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NO TAV/ i venduti di NEGAMBIENTE

Avevamo già sperimentaro in Friuli il doppiogiochismo di Legambiente, ma anche del WWF e dei Verdi, sulla TAV fino al ruolo collaborazionista svolta da Maurizio Rozza nel Comune di Duino Aurisina, Ora anche in Veneto emerge in maniera assolutamente chiara il ruolo collaborazionista di Legambiente.

Riportiamo un recente report in seguito ad una manifestazione del gruppo L’Altra Tav (promosso da Legambiente) del 5 febbraio in Veneto

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Una nota a commento di quanto avvenuto oggi in Piazza a San Donà di Piave alla Manifestazione dell’Altra TAV :
ho partecipato a tantissime manifestazioni ma mai mi era successo che intervenisse qualcuno a dirmi che non potevo parlare e che mi intimasse di andarmene perché quella era la” loro” dimostrazione !!! E’ stato quel rappresentante di NEGAMBIENTE (parla del Signor Billotto)  che era intervenuto alla assemblea di Quarto il 24 gennaio scorso a Quarto d’Altino. E questo per il fatto di aver espresso a mezzo megafono, in coda al corteo,  che non condividevo che venisse proposto “un’altra Tav “, ma che si dicesse  NO TAV né alta né bassa !!
Lo sapevo benissimo che la manifestazione era impostata in quel modo, ma siccome credevo che ancora ci fosse  libertà di pensiero e di parola, sono venuta alla manifestazione ad esprimere , non con le bombe, ma con la parola , la mia contrarietà. Mai mi sarei aspettata che, giunta in piazza , addirittura due poliziotti si avvicinassero …… per dirci che erano stati incaricati di dirci che noi non eravamo ben accette alla manifestazione e che pertanto non ci sarebbe stato dato la possibilità di eventualmente intervenire dal palco , nè , così ci era sembrato in un primo momento, di avvicinarci al palco stesso . Poi quest’ultima cosa per fortuna ci è stata permessa ma io mi sono trovata ad essere una sorvegliata speciale con uno della polizia di stato in borghese che mi ha tallonato fino alla fine e che mi ha impedito di usare il megafono. 
Stiamo scivolando verso un regime !!! o forse ci siamo già ….

Dal palco poi sono state dette anche delle cose condivisibili ma una, proferita dai più, le ha vanificate tutte, dal fondo, e cioè che il TAV è un’opera strategica, che  L’Europa la vuole e che serve allo sviluppo. LA BUFALA che vanno ripetendo da destra e da sinistra ( infatti l’ha detta anche il parlamentare LUIGI VIOLA del PD) Lo spettacolo più immondo l’ha presentato il vicepresidente della provincia di VE ,  Dalla TOR. I coltivatori mi hanno dato l’impressione che siano molto disinformati.    Comunque speriamo di rivederci . vi do notizia qui sotto di un prossimo appuntamento :

7 FEBBRAIO 2011, ORE 20.30, SALA PARROCCHIALE DI CHIESANUOVA, via chiesanuova n.70, 30024 Musile di Piave (VE) – esattamente in fianco alla chiesa
INIZIA LA RACCOLTA FIRME PER LA PETIZIONE DA PORTARE IN UNIONE EUROPEA CONTRO QUEST’OPERA ASSURDA

– MICHELE ZANETTI: introduzione
– CARLO GIACOMINI, Docente IUAV: presentazione del progetto, problematiche, analisi alternative
– SPESSOTTO ARIANNA: illustrazione della Petizione e avvio raccolta firme

TAV: la Serracchiani continua a strillare…

Com’era immaginabile neanche l’incontro a Porpetto le ha insegnato qualcosa….

 

Dal Il Piccolo del 28/10/10

Alta velocità, l allarme della Serracchiani

 

