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Marzo 19th, 2017 — General, Regione
Trieste: anche il coro sociale Voci Arcutinate in piazza
“Siam fratelli, non vogliam più la guerra”
Anche a Trieste, lo stesso giorno della manifestazione di Carrara, si è tenuta una “passeggiata canora” contro tutte le guerre e in solidarietà a Soledad Nicolazzi, una compagna anarchica che il 4 novembre a Carrara, nella piazza in cui si svolgevano i “festeggiamenti” della Prima Guerra Mondiale, aveva intonato “O Gorizia tu sei maledetta” e per tale motivo era stata portata via a forza dai poliziotti. Alle sette di sera il coro sociale delle “Voci Arcutinate” – in quasi trenta cantanti! – si è trovato tra due vie dedicate a due “signori macellai” della Prima Guerra Mondiale, Cadorna e Diaz, e proprio da questo punto ha levato il proprio canto, dedicato alle vittime di tutti i massacri di ieri e di oggi.
Da “O Piamontesi” a “O Gorizia tu sei maledetta” e da “Fuoco e mitragliatrici” a “O mamma traditora”, per finire con “Prendi il fucile e gettalo per terra” per una sera in città non si sono sentiti inni inneggianti alla guerra o alla nazione ma canzoni antimilitariste provenienti da diverse epoche e diversi luoghi, in particolare riferite alle sofferenze provate dai soldati in trincea durante Prima Guerra Mondiale ma non solo.
Il coro ha attraversato il centro storico di Trieste, fermandosi a cantare in diversi punti. Alcuni solidali portavano con sé cartelli antimilitaristi, per spiegare anche con le parole scritte il senso di questa manifestazione. E’ stato distribuito anche il testo della canzone “O Gorizia”, per far sì che la potesse cantare più gente possibile. Molte persone si sono fermate ad ascoltare, qualcuna si è anche unita al coro, in maniera spontanea e genuina.
E’ stato anche ricordato che il 12 dicembre non è una data scelta a caso: lo stesso giorno, 46 anni fa, scoppiò a Milano una bomba che uccise 16 persone. Naturalmente per lo Stato i colpevoli furono da subito gli anarchici, e solo dopo mesi e mesi di lotte e di controinformazione – passando per l’assassinio del compagno anarchico Pino Pinelli – fu chiaro (ma ancora non per tutti) che il mandante era lo Stato che aveva armato la mano dei fascisti. La strage di Stato di Piazza Fontana continua ancora oggi ad essere un simbolo della violenza brutale del potere e del terrorismo di Stato.
Il coro sociale “Voci Arcutinate”, attivo da più di un anno, riprende parte del vasto repertorio dei canti antimilitaristi e si ritrova ogni settimana presso la sede del gruppo Germinal, per cantare, parlare, confrontarsi sui canti via via proposti.
http://www.ildeposito.org/archivio/gruppi/cori/voci-arcutinate
red_ts
(questa breve apparirà su umanità nova)
Marzo 19th, 2017 — General, Regione
Marzo 19th, 2017 — General, Regione
Nonostante il giorno feriale quasi un centinaio di persone ha partecipato al presidio indetto da “Trieste antimilitarista” contro le celebrazioni per il 4 novembre, giornata di festa per le forze armate.
L’iniziativa ha cercato di essere comunicativa il più possibile con vari interventi al microfono, striscioni, volantinaggi, cartelli e banchetti informativi.
I momenti culminanti sono stati l’esibizione del coro sociale “Voci arcutinate” e il cambio simbolico dei nomi delle vie Diaz e Cadorna in “Via la guerra dalla storia” e “Via ammutinati della brigata catanzaro” (a ricordo di uno dei più importanti atti di insubordinazione avvenuti durante la prima guerra mondiale).
Il Gruppo Anarchico Germinal ha aderito e partecipato attivamente all’iniziativa
(aderivano ARCI Trieste, Associazione Culturale “Tina Modotti”, Associazione Politica per la Costituente della Sinistra / Trieste per Tsipras,Circolo del Manifesto – Trieste, Collettivo UP – Attivismo Critico, Comitato Pace e Convivenza “Danilo Dolci”, FIOM, Gruppo Anarchico Germinal,Gruppo BDS – Trieste,L’altra Europa per Tsipras – Trieste ,PCdI Federazione della Sinistra,PRC Federazione della Sinistra,Salaam ragazzi dell’Olivo,Sinistra Anticapitalista Trieste)
Di seguito foto e volantino.
