Mare
Dal Piccolo del 06/03/03
«Rigassificatore, parere entro due settimane»
di Paola Bolis «Non sono in grado di dire nulla nel merito perché non ho ancora visto le conclusioni della commissione. Le aspetto in questi giorni. Ci vorranno meno di due settimane, credo: sulla base del rapporto che mi arriverà prenderò una decisione». Lo ha dichiarato ieri il ministro dell’Ambiente Corrado Clini. La decisione da prendere riguarda la Via, la valutazione d’impatto ambientale. Il progetto su cui dare un giudizio è quello del rigassificatore di Zaule proposto da Gas Natural. È stato lo stesso Clini a riaprire alla fine dello scorso anno (la comunicazione è stata anticipata via fax alla Regione il 27 dicembre) la procedura istruttoria, stoppando così l’iter burocratico per l’autorizzazione unica all’opera. La Via a Gas Natural era già stata infatti concessa nel 2009 alla società spagnola (ministro allora era Stefania Prestigiacomo), ma sull’onda del deciso e più volte ribadito no degli enti locali, e soprattutto alla luce della ferma presa di posizione dell’Autorità portuale che da ultimo ha dichiarato incompatibile l’impianto e le sue gasiere con lo sviluppo degli altri traffici, l’iter è stato riaperto. Con un termine di 45 giorni per il supplemento istruttorio. I 45 giorni sono appunto scaduti. Ma come detto dal ministro Clini, una decisione è attesa a breve. Mentre Gas Natural al momento preferisce mantenere il silenzio, resta ovviamente difficile che sia il governo in carica a poter dire una parola definitiva sull’impianto. Se anche la procedura in corso si concludesse con un ok (ma alla luce di scenari che non sono più quelli di anni fa il parere potrebbe anche cambiare rispetto a quello positivo datato 2009, aveva già detto Clini nelle scorse settimane), potrebbe uscirne un’autorizzazione con una serie di prescrizioni più o meno pesanti (prescrizioni del resto già contenute nel documento datato 2009). In ogni caso dovrebbe essere poi il ministero dello Sviluppo economico, d’intesa con la Regione, a concedere o meno l’autorizzazione unica finale al progetto. Scenari mutati, si diceva. Tra i documenti “forti” all’esame dei tecnici ministeriali c’è infatti il no del Comitato portuale al rigassificatore, votato quasi all’unanimità e supportato da uno studio commissionato dall’Authority sulle prospettive di crescita del traffico portuale di qui al 2020. Uno studio che fa concludere alla Torre del Lloyd senza alcun dubbio come il traffico delle gasiere sia incompatibile con quello delle altre navi. Nel fascicolo del supplemento istruttorio si sono aggiunti da gennaio in poi i pareri di ribadita contrarietà dei Comuni di Muggia, San Dorligo, Trieste («Abbiamo riformulato le nostre osservazioni», commenta l’assesssore all’ambiente Umberto Laureni) e della Provincia. Mentre la Regione nella sua delibera di fine gennaio ha preferito prendere atto delle previsioni dell’Authority, sottolineando però come non siano suffragate – a oggi – da dati oggettivi. E invitando il ministero dell’Ambiente a considerare «la portata e il contenuto delle osservazioni» degli enti locali, fermi sul no come detto. A breve, comunque, si dovrebbe avere un altro tassello sulla vicenda. Una vicenda iniziata nel 2004, quando Gas Natural presentò il progetto, e protrattasi per anni tra posizioni politiche altalenanti fino al maturare del no dal territorio.
Marzo 17th, 2017 — Mare
Zittire Tondo e Clini il 10 dicembre scorso a Trieste ha dato i suoi frutti…..
Dal Piccolo del 08/03/13
Rigassificatore, l’ultimo no della Regione
Parere definitivo della giunta Tondo: l’impianto di Gas Natural è incompatibile con i traffici portuali
di Matteo Unterweger
Lo sviluppo del porto di Trieste esclude la presenza del rigassificatore. L’eventuale traffico delle gasiere non può integrarsi nello scenario complessivo che verrà nel golfo triestino. Dati, forniti dall’Autorità portuale, alla mano, le due cose «non possono coesistere». La Regione sposa la conclusione già messa nero su bianco dalla Torre del Lloyd e lo fa con un nuovo atto ufficiale, deliberato l’altro giorno dalla giunta. Un documento che approderà al più presto a Roma, posandosi sul tavolo del Ministero dell’Ambiente ed entrando così nel faldone inerente il supplemento di istruttoria sulla Valutazione d’impatto ambientale. Integrazione formale aperta – nell’ambito dell’iter burocratico per l’autorizzazione unica all’opera – per volontà del ministro Corrado Clini alla fine dello scorso anno, decisione presa sulla base dei dati resi noti dall’Authority e considerata inoltre la posizione espressa compattamente dal territorio per il “no” al progetto. A proposito, il documento della Regione va a rafforzare la categorica contrarietà all’impianto proposto da Gas Natural ribadita a più riprese dai Comuni di Trieste, Muggia e San Dorligo della Valle e dalla Provincia.
