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TAV: Torviscosa dice no

Dal Piccolo del 21/03/13

“No” del Consiglio al tracciato della Tav minoranza contraria

TORVISCOSA L’amministrazione comunale di Torviscosa dà parere negativo al progetto preliminare del tracciato della Tav presentato nel 2010, e si propone di perseguire in tutte le sedi istituzionali il potenziamento e l’ammodernamento della linea storica. L’ordine del giorno, che sarà inviato alla Direzione regionale infrastrutture, è stato presentato in Consiglio comunale dove è stato infatti approvato con i soli voti della maggioranza; la minoranza ha votato contro. Il sindaco Roberto Fasan ha introdotto l’argomento soffermandosi sul lavoro fatto dai sindaci assieme all’ingegner Debernardi, tecnico dell’assemblea permanente dei sindaci della Bassa friulana. E’ poi intervenuto il consigliere (ex sindaco) Roberto Duz che ha difeso le scelte della sua amministrazione e il suo operato. Per la maggioranza sono intervenuti l’assessore Turco, e i consiglieri Scapolo e Bressan, quest’ultimo molto duro nei confronti di Duz. A nome dell’opposizione ha parlato Vetrano, chiedendo il ritiro del documento per rielaborarlo assieme a un esperto da nominare assieme. Dopo una serrata discussione, l’odg è stato approvato con i voti della sola maggioranza. Il documento impegna il sindaco a continuare il lavoro svolto nell’assemblea permanente, e a rendersi attivo con tutti i soggetti istituzionali affinchè il progetto venga rifatto in termini più consoni alla realtà attuale e alle reali necessità, come peraltro sostenuto dal commissario di governo Bortolo Mainardi. (f.a.)

Dal Messaggero veneto del 21/03/13

Odg in Comune: va rivisto il progetto dell?alta velocità

TORVISCOSA L’amministrazione comunale di Torviscosa dà parere negativo al progetto preliminare del tracciato della Tav, presentato nel 2010, e si propone di perseguire in tutte le sedi istituzionali il potenziamento e l’ammodernamento della linea storica. L’ordine del giorno, da inviare alla Direzione regionale infrastrutture, è stato presentato in consiglio comunale dov’è stato approvato con i soli voti della maggioranza. Il sindaco, Roberto Fasan, ha introdotto l’argomento soffermandosi sul lavoro svolto dai sindaci assieme all’ingegner Debernardi, tecnico dell’assemblea permanente dei sindaci della Bassa friulana. È poi intervenuto il consigliere, ed ex sindaco, Roberto Duz, che ha difeso le scelte della sua amministrazione. Il vicesindaco Settimo, dopo aver polemizzato con lui, ha ripercorso la storia del progetto. Per la maggioranza sono intervenuti l’assessore Turco e i consiglieri Scapolo e Bressan (durissimo nei confronti di Duz). A nome dell’opposizione ha parlato Vetrano, chiedendo il ritiro del documento per rielaborarlo assieme ad un esperto. Nel documento si impegna il sindaco a continuare il lavoro svolto nell’assemblea permanente e a rendersi attivo con tutti i soggetti istituzionali affinchè il progetto venga rielaborato in termini più consoni alla realtà attuale e alle reali necessità, come peraltro sostenuto dal commissario di governo, Bortolo Mainardi. Si evidenziano inoltre la visura del progetto preliminare di Italferr per la nuova linea Venezia-Trieste, tratta Portogruaro-Trieste, e le soluzioni alternative di analoga funzionalità legate al potenziamento della linea storica, che comporterebbero minori costi economici e soprattutto ambientali. Resta comunque il rischio che venga imposto il tracciato progettato nel 2010 in coerenza con il documento approvato dal Cipe. (f.a.)

 

TAV: i deliri del comune di Porpetto

Dal Messaggero Veneto del 28/02/13

«Sì alla Tav per ottenere la bretella»

PORPETTO «L’amministrazione comunale di Porpetto, con una recente delibera, ha detto si alla Tav che attraversa il territorio comunale tra Pampaluna e Villalta, lambendo l’area protetta della Sgobitta». È l’amaro commento del consigliere comunale Andrea Dri, assai perplesso della decisione assunta dall’amministrazione comunale, giudicata miope e senza senso. «Mentre nella Bassa friulana molti Comuni criticano apertamente la grande opera infrastrutturale, di cui è sempre meno chiara l’utilità- dice -, Porpetto segue il percorso inverso e, dopo anni di opposizione al nuovo tracciato ferroviario, ha deciso di aderirvi senza riserve. In cambio dell’ok regionale all’obbrobrio urbanistico della bretella, il sindaco Pietro Dri ha piegato il capo al diktat del governatore Tondo, accettando senza fiatare quello che l’amministrazione precedente, con il consenso del consiglio comunale, aveva combattuto». Dri critica anche il metodo di tale decisione, a sui dire presa in sordina, senza alcun dibattito pubblico e in contrasto con una delibera consiliare dell’amministrazione di Cecilia Schiff che quasi all’unanimità (mancava solo il voto dell’allora assessore Pietro Dri) aveva detto no alla Tav. «Sorprende – prosegue Dri – che dalla maggioranza non si sia levata una voce di critica alla nuova linea voluta dal sindaco, a dimostrazione della sua scarsissima autonomia». La questione Tav ritorna in questi giorni prepotentemente alla ribalta nella Bassa Friulana, dove già l’amministrazione di Torviscosa con un documento del consiglio comunale dice no al tracciato della Tav rilanciando il potenziamento della esistente linea ferroviaria. Su questa linea anche l’amministrazione comunale di Muzzana. Intanto anche dalle file del Pd si è levata lo voce contraria di Maurizio Ionico. Francesca Artico

Anche sul Piccolo il De profundis per la TAV

dal Piccolo

MARTEDÌ, 02 APRILE 2013

Pagina 17 – Regione
Il sogno europeo che si infrange a Nordest
Viaggio lungo il tracciato del Corridoio V tra cantieri fermi e binari inesistenti. I rebus della linea interrata a Trieste e del “niet” sloveno
Reportage nel cuore del vecchio continente
strada in salita Sul progetto dell’Alta velocità ferroviaria pesa la disorganizzazione dei porti e dei terminal intermodali
gli ostacoli in fvg Costi alti, tempi lunghi e il pericolo di un deturpamento del paesaggio in un’area che deve fare i conti anche con la “tratta balneare”