Marzo 18th, 2017 — General, Regione
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Trieste,
3 novembre.
Un gruppo di
compagn*
ha realizzato
una piccola
azione diretta
antimilitarista.
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Marzo 18th, 2017 — General, Regione
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Un'importante manifestazione promossa da un insieme variegato di gruppi e associazioni cittadine ma che vedrà la partecipazione anche di compagni e compagne di altre città della regione.
Un'occasione importante in cui scendere in piazza per riaffermare la solidarietà alla popolazione palestinese.
Leggi sotto il report che apparirà su Umanità Nova.
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Marzo 17th, 2017 — General, Regione
Nel pomeriggio di oggi un gruppo di compagne e compagni ha affisso in giro per la città alcuni striscioni antimilitaristi in occasione della festa delle forze armate. Un piccolo gesto di protesta che si affianca alle numerose iniziative promosse da varie realtà anarchiche e libertarie in questi giorni in tutta italia per contestare questa vergognosa festa militarista.
Di seguito le foto scattate da reporter di passaggio. Contro tutti gli eserciti!
Gruppo Anarchico Germinal
Roiano. “Zero spese militari. Più servizi sociali”.
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Marzo 17th, 2017 — General, Regione
Marzo 17th, 2017 — General, Regione
da il Messaggero Veneto del 27 febbraio 2012
Poligono militare dell’Us Army a Sauris
La Carnia si mobilita
C’è preoccupazione per il progetto nella zona del Bivera. L’associazione Pas lancia l’allarme, anche un volantinaggio
di Gino Grillo
FORNI DI SOPRA. Torna la preoccupazione in Carnia e nel vicino Veneto, per la zona del Monte Bivera. Mentre attualmente la Regione sta vagliando l’ipotesi di regolamentare l’area, inserita per la ricchezza unica di specie di flora e di fauna che si trovano nella zona a confine fra i comuni di Forni di Sopra, Forni di Sotto, Sauris e Cadore, nel Sito di interesse comunitario, l’associazione ambientalista “Per altre strade” (Pas) di Forni di Sotto lancia l’allarme sul fatto che i militari starebbero ritornando alla carica per utilizzare stabilmente la zona con un poligono a disposizione dei battaglioni Nato.
Nei giorni scorsi a Sauris (località più vicina alla zona d’accesso all’area) sono comparsi diversi manifesti di protesta per mobilitare gli abitanti della Carnia.
La zona del Bivera, che interessa pure i comuni di Prato Carnico, Ovaro, Socchieve, era già stata individuata dall’esercito italiano, negli anni Settanta, per la creazione di un poligono permanente. La protesta però era esplosa. Migliaia di persone, provenienti dalla Carnia e dal Cadore, nel 1979 con azioni di disturbo attivo delle attività di sparo militare (venivano accesi dei fuochi all’interno dell’area soggetta alle esercitazioni, impedendole di fatto), fecero desistere il ministero dall’operazione.
Attualmente la zona viene però utilizzata dal nostro esercito quale poligono di tiro, con obici e cannoni, anche se non a carattere permanente, ma grazie a una convenzione con la Regione.
Ora la Nato, secondo le indicazioni fornite, starebbe concentrando in una sede unica, alla caserma Ederle e all’aeroporto Dal Molin di Vicenza, la 173esima Brigata di Fanteria Aviotrasportata dell’Us Army che si compone di sei battaglioni, di cui due sono di stanza in Veneto, mentre gli altri quattro si trovano attualmente in Germania.
Nel Triveneto dunque dovrebbero arrivare 4 mila militari entro la fine del 2013. Qui dovrebbe venire installata una rete di poligoni che andrebbero a disposizione delle unità militari: Cao Malnisio (Valcellina, l’unico che risponde agli standard Usa), Monte Ciaurlec (zona di Spilimbergo), il greto del Tagliamento (area di Maniago), il Dandolo (Maniago), Rivoli Bianchi di Venzone e Artegna.
