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Marzo 17th, 2017 — Scontri inter-etnici
da Il Piccolo 11 marzo 2011 — pagina 29
“SICUREZZA”: DENUNCIA DELLA COMUNITÀ ASIATICA
di Laura Borsani
«La nostra comunità è presa di mira. E purtroppo questo clima sta diventando sempre più difficile». Razzismo: parla di questo il presidente della Consulta immigrati Mohammad Hossain Mukter, all’indomani della festa di Carnevale che, racconta, ha visto un folto gruppo di bulli assumere comportamenti aggressivi e provocatori nei confronti della comunità bengalese. «L’ho visto con i miei occhi – spiega Mukter -. Verso le 21, dopo la manifestazione di Carnevale, il solito gruppo di giovani e ragazzi si aggirava in via Sant’Ambrogio. All’improvviso circa quindici persone, una alla volta, sono entrate nei nostri locali pubblici urlando e dicendo parolacce. Un connazionale che si trovava fuori dal suo negozio a fumare una sigaretta è stato spintonato e gli è stato strappato il cappello di dosso. Un altro mi ha avvisato perchè aveva visto alcuni di questi ragazzi che se la stavano prendendo con la mia vettura». Il gruppo di bulli cui fa riferimento Mark è già tristemente noto nella zona. Ad esso vanno attribuiti altri fatti spiacevoli, tutti accertati: aggressioni di gruppo, vandalismi nella zona e nella vicina area verde. Mark, a nome di tutta la comunità del Bangladesh, solleva una questione di fondo. «Da tempo la comunità asiatica si trova costretta a fare i conti con ingerenze e aggressioni, dai furti o tentati furti alle attività economiche, ai danneggiamenti e agli atti vandalici. Fino ad arrivare a vere e proprie espressioni di disprezzo e discriminazione. Fatti che vedono coinvolti anche minorenni e tossicodipendenti. Ritengo che nei nei nostri confronti – osserva Mukter – vi sia un atteggiamento ingiustificatamente ostile. Non conosciamo le dinamiche giovanili di Monfalcone, non vogliamo nemmeno sapere da dove vengano i ragazzi che esprimono questi atteggiamenti pesanti. Ma non possiamo non denunciare una situazione grave». Certo non è la prima volta che la comunità asiatica viene colpita. Nessuno dei negozi bengalesi aperti in città, da quello di via Sant’Ambrogio a quello di via Mazzini, è stato risparmiato: quasi tutti hanno subito furti, danneggiamenti, atti di puro vandalismo. Un problema, secondo i bengalesi, che si sta aggravando. Si parla di furti, danneggiamenti ai negozi, vandalismi e atti di spregio contro la sede della Bimas, in via Sant’Ambrogio, di bengalesi presi a bottigliate. «A volte entrano nei pubblici esercizi in gruppo – precisa Mukter – e, mentre alcuni acquistano della merce, altri ne approfittano per rubare. È fin troppo evidente – aggiunge – che ci sia un gruppo che deliberatamente si scaglia contro la nostra comunità. Ritengo che alla base di tutto vi siano pregiudizi e scarsa conoscenza della nostra cultura e del nostro modo di vivere. La situazione è difficile, gli episodi si ripetono nel tempo». Una situazione sempre più difficile, dunque, che ha spinto la comunità asiatica – la più numerosa della città – a riunirsi per valutare quali comportamenti adottare. Ed è emerso anche un altro aspetto preoccupante: parecchi dei bulli sono poco più che ragazzini. «Trattandosi di minorenni – spiega il portavoce – non sappiamo come affrontare la questione». E da qui parte un appello alle istituzioni: quello di intervenire in termini di mediazione culturale. «Sarebbe giusto far conoscere a questi ragazzi la nostra comunità e fare in modo che vengano superati i pregiudizi per andare verso una civile convivenza». La comunità, dunque, si rivolge al Comune e alle scuole, chiedendo aiuto, cercando anche di coinvolgere i genitori.
