Ottima riuscita
del Presidio
a Pordenone.
Oltre 200 persone complessivamente hanno animato la Piazza
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Onda Resistente
Marzo 18th, 2017 — Contro il negazionismo, General
Ottima riuscita
del Presidio
a Pordenone.
Oltre 200 persone complessivamente hanno animato la Piazza
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Marzo 18th, 2017 — Contro il negazionismo, General
All‘albo pretorio web di Ronchi risulta che la giunta comunale ha dato il patrocinio e l’utilizzo dell’Auditorium Comunale all’Associazione sportivo dilettantistica “Ghibli” di Pordenone per una conferenza da tenersi il 26 novembre su “Ronchi e l’impresa fiumana” (mentre a Monfalcone viene negata la sala della biblioteca comunale per presentare il libro che critica lo spettacolo di Cristicchi ‘Magazzino 18′).
Ma chi è questa sedicente associazione Ghibli di Pordenone?
Con l’Osservatorio Regionale Antifascista scopriamo che la misconosciuta associazione Ghibli di Pordenone non risulta registrata nella banca dati del Comune di Pordenone ed ha la sede allo stesso indirizzo in cui a breve Casa Pound aprirà la propria fogna in città.
Insieme a Ronchi dei Partigiani sosteniamo che chi ha l’interesse a valorizzare la figura di D’Annunzio e dei suoi legionari in relazione a Ronchi sono – e non possono essere altro – che militaristi aggressivi, nazionalisti intransigenti e fascisti… e continuiamo ad avere conferma di questo. Una volta in più i membri della giunta comunale di Ronchi – sindaco in testa – hanno dimostrato la propria superficialità e incapacità di valutazione politica o forse semplicemente fanno parte di questa schiera:
L’amministrazione comunale di Ronchi patrocina un’iniziativa riconducibile ai fascisti di Casa Pound presentatisi sotto falso nome.
Se a questo punto l’amministrazione comunale di Ronchi non toglierà il patrocinio e lo spazio ai fascisti, saremo noi a mobilitarci.
Coordinamento Libertario Isontino
Su segnalazione di Luigi Bon, eletto consigliere comunale nelle liste di Federazione della Sinistra Rifondazione Comunisti Italiani, in Ronchi, abbiamo appreso che il 29 OTTOBRE 2014 con atto N. 174 la Giunta Comunale di Ronchi all’unanimità di voti espressi in forma palese ha concesso patrocinio e utilizzo dell’Auditorium Comunale all’Associazione sportivo dilettantistica “Ghibli” con sede a Pordenone – Via Selvatico, 44 – per la realizzazione di una conferenza storico culturale, dal titolo “Ronchi e l’impresa Fiumana” sugli eventi storici che coinvolsero la cittadina di Ronchi dei Legionari e che la videro iniziatrice dell’impresa che portò alla presa di Fiume da parte di Gabriele d’Annunzio.
La conferenza è prevista in data 26 novembre 2014 alle ore 20.30 presso l’Auditorium comunale. Da alcune verifiche che abbiamo effettuato, con l’importante ausilio dell’Osservatorio Regionale Antifascista del FVG, nel sito del Comune di Pordenone e non solo, su tale associazione, ad oggi, non si riescono ad avere informazioni. Ma vi è di più. L’Osservatorio ha reso noto che in Via Selvatico 44 a Pordenone risulta che a breve aprirà la sede di Casapound i così detti “fascisti del terzo millennio”. E coincidenza vuole che tra i relatori del convegno, come patrocinato dal Comune di Ronchi, che ricordiamo essere Medaglia d’Argento al valor militare per l’attività partigiana svolta dai suoi cittadini, con l’attuale Sindaco eletto con l’appoggio delle liste politiche di Insieme per Ronchi, Sinistra Ecologia e Libertà con Vendola e Partito Democratico, vi sarà Sonia di Filippo, che in una iniziativa del luglio 2014 ad Udine,dal titolo la depressione di d’annunzio, veniva presentata, nella locandina ivi realizzata, come collegata a Casapound di Udine. Interessante notare, come emerge nel programma, che vi sarà anche il presidente della Fondazione Ugo Spirito. Ugo Spirito che è stato firmatario del manifesto degli intellettuali fascisti e tra i teorici del corporativismo nonché presidente della Fondazione Giovanni Gentile. Sottoposto al procedimento di epurazione per apologia e collaborazione con il fascismo venne poi riammesso in servizio.Ed è da segnalare anche la presenza del giornalista Paliaga, che ha scritto anche per Libero Quotidiano,noto il suo articolo proprio contro l’iniziativa intrapresa da Ronchi dei Partigiani, ma ha pubblicato anche per la casa editrice di destra ‘Settimo sigillo’ o per quella del noto Franco Freda ‘Ar’ con prefazione di Claudio Bonvecchio che in rete risulta essere Oratore del Grande Oriente d’Italia, la principale organizzazione massonica del nostro Paese.