“Binario morto, alla scoperta del Corridoio 5 e dell’alta velocità che non c’è” (Chiarelettere, pag. 224 euro 12,90), è il libro-reportage in cui due giornalisti, Andrea De Benedetti e Luca Rastello, hanno riportato i loro “appunti di viaggio” dopo aver percorso il lungo e in largo il tragitto che collega le città di Lisbona e Kiev. Punto di partenza e stazione di arrivo, appunto, di uno dei corridoi europei attraversati da convogli ad alta velocità. Andrea De Benedetti si occupa prevalentemente di sport, società e cultura per le testate “GQ”, “Guerin Sportivo”, “il manifesto”. Il suo ultimo lavoro è “Val più la pratica. Piccola grammatica immorale della lingua italiana”. Luca Rastello, cronista del quotidiano “La Repubblica” e scrittore, nella sua carriera ha diretto “Narcomafie” e “L’Indice” e ha lavorato per “Diario”. Ha pubblicato il reportage sui Balcani “La guerra in casa”, il romanzo “Piove all’insù”, il saggio “La frontiera addosso” e il libro testimonianza “Io sono il mercato. Metodi e stile del perfetto narcotrafficante”.
di Gianpaolo Sarti wTRIESTE Immaginavano di trovarsi in stazioni gremite, convogli zeppi e cantieri crepitanti. «Tutto pronto per accogliere l’arrivo dell’ospite senza il quale la festa non poteva avere inizio: la Tav». Invece? «Invece in alcuni tratti non c’era nemmeno uno scheletro di rotaia…». Un “Binario morto”, come sentenzia il titolo del libro-reportage di Andrea De Benedetti e Luca Rastello, edito da Chiarelettere. «Allora a cosa serve il Corridoio 5?», si sono chiesti i due giornalisti percorrendo per la prima volta l’intero itinerario Lisbona-Kiev. Un viaggio in cui hanno verificato lo stato di avanzamento dei progetti e dei lavori per la costruzione di un’infrastruttura che, nei piani Ue, dovrebbe mettere in comunicazione l’Europa occidentale con quella orientale per garantire promettenti sbocchi di mercato. Ma di fatto la Tav non esisterà mai perché i binari ad alta velocità hanno spese di mantenimento che inciderebbero pesantemente anche sul costo del trasporto merci. E i Paesi, inoltre, non la vogliono. Le stesse linee interne esistenti sarebbero in perdita. La Tav «interessa a pochi – è l’analisi – e non per la sua portata globale, ma per le ricadute a brevissimo termine sull’economia locale». L’inchiesta andrebbe a sfatare una “leggenda metropolitana” o, meglio, ferroviaria, ripetuta recentemente dal ministro Passera, secondo cui la tratta Torino-Lione «pone l’Italia al centro dell’asse verticale e di quello orizzontale» dei traffici europei. È così? Un interrogativo in cui finisce, inevitabilmente, il nodo sulla Val di Susa. E quel pezzettino fantasma che (non) collega Trieste alla Slovenia. Il viaggio lungo l’asse Ovest-Est del continente comincia, naturalmente, dal Portogallo. Che, di per sé, è già una porta chiusa. Visto che, documentano De Benedetti e Rastello, con i suoi 16,7 miliardi di disavanzo accumulato tra il 2000 e il 2010 per gli enti statali che si occupano di trasporto, «il Paese non ha alcuna intenzione né possibilità di assumere impegni per nuove opere». Il corridoio rimarrebbe senza ingresso principale. La Spagna, tappa successiva del reportage, è arrivata alla conclusione che l’alta velocità (l’Ave) che corre ad esempio tra Madrid-Siviglia e Madrid e Andalusia e Madrid- Barcellona è sottoutilizzata: non si recuperano nemmeno i costi d’investimento. Ecco il tunnel della Torino-Lione, un “accanimento”, lo definisce Sergio Bologna, esperto mondiale di logistica e consulente di Commissione europea e vari ministeri. Un accanimento perché l’80% delle merci che entrano in Italia o ne escono su rotaia transita dai valichi di Svizzera e Austria. «Dimostriamo di non essere capaci di agganciarci a infrastrutture esistenti, realizzate da altri – osserva Bologna – ma non ci facciamo problemi a chiedere all’Europa ulteriori capitali per la Torino-Lione…». Su tutto, mette in luce il libro, grava il tema dei nodi: la disorganizzazione di porti, terminal intermodali e magazzini che crea congestione. «La velocità – è il ragionamento – senza una gestione logica “crea ingorgo”». Il viaggio continua ancora in Italia tra Torino, Milano e Brescia, con le previsioni su Pil, traffici in caduta, indagini su appalti, espropri e la fioritura di frecce rosse e bianche a fronte dei tagli ai collegamenti regionali. Per approdare a Mestre, con Veneto e Fvg alle prese con il progetto di “alta velocità balneare”. Da Jesolo a Monfalcone con la linea interrata sotto il Carso fino a raggiungere lo snodo di Divaccia in Slovenia. Costi alti, tempi lunghi, paesaggio deturpato. «Il progetto naufraga – ripercorrono De Benedetti e Rastello –. Trieste rifiuta il passaggio della linea interrata e Unicredit si tira indietro dall’idea di triplicare Monfalcone. Poi? Poi “il corridoio scompare”». Non esistono treni per la Slovenia: soppressi dal dicembre 2011. «Il Piano delle infrastrutture sloveno esclude sia il tratto della Trieste-Divaccia sia il collegamento tra i porti di Capodistria e di Trieste», ricordano i giornalisti. Per raggiungere Lubiana e continuare in treno verso l’Ucraina, si sa, bisogna prendere la corriera.

NOTAV: mozione antitav a Duino

Dal Piccolo del 10/04/13

Mozione anti Tav in Consiglio

DUINO AURISINA La nuova linea ad alta capacità ferroviaria, in gran parte interrata, che da Aurisina dovrebbe attraversare il territorio carsico comunale, quello di Sgonico, Monrupino e Sesana, sarà al centro del dibattito durante il Consiglio comunale di oggi, dalle 9. Il consigliere della Lista Kukanja, Walter Ulcigrai, presenterà una mozione affinché la massima assise possa esprimere la “preoccupazione per il metodo antidemocratico con cui la decisione (di predisporre la nuova linea, ndr), lesiva degli interessi delle comunità interessate e in spregio delle determinazioni legittime delle stesse, è stata assunta”. Ulcigrai sottolinea «l’assoluta assenza di un progetto economico e finanziario che supporti in maniera seria il rapporto tra i costi di costruzione di tale infrastruttura – un miliardo di euro, parrebbe – e i benefici nei tempi di percorrenza dei treni nella tratta, di circa 4 minuti». Altresì rimarcando il perdurare di una gravissima crisi economica che attraversa e coinvolge in maniera profonda tutte le popolazioni. Perciò il Consiglio comunale di Duino Aurisina sarà chiamato a ritenere “ingiustificata” la costruzione di una nuova infrastruttura a servizio del traffico merci. E, “nella certezza che lo sviluppo del traffico ferroviario resta la principale alternativa allo smisurato aumento del numero degli autotreni che circolano sulle strade”, a proporre di “sviluppare, nei tempi più brevi e con la condivisione delle amministrazioni e delle collettività interessate, un progetto serio e finanziariamente percorribile, di ammodernamento della linea ferroviaria esistente”. La mozione di Ulcigrai impegna infine sindaco e amministrazione a intraprendere in tutte le sedi ritenute opportune ogni azione necessaria a impedire iniziative estemporanee, non condivise con gli enti interessati dall’opera: gli unici referenti degli interessi delle collettività rappresentate. (ti. ca.)

NO TAV/ Grande è il disordine sotto il sole (news)

Messaggero Veneto MARTEDÌ, 04 GIUGNO 2013 Pagina 8 – Regione
 
Lega: sulla Tav la maggioranza è già spaccata
 
 
UDINE Parla di “maggioranza spaccata”. La Lega Nord attacca Serracchiani e la sua compagine di governo sulla vicenda Tav. «La Tav è una priorità» per la presidente Serracchiani. Per il capogruppo di Sel Lauri, invece, è un progetto insostenibile economicamente e sbagliato concettualmente. «La maggioranza in Regione si è già spaccata?». Così Matteo Piasente, segretario nazionale della Lega Nord del Friuli Venezia Giulia. «È bastato – continua Piasente – che il commissario Mainardi sfiorasse l’argomento per scatenare reazioni opposte. È palese che Serracchiani e Lauri abbiano dato interpretazioni molto diverse alle parole del commissario Mainardi. La storia a sinistra si ripete: Illy aveva la palla al piede di Rifondazione Comunista con Antonaz e Franzil, Serracchiani ha Lauri e il gruppo di Sel. C’è poi un ulteriore elemento di divisione: la lista dei Cittadini, con un capogruppo, Paviotti, sicuramente distante dalle posizioni di Lauri». Non vuole entrate nelle polemiche invece Bortolo Mainardi: «Voglio solo lavorare. Credo che con la presidente ci chiariremo quanto prima e proseguiremo con determinazione verso i migliori obiettivi anche per la Regione Friuli Venezia Giulia» dice il commissario. Ma poi, incalzato, aggiunge: «Sono soddisfatto che la presidente Serracchiani la pensi ancora come me e cioè che il Tav si faccia anche nella tratta nel Friuli Venezia Giulia. Dico ancora con me – precisa –, proprio perché, ancora in agosto 2012 da parlamentare europea, la presidente dichiarava proprio al vostro giornale che l’idea del Commissario di avviare “il processo per fasi è quello giusto…il quadruplicamento prospettato dal Commissario Mainardi è a tutti gli effetti una linea con le caratteristiche dell’Alta Velocità e dell’Alta Capacità, ma con un surplus di attenzione alla sostenibilità ambientale…” Mi pare che queste parole spieghino che la pensiamo allo stesso modo». (m.m.)

