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ACQUA/ Il popolo delle fontane canta vittoria

Il piccolo del 14/06/11

 

Il Popolo delle fontane canta vittoria

 

CERVIGNANO Cantano vittoria i Comitati della Bassa friulana. Esultano gli ambientalisti del territorio. A fianco dello storico popolo della fontane e dei “No Tav”, anche il Comitato “Due sì per l’acqua bene comune”, che si è costituito di recente proprio in vista del referendum. Raccolta firme e volantinaggi (a piedi e in bici), conferenze e riunioni, tutto è servito a far andare la gente a votare. Così che «il popolo non è bue – sintetizza da Bagnaria Arsa il portavoce del Comitato No Tav, Giancarlo Pastorutti -. Indipendentemente dalla scarsa informazione del mezzo tv, la grande partecipazione alle urne è il segno della sensibilità della gente, che sa andare oltre ed è ancora capace di ragionare da sola. Se le persone pensano, vuol dire che ci sono ancora speranze di democrazia. Il senso di responsabilità connesso con il diritto e il dovere del voto, d’altronde, sono alla base di una società che vuole chiamarsi democratica». E «contentissimo» si è dichiarato anche Paolo De Toni, portavoce del Comitato difesa ambientale della Bassa friulana che, pur essendo di orientamento anarchico, ha ammesso di essere andato a votare. «Un risultato non buono ma ottimo – interviene Marco Iob del Comitato referendario due sì per l’acqua bene comune-. É ormai chiara la volontà delle persone di cambiare molte cose, a partire dalla gestione dei beni comuni, che non deve dipendere dalla logica del profitto, ma dal reale benessere dei cittadini». E se anche il referendum sul nucleare «ha confermato il voto del 1987», Iob aggiunge che ora è tempo di pensare a come trovare una soluzione ai problemi energetici. (el.pl.)

ACQUA/ Rassegna stampa dell’assemblea di Terzo d’Aquileia

Messaggero Veneto VENERDÌ, 15 APRILE 2011 Pagina 41 – Provincia

Terzo D’AQUILEIA

Appello della lista Per Terzo: mobilitazione per i pozzi

TERZO Organizzare una mobilitazione a difesa dei pozzi artesiani, raccogliere le richieste di rimborso per i canoni di depurazione con effetto retroattivo decennale e chiedere al Cafc e all’amministrazione di mettere a norma gli scarichi fognari. Questi gli obiettivi della lista civica “Per Terzo” rappresentata dai consiglieri Natale Guerra, Serena Tell e Daniele Milocco che qualche giorno fa ha organizzato un’assemblea pubblica alla quale hanno partecipato anche il referente del Comitato difesa ambientale Bassa Friulana Paolo De Toni e il sindaco Michele Tibald. «E’ stato ribadito – spiegano i rappresentanti della lista – che l’idrovora di via Ermenteressa non può essere classificata quale impianto di depurazione primario. L’amministrazione ha dichiarato l’inesistenza di un depuratore sul territorio comunale e non prevede di installarne«. La lista civica sottolinea l’obbligo, per l’Ente Gestore (Cafc), di provvedere a predisporre un progetto finalizzato alla realizzazione di un sistema di grigliatura da completare entro 18 mesi. (e.m.)

ACQUA/ Il Popolo delle Fontane: No alla fusione CAFC Tubone

Messaggero Veneto 14 marzo

 

DOMENICA, 14 MARZO 2010 Pagina 11 – Udine

«Nessun rischio acquedottizzazione»

I presidenti di Cafc e Tubone rassicurano il “popolo delle fontane”

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ACQUA NELLA BASSA

Gomboso e De Marco intervengono dopo l’allarme dei comitati e della Lega Nord «La nostra fusione non cancellerà i pozzi che sono previsti dalla legge regionale»