Questi i nomi dei relatori: Dott. Giuseppe Parlato professore ordinario di Storia Contemporanea presso la Luspio, presidente della Fondazione Ugo Spirito ha insegnato alla Luiss di Roma Dott. Diego Redivo assegnista presso la cattedra di Storia Contemporanea dell’Università di Udine segretario del Comitato di Trieste e Gorizia dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano Dott. Simone Paliaga giornalista e docente di lettere e filosofia Dott.ssa Sonia Di Filippo storica.
Quello che ci domandiamo è: esiste qualche legame, vista la coincidenza della via e del numero civico e non solo, tra l’associazione sportiva dilettantistica e ribadiamo sportiva e dilettantistica, che organizza un convegno storico su Fiume e d’annunzio e Casapound? Quali verifiche ha effettuato il Comune di Ronchi in tal senso? Sulla base di quale valutazione ha deciso di concedere il patrocinio?Patrocinio, che di norma rappresenta una forma simbolica di adesione e una manifestazione di apprezzamento del Comune considerato ad iniziative ritenute meritevoli?
Certo, possiamo capire che concedere patrocini ad iniziative che probabilmente parleranno bene dell’impresa di occupazione di Fiume e di d’annunzio, possono forse determinare un certo entusiasmo da una certa parte istituzionale, però dei chiarimenti sono dovuti, specialmente quando sussistono forti sospetti in merito al coinvolgimento di realtà come Casapound. Se le nostre indiscrezioni verranno confermate e sino a prova contraria e se non verrà, dunque, smentito il possibile collegamento tra la detta associazione e Casapound, il Comune di Ronchi deve revocare l’autorizzazione per l’utilizzo dell’auditorium comunale ed il patrocinio e se ciò non accadrà si assumerà tutte le conseguenze politiche del caso. Ovviamente, in caso di mancato diniego, stante le condizioni di cui sopra, facciamo presente sin da ora, che una risposta antifascista a tutto ciò non mancherà. Ed infine, questo convegno dimostra, per l’ennesima volta, chi difende il nome di d’annunzio e l’impresa di occupazione di Fiume ed il colore politico principale di riferimento. Siamo consapevoli che esiste la volontà politica ed anche istituzionale di sostenere la così detta memoria condivisa, operazione semplicemente revisionista della storia, ma iniziative come quelle che ora si criticano e denunciano di norma vengono organizzate o sostenute da realtà politiche di destra…
Per Ronchi dei Partigiani…
da PRIMORSKI DNEVNIK – PAGINA DI GORIZIA Domenica, 9 novembre 2014 – pag.19 [articolo tradotto dallo sloveno]
Annullato il convegno dal titolo “Ronchi e l’impresa fiumana” previsto per il 26 novembre all’auditorio di Ronchi. Con delibera del 29 ottobre l’amministrazione comunale accoglie all’unanimità la richiesta di patrocinio per la conferenza storica promossa dal associazione sportiva amatoriale Ghibli di Pordenone, dopo alcuni giorni decide di revocare sia il patrocinio che la concessione d’uso della sala. Cos’è successo?
“E’ vero che il 29 ottobre avevamo accolto la richiesta, ma a condizione, che la conferenza affrontasse temi di carattere storico, non di propaganda politica e senza alcun coinvolgimento di associazioni estremiste, né di destra né di sinistra. Quando abbiamo verificato che non sarebbero state soddisfatte queste condizioni, abbiamo revocato il patrocinio” dice Fontanot, che questa sua dichiarazione farà senz’altro piacere all’associazione Ronchi dei partigiani. I suoi soci infatti erano rimasti atterriti dalla notizia dell’intenzione da parte del comune di sostenere una conferenza sul ruolo di Ronchi e dei c.d. Legionari sulla presa del potere a Fiume. Ciò che li ha fatti irritare non si limita al titolo del convegno, ma soprattutto ad un fatto, venuto alla luce grazie all’osservatorio antifascista fvg.