 

 

Messaggero Veneto LUNEDÌ, 03 GIUGNO 2013 Pagina 7 – Regione

mv 3 giugno udine 7
 
Serracchiani: «La Tav è una priorità»
 
La presidente replica al commissario Mainardi: quadruplicamento e potenziamento immediato, necessario intervenire
 
 
 
 
LEGGI E COMMENTA SUL SITO www.messaggeroveneto.it
di Paolo Mosanghini wUDINE Debora Serracchiani contro Bortolo Mainardi. Tav sì o Tav no? La presidente della Regione replica al commissario per l’Alta Velocita-Alta Capacità. Ieri Mainardi in un’intervista al Messaggero Veneto è intervenuto sulla possibilità di quadruplicare la linea esistent, un progetto a inpatto zero e al costo di 800 milioni. E la presidente Serracchiani ha subito puntualizzato: «Probabilmente il commissario Mainardi rammenta le parole che ha pronunciato lui stesso ad agosto del 2012 quando, sottolineando i costi “eccessivi e inaccettabili” dal punto di vista economico e ambientale della Tav Mestre-Trieste, ha detto “no alla Tav, sì al potenziamento dell’attuale linea”», commentando le parole del commissario governativo per la tratta Venezia-Trieste, il quale ha dichiarato che «nessuno ha detto che la Tav non si può fare qui». «Io invece ho sempre ribadito che per il Friuli Venezia Giulia è fondamentale – spiega ancora la presidente Serracchiani – avere collegamenti ferroviari veloci ed efficienti, per i passeggeri e per le merci, e che la tratta Venezia-Trieste rientra tra le priorità su cui intervenire subito. La Regione condivide in linea di principio l’opzione del quadruplicamento della linea, ma soprattutto il potenziamento immediato della linea esistente, a partire dall’intervento puntuale sui colli di bottiglia. Proprio per questo vorremmo conoscere in dettaglio il progetto di quadruplicamento della linea Trieste-Venezia, e magari cominciare un confronto sugli investimenti immediati necessari per i potenziamenti». Secondo Serracchiani «bisogna che ci sia molta chiarezza quando si parla di questo argomento: il progetto cui si riferisce il commissario Mainardi risale al 2010 ed è ancora in attesa dell’esito della valutazione d’impatto ambientale, e non ha nulla a che vedere con il quadruplicamento della linea esistente, di cui lo stesso Mainardi è fautore, e per il quale invece non vi è traccia alcuna di progetti alternativi depositati». «Più precisamente – aggiunge ancora la presidente – il commissario sta parlando di un progetto di quadruplicamento che esiste solo come idea progettuale del commissario, dal momento che la Regione non ha mai ricevuto un simile progetto per quanto attiene il suo territorio. Mainardi è commissario del progetto Rfi del 2010: se ce n’è un altro, ce lo faccia conoscere nel dettaglio. Anche perché, come presidente del Friuli Venezia Giulia, vorrei che i comuni della mia regione siano informati – conclude – dei rischi e dei benefici di questo nuovo tracciato». Ma anche in casa di Sel le affermazioni di Mainardi non sono passate inosservate. «Le parole del commissario per la Tav Mainardi danno finalmente ragione a quello che il movimento e i comitati sostengono da anni, e cioé che anche tralasciando l’impatto ambientale, persino dal punto di vista economico i costi della Tav a 300 all’ora superano di gran lunga i benefici, e che per realizzarla non ci sono soldi nè investitori», ha dichiarato Giulio Lauri, capogruppo di Sinistra ecologia libertá in consiglio regionale. «Non si può non rilevare che peró nella posizione del Commissario c’è ancora molta confusione, e che probabilmente questa confusione è presente anche nel governo. Bisogna dire con chiarezza che il progetto della Tav a 300 l’ora, per cui purtroppo sono già stati spesi molti milioni di euro, viene definitivamente accantonato, e che i 200 km l’ora sono sufficienti e che semmai è Moretti a dover garantire più treni e migliori coincidenze verso il resto del paese e verso il centroeuropa; bisogna investire sull’alta capacitá delle merci verso il Baltico, togliendo il traffico dei Tir dalle autostrade; e bisogna chiarire che l’opzione zero che i Comuni chiedono non è l’ennesimo nuovo tracciato su cui litigare e perdere tempo e soldi pubblici, ma il miglioramento del tracciato esistente, operando con cantieri piú piccoli sui colli di bottiglia. Su questo fino a ora è la politica del governo a non decidere e a non essere chiara, non quella del nuovo governo regionale guidato da Debora Serracchiani», conclude Lauri. paolomosanghini

 

Messaggero Veneto 2 giugno 2013

 

DOMENICA, 02 GIUGNO 2013
 
 
Ora Latisana ha paura per la Tav in centro città
 
Il sindaco ha annunciato in Consiglio la possibilità di una modifica del tracciato L’alta velocità doveva correre parallela all’autostrada, ora le carte si mescolano
 
 
 
LATISANA Lo sostiene il sindaco, Salvatore Benigno, dicendosi assolutamente contrario, all’ipotesi di potenziamento della linea ferroviaria che attraversa la cittadina, in alternativa alla vecchia ipotesi di tracciato Tav che avrebbe dovuto correre parallelo all’autostradale, «per le inevitabili ripercussioni di ordine ambientale e paesaggistico che tale soluzione tecnica implicherebbe per il nostro territorio fortemente urbanizzato», precisa il sindaco che ha illustrato le novità legate al tracciato dell’alta velocità durante il consiglio comunale di giovedì ed emerso nel corso di recente incontri a livello regionale. «Non è possibile, parlando di infrastrutture ferroviarie regionale, fare annunci improvvisi non parlando più di Tav ma di sistemazione di quanto già esiste, eliminando i colli di bottiglia, senza considerare le peculiarità dei territori, ma solamente per evidenziare inefficienze altrui tutte da dimostrare – commenta critico il sindaco Benigno – sul progetto di Rete Ferrovie del 2010, noto anche come protocollo Sonego, dopo ambi dibattiti e risorse utilizzate, a questo punto direi inutilmente, si era trovata un’unitarietà d’intenti, che ora alla luce del tentativo di “modificare in maniera furba” il progetto originale, sotto forma di lancio di un nuovo studio di fattibilità, sulla spinta delle dichiarazioni del commissario Mainardi che i finanziamenti per la nuova linea Tav non ci saranno mai, comporterà inevitabilmente la levata di scudi di quei territori, come per esempio il nostro, che mai e poi mai possono reggere il quadruplicamento della linea ferroviaria esistente, sia per difficoltà di ordine tecnico, già messe in evidenza nel passato, che per ragioni di impatto per il territorio». Davanti a questa nuova ipotesi di potenziamento della rete ferroviaria è già partita un’azione comune con i sindaci di Palazzolo dello Stella e Precenicco, con la predisposizione di un documento unitario, inviato al commissario Mainardi e alla Presidente della Regione, Debora Serrachiani, nel quale i sindaci evidenziano le loro perplessità di fronte a un’idea «che improvvisamente sembra mettere d’accordo tutti – ribadisce il sindaco di Latisana – semplicemente perché sposta il problema in casa d’altri«. Il prossimo consiglio comunale che il sindaco dovrebbe convocare per la metà di giugno, l’assemblea sarà chiamata a votare uno specifico ordine del giorno, «nei cui confronti, sin da ora, chiedo il convinto sostegno di tutte le forze politiche presenti in aula, per la difesa della nostra comunità, come sempre abbiamo fatto di fronte alle tematiche di ampio respiro che vedono coinvolta la nostra cittadina«. Paola Mauro