SAN GIORGIO. «Nessun rischio acquedottizzazione per i Comuni della Bassa Friulana a seguito della fusione Cafc Consorzio Depurazione Laguna spa». I presidenti dei due Enti Gestori, Eddi Gomboso e Luisa De Marco rassicurano il “popolo delle fontane”.
E ribadiscono che l’attuale sistema di approvvigionamento idrico autonomo (pozzi) è tutelato dalla normativa regionale vigente che nessuno intende mettere in discussione. Il piano industriale allegato al progetto di fusione, già illustrato ai sindaci, che sarà portato all’attenzione dei consigli comunali entro il 30 aprile «non prevede  alcun investimento in materia di acquedotto e il sistema delle fontane che storicamente contraddistingue alcuni comuni della Bassa Friulana è pertanto assolutamente garantito. I timori espressi dai Comitati attraverso le pagine del giornale – affermano Gomboso e De Marco – appaiono dunque assolutamente immotivati. Per quanto concerne l’installazione dei contatori, il piano fa chiaramente riferimento agli acquedotti di quartiere e non alle fontane». I due presidenti ricordano inoltre, che gli enti gestori non hanno alcuna competenza in merito ai Piani di investimento che sono di esclusiva competenza dell’assemblea dell’Ato (Ambito territoriale ottimale) che è composta da tutti i sindaci della Provincia. I sindaci della Bassa, al fine di ribadire ulteriormente e sottolineare l’importanza di mantenere l’attuale sistema di approvvigionamento, hanno chiesto attraverso un documento, che verrà approvato dalle assemblee delle due società, un unanime impegno alla tutela dei pozzi. Fondamentale è quindi che l’attuale organizzazione del ciclo idrico che è saldamente in mano agli enti locali in seno all’assemblea dell’Ato non venga ridisegnata.
«Nessuna gestione che prescinda dal coinvolgimento dei sindaci – concludono -, in temi così delicati e importanti per l’intera cittadinanza, potrebbe dare le stesse garanzie». La De Marco e Gomboso non lo dicono, ma è evidente che la fusione Cafc-Tubone abbia dei “nemici” che fomentano per boicottare l’accordo. Ricordiamo che la nuova società che nascerà dalla fusione tra i due Enti Gestori, raggrupperà 83 comuni in Provincia di Udine (17 Consorzio Depurazione e 66 Cafc) per un bacino di utenza pari a 326 mila abitanti, con un fatturato di 30 milioni di euro e investimenti previsti per 800 milioni di euro. Avrà impianti valutati sui 300 milioni di euro e 180 dipendenti. Insomma, una società in grado di far fronte alle gare europee previste nel 2011 per la gestione del ciclo idrico integrato, con un potenziale in grando di non far “colonizzare” il territorio mantenendo la governance in loco.
Francesca Artico

 

Messaggero Veneto 13 marzo 2010

 