È stato verificato che l’associazione amatoriale Ghibli di Pordenone ha lo stesso domicilio dove dovrebbe aprire a breve anche l’organizzazione di estrema destra CasaPound, ma legami con l’estrema destra sarebbero riconducibili anche nella scelta di alcuni relatori che avrebbero dovuto partecipare all’evento di Ronchi. Secondo le dichiarazioni del sindaco, gli organizzatori sono già a conoscenza della decisione, ma non è noto se il convegno si terrà altrove”.
da Il Piccolo del 12 novembre 2014
Fa ancora discutere e divide il legame che Gabriele D’Annunzio ha con Ronchi dei Legionari. Sono trascorsi 95 anni dalla marcia di legionari su Fiume, ma ancora l’ideologia e la politica si insinuano all’interno di una volontà di distensione che ha visto l’amministrazione comunale, tra l’altro, dar spazio nell’antiquarium proprio a testimonianze che riguardano questa pagina di storia della città.
“Ronchi e l’impresa Fiumana” doveva essere il titolo di una conferenza che, il prossimo 26 novembre, avrebbe dovuto tenersi all’auditorium comunale, promossa dall’associazione “Ghibli” di Pordenone. Avrebbe, perché, dopo che il 29 ottobre la giunta comunale aveva concesso l’uso della sala e anche il suo patrocinio, ieri c’è stato l’improvviso “dietro front”. Niente auditorium e niente patrocinio.
Una decisione accolta non senza polemiche. «Ci siamo sempre posti in modo aperto e senza pregiudizi a questa pagina di storia – ha spiegato il sindaco, Roberto Fontanot – ma quando siamo stati informati che dietro a questa organizzazione c’erano formazioni di destra, che potevano dare un’impronta ideologica all’iniziativa, abbiamo detto di no. D’Annunzio non è mai stato demonizzato, anzi, ma se si vogliono dare altri significati alla sua persona allora non ci stiamo».
Di tutt’altra idea una parte dell’opposizione in Consiglio comunale. «Non mi pare che la cultura e il diritto di replica siano di pertinenza solo di una parte politica – tuona il consigliere comunale Michele D’Urso – come solo della politica in sé stessa, e mi chiedo cosa ci sarebbe di estremo nella storia e nella cultura. E poi, ammesso e non concesso che sia davvero così, perché è stato, prima, concesso il patrocinio? Ci sarà stata una richiesta scritta, con i nomi dei richiedenti. Vuol dire che lo si è concesso con leggerezza oppure è stato revocato senza motivo».
Secondo D’Urso non si può negare a priori alla gente di manifestare la cultura solo perché ha la tessera di un partito che non piace. «Così facendo – prosegue – si istigano le parti non al dialogo ma allo scontro, perché nessuno potrà vietare all’associazione Ghibli di trovare altro luogo, sempre a Ronchi, dove svolgere la conferenza».
Sulla questione interviene anche Rifondazione Comunista. Luigi Bon ha inviato un’interrogazione al primo cittadino per chiedere se sia vero il legame degli organizzatori con “Casa Pound”, un aspetto che entrerebbe in contraddizione con il fatto che il Comune di Ronchi dei Legionari è medaglia d’argento al valor militare per l’attività partigiana svolta dai suoi cittadini.