Nella nostra montagna, per dotare i soldati di nuove aree di addestramento, sarebbero in corso progetti per l’acquisizione di immagini aeree di altre aree di interesse. In particolare, in Carnia si farà la mappatura del Monte Bivera (area di Sauris), nel Pordenonese interessa il poligono del Cellina Meduna, mentre in Cadore gli occhi elettronici saranno puntati sulla Val d’Oten (sopra Calalzo di Cadore).
L’avvento dei soldati statunitesnsi in zona sarebbe più consistente, in quanto la 173esima Brigata è costituita da battaglioni di paracadutisti che utilizzano armi leggere, ma anche di obici Howitzer, armi di due tonnellate di peso e con bocca di fuoco da 105 millimetri che richiedono vaste aree per gli addestramenti.
Le prime avvisaglie sono già note in loco e la popolazione carnica, come si diceva, comincia a preoccuparsi per questi “Giochi di guerra in tempo di pace” come viene definito il progetto, che parte dal fatto che nel Triveneto, oltre ai poligoni già attivi, saranno presto a disposizione dei soldati a strisce e stelle anche altre aree.
Marzo 17th, 2017 — General, Regione
Da Il Piccolo del 04/11/11
Gli studenti in marcia fanno il verso alla sfilata
di Giovanni Ortolani I manifestanti di Occupy Trieste non ritornano a casa. Le loro tende sono ora montate fra i portici del palazzo della vecchia Borsa e la fontana del Nettuno, ma la tendopoli sembra essere destinata a spostarsi a breve un’altra volta. Visto che i bollettini meteo parlano di pioggia in arrivo, infatti, è probabile che si decida per l’occupazione di un luogo chiuso. Ma nel frattempo le attività dell’accampamento continuano, fra creazioni di magliette, contro-parate antimilitariste e discussioni sulla protesta. Mercoledì sera circa trecento persone si erano ritrovate alla tendopoli per supportare i dimostranti. E dopo una serata di musica e confronti, nella giornata di ieri sono riprese le assemblee. Alle 11 una trentina di universitari si sono riuniti per discutere del futuro dell’istruzione superiore. Gli iscritti all’ateneo si sono detti contrari all’accorpamento degli Erdisu di Trieste e Udine e hanno protestato per gli aumenti degli affitti della casa dello studente. Inoltre hanno denunciato l’indebolimento del sistema di borse di studio e proposto che i soldi delle rette vengano versati a una banca diversa da Unicredit, come ad esempio la Banca etica. Ma la protesta investe anche gli eccessivi costi da affrontare per iscriversi ad una seconda laurea e il peggioramento della qualità e l’innalzamento dei prezzi della mensa universitaria. «Uno dei problemi più sentiti – ha spiegato Linda, una studentessa di Scienze della Formazione – è il nozionismo che imbriglia il senso critico degli studenti. E forse proprio per questo motivo l’adesione del mondo universitario a questa protesta finora non è stata massiccia». Gli universitari, però, si dicono ora intenzionati a spargere le idee del movimento anche in piazzale Europa già a partire da lunedì prossimo, in concomitanza con la ripresa delle lezioni. Nell’attesa i manifestanti restano ai loro posti. Ieri l’accampamento ha ripreso vita poco dopo le 16, quando un gruppo di ragazzi ha inscenato la parata di un battaglione di clown. E, nonostante il percorso della tradizionale sfilata rievocativa dei bersaglieri sia stato deviato all’ultimo momento proprio per evitare l’incontro con gli occupanti di piazza della Borsa, una cinquantina di giovani sono riusciti a intrufolarsi fra i militari all’altezza di via San Spiridione. La ”clown army” ha quindi ordinatamente marciato fra mezzi anfibi e crocerossine lungo via Mazzini ed è infine uscita dalla sfilata svoltando per via Cassa di risparmio, da dove si è diretta verso piazza Unità. Qualche spettatore ha contestato gli artefici del blitz, ma l’imprevista sortita ha suscitato anche le risate di numerosi passanti e persino di qualche bersagliere. «La clown army è un modo per sbeffeggiare il sistema, ma in maniera pacifica e divertente – ha spiegato uno dei ragazzi -. Noi rappresentiamo un esercito che vuole creare un mondo migliore attraverso la parodia della vita reale». Alle 17 spazio alla quotidiana riunione, aperta alla cittadinanza, per discutere sul futuro della tendopoli. Qualcuno ha parlato dei rischi della manifestazione, anche ricordando gli incidenti avvenuti giovedì a Roma durante un corteo studentesco. Altri hanno proposto di trasferire la protesta al chiuso occupando un edificio. Dopo lunghe discussioni Occupy Trieste è rimasta sotto la Borsa. Cosa farà oggi si dovrebbe capire già dalle prime ore di questa mattina.