 

 

 

 udine 10

 

Messaggero Veneto DOMENICA, 02 GIUGNO 2013 Pagina 10 – Regione
 
«Tav a impatto zero e bastano 800 milioni»
 
Il commissario per l’Alta Velocità Mainardi: piano organico con le infrastrutture «La soluzione condivisa con il territorio è la strada più breve, la politica decida»
 
 
 
 
UDINE I progetti? «Ci sono». Il potenziamento dell’esistente? «È quello che possiamo fare in pochi anni, con 700-800 milioni di euro, e che chiedono gli amministratori locali». Il futuro delle infrastrutture a Nordest? «Serve un authority unica che programmi gli interventi compatibilmente con le risorse. Non è più pensabile ragionare a compartimenti stagni. Gli interventi su autostrade e ferrovie vanno programmati in una logica d’insieme, decidendo quale vocazione dare ai diversi tipi di trasporto. In modo integrato tra loro. Perché non possiamo permetterci di buttare via i soldi pubblici». Bortolo Mainardi, il commissario straordinario della Tav Venezia-Trieste, si sente chiamato in causa e non si sottrae. Alla presidente Serracchiani, che sul tema alta velocità-alta capacità è intervenuta a Trieste citando anche il lavoro del commissario – dicendo «Registro che da una parte non c’è ancora il finanziamento statale, dall’altra c’è un commissario per il progetto che ci dice che tra Venezia e Trieste non ci sarà l’opera, ma la quadruplicazione dell’esistente. Quindi, nell’ipotesi in cui il governo faccia scelte diverse rispetto all’Alta velocità in Fvg, come pare, Roma si deve assumere l’impegno di togliere i colli di bottiglia» – risponde con la franchezza che gli è propria. Commissario Mainardi, si è confrontato con la presidentessa Serracchiani? «Ho scritto un mese fa alla governatrice Serracchiani manifestando la disponibilità a illustrarle lo stato dell’iter procedurale sulla tratta alta velocità/alta capacità di mia competenza in Friuli Venezia Giulia e cioè fino a Ronchi Dei Legionari. Spero che quell’incontro possa avvenire quanto prima. A oggi mi limito ad apprendere quel che pensa dai giornali». Ma è vero che i progetti per la Tav a Nordest non ci sono? «Non è vero che non ci sono i progetti per la nuova linea Av/Ac Venezia–Trieste. Ci sono dal dicembre 2010, sono costati circa 22 milioni di euro, di cui circa 6 milioni erogati dall’Unione europea. Chiariamoci una volta per tutte! Non solo i governi italiani, ma è sopratutto l’Unione Europea che ha programmato i corridoi numero 3 (Mediterraneo) e numero 1 (Baltico-Adriatico) – a mio avviso quest’ultimo preferibile per noi –; corridoi che passando da Venezia arrivano a Trieste e poi da Udine passano per Vienna fino ad arrivare a Helsinki. Il governo Italiano conferma semmai l’importanza strategica dei corridoi e quindi anche della tratta in Friuli Venezia Giulia». Si è sentito messo in discussione da Serracchiani? «Io sono un professionista. È la terza volta che ho l’onore e l’orgoglio di essere Commissario straordinario: sull’A28 Sacile-Conegliano e sul Passante di Mestre ho fatto il mio dovere, lo farò anche per questo incarico. Nessuno più del sottoscritto e quindi dello Stato italiano, a cui rispondo, sta lavorando perché l’opera sia economica per la collettività, condivisa dai territori su cui ricade, realizzabile e sostenibile dal punto di vista finanziario. A me viene richiesta concretezza: ogni mese debbo esporre relazioni che devo inviare al Ministero del Tesoro. Sto lavorando per offrire diverse ipotesi di tracciati rispetto a quelli del progetto Rfi del 2010 che prevedono costi da Venezia a Ronchi per 5,7 miliardi di euro. Spetta poi alla responsabilità squisitamente politica la scelta definitiva su quale tracciato portare avanti». Quali sono le alternative? «Le diverse ipotesi di tracciato su questi 122 chilometri, in Veneto e in Friuli, non sono altro che la conferma del corridoio sulla linea ferroviaria esistente dove possibile (a Latisana e Palazzolo per esempio ci sono dei problemi da superare), nella programmazione per fasi. Anche la gran parte dei Comuni del Basso Friuli di recente ha chiesto “l’opzione zero” cioè un’ipotesi di tracciato alternativo e a giorni invierò la documentazione alla presidentessa Serracchiani». Come si procede? «Prima riqualificando l’esistente, collegando l’aeroporto, superando la stazione di Mestre, quadruplicando il bivio San Polo-Monfalcone, raddoppiando la tratta Palmanova-Udine, eliminando i circa 30 passaggi a livello. Già solo con l’eliminazione dei passaggi a livello si potrebbero raggiungere i 200 chilometri l’ora. Solo dopo questa prima fase bisogna pensare al quadruplicamento come realizzato sulla Mestre-Padova. Quindi alla saturazione della linea che a mio avviso non avverrà prima di 15/20 anni». Stando a quanto dice i primi risultati si potrebbero avere in pochi anni… «Lo dico da uomo del Nordest, legato alla mia terra e abituato a parlare come mangio. Se riuscissimo in Veneto e in Friuli Venezia Giulia a far presto e garantirci nei Contratti di programma con Rfi per i prossimi 5/6 anni una cifra di 700-800 milioni di euro, potremmo realizzare gli interventi che ho delineato e porteremmo lavoro. E Dio sa quanto ce ne sia bisogno oggi! Detto questo, ribadisco, è la politica che deve pronunciarsi e scegliere cosa fare». A tal proposito, vista la congiuntura economica, viste le difficoltà nel reperire finanziamenti per le grandi opere, crede che il Nordest si possa ancora permettere due opere come Tav e terza corsia? Non saremo costretti a scegliere una o l’altra? «Nel mio ruolo di tecnico provo a fare un ragionamento più ampio. Se decidiamo di realizzare l’alta capacità ferroviaria e spostare le merci su rotaia, cosa che abbiamo visto si potrebbe fare in pochi anni, dobbiamo fare i conti con un calo dei pedaggi autostradali. Nel caso di Autovie, per esempio, se il fatturato da pedaggi è di circa 130 milioni l’anni, di cui il 30 per cento dovuto al traffico pesante, è pensabile che la concessionaria rinunci a questi introiti? Dico questo perché sono convinto che non sia più tempo di ragionare per compartimenti stagni. Autostrade, ferrovie, porti e aeroporti devono fare parte di un disegno organico. È per questo che sostengo da tempo la necessità di realizzare un’Authority del Nordest per la pianificazione delle infrastrutture. Ma torniamo al punto di partenza: alla politica il compito di delineare le strategie». Martina Milia

 

 

Messaggero Veneto 1 giugno 2013

Tav, si spacca il fronte dei sindaci

Palazzolo, Latisana e Precenicco dicono no a un nuovo studio

 

PALAZZOLO DELLO STELLA. «I sindaci di Latisana, Precenicco, Palazzolo dello Stella, pur ravvisando l’utilità della massima condivisione sul progetto Nuova Linea AV/AC Venezia –Trieste esprimono forte perplessità rispetto alla necessità di effettuare un nuovo studio di fattibilità che avrebbe la finalità di portare ad un cambio di tracciato rispetto al Progetto RFI 2010. La contrarietà a una eventuale potenziamento/ampliamento del tracciato storico si giustifica per gli evidenti impatti ambientali e paesaggistici che tale scelta produrrebbe sui rispettivi centri abitati».