RONCHI DEI LEGIONARI Il “dietrofront” del Comune di Ronchi dei Legionari rispetto alla concessione dell’auditorium nel quale, il 26 novembre prossimo, avrebbe dovuto tenersi una conferenza su Gabriele D’Annunzio e l’impresa di Fiume secondo l’Associazione nazionale partigiani d’Italia è un atto responsabile che, ancora una volta, «pone nette le distanze con una cultura di destra che non può trovar spazio in una città decorata con medaglia d’argento al valor militare proprio per la sua intensa attività durante la Resistenza». L’ombra di “Casapound” aleggia alle spalle di chi, ovvero l’associazione “Ghibli” di Pordenone, aveva chiesto la concessione dello spazio ed il patrocinio, ai quali la giunta aveva detto si lo scorso 29 ottobre. «Evidentemente l’esecutivo è stato tratto in inganno – sottolinea il presidente dell’Anpi Paolo Zonta – ma successive ricerche ed informazioni hanno permesso di far luce e smascherare chi, dietro ad un’iniziativa culturale, nascondeva ben altri scopi ed altre volontà. Credo che il sindaco abbia fatto più che bene ad andare sui suoi passi ed ad intervenire. Troppo spesso – ha aggiunto – abbiamo dovuto fare i conti con chi voleva riscrivere la storia e modificare a suo piacimento gli eventi. Ronchi dei Legionari ha una lunga tradizione democratica ed antifascista e su questa linea deve andare avanti». Di tutt’altro avviso il consigliere comunale, Michele D’Urso. «Personalmente – commenta – ho già detto che ritengo il Consiglio comunale un organo ormai superfluo e per questo non ci vado, per non farmi pagare la presenza e quindi far risparmiare qualcosa al Comune. Qui si fanno solo chiacchiere. Solo un pazzo richiede una sede e un patrocinio promettendo una conferenza culturale per poi farne una politica ed incorrere, così facendo, in tutti i guai che seguono per aver infranto le leggi e le regole. E un politico – conclude – questo lo sa bene».
Marzo 18th, 2017 — Contro il negazionismo, General
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E così a Paluzza il 13 settembre 2014 potremo assistere ad un’altra puntata del revisionismo storico internalista.
Infatti nella manifestazione indetta dall’Anpi è previsto come relatore nientemeno che Renato Garibaldi
Renato Garibaldi: chi è costui?
Lettera di Federico Sabot al Messaggero Veneto
Renato Garibaldi e Terza Posizione
Tratto da http://www.stragi.it/2agost80/sen01/pag00586.htm
(clicca per ingrandire l’immagine)
Renato Garibaldi e Roberto Menia
il 12 luglio 2007 Renato Garibaldi organizzò una iniziativa populista a Villa Manin per contrapporsi alla cena dei VIP di Riccardo Illy. “Casualmente” arrivarono 100 fascisti capitanati da Roberto Menia con un sacco di magliette esattamente identiche a quelle fatte da Garibaldi (qualcosa del tipo “E io pago”) ed egemonizzarono la festa con tanto di slogans fascisti e saluti romani. Garibaldi non volle fare nessun comunicato di condanna dell’incursione:
Infatti come dimostra l’articolo di qui sotto ha ottimi rapporti con Menia
Il Piccolo 8 marzo 2011
Fini festeggia l’Unità con Garibaldi
Non solo Garibaldi. Gianfranco Fini, nel giorno in cui farà tappa a Tolmezzo per celebrare l’Unità d’Italia, renderà omaggio anche a uno dei simboli nazionali più amati del mondo: le Frecce tricolori. Lo anticipa Roberto Menia, il coordinatore regionale del Fli, amico di lunga data del presidente: «Fini atterrerà a Rivolto nella mattinata del 19 e, prima di andare in Carnia, farà visita alla pattuglia acrobatica tricolore». di Roberta Giani wTRIESTE Non si arrende mai perché il suo motto è “vita militia est”, la vita è un combattimento, e perché ce l’ha nel sangue: Renato Garibaldi, pronipote dell’eroe dei due mondi, non conosce sfide impossibili. Stavolta, però, ne ha vinta una proibitiva: voleva celebrare, con Gianfranco Fini e un «moto» di popolo, i primi centocinquant’anni dell’Unità d’Italia nella piccola Tolmezzo. La sua patria adottiva. E ci è riuscito. Il presidente della Camera, è storia di ieri, ha detto sì: arriverà in Carnia il 19 marzo, dove lo attendono l’erede garibaldino, un tripudio di cori e fanfare, la Canzone del Piave e l’Inno d’Italia, un monologo «stile Benigni», tante emozioni. E persino