Accordo sull acqua, è già polemica

di DOMENICO PECILE S.GIORGIO DI NOGARO. L’accordo tra Cafc e Consorzio Depurazione Laguna (Tubone) ormai in dirittura di arrivo scuote i Comuni della Bassa friulana che temono la cosiddetta acquedottizzazione del territorio con la “soppressione” delle fontane. Da qui il rischio di quella che in molti già definiscono la rivolta dell’acqua . La stessa “rivolta” che scoppiò per analoghi motivi nel 1994 quando furono raccolte circa 15 mila firme a difesa delle fontane. I Comuni interessati sono quelli di Porpetto, San Giorgio, Muzzana, Carlino, Torviscosa, Cervignano, Terzo di Aquileia, Fiumicello. I Comitati sono già in stato di agitazione, mentre anche la Lega Nord del Friuli è pronta a cavalcare la tigre della protesta. Dice al proposito il neo segretario provinciale del Carroccio, Matteo Piasente: «La Bassa deve mantenere la caratteristica del fontane del prelievo che storicamente c’è sempre stato e che va tutelato, garantendio nel contempo anche le falde. L’acquedottizzazione della Bassa non ha senso. Saremo a fianco di chi dirà di mantenere le fontane, anzi, siamo stati protagonisti per il mantenimento delle fontane. Quanto all’accordo Cafc-Tubone, l’ex presidente del primo ente, Alessandro Colautti, commenta così: «Se garantiremo la governance agli enti locali eviteremo di farci colonizzare perché nel 2011 scatteranno le gare europee. Da qui la necessità di creare aggregazioni competitive proprio per evitare quelle gare, garantendo appunto la governance in loco. Parole che non tranquillizzano i Comuni della Bassa che da sempre agitano la bandiera dell’acqua “pulita” e, soprattutto, gratis, e lottano contro la prospettiva dell’acquedottizzazione. Una situazione che rischia di far deflagrare proteste e sollevazioni popolari ovunque, non appena i particolari del piano industriale usciranno dalle stanze del palazzo e diverranno di pubblico dominio. Paolo De Toni presidente del Comitato a difesa delle fontane e ambientalista storico della Bassa friulana si dice pronto alla mobilitazione che scatterà non appena «l’accordo Cafc-Tubone diventerà operativo e il sistema dell fontane rischierà l’azzeramento». A seguito della fusione – sostengono i “nemici” dell’accordo, Cafc si occuperebbe degli allacciamenti ad acquedotto di tutti i Comuni della Provincia. Inoltre, secondo il piano industriale, nei prossimi due anni i contatori dovrebbero crescere del 10%, e anche il Tubone spingerebbe per nuove installazioni nei Comuni di competenza. Il Cafc quindi, si appresterebbe a fagocitare tutta la Provincia, e a trasformare l’acqua da “bene inalienabile a disposizione della comunità” (definizione usata ed abusata anche di recente in Consiglio regionale nel corso della discussione degli effetti del cosiddetto “decreto Ronchi, che ha aperto le porte della gestione dell’acqua anche a soggetti privati) in preziosissima merce. Ed è su questo che si giocherà la partita dentro e fuori i consigli comunali interessati.

 

ACQUA ED ELETTRODOTTI/ Riprende la lotta in Carnia

Il Gazzettino

 

Domenica 14 Marzo 2010

 

Elettrodotto, riparte la lotta

 

«Speravano che ci addormentassimo, invece siamo ancora qui, e venderemo cara la pelle». Renato Garibaldi di Carniainmovimento lo promette in apertura di serata, con lui oltre 400 persone politicamente trasversali che hanno preso d’assedio, molte delle quali imbufalite, soprattutto per gli aumenti delle bollette dell’acqua, la Sala della Comunità montana a Tolmezzo, di nuovo in campo come cinque anni fa, in difesa del futuro della Carnia, alle prese “tra scippi d’acqua ed ecomostri aerei”. Moderata dal giornalista Alberto Terasso ed introdotta dall’analisi “profetica” di Don Pierluigi Di Piazza, per il quale il movimento dovrà «sapersi tradurre ineludibilmente in politiche ed in politici nuovi per la Carnia», l’incontro ha visto lo sviscerarsi delle diverse questioni care ai cittadini montani.
«Ci troviamo qui per confermare la nostra resistenza – ha proseguito Garibaldi -; spacciano la Carnia nemica del Friuli e dell’occupazione, invece noi dimostreremo che vogliamo la difesa dei diritti naturali dei popoli, acqua, cibo, salute, libertà ed anche l’Austria per secoli ostile, oggi è in prima fila con noi grazie agli amici del Tirolo e della Carinzia». Adelvis Tibaldi, del Comitato Friuli Rurale che si sta opponendo all’elettrodotto aereo tra Redipuglia e Udine Ovest ha ripercorso la battaglia di questi mesi per far ragionare la Regione e le amministrazioni locali «non con bastonate ma con forti convincimenti» in merito all’interramento della linea, denunciando poi il rischio di un «progetto monopolistico che vuole costruire macrolinee in tutto il nordest» da contrastare con «un federalismo delle decisioni». A seguire Enore Picco, consigliere regionale della Lega Nord, che non curandosi dei colleghi di maggioranza che non vedono di buon grado le sue posizioni, ha annunciato che venerdì «è stata protocollata in Consiglio regionale una richiesta affinché l’elettrodotto carnico venga trattato come quello della Bassa friulana», segnalando poi «l’essersi vergognato di risiedere in Alto Friuli visto come sta venendo trattata la questione delle compensazioni sia per le infrastrutture energetiche sia per il progetto della centrale di Somplago».
Hannes Guggenberg del comitato carinziano Pro Gailtal ha confermato la vicinanza alla lotta carnica «per evitare che anche queste terre vengano riempite di tralicci come le nostre». Franceschino Barazzutti del Comitato per la difesa del bacino del Tagliamento si è scagliato ancora una volta contro «i foresti che stanno conquistando tutte le acque della montagna, tra concessioni di centraline, acque minerali e acquedotti» invitando i comuni a «ritornare ad una gestione in economia, l’unica via d’uscita per non finire sul mercato dei pescicani».