TRIESTE «Sarebbe paradossale perdere risorse che ci sono già state assegnate, perchè con quelle risorse perderemo letteralmente l’ultimo treno per restare agganciati nel nucleo forte dei Paesi europei». È questo il commento dell’europarlamentare del Pd Debora Serracchiani, che è membro della commissione Trasporti e Turismo, dopo che l’esecutivo Ue ha annunciato il taglio di 9,8 milioni di euro di finanziamenti tra quelli previsti per la linea ad alta velocità Torino-Lione. «Il taglio purtroppo – ha aggiunto – ce lo aspettavamo: consideriamolo un segnale di emergenza che si accende su alcune delle nostre infrastrutture più importanti». «La Torino-Lione – ha sottolineao Serracchiani – è strategica per l’Italia, comprendendo tutto il tracciato che si deve prolungare lungo l’asse est-ovest fino a Venezia, Trieste e oltre nell’Europa orientale, in combinazione con i corridoi trasversali che ci collegano all’area danubiana e al Baltico». Secondo Serracchiani, «come in altri settori, anche nelle infrastrutture rischiamo di pagare il prezzo di un’inerzia tipicamente italica, che ritiene di poter trovare sempre una scappatoia dell’ultimo minuto. Ma ora non c’è più spazio per questa tattica e ha concluso – dobbiamo fare tutto il necessario per evitare di perdere anche la proroga al 2015».

NOTAV: continua il teatrino

Da Il Piccolo del 01/11/10

Moretti (Fs): la Tav non può accontentare passeggeri, merci e le spiagge del Veneto

 

PADOVA «L’Alta Velocità non è compatibile con un passo di 40-50 km all’ora necessario per una tratta ad alta frequentazione». Certo, specifica che deve ancora vedere il cosiddetto “tracciato balneare” Mauro Moretti, amministratore delegato di Rfi ma l’affermazione, rilasciata a margine dell’inaugurazione del raddoppio dell’Interporto padovano, non lascia dubbi: un tracciato della Tav che assolvA tre funzioni, l’alta velocità per i passeggeri, quella per le merci e il servizio alle stazioni balneari del Veneto Orientale è impraticabile. Con buona pace degli equilibrismi della Regione che, nel caso del tracciato “basso”, dovrebbe fronteggiare i no del Pd e dei sindaci, il “ni” della Provincia di Venezia e lo scetticismo di chi la Tav dovrebbe costruirla. Eppure la Tav non si discute per Moretti: «Siamo pronti per le linee di Brescia e Verona – ha spiegato – a cui seguiranno quella per Padova. Il dato importante è essere già pronti sullo snodo fondamentale, la Mestre-Padova che è pronta e comunque – ha concesso l’ad – dal Veneto sono sempre giunte idee positive». Resta la spada di Damocle dell’Europa che minaccia di decurtare drammaticamente i finanziamenti per opere come la Tav e il traforo di base del Brennero con tanto di deadline fissata al 15 dicembre per la presentazione dei progetti definitivi. «Siamo ancora in tempo» dichiara fiducioso Moretti che annuncia a partire da dicembre un’implementazione delle corse verso Venezia e verso Verona con connessione wi-fi a bordo. Un appello accorato per una soluzione rapida arriva anche dal presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai: «Spero che lo Stato si accorga che l’Unione europea non toglierà solo 13 milioni di euro ai finanziamenti per il Tunnel del Brennero, se i progetti e i lavori non andranno avanti, ma ancora altri». Un grido d’allarme lanciato all’indomani della decisione della Commissione europea di tagliare i finanziamenti, visti i ritardi italiani accumulati sui progetti di accesso da sud al Brennero, così come per quelli sulla Torino-Lione. «Il mio è un appello a tutte le autorità pubbliche italiane, affinché si vada avanti» ha aggiunto Dellai sottolineando come l’infrastrutturazione del Brennero è tra i punti richiamati nella nuova Finanziaria. L’inaugurazione del raddoppio dell’Interporto di Padova segna anche un brusco stop ai progetti di bonifica e trasformazione logistica delle aree Montefibre di Porto Marghera. In laguna si dibatte animatamente da settimane sull’idea di bonificare e riconvertire la chimica, ormai sul viale del tramonto, a un polo di smistamento logistico fortemente voluto dall’Autorità portuale. L’ad di Rfi, Mauro Moretti, però, parla senza mezzi termini di «errore da non ripetere» e di «rischio di assedio dei due grandi interporti veneti, Verona e Padova, da parte di attività parassite». Insomma, vietato frammentare, men che meno a un passo da Padova con un nuovo polo logistico veneziano. E le suggestioni giocano la loro parte con una coincidenza che Sergio Giordani, presidente di Interporto Padova, non manca di sottolineare: «La distanza fra il porto di Rotterdam e il suo interporto è di 35 km, giusto la stessa che separa il porto di Venezia dall’Interporto padovano». E cala l’asso nella manica respingendo al mittente l’ipotetica critica all’aumento di traffico sulla direttrice Venezia-Padova: «Abbiamo pure l’Idrovia che collega i due punti e deve soltanto essere completata garantendo la sicurezza idraulica dei territori ma anche la possibilità di percorrenza per natanti di Classe V fluviomarittimi da 2000 tonnellate l’uno».