uno strappo al protocollo: l’alzabandiera affidato a Dionisio, uno dei cinque figli del vulcanico Renato, dieci anni appena, «perché è ai bambini che dobbiamo consegnare questa Italia». Cinquant’anni, «spirito libero» e inevitabilmente «rivoluzionario», Renato è pronipote di un ramo cadetto del grande condottiero: «Il mio diretto antenato è Giuseppe Maria, lo zio di Garibaldi. Io sono ligure ma, finita l’università, mi sono trasferito in Carnia. La terra di mia madre». Da molti anni, ormai, vive con la moglie Eleonora e la prole nella minuscola Cercivento dove fa l’agricoltore, «come Garibaldi a Caprera», organizza festival culturali e pianifica le sue campagne esplosive, imprevedibili e trasversalissime: Riccardo Illy e Renzo Tondo, i governatori di ieri e di oggi, ne sanno qualcosa. L’uno subì l’affronto della “controcena” di Villa Manin dove Renato rispose a colpi di sardelle (gratuite) alla cena ufficiale dei vip a base di salmone. E l’altro, poche settimane fa, incassò lo smacco della rivolta dei 4mila carnici scesi in piazza in difesa dell’acqua e della montagna. «Non guardo in faccia nessuno. Se credo in una cosa, combatto, cercando la giustizia. Risultato? Ho solo nemici…» scherza, ma non troppo, Garibaldi. E ammette che la sua ultima impresa rischia di procurargli nuove ostilità. I berluscones e le truppe padane che “comandano” (non solo) a Tolmezzo storcono il naso: «Un assessore comunale leghista ha osato dirmi che non dovevo invitare Fini…». Ma Renato, figurarsi, tira dritto: «Voglio solo festeggiare degnamente l’anniversario anche perché nel 1911 la maggioranza socialista di Tolmezzo ostacolò le celebrazioni per i cinquant’anni». Detto, fatto: l’erede del generale ha preso carta e penna, steso il suo programma e il suo invito al presidente, ottenuto il patrocinio dell’istituto internazionale di studi Giuseppe Garibaldi «il cui presidente, un galantuomo, è un fratello per me», e infine “arruolato” Roberto Menia. «Gli sono riconoscente. Ha portato la mia lettera al presidente. E il presidente, evidentemente, ha apprezzato la mia idea di festeggiare in una delle tante piccole comunità ricche di valori e ideali che fanno grande l’Italia». Conferma, indirettamente, Menia: «È un’iniziativa valida». Il Garibaldi di Cercivento, ormai lanciato, non teme imprevisti: «Abbiamo già spedito più di 150 inviti istituzionali. E ci auguriamo che il governatore, il presidente della Provincia, il sindaco e gli assessori partecipino in massa. Ma in ogni caso, in piazza a Tolmezzo, i protagonisti saranno la terza carica dello Stato e i cittadini. Quei cittadini che, a differenza di quanto avviene in altre città, hanno invitato Fini e ottenuto la sua disponibilità». Non c’è dubbio, insomma, e gli amici e i nemici si rassegnino: «Il 19 marzo sarà una giornata memorabile. Io sono fierissimo di essere italiano e voglio che tutti lo siano».
Garibaldi e Fini che spettacolo! Della serie “Alcuni italiani non si arrendono”
Fini alla fine si è anche arreso, ma il nostro renatino continua imperterrito tanto in giro ci sono molti fessacchiotti …
Qui sotto le foto del 19 marzo 2011 a Tolmezzo
Gianfranco Fini e Renato Garibaldi
Qui si vede anche Honsell (l’iniziativa non era istituzionale ma organizzata da Garibaldi)
No comment!
Marzo 17th, 2017 — Contro il negazionismo
dal sito 10 febbraio
SI VEDANO PIU’ SOTTO – IN CALCE ALL’ANNUNCIO – LE CRONACHE
DI UNA GIORNATA DI RESISTENZA STORICA
TRA LA CENSURA DEGLI ORGANI ACCADEMICI E L’ASSEDIO DEI MILITANTI NAZIFASCISTI
Verona, martedì 12 febbraio 2013
ore 16:00 aula 1.5 Polo Zanotto – Veronetta
Non è semplice affrontare la questione delle Foibe: stereotipi consolidati (1) ed interessi politici contingenti invadono il terreno della ricerca storica. Negli ultimi anni in Italia si è sollevato un acceso dibattito pubblico attorno alla costruzione di una verità ufficiale che ha dato il via ad un walzer di commemorazioni, monumenti, lapidi, intitolazioni di strade. Grazie al contributo di Alessandra Kersevan, attraverso un esercizio di rigorosa contestualizzazione storica (2), ci proponiamo di individuare e discutere quelli che appaiono elementi di mistificazione, falsificazione e propaganda (3).