Marzo 17th, 2017 — General, Scontri inter-etnici
il Piccolo — 17 luglio 2010 pagina 06 sezione: ISTRIA
STRASBURGO ”Cancellati”. Anche la giustizia europea striglia la Slovenia. La Corte europea per i diritti umani, nei giorni scorsi, ha pubblicato una sentenza – su denuncia di un gruppo di cittadini – nella quale invita Lubiana a provvedere quanto prima a rimediare all’ingiustizia commessa a danno di queste persone. I ”cancellati” sono vittime di una situazione di illegalità ormai da più di 15 anni – si rileva nella sentenza della Corte europea – ma lo stato non ha ancora rimediato, per cui sta violando la Convenzione europea sui diritti umani. La stessa Corte costituzionale slovena ha definito illegale questa situazione, hanno sottolineato ancora i giudici della Corte europea per i diritti umani, ma finora tutti i tentativi di porvi rimedio non hanno dato risultati soddisfacenti. Non lascia spazio ad alcun dubbio, la sentenza della Corte europea: Lubiana ha sbagliato e non ha ancora rimediato. I ”cancellati” sono le circa ventimila persone, native delle altre repubbliche ex jugoslave, che nel febbraio del 1992 sono state radiate dall’Anagrafe dei residenti in Slovenia perché fino a quel momento non avevano chiesto la cittadinanza slovena né regolato il proprio status come stranieri. La ”cancellazione”, per molti di essi, ha rappresentato l’inizio di un autentico calvario. Per effetto di un provvedimento amministrativo, infatti, non erano più residenti, ma clandestini, anche se vivevano in Slovenia da anni e fino a quel momento avevano tutte la carte in regola. Le conseguenze, per una parte dei ”cancellati” sono state pesantissime: hanno perso il diritto al lavoro, allo studio, all’assistenza sanitaria, alcuni hanno dovuto separarsi dalle famiglie. Quel provvedimento amministrativo è stato poi per ben due volte definito illegale dalla Corte costituzionale slovena, ma le forze del centrodestra sono sempre riuscite a bloccare i provvedimenti legislativi con cui si sarebbe dovuto riconoscere retroattivamente la residenza a queste persone. Lo hanno fatto accusando i ”cancellati”, o una parte di essi, di essere stati all’epoca contrari all’indipendenza della Slovenia o agitando lo spettro di indennizzi esorbitanti. Ora però è intervenuta anche la giustizia europea. La sentenza della Corte per i diritti umani per il ministro dell’interno Katarina Kresal non è una sorpresa. Proprio perché si era consapevoli dell’ingiustizia, ha rilevato la Kresal, il suo ministero ha affrontato con priorità la questione dei ”cancellati”. La nuova legge che regola finalmente lo status – anche retroattivamente – di questi cittadini delle altre repubbliche ex jugoslave entra in vigore il 24 luglio, e alla fine del mese sarà attivato anche un numero verde per facilitare l’accesso alle informazioni necessarie per chiedere di riottenere la residenza. Soddisfazione per la sentenza della Corte europea è stata espressa anche dagli stessi ”cancellati”, che continuano comunque la loro battaglia per ottenere giustizia. La decisione dei giudici di Strasburgo non segna infatti ancora la fine della vicenda e delle loro sofferenze.
Marzo 17th, 2017 — General, Scontri inter-etnici
Nostro report da viale Padova
Per quello che posso ricostruire, visto che sono arrivato sul posto solo alle 21.30. Avvertito dalle voci di quartiere, vengo a sapere dell’accoltellamento e degli scontri.