 

Da Il Piccolo del 01/11/10

Tav italo-slovena, fondi Ue salvi Cancian: «Un passo in avanti»

 

TRIESTE L’Ue taglia più di 300 milioni di euro, le vittime illustri non mancano, nemmeno in paesi come Germania e Danimarca, ma la Venezia-Trieste-Divaccia non si tocca. Lo afferma Antonio Cancian, l’unico deputato nordestino che ha partecipato ai lavori della commissione Trasporti di mercoledì, quella in cui il commissario Kallas ha garantito sui fondi per la progettazione della Tav. «La conferma del cofinanziamento alle tratte Venezia-Ronchi sud e Trieste-Divaccia – spiega Cancian – rappresenta un segnale importante. La commissione ha valutato positivamente il piano di realizzazione degli studi. Le tratte trasfrontaliere sono le più difficili da realizzare e dunque va riconosciuto l´impegno dei due Stati e delle Regioni interessate. Le condizioni poste dalla Ue per mantenere il finanziamento sono stringenti, ma possiamo dirci soddisfatti del lavoro svolto finora»

 

Dal Messaggero Veneto del 30/10/10

Linea Tav, il Comune si affida a Riccardi

 

BAGNARIA ARSA. L’ultima speranza di arrivare a soluzioni meno impattanti per il territorio comunale, sul quale è progettato il passaggio della Tav e di raccordi ferroviari nord-sud tra Udine e Cervignano, è stata quella di affidare a Riccardo Riccardi, assessore regionale alle infrastrutture, il compito di salvatore della patria dei bagnaresi. Nell’esponente politico – sentite le parole dei consiglieri di maggioranza – è stata riposta la piena fiducia e a lui l’impegno a relazionare e di segnalare l’iter del progetto che le Ferrovie si sono impegnate a presentare entro la fine dell’anno, pena la decadenza del finanziamento euopeo sulle grandi opere, tra le quali Tav e Alta capacità. In consiglio comunale, appositamente convocato per discutere lo “spinoso” problema, non è stata affrontata la mozione di sfiducia nei riguardi del primo cittadino in merito a fatti accaduti nel seggio elettorale di Privano ancora nel 2006, presentata dalla minoranza, che è slittata ad un’altra seduta. Il sindaco Bertossi ha ricordato il lungo iter che ha portato l’amministrazione ad affrontare con «determinazione e spirito costruttivo» i vari passaggi delineati dallo sconquasso causato da un probabile passaggio di linee ferroviarie sul territorio comunale. Per la minoranza il consigliere Tiziano Felcher ha parlato di mitigazione ambientale ed ha auspicato che nella fase progettuale venga ascoltata la voce delle comunità locali interessate. Il vice sindaco Eros Schiff ha scoperto le carte e indicato gli indirizzi della Giunta di Bagnaria. Meglio un recupero della tratta ora dismessa Palmanova-San Giorgio – ha ipotizzato – e realizzazione di una bretella che passa a nord dell’abitato di Campolonghetto per arrivare allo scalo di Cervignano. Il consigliere di maggioranza di Castions, Roberto Pellizzari, si è dimostrato preoccupato perchè la linea della Tav, lasciando la ferrovia tradizionale che collega Trieste a Venezia a Torviscosa, viene ad intaccare una zona a vocazione di servizi collettivi ed aree di interesse avifaunistico. Il sindaco Bertossi, a questo punto, ascoltati i vari relatori, ha presentato un ordine del giorno della maggioranza nel quale tra i vari temi indicati invita la Regione a predisporre che nel nuovo progetto preliminare, oltre alla previsione di nuove opere di viabilità ferroviaria, venga formalmente previsto lo smantellamento delle infrastrutture che verranno dismesse e discusso un programma per lo sviluppo economico e sociale del territorio di Bagnaria. Replica del capogruppo di minoranza Oliviero Barbieri: «Questo è l’ennesima scorrettezza nei riguardi della minoranza che non è stata coinvolta nella stesura di un testo così importante». Anche l’opposizione ha ripresentato un proprio documento, votato in consiglio due anni fa. Si passa al voto dei due documenti e quello della maggioranza ottiene i consensi del proprio gruppo. Giancarlo Pastorutti, esponente del comitato no-Tav, commenta a fine della seduta: «Ancora una volta non si è voluto dare una risposta a un tema scottante. A due mesi dalla presentazione del progetto Tav – evidenzia – è mai possibile che “nessuno” sappia dove passi?». Sandro Sandra

