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TRIESTE: articoli sulla sanatoria truffa, sabato in piazza

Ecco gli articoli dei giornali di questi giorni in vista dell’iniziativa di sabato prossimo.

 

Il Piccolo

23/06/11

Immigrati e diritti In piazza contro la “sanatoria truffa”

Non le manda a dire Margherita Hack. «Se fossi stata prefetto mi sarei opposta alla volontà prevaricatrice del ministro degli Interni. Queste persone dovrebbero avere coraggio…». L’astrofisica interviene sulla cosiddetta sanatoria truffa. Di quello che ieri in una conferenza stampa organizzata dal Comitato primo marzo e dai promotori dell’appello nazionale «Per una scelta di equità e giustizia» è stato denunciato. Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di centinaia di ex clandestini (una trentina solo a Trieste) ma le istituzioni non ne hanno tenuto ancora conto. Gianfranco Schiavone del Centro italiano di Solidarietà ricorda l’accaduto con le parole dell’appello firmato l’anno scorso da intellettuali e scrittori come Claudio Magris, Paolo Cacciari, Fulvio Camerini, don Luigi Ciotti, Dario Fo, Veit Heinichen, Moni Ovadia, Boris Pacor, Giorgio Pressburger, Paolo Rumiz, Gino Strada e Susanna Tamaro: «Questa vicenda ha il sapore di una beffa nei confronti di chi – lavoratori e datori di lavoro – ha creduto nella legalità, aderendo alla regolarizzazione. Come possiamo tacere, se il messaggio che emerge è che fidarsi delle autorità è sciocco, che conviene sempre rimanere invisibili, far lavorare in nero, non pagare le tasse, in nome della convinzione tutta italiana che sia l’illegalità a premiare?» e si domanda «come mai a Trieste prendono tempo». E aggiunge: «Non è mai arrivato nessun chiarimento dal ministero. E così la gente di fatto regolare vive in una situazione paradossale in attesa di una circolare che viene costantemente ritardata». Sabato alle 18 su questa vicenda ci sarà una manifestazione in piazza Sant’Antonio. «Sarà un’occasione – dicono gli organizzatori del “Comitato primo marzo” – per lottare per i diritti di tutti e contro il razzimo istituzionale». (c.b.)
21/06/11
«Sanatoria truffa ko grazie pure a Trieste»

Dopo due anni nel corso dei quali migliaia di procedure di regolarizzazione di lavoratori stranieri erano state bloccate in tutta Italia (e di queste diverse decine a Trieste) il Consiglio di Stato ha appena messo la parola fine riconoscendo le ragioni dei lavoratori e dei datori di lavoro e dichiarando valide tutte le procedure di regolarizzazione che erano state bloccate, rigettate in ragione della condizione di irregolarità degli stessi lavoratori stranieri. A Trieste, città tra le prime in Italia dove fu avviata tale prassi, sono tuttora aperte le posizioni di decine di lavoratori e di datori di lavoro che hanno continuato a chiedere la regolarizzazione. A ripercorrere le tappe della vicenda, svelando retroscena e ricadute di questa “sanatoria truffa”, saranno domani alle 11 al Caffè San Marco, in una conferenza stampa, il “Comitato primo marzo” e i promotori dell’appello nazionale “Per una scelta di equità e giustizia”, appello – si legge nella convocazione della conferenza – che partì proprio da qui nell’aprile 2010, sottoscritto da decine di intellettuali. Anche Trieste, insomma, ci ha messo del suo per controbattere la rigidità, ora riconosciuta illegittima, di tali iter di regolarizzazione.

“Stop agli arresti per clandestinità”

Repubblica 4 febbraio

“Stop arresti per clandestinità”
La procura di Roma si adegua alla Ue

L’indicazione a forze dell’ordine e magistrati della capitale. La direttitiva europea contro la Bossi-Fini esclude anche sanzioni di tipo penale e introduce ammende a livello amministrativo

 

IMMIGRAZIONE

“Stop manette per clandestini”
La procura si adegua alla Ue

L’indicazione a forze dell’ordine e magistrati della capitale. La direttitiva dell’Unione Europea esclude anche sanzioni di tipo penale e introduce ammende a livello amministrativo

Niente più arresti, a Roma, e richiesta di archiviazione dei procedimenti penali in corso per i clandestini che, colpiti da ordine di espulsione, non abbiano ottemperato alla sanzione entro i cinque giorni previsti dall’articolo 14 della legge Bossi-Fini. L’indicazione è stata data dalla procura di Roma a forze dell’ordine e magistrati. L’iniziativa è legata a una direttiva dell’Unione Europea, la 2008/115/CE del 16 dicembre 2008, che disciplina la materia escludendo arresti e sanzioni di tipo penale e introducendo sanzioni a livello amministrativo.

Al provvedimento dovevano adeguarsi i paesi membri della Comunità entro il 24 dicembre scorso. L’Italia non ha recepito quella direttiva, ma per effetto di un pronunciamento della Corte di Giustizia europea, le direttive della Ue hanno immediato valore applicativo anche se in contrasto con le normative nazionali. Così la procura di Roma, ma sul punto non è l’unica avendo adottato analoghe iniziative le procure di Firenze, Torino e Pinerolo, ha dato disposizione, dall’inizio dell’anno, di dare corso all’indirizzo normativo fissato a livello europeo.

La direttiva stabilisce cause e modalità di espulsione dei clandestini escludendo sanzioni di tipo penale e fissando tre gradi procedimentali: allontanamento volontario, allontanamento coattivo e, in ultimo, trattenimento in un centro di accoglienza fino a 18 mesi al fine dell’espulsione. A Roma, ogni giorno, sono affrontati, in media, tre-quattro casi di clandestini che non abbiano ottemperato al decreto di espulsione.

(04 febbraio 2011)