Si spacca il fronte dei sindaci sulla Tav: i sindaci di Latisana, Precenicco e Palazzolo, inviano alla presidente della Regione Fvg, Debora Serracchiani e al presidente dell’assemblea permanente dei sindaci, Cristiano Tiussi, un documento per dire no a nuovi progetti.

«Abbiamo appreso con sconcerto e preoccupazione le dichiarazioni con le quali il presidente della Regione Debora Serracchiani preannunciava un potenziamento della linea ferroviaria esistente e l’intento, del commissario, di procedere ad un suo quadruplicamento». Attacca a nome dei colleghi, il sindaco di Palazzolo Mauro Bordin, «si tratta di ipotesi che smentiscono del tutto il progetto attualmente in esame a Roma, frutto dell’accordo di tutti i sindaci del territorio, che, per quanto riguarda Palazzolo, prevede la realizzazione della nuova linea in affiancamento all’autostrada. Sia chiaro, sin da subito che a un’ipotesi di quadruplicamento della linea esistente opporremo ogni azione a tutela dei nostri cittadini e del nostro paese, che ne risulterebbe irrimediabilmente pregiudicato. Non si può pensare di sventrare un territorio con un intervento così pesante su un tessuto urbanistico ormai consolidato. Amministrazioni comunali e consigli comunali- dice-, si sono espressi a favore del tracciato parallelo all’autostrada, già concordato, e per il quale sono state spese importanti risorse delle quali, presumo, qualcuno debba rendere conto. Anche l’ipotesi del potenziamento della vecchia linea incontra forti perplessità, in quanto le modalità e le conseguenze di tale intervento incideranno su una zona che presenta un sensibile grado di urbanizzazione residenziale e produttiva. Non vorremmo che l’azione di alcuni sindaci, preoccupati delle ricadute sul proprio territorio, finisse per riverberarsi negativamente sulle nostre comunità. Chiediamo al presidente della Regione e al commissario di non cadere in un simile errore e di confermare, per quanto riguarda il nostro territorio, il percorso progettato. Diversamente – conclude – troveranno una ferma opposizione da parte della comunità di Palazzolo che attuerà ogni iniziativa utile a tutelare le proprie ragioni».

 

Dal Piccolo del 02/06/13

Serracchiani ribatte a Mainardi sull’Alta velocità

 
TRIESTE Lui, il commissario straordinario per la tratta Venezia-Trieste della Tav Bortolo Mainardi, le rinfaccia di «cadere dalle nuvole» e di dimenticare la concretezza del progetto dell’Alta velocità? Lei, Debora Serracchiani, ribatte per le rime, ricordando le perplessità espresse dallo stesso Mainardi, in passato, sulla fattibilità dell’oepra. «È stato proprio il commissario, nell’agosto 2012, sottolineando i costi “eccessivi e inaccettabili” dal punto di vista economico e ambientale della Tav Mestre-Trieste, a dire “no alla Tav e sì al potenziamento dell’attuale linea – replica Serracchiani -. Nessuno ha detto che la Tav non si può fare qui. Io invece ho sempre ribadito che per il Friuli Venezia Giulia è fondamentale avere collegamenti ferroviari veloci ed efficienti, per i passeggeri e per le merci, e che la tratta Venezia-Trieste rientra tra le priorità su cui intervenire subito. La Regione condivide in linea di principio l’opzione del quadruplicamento della linea, ma soprattutto il potenziamento immediato della linea esistente, a partire dall’intervento puntuale sui colli di bottiglia. Proprio per questo vorremmo conoscere in dettaglio il progetto di quadruplicamento della linea Trieste-Venezia, e magari cominciare un confronto sugli investimenti immediati necessari per i potenziamenti». Secondo Serracchiani «serve molta chiarezza quando si parla di questo argomento: il progetto cui si riferisce il commissario Mainardi risale al 2010 ed è ancora in attesa dell’esito della valutazione d’impatto ambientale, e non ha nulla a che vedere con il quadruplicamento della linea esistente, di cui lo stesso Mainardi è fautore». Sulla stessa linea Giulio Lauri di Sel. «Nella posizione del commissario c’è ancora molta confusione, presente probabilmente anche nel governo. Bisogna dire con chiarezza che il progetto della Tav, per il quale purtroppo sono già stati spesi molti milioni di euro, viene definitivamente accantonato».

 

Dal Piccolo del 01/06/13

Mainardi “bacchetta” la presidente sulla Tav

 

TRIESTE «La presidente Debora Serracchiani non può cadere dalle nuvole, la Tav si fa anche in Friuli Venezia Giulia. E per realizzare l’Alta Velocità per passeggeri e Alta Capacità per le merci, per quanto riguarda la tratta da Venezia a Ronchi di mia competenza, si sta lavorando a tracciati diversi da quelli finora progettati». Bortolo Mainardi, commissario straordinario per la linea AV-AC Venezia- Trieste, ribatte alle dichiarazioni della governatrice. L’ex europarlamentare, esprimendo forti perplessità in relazione alla costruzione dell’opera in regione, aveva annunciato l’avvio di una accordo con il governo per chiedere risorse (500 milioni di euro) utili ad ammodernare la rete ferroviaria esistente. In particolare i “colli di bottiglia” di Trieste-Mestre, del bivio San Polo a Monfalcone, della Udine-Cervignano e di Campo Marzio. «Premesso che io penso che abbiamo bisogno di Tav – chiariva la presidente –, registro che da una parte non c’è ancora il finanziamento statale, dall’altra c’è un commissario per il progetto che ci dice che tra Venezia e Trieste non ci sarà l’opera, ma la quadruplicazione dell’esistente. Quindi, nell’ipotesi in cui il governo faccia scelte diverse rispetto all’Alta velocità in Fvg, come pare, Roma si deve assumere l’impegno di togliere i colli di bottiglia così possiamo avere treni veloci». Parole a cui Mainardi risponde a stretto giro di posta. «Nessuno ha detto che la Tav non si può fare qui – osserva il commissario – i Corridoi sono confermati. Non è vero che non ci sono i progetti per la nuova linea AV-AC Venezia –Trieste, ci sono dal dicembre del 2010, costati circa 22 milioni di euro e di cui circa 6 milioni provengono da contributi Ue. Chiariamoci una volta per tutte – osserva– non soltanto il governo italiano , ma è sopratutto l’Unione Europea che ha programmato i Corridoi numero 3 Mediterraneo e 1 Baltico-Adriatico». I quali, ricorda il commissario, «passando da Venezia arrivano a Trieste e poi da Udine per Vienna fino a Helsinki». Mainardi ha scritto un mese fa alla presidente dandole la propria disponibilità a illustrare lo stato dell’iter procedurale sulla tratta AV-AC fino a Ronchi. Anche perché, ci tiene a sottolineare il commissario, il governo italiano conferma l’importanza strategica dei Corridoi e quindi anche della tratta in regione e al momento si sta pensando a tracciati diversi da quelli già progettati; ipotesi che non farebbero che confermare il corridoio sulla linea ferroviaria attuale. «Ma prima riqualificando l’esistente – puntualizza Mainardi – collegando l’aeroporto, superando la stazione di Mestre e quadruplicando il bivio S.Polo-Monfalcone». E ancora, «raddoppiando Palmanova-Udine ed eliminando i circa 30 passaggi a livello. E poi – conclude – pensare al quadruplicamento come realizzato sulla Mestre-Padova». (g.s.)