 

Da Il Piccolo del 30/10/10

Bagnaria, il Consiglio alla Regione: «Via i vecchi binari»

 

 

 

BAGNARIA ARSA La Tav torna in Consiglio e il Comune di Bagnaria chiede a Riccardi lo smantellamento dei vecchi binari. Come annunciato dal sindaco Anselmo Bertossi dopo le insistenze del Comitato No Tav locale, il tema della linea ferroviaria “ad alta capacità e velocità” Trieste-Venezia è stato al centro del Consiglio comunale di Bagnaria dell’altra sera, senza prevedere interventi da parte dei cittadini, come era invece stato richiesto. All’assemblea ha preso parte anche l’assessore regionale alle Infrastrutture, Riccardo Riccardi, che ha ribadito l’opera come strategica per il Friuli Venezia Giulia e prioritaria per l’Europa. Presente anche una delegazione No Tav, che a margine del consiglio ha criticato «la decisione della Regione di voler nascondere il tracciato, a due mesi dalla presentazione del progetto preliminare: una scelta – dichiara il portavoce Giancarlo Pastoruttti – tesa a tenere lontane le proteste della popolazione». In aula la discussione ha preso corpo attraverso due ordini del giorno, presentati e votati rispettivamente solo dalla maggioranza e dalla minoranza. Con il primo, il Comune ha chiesto lo smantellamento dei binari compresi nella vecchia linea Palmanova–San Giorgio, già dismessa da tempo, e della rete ferroviaria che attualmente collega Cervignano a Udine passando per Sevegliano. Come previsto dal protocollo Sonego, con la costruzione della Tav Trieste–Venezia, la rete ferroviaria Udine–Cervignano dovrà infatti essere tolta e ricostruita ex novo più a Ovest del centro abitato di Bagnaria. Il secondo ordine del giorno, presentato e votato solo dalla minoranza, ha invece ribadito la necessità di costruire la Tav lungo il tracciato esistente Trieste e Venezia, come era stato chiesto nel 2007 da un documento gemello, che però al tempo era stato votato dal consiglio all’unanimità. «Questa volta invece l’abbiamo bocciato – spiega il sindaco – perché i tecnici di Rfi dicono che non è possibile far passare la Tav lungo il percorso storico: ne prendiamo dunque atto, con l’impegno a verificare la correttezza di queste osservazioni». Novità anche per la sopraelevata, che era stata annunciata come ipotesi di passaggio della Tav lungo il territorio di Bagnaria: «Probabilmente sarà inserita nel progetto preliminare che sarà presentato entro il 31 dicembre», chiosa Bertossi. (el. pl.)

NOTAV: la UE proroga la farsa della Venezia-Trieste-Divaccia

IL PICCOLO – MERCOLEDÌ, 10 NOVEMBRE 2010

 

IL NODO INFRASTRUTTURE

Tav in grave ritardo, proroga dall’Ue

Bruxelles concede due anni in più per il progetto: si va al 2015


TRIESTE La commissione europea salva la Tav che, nel segno di treni più veloci e più capaci, deve attraversare il Friuli Venezia Giulia, accorciando le distanze tra Venezia, Trieste e Divaccia. Lo fa concedendo due anni di tempo in più alla Trieste-Divaccia. E confermando sino all’ultimo cent i finanziamenti complessivi, e sono più di 74 milioni di euro. Ma detta le sue condizioni vincolanti.

Pagina 12 – Regione

LA COMMISSIONE EUROPEA SALVA ANCHE LA TRIESTE-RONCHI SUD A PATTO CHE SI RISPETTINO LE SCADENZE

La Tav italo-slovena slitta di due anni

Bruxelles concede la proroga: «Ritardi pesanti, progetto entro il 2015». Ma detta le condizioni

di ROBERTA GIANI

TRIESTE Concede due anni di tempo in più alla Trieste-Divaccia. Conferma sino all’ultimo cent i finanziamenti complessivi, e sono più di 74 milioni di euro. Ma detta le sue condizioni vincolanti e avvisa i ”naviganti”: chi sgarra, stavolta paga.