Marzo 17th, 2017 — General, Regione
Dal Piccolo del 5/11/11
La controparata dei clown.Nasi finti e giù i pantaloni
Giovanni Ortolani «Questo è essere coerenti con il nostro Paese, perché è un Paese governato da pagliacci». Con queste parole ha preso inizio ieri pomeriggio, poco dopo le 16, la seconda parata della “clown army” di Occupy Trieste. Più di cento dimostranti, camuffati con nasi rossi, baffetti hitleriani e magliette con simboli pacifisti, hanno inscenato gag che facevano il verso alle manovre militari per esprimere dissenso contro le spese dell’Esercito. Già giovedì alcuni “pagliacci” si erano inseriti nella sfilata dei bersaglieri. E proprio per questo piazza Unità, dove ieri si è svolta la cerimonia militare per le celebrazioni del 4 novembre, era presidiata da una ventina di agenti in tenuta antisommossa. I clown hanno usato le dita per mimare le pistole, hanno fatto pernacchie per simulare gli spari e il gesto dell’ombrello per mettersi sull’attenti. Dopo qualche manovra in piazza della Borsa, si sono diretti verso il teatro Verdi. Qui hanno ripetuto le loro performance di fronte agli agenti di Polizia, suscitando diverse risate anche fra le forze dell’ordine. La clown army ha quindi iniziato il suo girovagare nei dintorni di piazza Unità. La controparata ha raggiunto le Rive fino a trovarsi di fronte alla piazza, in quel momento ancora vuota. Da qui i manifestanti, ormai diventati circa 250, avrebbero potuto raggiungere la piazza. Invece sono ritornati sui propri passi fino a Capo di piazza, dove di fronte a un gruppo di poliziotti che impugnavano scudi e manganelli si sono girati e si sono abbassati i pantaloni. A questo punto è intervenuto il sindaco, ma le stesse scene si sono ripetute sotto i portici del Municipio. E infine, dopo l’ammainabandiera svoltosi regolarmente alle 17, i clown sono entrati in piazza Unità. Fra pagliacci e polizia non ci sono stati momenti di tensione, ma la performance ha suscitato reazioni contrastanti fra i passanti. Alcuni hanno riso, altri hanno dissentito ad alta voce. Come Franco Bandelli, consigliere comunale di Un’Altra Trieste, che ha preannunciato per oggi una mozione mirata a impegnare il sindaco a far sgomberare la piazza dalle tende. «Ma i nostri non sono insulti – ha replicato uno dei clown -. Noi manifestiamo il nostro dissenso per i miliardi di euro spesi ogni anno dall’Esercito per armi e carri armati. Nel frattempo noi comuni cittadini non riusciamo ad arrivare a fine mese». Giustificazioni che non hanno convinto nemmeno il sindaco. «Credo – ha dichiarato Cosolini – che oggi i ragazzi abbiano commesso il primo vero e grande errore dopo una settimana di protesta pacifica e fondata su problemi e urgenze in larga parte condivisibili, perché una festa nazionale come quella del 4 novembre andava rispettata. C’è un pizzico di amarezza perché quanto accaduto va esattamente nel senso contrario di quel ragionamento sereno sulle manifestazioni in piazza di cui avevo discusso con i ragazzi. C’è da dire però – ha aggiunto Cosolini riferendosi a frange del mondo degli autonomi che si sono infiltrate tra gli studenti – che questo è stato probabilmente anche il primo episodio di strumentalizzazione da parte di alcuni della protesta inscenata in questi giorni». Alla fine, come ogni giorno, i dimostranti si sono riuniti in assemblea: le tende, è stato deciso, rimangono ancora in piazza della Borsa.