«La Regione – spiega l’assessore regionale all’Ambiente, Sandra Savino – ha rivalutato nell’ambito della Via la documentazione, integrandola con lo studio effettuato all’Autorità portuale sui traffici portuali. L’analisi degli uffici regionali del Servizio di valutazione impatto ambientale ha acquisito i dati, analizzandoli. Alla luce di questi elementi, è emerso come le due cose (sviluppo del porto e rigassificatore, ndr) non possano coesistere. Di questo, la Regione informerà ora il ministero». L’assessore in carica ancora per una manciata di giorni prima dell’insediamento in Parlamento a Roma da neo-eletta senatrice, rivela un altro dettaglio contenuto nel documento regionale, laddove «il presidente Tondo auspica in prima battuta uno sviluppo portuale» per il golfo di Trieste. Un nuovo “no” pesante, dunque, al progetto del terminale di rigassificazione che la società spagnola Gas Natural vorrebbe costruire nella baia di Zaule. E per il quale la Via era stata concessa nel 2009 dall’allora governo Berlusconi, con il ministro Stefania Prestigiacomo. A dicembre Clini, ministro di quel governo dei tecnici in sella ancora per pochi giorni, aveva disposto la riapertura dell’istruttoria per integrazioni. Da ultimare in 45 giorni. Lunedì scorso lo stesso Clini ha preannunciato l’arrivo delle conclusioni della commissione nel giro di due settimane. In mezzo, rimane l’incognita del passaggio di consegne con la formazione del nuovo governo ancora in alto, altissimo mare.
Marzo 17th, 2017 — General, Mare
Dal Piccolo del 08/03/12
Diffida di Gas natural in Regione: «Processo avviato, nessun rinvio»
Il 14 prima riunione per l’Autorizzazione ambientale. La Provincia chiede e ottiene una proroga per vedere i documenti nuovi. Poi la marcia indietro. Oggi la Giunta dà il parere, il 12 lo porta in aula
di Gabriella Ziani
Gas Natural ha diffidato la Regione. Non dilati i tempi della macchina autorizzativa per il rigassificatore di Zaule già in piena corsa. Per il 14 marzo era stata fissata alla Direzione ambiente della Regione una riunione di Comune, Provincia, Arpa, Azienda sanitaria e altri enti, nell’ambito del sottoprocedimento per la concessione, o meno, dell’Aia, l’Autorizzazione integrata ambientale. Avendo notizia che la Regione stessa aveva domandato alla multinazionale, a gennaio, ma forse un’altra volta anche successivamente, ancora nuovi documenti integrativi, la Provincia ha chiesto che la data del 14 fosse posticipata. Anche per prendere visione delle carte in arrivo. Come decidere su documentazione incompleta o sorpassata? Proposta accolta. Riunione rinviata.
Ma ecco che Gas natural ha reagito duramente. Ha spedito una diffida alla Regione non concedendo margini di manovra. E così la Regione è tornata sui propri passi, e il 14 tutti si troveranno attorno al tavolo, a discutere di aria, scarichi a mare, rifiuti, temperature dell’acqua, rischi per la salute, di quanto l’impatto del rigassificatore si presenta compatibile o meno, e in che modo, con l’ambiente.
Se la conferenza dei servizi, dopo questa o successive riunioni, non trovasse un accordo, la parola (come fu per l’Aia della Ferriera) uscirà dall’ambito tecnico, e passerà alla decisione politica della Regione.
Lo stesso schema, entro il termine di aprile, si ripresenterà per l’autorizzazione definitiva, ultimo atto del procedimento gestito dal servizio Energia della Direzione regionale ambiente. Il ministero ha già oltre due anni fa approvato la Valutazione d’impatto ambientale (Via), con molte prescrizioni, Gas natural ha risposto con molte modifiche al progetto: tecniche, di sicurezza e di impatto sul paesaggio. Tutte depositate in Regione. I passi ministeriali sono finiti. Ora tocca al territorio. Se gli enti riuniti dicessero per esempio “sì al rigassificatore”, l’autorizzazione avrebbe valore definitivo, dal giorno dopo potrebbero cominciare i lavori.
Alla conferenza dei servizi decisiva parteciperanno numerosissimi enti (il Comune di Muggia, escluso, ha fatto ricorso al Tar per essere riammesso). Secondo la legge regionale 7 del 2000, il processo decisorio della conferenza dei servizi ha questi termini: tranne che per le materie di ordine sanitario, esiste il “silenzio-assenso” (chi non partecipa è come se votasse “sì”); il dissenso subisce una classificazione, se è “qualificato” vale di per sè, in caso contrario si passa a ulteriori consultazioni per studiare una migliorìa convincente. Se da quella sede non esce invece un valido voto definitivo, è di nuovo la Regione a deliberare in sede politica. Tenendo conto o meno dei pareri tecnici. Partita all’ultimo respiro. Enti locali per il “no” (e pesa anche il “no” sloveno, appoggiato da un ricorso al Tar), Confindustria per il “sì”. Regione favorevole. Pdl però spaccato a metà.
Dopo il compatto voto negativo “bipartisan” del consiglio comunale di Trieste, dopo le prudenti virgole del ministro dell’Ambiente Corrado Clini durante la sua audizione a Trieste, ora tocca alla Provincia. La Giunta Poropat decide oggi il proprio orientamento. Porterà la delibera in consiglio il giorno 12. Riflessioni fino all’ultimo: «È un passo difficile – secondo l’assessore all’Ambiente Vittorio Zollia -, non si tratta solo un’opinione di natura politica». A tutt’oggi la Provincia non sa se nuovi documenti siano arrivati o meno.
Ma c’è di più: la Regione stessa ha dubbi procedurali. Si sta accertando se l’imminente conferenza dei servizi decisoria debba tenersi a Trieste o a Roma. Mentre British Gas Italia scappa da Brindisi perché in 11 anni non ha chiuso la sua partita col rigassificatore, mentre Gas natural diffida per fretta, i dubbi in campo sono più d’uno, e l’esito dunque sarà tutto da vedere.