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NO TAV/ Foto e report del 1° Maggio a Cervignano

Un centinaio di persone ha partecipato allo spezzone No Tav del Corteo del 1° maggio di Cervignano del Friuli. Di fronte ai Sindaci della bassa friulana, al Sindaco di Udine Furio Honsell e alla parlamentare europea Debora Serracchiani, si è ribadito con forza, al microfono, anche a seguito della presentazione del progetto della tratta Veneta avvenuta il 23 aprile, che la Tav Venezia-Trieste è una macroscopica truffa.

Entro alcune settimane verrà elaborato un documento per chiedere ai Sindaci di tutta la tratta Venezia-Trieste di realizzare uno studio sull’Opzione Zero.
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1° Maggio 2012/ Rassegna stampa

Sempre meno importanza da parte della stampa

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Messaggero Veneto GIOVEDÌ, 03 MAGGIO 2012 Pagina 38 – Provincia

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Il lavoro pensando a chi non ce l’ha

Cervignano, la festa del primo maggio affronta i nodi della crisi economica

CERVIGNANO La tutela del lavoro, la difesa dei diritti dei lavoratori, la crisi occupazionale che sta interessando la regione, ma anche i costi e i privilegi della politica. Questi i temi affrontati durante la Festa del Lavoro. Non è mancata la polemica contro la scelta di alcuni negozi di rimanere aperti il primo maggio e lo scorso 25 aprile. Impossibile non notare gli striscioni della Fisascat regionale che contestavano le aperture festive. Migliaia le persone che hanno preso parte al corteo, aperto dai carri trainati da cavalli e da ventuno trattori seguiti dalla banda. Un evento condiviso da numerose amministrazioni della Bassa, dai sindacati (Cgil, Cisl, Uil e Cia) e dalle associazioni di categoria. Diciotto i sindaci che hanno sfilato per le vie del centro assieme a centinaia di rappresentanti dei comitati, da Legambiente ai No Tav passando per il Comitato per la vita del Friuli rurale. Immancabili l’Auser, Spi Cgil, il coordinamento donne Spi Cgil Udine, la camera del lavoro di Udine e la Fiom. Sul palco di piazza Indipendenza si sono alternati Alessandro Forabosco della Cgil, Gilbert Ulian, sindaco di Duran (paese francese dove tutti i cittadini discendono dagli emigranti di Ruda), il sindaco Pietro Paviotti, Giuliano Pozzar per la Cia, il segretario confederale della Uil, Paolo Carcassi, e il segretario regionale dell’Anpi, Luciano Rapotez. Il sindaco Paviotti, emozionato alla sua ultima apparizione in pubblico come sindaco, ha aggiunto: «Il Primo Maggio di Cervignano è una festa unica. Lo è per la grande partecipazione popolare e per la presenza dei trattori. Per me stata una grande emozione parlare su questo palco per dieci anni. Lunedì abbiamo presentato un libro dedicato al Primo Maggio a Cervignano, una storia che scriviamo tutti gli anni». Giuliano Pozzar, per la Cia, ha portato in piazza i problemi degli agricoltori. «Stiamo aspettando la direttiva nitrati – ha commentato – sono stati spesi 200 mila euro per studi di settore e ancora non ci sono risultati. Inoltre non ci sono i dati sulle fasce tampone per le semine vicino ai corsi d’acqua. E’ difficile lavorare così». Paolo Carcassi ha concluso: «Anni di conduzione irresponsabile hanno minato i fondamenti della nostra economia. Questo Governo ci impone tanto rigore ma nessuna equità e non c’è nessuno sviluppo. Bisogna incidere sui tagli alla politica. Infine chiediamo che i recuperi dell’evasione fiscale vadano ai lavoratori e ai pensionati». Elisa Michellut

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Il Piccolo 3 maggio

 

Primo Maggio contro i maxi-centri aperti

I sindacati a Cervignano: a troppi lavoratori si è preclusa la possibilità di festeggiare la ricorrenza

CERVIGNANO
«Le aperture domenicali dei negozi
sono un cancro da curare
prima che vada in metastasi».
Sprezzante la provocazione dei
sindacati al Primo Maggio di
Cervignano, di cui si fa portavoce
il segretario regionale della
Fisascat-Cisl, Paolo Duriavig,affiancato
dai rappresentnati isndacali
della Uiltucs e Filcams-
Cgil. Alla manifestazione
cervignanese ha tenuto banco
la contestazione ai centri commerciali,
rimasti aperti anche il
giorno della festa dei lavoratori.
Non poteva che essere così, a
due passi dall’Outlet di Palmanova
e al Conforama di Bagnaria,
che si sono presentati al Primo
Maggio entrambi con le
porte spalancate. «A troppi lavoratori
si preclude la possibilità
di festeggiare questa ricorrenza
– tuona Claudio Moretti della
Uiltucs -, senza ottenere risultati:
aumentando i precari si abbassa
solo la capacità di acquisto
delle famiglie», mentre Abdou
Faye della Filcams-Cgil calca
sulla necessità di «restituire
ai lavoratori la possibilità di stare
almeno un giorno alla settimanacon
la propria famiglia».
Il fronte della battaglia si sposta
poi davanti all’Outlet, dove
Rifondazione comunista
“armata” di volantini tenta di
rallentare l’ingresso, come spiega
il consigliere regionale Roberto
Antonaz. «Peccato che i
responsabili dei punti vendita
si siano detti contenti di festeggiare
il primo maggio lavorando,
in un momento in cui di lavoro
non ce n’è», replica il direttore
dell’Outlet, Luigi Villa. Ma
a Cervignano il Primo Maggio è
molto di più. Ci sono 18 sindaci,
compreso Furio Honsell di Udine,
la banda, una ventina di
trattori e quest’anno sono tornati
pure i carri trainati dai cavalli.
«La benzina costa e Monti
mi ha ridotto la pensione – dice
Lucio Furlan -, sono venuto a
cavallo perché siamo tornati indietro
di 50 anni». Più
“carnevalesca” la scelta di 25
fiumicellesi (22 uomini, 3 donne
tra cui un fisarmonicista e
due bambini), tutti su un carro
trainato dai cavalli per omaggiare
il corteo filmato da Zigaina
nel 1953. Tante le sigle, tra cui il
Comitato per la lotta del rriuli
rurale (contro la terza corsia e
l’elettrodotto Redipulgia– Udine
Ovest) e i No Tav: «Quale lavoro?
La Tav è un sistema di tangenti
legalizzata. Dalla Val di Susa
alla Bassa friulana, resistere,
resistere, resistere», urla al megafono
Paolo De Toni.
Il palco è
(per l’ultima volta) del sindaco
Pietro Paviotti, poi del segretario
confederale della Uil, Paolo
Carcassi, di Giuliano Pozzar della
Cia e del segretario regionale
dell’Anpi, Luciano Rapotez.
«Dove c’è agricoltura di qualità,
c’è vita di qualità. La crescita
non è cementificazione» pungola
Pozzar. «Di fronte alla manovra
lacrime e sangue – ammonisce
Carcassi – chiediamo
con forza un cambiamento per
uscire dalla crisi più dura dal
’29».

 

ilpiccolo3maggio2012