Quali sono i dati più realistici relativi al numero degli infoibati? Perchè dalle diverse ricerche emergono numeri tanto discordanti? E’ possibile parlare di “pulizia etnica” nei confronti della popolazione italiana? Che ruolo hanno giocato le politiche del fascismo in quei territori? Quali sono le effettive responsabilità dei partigiani comunisti di Tito? Queste alcune delle domande su cui ci confronteremo.
Siete tutte e tutti invitati a partecipare.
Alessandra Kersevan è una storica, insegnante ed editrice italiana, specializzata in storia e cultura del Friuli-Venezia Giulia e del confine orientale tra le due guerre. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo “Un campo di concentramento fascista: Gonars 1942-1932” (Kappa Vu 2010) e “Lager italiani. Pulizia etnica e campi di concentramento fascisti per civili jugoslavi 1941-1943″ (Nutrimenti 2008).
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(1) Il sempreverde mito degli “italiani brava gente” poggiante su un sistematico lavoro di rimozione, viene qui utilizzato in chiave vittimistica, operando una decontestualizzazione dei fatti in funzione di un costante tentativo di rivalutazione del fascismo. Interessanti in questo senso le recenti dichiarazioni di Silvio Berlusconi secondo cui “Il fatto delle leggi razziali è stata la peggiore colpa di un leader, Mussolini, che per tanti altri versi invece aveva fatto bene”.
(2) A tal proposito suggeriamo la visione di “Fascist Legacy – L’eredità del fascismo”, documentario incentrato sui crimini di guerra commessi dagli italiani durante l’invasione dell’Etiopia e del Regno di Jugoslavia. La sezione che esamina l’occupazione della Jugoslavia cita oltre 200 campi di prigionia italiani sparsi nei Balcani, in cui morirono 250.000 internati (600.000 secondo il governo jugoslavo), e si sofferma sulle testimonianze relative al campo di concentramento di Arbe (Rab in lingua serbo-croata) e le atrocità commesse nel villaggio croato di Podhum, presso Fiume: http://youtu.be/2IlB7IP4hys
“So che a casa vostra siete dei buoni padri di famiglia, ma qui voi non sarete mai abbastanza ladri, assassini e stupratori” Benito Mussolini ai soldati della Seconda Armata in Dalmazia, 1943.
(3) Riscrivere la memoria: foibe, media e revisionismo storico:
http://www.casoesse.org/2012/02/10/riscrivere-la-memoria-foibemedia-e-revisionismo-storico/
Un esempio: i carnefici italiani trasformati in vittime dalla Rai
http://www.linkiesta.it/blogs/c-era-volta/i-carnefici-italiani-trasformati-vittime-dalla-rai
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In collaborazione con Pagina/13
Foglio di scrittura studentesco
www.pagina3dici.blogspot.com
I primi resoconti da Verona:
Collettivi e Casapound, tensione all’Ateneo (L’Arena)
http://www.tgverona.it/index.cfm/hurl/contenuto=347352/attualita/seminario_foibe_tensione_all_universita.html
http://ilreferendum.it/2013/02/12/alluniversita-di-verona-lancio-di-lacrimogeni-in-occasione-di-un-incontro-sulle-foibe/
http://beforetheyfall.blogspot.it/2013/02/incontro-sulle-foibe-squadrismo.html
http://beforetheyfall.blogspot.it/2013/02/casapound-ci-prova-invertire-la-realta.html
Vergogna all’Università di Verona.
Una lezione di Storia tra l’ostruzionismo dell’ateneo e l’irruzione di Casa Pound. Che fine ha fatto la cultura?
Si veda anche alla pagina Facebook del Collettivo di Verona
Sulla vicenda dell’aggressione squadrista all’Università di Verona – 12 febbraio 2013
In questi anni ho fatto centinaia di conferenze sulle vicende del confine orientale; qualche volta mi è capitato sia che le istituzioni che mi avevano invitato cedessero a ricatti e pressioni di esponenti della destra e della Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD) e ritirassero all’ultimo momento la loro adesione, sia che gruppi di fascisti intervenissero cercando di impedire la conferenza.