NO TAV/ I pentiti del TAV

I PENTITI DEL TAV
citazione dall’articolo che segue
<<Per assurdo, allora, avevano ragione coloro che agli incontri ci contestavano e ci tiravano uova, coloro che ci aizzavano a dire “no” ad ogni trattativa con Rfi».>>

Messaggero Veneto MARTEDÌ, 11 GIUGNO 2013

Pagina 35 – Provincia PALMANOVA

Cressati: sul progetto Tav quanti anni gettati al vento

PALMANOVA Il commissario per la Tav, Bortolo Mainardi, ha concesso ai sindaci dei comuni interessati dal passaggio della linea ferroviaria, di ragionare non solo sulla linea concordata con il famoso “Protocollo d’intesa” siglato da sindaci e Regione, ma anche sul semplice ammodernamento della linea esistente (la cosiddetta “opzione zero”). Questo fatto suscita la reazione amara dell’ex sindaco Federico Cressati che, come gli altri amministratori, si è confrontato con le varie ipotesi progettuali senza prendere in considerazione proprio l’opzione zero, in quanto esclusa a priori dai tecnici. «Ovviamente – precisa – ora i sindaci hanno giustamente optato per l’ammodernamento della linea esistente, meno impattante e problematico. Nel corso degli accesi dibattiti degli anni scorsi tra amministratori comunali, tecnici di Rfi e amministratori regionali, un’affermazione era graniticamente e dogmaticamente ripetuta da Rfi e Regione Fvg: l’opzione zero non esiste, l’opera è strategica, fondamentale e quindi per le caratteristiche tecniche non può essere un semplice ammodernamento della linea esistente, è necessario un radicale ripensamento del sistema delle tratte». Cressati ricorda che per anni si è ragionato su ipotesi progettuali di nuovi tracciati, con l’obiettivo di difendere al massimo il territorio, ma partendo dal presupposto che un “sacrificio” era necessario perché l’opzione zero (quella che il buonsenso di tutti suggeriva) non era possibile. «Ora, a distanza di 8 anni – prosegue l’ex sindaco – apprendo che il lavoro di noi amministratori è stato vano ed inutile, così come le ore trascorse a confrontarci con i cittadini e tra amministratori. Perché, come un coniglio dal cilindro del mago, è spuntata “l’opzione zero”, quella su cui mai avevamo potuto ragionare. Mi chiedo quale costo abbiano avuto questi anni pensando agli incarichi progettuali affidati, alle ore di lavoro degli uffici pubblici, al tempo dedicato a questo progetto. Il tutto per avere come risultato un ritorno al punto di partenza. Per assurdo, allora, avevano ragione coloro che agli incontri ci contestavano e ci tiravano uova, coloro che ci aizzavano a dire “no” ad ogni trattativa con Rfi». E allora all’ex sindaco non resta che una domanda: «Noi amministratori, che con coscienza ci siamo impegnati, cercando di convincere noi stessi, prima, e i nostri cittadini, dopo, che la soluzione di maggior buonsenso non esisteva, come dobbiamo comportarci una volta accertato che abbiamo sostenuto il falso? Non è vero che “l’opzione zero” non esiste, anzi è la migliore». Monica Del Mondo

NO TAV/ Quella scema della serracchiani

udine 10

 

Messaggero Veneto MARTEDÌ, 06 AGOSTO 2013 Pagina 10 – Economia
 
La Tav va avanti sul tracciato originario
 
Si affievoliscono le speranze dei sindaci di un nuovo progetto di fattibilità. L’Italfer verso l’approvazione del preliminare
 
 
 
Gualtiero Pin I Comuni hanno tempo fino a Ferragosto per un parere: stiamo facendo sforzi enormi perchè non si prendano decisioni sulle nostre teste
Bortolo Mainardi Aspetto di sentire Serracchiani per discutere, nell’incontro da me richiesto, l’ipotesi avanzata dai sindaci della Bassa ancora a maggio

UDINE Il progetto 2010 della Tav tra Portogruaro e Ronchi Sud e tra Ronchi Sud e Trieste va avanti inesorabile. E questo riduce i tempi e le speranze dei sindaci friulani (19 sui 22 interessati dalla tratta tra Portogruaro e Ronchi sud) di veder prodotto uno studio di fattibilità su un’alternativa al proggetto di Italferr, un’alternativa che contempli prima di tutto il potenziamento della linea esistente. La notizia della prossima tappa l’ha data ieri il Comune di Monfalcone: «Italferr ha avviato per conto di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) le procedure di approvazione del progetto preliminare delle tratte ferroviarie Ac/Av Portogruaro – Ronchi sud e Ronchi sud – Trieste del Corridoio plurimodale V, provvedendo, tra l’altro, all’invio dei documenti progettuali ai Comuni interessati e alla Regione. Entro settembre dovranno pervenire alla Regione il parere sulle integrazioni alla Via del progetto preliminare, presentate da Italferr Spa su richiesta della commissione nazionale di Via, e pervenute alla Regione lo scorso 19 giugno. I documenti sono stati trasmessi al Comune di Monfalcone il 15 luglio (ndr anche ai Comuni della Bassa), con richiesta di esprimersi entro 30 giorni». «L’incartamento è arrivato anche a noi – conferma il sindaco di Bagnaria Arsa, Cristiano Tiussi, che coordina gli altri municipi. Il progetto del 2010 va avanti ugualmente – aggiunge – anche se in ben 19 Comuni, nell’incontro avuto con il commissario straordinario Mainardi, abbiamo auspicato che ci possa essere uno studio di fattibilità che valuti un progetto alternativo ovvero il potenziamento della linea esistente. Parliamo di interventi che potrebbero essere fatti in pochi anni – mentre il progetto Italferr non sarebbe pronto prima di 20 anni -, con risorse limitate, impatto ridotto e che comunque non pregiudicherebbe in futuro, se i flussi di traffico lo richiedessero, la realizzazione di una linea ex novo. La presidente Serracchiani conosce la nostra posizione e contiamo che presto ci possa essere un incontro ufficiale con lei e il commissario per dare seguito alla volontà degli amministratori». Quanto alla tratta da Ronchi a Trieste: «In questi giorni abbiamo fatto uno sforzo enorme per arrivare al risultato nei tempi richiesti – commenta l’assessore di Monfalcone, Gualtiero Pin –, che come spesso succede non possono dirsi ragionevoli, visto che si tratta di elementi che necessitano di diverse e precise valutazioni. Riteniamo importante però che tali decisioni non siano prese “sopra la nostra testa”». Il commissario straordinario della tratta Venezia – Ronchi, Bortolo Mainardi (foto), che oggi sarà a Roma per fare il punto della situazione con il Ministro, si limita a dire: «Sto aspettando di sentire – spero a giorni – la presidente Serracchiani per discutere, nell’incontro da me richiesto, l’ipotesi avanzata dai sindaci della bassa friulana ancora a maggio. Solo se la Regione darà parere favorevole a quell’impostazione si potrà procedere con lo studio di fattibilità su un’ipotesi alternativa, come avvenuto in Veneto. Non è un segreto che il precedente assessore alle Infrastrutture (ndr Riccardo Riccardi) fosse contrario a qualunque studio su un’ipotesi alternativa. Se la nuova giunta non si esprimerà esplicitamente su questo tema, per il Ministero e Italferr continuerà a valere il progetto 2010». Tanto più che sulla testa pende la spada di Damocle del Cipe: se il comitato interministeriale approvasse il progetto preliminare già esistente sarebbe molto difficile, se non impossibile, tornare indietro. Martina Milia

 

da il piccolo

Tav, parte l’iter della tratta Portogruaro-Ronchi

Tav, parte l’iter della tratta Portogruaro-Ronchi

Italferr avvia le procedure di approvazione del progetto preliminare Documenti all’esame della Regione e dei Comuni interessati

NO TAV/ Del Bello (PD) Opzione Zero per la TAV

Il Piccolo 28 agosto 2013

Del Bello: «Opzione zero per la Tav»


 

«Tav: opzione zero. Vincente l’ipotesi di potenziamento della linea esistente, comprensiva di previsioni di adeguamenti locali (Bivio di San Polo, curvone di Latisana, risagomatura gallerie carsiche) ove tale linea sia palesemente insufficiente».