 

 

ACQUA/ L’inchiesta sulle bollette

Il Gazzettino 14 marzo

 

 

CASA PER CASA
Indagini a tappeto in molti condomini di Cervignano alla ricerca di canoni non dovuti

 

Alessandro Landi
Domenica 14 Marzo 2010, Sono in corso da qualche giorno indagini a tappeto in molti condomíni di alcune strade di Cervignano. Lo conferma il sindaco Pietro Paviotti per il quale «a seguito della denuncia da parte del Comitato Ambiente – rende noto – la Procura della Repubblica ha avviato indagini per verificare scarichi ed allacciamenti onde accertare un’eventuale truffa conseguente a canoni di depurazione non dovuti». Impegnati nelle indagini, come confermano anche gli ambientalisti cervignanesi, la Capitaneria di Porto, l’Arpa, con la presenza di personale del Consorzio depurazione laguna (Tubone) e tecnici ed operai del Comune.
Gli edifici sottoposti ad indagine sono quelli lungo le rive del fiume Ausa, ed ancora via Mercato e via Divisione Julia che tra l’altro è una strada ancora privata nonostante i lustri trascorsi da quando è sorto l’elegante quartiere residenziale che la strada attraversa. Gli ambientalisti parlano di controlli a tappeto, presso diverse famiglie, di cui hanno testimonianza diretta, onde consentire a chi conduce le indagini, di avere l’opportunità, anche mediante l’impiego di coloranti, di controllare il tipo di scarico e, soprattutto, il luogo dove avviene lo stesso. Ritorna così in primissimo piano la questione tanto discussa relativa al canone addebitato in bolletta, con tutti i vari distinguo, riguardo alle varie classificazioni degli utenti. In particolare sull’arbitrario, discusso criterio applicato dal Consorzio Depurazione Laguna, dell’«allacciabilità» ed il conseguente addebito anche della quota di depurazione da parte del Tubone. Il tutto mentre la sentenza 335 della Corte Costituzionale, dell’ottobre 2008, la deliberazione della Corte dei Conti del Fvg del 7 maggio 2009 e la sentenza della Commissione Tributaria Provinciale del 16 marzo 2009, affermano in maniera univoca che per poter richiedere il canone di depurazione ci deve essere la controprestazione, cioè deve essere svolta effettivamente la depurazione. Quindi non basta la potenziale “allacciabilità” e nemmeno la possibile “depurabilità”, se non si è allacciati ad una fognatura collegata ad un impianto di depurazione, cioè a quella del Tubone, mentre le fognature comunali, generalmente non lo sono.
«Ora le bollette emesse – conclude Paviotti – sono conformi alla sentenza della Corte Costituzionale». Ma il problema riguarda, da molti anni, il pregresso.

 

 

ACQUA/ La Carnia dice No all’ampliamento della centrale si Somplago

Centrale di Somplago, 9 mila no:
«Rovina il lago e il territorio»

energia, Somplago

Cresce e si diffonde a macchia d’olio la protesta contro la realizzazione dell’ampliamento della centrale idroelettrica a Somplago, sul lago di Cavazzo. Sono già quasi novemila le firme raccolte nei quattro comuni interessati dal mega-impianto: Cavazzo, Trasaghis, Bordano, Verzegnis. E le iniziative non si fermeranno qui.