Ma mai era ancora successa la concomitanza così evidente fra le urgenze repressive dell’istituzione, e l’azione diretta degli squadristi di Casa Pound e degli altri gruppi neonazifascisti. Questa è secondo me la particolarità di questa vicenda dell’Università di Verona, che fa venire in mente altri momenti storici, come quello dell’avvento del fascismo.
Non voglio fare facili paralleli, so bene che le condizioni sociali, economiche, politiche attuali sono particolari, ma ritengo che certi meccanismi di adeguamento del ceto intellettuale alle imposizioni del potere siano simili e si stiano ripetendo nella storia d’Italia. L’accanimento con cui il rettore e l’apparato universitario hanno imposto che questa conferenza non si dovesse fare, dimostra che coloro che hanno in mano il cosiddetto Giorno del ricordo hanno una grande paura della verità che viene dalla ricerca storiografica.
Essi stanno cercando, attraverso la ritualità di questa giornata, diventata un atto di fede collettivo supportato dal servilismo di buona parte dei mass media, di imporre il ribaltamento nell’opinione pubblica dei criteri interpretativi della Resistenza italiana e jugoslava, la confusione dei ruoli di partigiani e fascisti, di vincitori e vinti, di carnefici e vittime. È sicuramente una grande operazione massmediatica, che ha potuto avere un certo successo anche perché sostenuta da una parte del ceto dirigente post-comunista desideroso di prendere le distanze dal suo passato, per adeguarsi alle nuove esigenze del pensiero unico liberista mondiale.
A tutto questo si deve reagire con quella che io chiamo una guerriglia culturale, una moltiplicazione delle occasioni di conoscenza e di riflessione e per questo ritengo molto importante il fatto che il collettivo studentesco organizzatore abbia voluto che la conferenza avvenisse, nonostante la negazione degli spazi, nonostante il taglio della luce, nonostante le minacce degli squadristi, e dimostrando molto coraggio a sfidare l’istituzione universitaria artefice di una simile operazione anticulturale.
Da parte mia e del gruppo di Resistenza storica, posso dire che continueremo a portare in giro per l’Italia le nostre conferenze e i risultati delle nostre ricerche. Sono anche più che disponibile a tornare a Verona, a concludere con voi la conferenza lasciata a metà a causa dell’imposizione del rettore e della violenza fascista.
Un grazie per il vostro impegno antifascista.
Alessandra Kersevan
Udine, 13 febbraio 2013
Mozione approvata il 13 febbraio 2013 dal Dipartimento “Tempo Spazio Immagine e Società” sui fatti del 12 febbraio:“Il Consiglio di Dipartimento del Dipartimento “Tempo Spazio Immagine e Società” (TeSIS), riunito il 13 febbraio 2013 ha approvato a maggioranza (con 34 voti favorevoli 2 contrari e 4 astenuti) la seguente mozione:
In merito a quanto accaduto nella giornata del 12 febbraio c.m., il CdD del Dipartimento TeSIS ribadisce la propria convinzione che l’Università debba essere una sede di confronto e di dibattito aperto, senza preclusioni e senza censure. Di conseguenza condanna con forza l’aggressione di matrice squadrista messa in atto da elementi esterni all’Università contro un seminario promosso da alcuni collettivi studenteschi. Per quanto provocatorie le idee debbono essere sempre oggetto di confronto, anche acceso, ma non motivo di aggressione e sopraffazione.
Per quanto riguarda i locali di “Spazio Zero”, di pertinenza del Dipartimento TeSIS, si ritiene che quanto è accaduto non possa essere usato come pretesto per negare agli studenti responsabili delle attività culturali in oggetto la disponibilità di un luogo – aperto a tutti – di riunione e di confronto.”
Marzo 17th, 2017 — Contro il negazionismo, General
VISCO. L’unico campo di concentramento del regime fascista in Italia ancora intatto, a Visco rischia lo smantellamento. Lo ha denunciato lo storico Ferruccio Tassin. Al quale il Comune replica: «Lo ricorderemo magari con una lapide, non possiamo porre sotto tutela tutta l’area».