Ad affermarlo è monfalconese Fabio Del Bello, consigliere provinciale nelle fila del Pd. Secondo Del Bello va riparametrata l’analisi multicreri inserendo inserendo tra i criteri la valutazione della frammentazione ecologica, territoriale e idraulica, rivedendo il criterio del valore percentuale dei tratti di interferenza rapportato alla lunghezza totale e rivalutando la media pesata con parametri più aderenti ai tipi di habitat (soprattutto il Carso) e al loro grado di fragilità.

Del Bello: «Ritengo la battaglia contro il progetto preliminare della nuova linea ad alva velocità e capacita ferroviaria Venezia-Trieste sostenuto dai bigpolitici degli opposti schieramenti(Illy-Sonego, Tondo-Riccardi, Serracchiani-D’Alema), vinta! Se dalla attuale Giunta regionale dovessero residuare ancora tardive speranze e soprattutto se si dovesse ancora fantasticare sul tratto ipogeo Monfalcone-Trieste, chiederò alla presidente della Regione Serracchiani un pubblico confronto a Monfalcone dove i danni della Tav sarebbero immani».

Nel frattempo nella Commissione provinciale Trasporti/Logistica, presideuta dallo stesso del Bello, ai primi di settembre saranno depositati due elaborati volti a comporre un disegno logistico di Area vasta finalizzato a dare adeguate e ragionevoli risposte al traffico passeggeri e soprattutto all’Alta capacità ferroviaria per i porti (con particolare riferimento a quello di Monfalcone considerato la principale leva di sviluppo dell’intero Isontino).

TAV: il Comune di Trieste vigliacco come sempre?

A breve uscirà un comunicato del Comitato NOTAV di Trieste e del Carso.

 

Dal Piccolo del 01/09/13

La Tav? Né sì né no La giunta decide di tirare il freno

Non sventra la Val Rosandra, come a suo tempo in tanti avevano temuto, ma il Carso triestino lo buca lo stesso, nella sua parte alta, occidentale, dalle porte di Duino fino alla “pancia” di Villa Giulia, nella zona di via Cantù, dove la futura Tav è destinata ad essere allacciata senza uscire allo scoperto direttamente alla circonvallazione sotterranea esistente, la cosiddetta “linea di cintura” che punta verso la linea portuale che ha il suo “terminal” nella stazione di Campo Marzio. L’ultimo progetto preliminare della Ronchi-Trieste sostitutivo del piano originario del 2003 – redatto a fine 2010 in scia ai dettami del Cipe in base ai quali la tratta è stata inserita nell’«elenco delle opere ed interventi strategici» individuati dal Governo nel 2006 – prevede in effetti per la Tav una lunghezza di oltre 23 chilometri su e in suolo provinciale sui 36 e mezzo dell’intera Ronchi-Trieste. Di questi, quasi 22 sono sotterranei. L’opera dovrebbe riemergere per un chilometro e poco più solo in prossimità dello snodo di Aurisina. Il resto è progettato che corra sotto Ceroglie, Malchina, Slivia e poi Santa Croce, Campo Sacro, Prosecco, Piscianzi fino, per l’appunto, a Villa Giulia. (pi.ra.) di Piero Rauber Un anno fa obiettava, fabbricava domande, ma professava fede. Ora s’è irrigidito. È diventato – ufficialmente, causa «mancata o incompleta risposta ad alcune prescrizioni» – agnostico. Il Comune – in scia alla recentissima e non dissimile decisione assunta dalla Provincia – tira il freno a mano lungo l’iter burocratico che dovrebbe portare, entro il 2040, alla realizzazione della Ronchi-Trieste, la tratta locale della Tav. La giunta Cosolini è fresca di delibera nella quale – «seppur ribadendo il valore strategico di un sistema infrastrutturale di trasporto e di comunicazione adeguato alla funzione logistica e portuale, alla collocazione europea», con tanto di richiesta all’amministrazione Serracchiani di «un intervento nei confronti di Governo e Ferrovie per un pronto confronto che sciolga i nodi aperti» – ha stabilito di «non esprimere parere» sulla versione del progetto preliminare della Ronchi-Trieste aggiornata con le ultime integrazioni ambientali. Una versione che Italferr ha spedito alla Regione, in risposta alle condizioni e alle prescrizioni che la stessa Regione aveva raccolto da tutti gli enti locali, sintetizzato e inviato al Ministero dell’Ambiente nell’ambito della procedura di Via. La delibera – il cui valore non è vincolante per Regione e Governo ma ha comunque un forte sapore simbolico – ora sta transitando nelle circoscrizioni, poi tornerà in giunta, quindi si avvierà all’ultima parola del Consiglio comunale, la cui discussione con voto decisivo dovrebbe essere calendarizzata entro un paio di settimane. La conclusione alla quale arriva però il provvedimento è già preda di polemiche, con la maggioranza (si legga sotto, ndr) accusata dalle opposizioni di aver deciso di non decidere per evitare pubbliche spaccature come quando, nell’estate del 2012, il centrodestra venne in soccorso al Pd per far passare il parere favorevole condizionato proprio sulla Tav, osteggiato dall’ala sinistra della maggioranza stessa. L’ultimo documento, dopotutto, è entrato in giunta – portato da Umberto Laureni, l’assessore all’Ambiente in quota Sel – con un parere originariamente contrario stilato dagli uffici tecnici. È uscito appunto senza più parere. Eppure la delibera – 25 pagine dense di citazioni della storia dell’iter avviato ancora nel 2003 – è piuttosto convincente: gli uffici tecnici certificano, e qui la politica conta fino a un certo punto, che Italferr non ha esaudito ben 11 prescrizioni delle 24 cui il Comune l’anno scorso aveva condizionato il proprio parere favorevole. Si va dall’assenza di allegati che individuino fin d’ora le connessioni triestine – tra lo sbocco del tragitto carsico in galleria in prossimità di via Cantù e le stazioni di piazza Libertà, Campo Marzio e Opicina – alla carenza di studi sullo smaltimento degli inerti e sull’incidenza del traffico pesante legato al cantiere di imbocco galleria che Italferr localizza in via Marziale, sopra via Commerciale. Ma le due condizioni più pesanti che l’amministrazione Cosolini ritiene oggi non soddisfatte riguardano due sostanziali royalty. Una è «la necessità di prevedere un adeguamento delle infrastrutture ferroviarie più direttamente connesse al Porto» per raddoppiare la lunghezza dei treni-merci, l’altra è «la progettazione preliminare che preveda il collegamento del tracciato oltre il Porto fino a Capodistria». «Alcune delle nostre prescrizioni – spiega Laureni – non hanno avuto risposta, e altre non sono state trovate nei corposi documenti di Italferr, ma la mancanza di un parere negativo finale deriva dal fatto che abbiamo inteso riconoscere anche una indubbia difficoltà di interpretazione e mediazione dal momento che Italferr ha risposto a una serie di quesiti che prima la Regione e poi il Ministero hanno sintetizzato partendo da una miriade di osservazioni fatte da tutti gli enti chiamati a esprimersi, non solo dal Comune di Trieste». @PierRaub

 

NOTAV: rass.stampa del 05/09 sulla Ronchi-Trieste

QUI IL COMUNICATO DEL COMITATO NOTAV DI TRIESTE E DEL CARSO

 

Dal Piccolo del 05/09/13

«Tav, la Regione si attivi per il no definitivo»