Insieme ad amici ci siamo diretti in via padova e abbiamo trovato ancora la polizia a presidiare la strada con caschi e scudi. la scintilla è quella che potete leggere sui giornali. putroppo anche la parte sugli assalti ai negozi latini è vera. quando sono arrivato c’erano capannelli di persone che parlavano e tutti sparlavano dei latini. perfino un italiano lodava gli egiziani la loro religione e attaccava i latini. notate che intorno c’erano solo egiziani e due giornalisti de il giorno ed il giornale che fomentavano a tre ore dall’accaduto l’odio antilatino per far parlare i ragazzi. al che io e alcuni compagni siamo dovuti intervenire, abbiamo discusso animatamente per far ragionare i ragazzi:
Non tutti i latini sono assassini. noi siamo in tanti in questo quartiere e tutti diversi. dobbiamo imparare a convivere. per fortuna qualcuno di loro ci dava ragione ma forse anche perchè l’animosità degli scontri era ormai passata.
Intanto la polizia che aveva smobilitato, notandoci, ha fatto retro e una camionetta è tornata con un manipolo di uomini con caschi e scudi a tenerci d’occhio. quella è stata l’occasione per discutere con qualcuno dei ragazzi presenti: perché sono tornati quelli?, perché hanno paura di noi, ha risposto un ragazzo. perché il nostro quartiere è sempre presidiato da loro? perché hanno paura di noi, hanno paura della nostra forza. siamo noi che non conosciamo la nostra forza. il ragazzo aggiunge: perché siamo troppo divisi. è solo una piccola cosa, uno scambio a ridosso di una giornata pessima, in cui la morte di un ragazzo che non doveva morire così giovane sui marciapiedi al freddo di una città di merda ha scaricato una rabbia repressa in un conflitto interetnico.
Ma guardatevi le dichiarazioni dei leghisti: parlano di nuove banlieu. Hanno ragione. Parlano di nuove retate casa per casa. e sappiamo che anche questo è vero perché hanno già cominciato a farlo. certo via padova non è via crespi, ma sappiamo che accadrà…
il Controesempio
Sab, 13/02/2010 – 22:09 by Anonimo
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In piazza il 20 febbraio a Milano – a conclusione della settimana internazionale di solidarietà con Euskal Herria – ci saranno, riunite in un unico corteo, le bandiere dei popoli del mondo in lotta per la propria libertà e indipendenza:
le bandiere del popolo basco, che da anni subisce, come in un laboratorio di sperimentazione, la “guerra sporca” con la sparizione e l’omicidio di numerosi militanti, oltre ad arresti preventivi, violenti attacchi ai cortei, deportazione in carceri a migliaia di km da casa, messa fuorilegge di partiti della sinistra, organizzazioni sociali, giovanili, e chiusura di organi di informazione.
le bandiere del popolo kurdo al quale viene tolta, con l’illegalizzazione di ogni struttura politica, la possibilità di una presenza politica organizzata sul territorio. Il popolo kurdo rivendicherà, inoltre, con forza, la libertà per il proprio leader storico Ocalan, da più di 10 anni detenuto dell’isola-prigione di İmralı.
le bandiere dei diversi popoli del Sudamerica che hanno aperto una strada di rilevanza epocale con la rivendicazione di un nuovo cammino bolivariano che imponga indipendenza e libertà all’ingombrante e oppressiva presenza del gigante imperialista statunitense e dei suoi governi fantoccio le bandiere del popolo palestinese che, ad un anno dal genocidio sionista di Gaza, saranno il segno di chi non si piega all’oppressione sionista e che resisterà e resiste, pagando prezzi altissimi in sangue e vite umane.
– L’appello del corteo con le ultime adesioni
Il programma dele iniziative
– lombarde
– nazionali
Appuntamento per il corteo
MILANO – Sabato 20 febbraio 2010
ore 15.00 – Piazza Cordusio
I media sui fatti di Viale Padova
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Repubblica 15 febbraio
Il Senatur interviene dopo gli incidenti di Milano e replica a Salvini che aveva chiesto di “andare casa per casa” per espellere gli stranieri. Poi il leader della Lega aggiunge: “Sono arrivati una montagna di immigrati. Non si può continuare così” Commenta
Corriere 15 febbraio