Secondo Tassin «l’attuale amministrazione comunale intende vendere la caserma “Sbaiz” costruita proprio sul campo attivo fin dagli anni Trenta e di fatto distruggerne la memoria». Il Fascismo aveva costruito al confine orientale d’Italia diversi campi di concentramento per “rieducare” i nuovi cittadini italiani della provincia di Lubiana: oltre a Visco erano stati costruiti campi a Gonars, Sdraussina, Fossalon e Castagnevizza (Gorizia), Arbe (oggi Slovenia) dove morirono di fame, sete e freddo 1.500 internati. L’u nico a dare ancora tracce di sé è appunto quello di Visco.
La caserma “Sbaiz” infatti fu costruita a partire da quel campo dei quali ancora oggi porta visibili tracce. «E tutto questo – ha spiegato Tassin – non va disperso. Abbiamo chiesto alla Soprintendenza di intervenire e di bloccare la vendita degli immobili ora passati nella disponibilità del comune».
Contro lo smantellamento del campo di concentramento di Visco recentemente si è espresso anche lo scrittore italiano di lingua slovena, Boris Pahor, il quale ha proposto che il sito divenga “monumento nazionale” a ricordo dei crimini perpetrati dal Fascismo contro gli sloveni. Pahor ha rifiutato nei giorni scorsi un’onorificenza dal Comune di Trieste proprio perché il “fascismo” non è posto nell’elenco dei persecutori della ex Jugoslavia. Lo stesso Pahor venne internato dai nazisti ricorda commenta Ferruccio Tassin che è il coordinatore della Associazione “Terre sul Confine” di Visco.
Allo storico replica l’amministrazione per bocca del vicesindaco Giuseppe Vetri. «Vogliamo tutelare quanto rimane del campo di concentramento, ma non possiamo porre a tutela tutti i 120 mila metri quadrati della caserma Sbaiz. In Italia ci sono tantissimi centri e luoghi teatro di battaglie o altro, ma non per questo si deve tutelare tutto».
Vetri ricorda che «quasi tutta la caserma ha i tetti in amianto e quindi rappresenta un problema di ordine pubblico e sanitario. Noi vogliamo ricordare che in questo luogo c’è stato un campo, magari con una lapide, ma non possiamo porre sotto tutela tutta l’area».
L’amministratore ha anche criticato il comportamento della Soprintendenza del Friuli Venezia Giulia. «Gioca allo scaricabarile – ha spiegato Vetri – perché sul tema ha già ricevuto una risposta da Roma, ma non ci ha comunicato nulla. Anche per questo intendiamo ricorrere alla Procura della Repubblica e denunciare questa omissione di atti d’ufficio».
Gessica Mattalone
(05 gennaio 2010)
Marzo 17th, 2017 — Contro il negazionismo, General
Marzo 17th, 2017 — Contro il negazionismo, General
Messaggero Veneto del 22/04/10
Sale la tensione per il 25 aprile
Ancora una volta un confronto tra cerimonia ufficiale e manifestazione parallela. Per le celebrazioni del 25 aprile è atteso il presidio, in piazza Ellero dei Mille, di Iniziativa libertaria, a partire dalle 9, che andrà in parallelo con la celebrazione ufficiale che avrà luogo dalle 9.50 della Festa della Liberazione con gli interventi del presidente della Provincia, Alessandro Ciriani, e di Giuseppe Giust Vitas, presidente dell’Anpi provinciale. L’intervento più prettamente storico sarà tenuto dal professor Fulvio Salimbeni. Alle 10.30 il corteo si trasferirà al Centro studi con la deposizione di una corona ai cippi del comandante partigiano Franco Martelli e dei deportati nei campi di sterminio nazisti, nonché alla lapide della medaglia d’oro Drusin. Iniziativa libertaria, da parte sua, si sposterà, sempre alle 10.30, da piazza Ellero dei Mille, per quella che definisce una «resistenza partigiana contro tutti i revisionismi» nel parcheggio dell’ospedale Santa Maria degli Angeli, in via Montereale. Nel sito sono previsti interventi liberi da parte dei partecipanti, nonché buffet e musica. La Festa della Liberazione sarà ricordata anche in altri comuni del Friuli occidentale con manifestazioni che si terranno nei principali centri. E’ prevista la partecipazione di autorità civili e militari, oltre alle rappresentanze dell’associazione partigiani e di quelle combattentistiche e d’arma.
Marzo 17th, 2017 — Contro il negazionismo, General
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