Basta con l’«accanimento terapeutico» sul progetto della linea Tav fra Mestre e Trieste: la Regione si attivi per il no definitivo. È questa la richiesta formulata ieri da Dario Predonzan per conto del Wwf e da Andrea Wehrenfennig di Legambiente, e indirizzata alla Regione e al Comune. «Siamo al cospetto di una vera e propria telenovela – ha detto Predonzan – in quanto questo progetto, presentato per la prima volta nel 2003, è già stato bocciato dagli organi tecnici dei ministeri dell’Ambiente e dei Beni culturali e poi ritirato nel 2005 dalla giunta guidata all’epoca da Riccardo Illy, che l’aveva peraltro finanziato e sostenuto fino alla fine». L’esponente del Wwf ha ricordato poi che «nel 2010 Rfi e Italferr presentò un progetto simile, ma diviso in quattro tronconi separati, per cercare di gettare fumo negli occhi. Uno spezzatino – l’ha definito Predonzan – in evidente contrasto con lo spirito delle valutazioni d’impatto ambientale e con le indicazioni fornite dalla Commissione europea». Nonostante i pareri contrari dei Comuni attraversati dalla linea in progetto, a eccezione di quello di Trieste, Rfi e Italferr «tentarono di nuovo di far passare la proposta lo scorso anno – ha sottolineato – inciampando ancora sul no delle amministrazioni interessate, con l’incomprensibile eccezione di Trieste. L’ultimo atto di Rfi e Italferr si è concretizzato in un’integrazione della documentazione a suo tempo presentata, stavolta dimenticando, guarda caso, di mettere a disposizione del pubblico i vari elaborati». «Tutto questo – ha concluso Predonzan – senza pensare alla spesa, indicata in 7,8 miliardi di euro, per un’opera che richiederebbe almeno 30 anni di lavori che sfocerebbero nella devastazione della bassa friulana e del Carso». «Per quanto concerne gli ipotetici benefici che potrebbe produrre questa linea – ha specificato Wehrenfennig – si insiste sulla velocizzazione del trasporto delle merci. Si tratta di una considerazione puramente teorica, perché i costi di manutenzione della linea potrebbero essere tali da non essere paragonabili a quelli su strada. Molto più utile sarebbe intervenire sulle strozzature delle linee esistenti – ha concluso l’esponente di Legambiente – operando miglioramenti sui quali c’e condivisione, che costerebbero molto meno e sarebbero effettivamente utili». «Attendiamo interventi critici da parte di Regione e Comune di Trieste – hanno auspicato infine Predonzan e Wehrenfennig – per dire un no definitivo a questo faraonico e inutile progetto, prima che inizino gli espropri». A questa richiesta si è accodato il Comitato “No tav” di Trieste e del Carso. Ugo Salvini

 

Da Triesteallnews

 

Una spesa da 7,8 miliardi di euro per un’opera che richiederebbe almeno 30 anni di lavori e che devasterebbe la bassa pianura friulana ed il Carso

La Regione Friuli Venezia Giulia si attivi per mettere fine all’”accanimento terapeutico” sul progetto della linea TAV Mestre-Trieste, che dura ormai da oltre un decennio. Questa la richiesta di WWF e Legambiente, espressa oggi in una conferenza stampa a Trieste dai responsabili regionali trasporti delle due associazioni, Dario Predonzan (WWF) e Andrea Wehrenfennig (Legambiente).

«Si tratta – hanno ricordato i due ambientalisti – di una telenovela cominciata oltre un decennio fa, con la presentazione nella primavera 2003 di un primo progetto per la tratta Ronchi dei Legionari-Trieste, poi sonoramente bocciato dagli organi tecnici dei ministeri dell’ambiente e dei beni culturali e infine ritirato nel 2005 dalla Giunta regionale di Riccardo Illy, che l’aveva finanziato e sostenuto con protervia fino alla fine».

Poi nel 2010 RFI-Italferr presentò un progetto per l’intera linea Mestre-Trieste, suddiviso in 4 tratte (Mestre-Aeroporto M. Polo, Aeroporto-Portogruaro, Portogruaro-Ronchi d.L. e Ronchi-Trieste), che iniziarono altrettante procedura VIA separate. Lo “spezzatino”, pratica in evidente contrasto con lo spirito della VIA e con le indicazioni metodologiche fornite in merito dalla Commissione Europea, aveva ovviamente lo scopo di far concentrare l’attenzione delle comunità locali solo sul frammento di linea che interessava il proprio territorio, perdendo di vista l’insieme.

Malgrado ciò, quasi coralmente negativi (unica eccezione il Comune di Trieste) furono i pareri espressi dal Comuni, per gli impatti devastanti dell’opera sul territorio e sul sottosuolo carsico, i costi esorbitanti (ancorché non precisati), i tempi prevedibilmente lunghissimi di esecuzione, ed infine l’indimostrata necessità dell’opera stessa.

Impermeabili a ciò, RFI e Italferr produssero nel 2012 un “sistema conoscitivo unitario”, che semplicemente riuniva in un unico elaborato i 4 studi di impatto ambientale depositati nel 2010 per i 4 tronconi dello “spezzatino” progettuale della Mestre-Trieste. Corale, anche stavolta, lo schieramento dei pareri negativi dei Comuni, con l’unica – incomprensibile – eccezione di Trieste, favorevole.

Senza fare una piega, e quindi senza tenere in conto alcuno i pareri comunali, RFI – Italferr ha quindi presentato lo scorso giugno delle “integrazioni” al progetto ed agli studi ambientali del 2010, limitatamente però alla sola tratta Ronchi-Trieste, “dimenticando” però di mettere a disposizione del pubblico i nuovi elaborati. Nel sito del Ministero dell’ambiente, infatti, non ce n’è traccia«Si tratta – hanno denunciato Predonzan e Wehrenfennig – di una clamorosa violazione della normativa vigente in materia di VIA (la Direttiva europea 85/337 ed il D. Lgs. 152/2006), che i Ministeri competenti (ambiente e beni culturali) devono assolutamente sanzionare».

Le integrazioni, inviate dalla Regione a tutti gli enti locali interessati, contengono anche l’analisi costi-benefici, relativa però all’intera linea Mestre-Trieste, colmando così – almeno formalmente – una vistosa ed inspiegabile lacuna del progetto 2010. «A maggior ragione quindi – continua il WWF – questo materiale dev’essere messo a disposizione del pubblico, per poterlo valutare criticamente con il contributo di tutte le competenze disponibili».

Di qui la dura nota di protesta ai ministri dell’ambiente e dei beni culturali (Orlando e Bray), nonché ai rispettivi direttori generali, in cui il WWF ha chiesto che RFI-Italferr sia richiamata all’obbligo di rispettare le norme vigenti in materia di VIA. Anche Legambiente invierà una nota analoga. Le due associazioni si rivolgono però pure alla Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, alla DG ambiente della Commissione Europea e al Commissario straordinario Bortolo Mainardi. «Va stigmatizzato – hanno concluso i rappresentanti di WWF e Legambiente – il fatto che RFI persista nel portare avanti, e per di più in difformità dalle norme vigenti, la procedura VIA su un progetto fuori della realtà, sia dal punto di vista ambientale, sia da quello economico. La spesa di 7,8 miliardi di euro – IVA esclusa – per un’opera che richiederebbe almeno 30 anni di lavori e che devasterebbe la bassa pianura friulana ed il Carso, rappresenta un’evidente follia, di cui però a RFI nessuno sembra accorgersi. A maggior ragione nel momento in cui il Commissario straordinario per la Mestre-Trieste ed i Comuni hanno ormai condiviso un’ipotesi radicalmente diversa, basata sull’ammodernamento e l’eliminazione dei colli di bottiglia nella linea esistente».

Gli ambientalisti chiedono perciò che la Regione – senza farsi condizionare da posizioni incomprensibili come il recente “non parere” della Giunta comunale di Trieste – faccia propria l’unica soluzione ragionevole della vicenda, ponendo cioè fine all’”accanimento terapeutico” sul progetto TAV del 2010, e avviando contestualmente la valutazione delle opzioni alternative, come quella ipotizzata dal Commissario Mainardi e quella contenuta nello studio redatto nel 2008 dall’ing. Andrea Debernardi per conto del WWF.