La commissione europea salva la Tav che, nel segno di treni più veloci e più capaci, deve attraversare il Friuli Venezia Giulia, accorciando le distanze tra Venezia, Trieste e Divaccia. E la salva, spostando addirittura dal 2013 al 2015 il ”d-day” progettuale della tratta transfrontaliera, nonostante denunci nero su bianco «i pesanti ritardi».

Non è poco, anzi: la commissione, con il vicepresidente delegato ai Trasporti Siim Kallas, mette infatti sotto esame con la ”valutazione intermedia” i 92 progetti prioritari di grandi infrastrutture europee cofinanziati nell’ambito delle reti Ten-t per il periodo 2007-2013, e non fa sconti. Il 16,3% di quei 92 progetti, dove ci sono la Ronchi sud-Trieste e la Trieste-Divaccia, escono con le ossa più o meno rotte: 5 non sono ormai «credibili» e perdono completamente i confinanziamenti mentre 10 sopravvivono ma subiscono un taglio. La Torino-Lione, ad esempio, perde più di 9 milioni di euro mentre l’Europa, complessivamente, libera 311 milioni e spicci sui 5,3 miliardi investiti, impegnandosi a reimpiegarli altrove.

La Tav Venezia-Divaccia, malgrado le difficoltà, se la cava. E non soccombe alla ”prova del nove” che vive il suo epilogo in commissione Trasporti il 27 ottobre. Ma la partita non è affatto chiusa, né tantomeno vinta: Bruxelles, mentre screma, promuove, punisce e proroga ben 29 progetti «credibili» ma «in difficoltà a causa della crisi economica», sancisce un principio ferreo. Tutti i progetti, ma proprio tutti, devono rispettare gli obiettivi temporali che l’Europa, nella sua valutazione, sancisce per iscritto: «Se non li raggiungono, il finanziamento Ue deve essere ritirato e riassegnato, in modo da ottimizzare le risorse limitate di cui disponiamo» avverte, perentorio, Kallas.

Nel caso della Trieste-Divaccia, nel dettaglio, la commissione europea parte da un giudizio tutt’altro che brillante: segnala i ritardi pesanti, l’imprevista ma fredda accoglienza sul versante italiano, la cooperazione insufficiente tra i due Paesi. Al contempo, però, confermando i 50,7 milioni di confinanziamento sui 101,4 necessari ed evidentemente apprezzando l’accordo italo-sloveno firmato il 12 ottobre a Trieste, la commissione stessa non impugna la scure. Mentre concede la proroga, però, sancisce quattro condizioni tassative. La prima: la scelta dei progettisti va effettuata entro dicembre 2010 e, in questo caso, è la Slovenia a doversi muovere, giacché l’Italia ha già individuato Rfi-Italferr. La seconda: lo studio di fattibilità della Venezia-Ronchi sud, come traducono a Bruxelles, va presentato entro dicembre. La terza: il gruppo economico di interesse europeo, quello che Italia e Slovenia hanno già deciso di istituire con sede in piazza Unità, va creato entro giugno 2011. La quarta e ultima: la progettazione preliminare, con relativa approvazione ”interna”, va ultimata entro dicembre 2011.

Nella scheda ufficiale sulla Trieste-Divaccia, laddove se ne fotografa la valenza a livello comunitario e regionale, non manca una sottolineatura ”europea” non casuale: la commissione evidenzia infatti che il progetto, tra l’altro, si pone la finalità di ”catturare” i traffici dei porti di Trieste e Capodistria. Lubiana, che su quei sei chilometri di binari fa orecchie da mercante, recepirà?

Nel caso della Ronchi Sud-Trieste – la Venezia-Ronchi Sud non compare nella valutazione di ”mid-term” giacché è finanziata con un bando – Bruxelles conferma invece la scadenza tassativa del 2013 e il cofinanziamento di 24 milioni di euro sui 48 necessari. Subito dopo, evocata la nuova stazione ferroviaria che dovrebbe servire l’aeroporto di Ronchi dei Legionari, detta il suo giudizio. Assai più ”light” rispetto a quello sulla Trieste-Divaccia: il progetto è leggermente in ritardo ma, nonostante ciò, può ancora essere consegnato entro dicembre 2012. Due le condizioni da rispettare per non perdere le risorse. La prima: il progetto preliminare dev’essere definito entro dicembre 2010 e approvato entro il secondo trimestre 2011. La seconda: la procedura di valutazione d’impatto ambientale dev’essere completata entro il secondo trimestre 2011.

Tempi stretti, molto stretti. Ma Riccardo Riccardi, l’assessore regionale alle Infrastrutture, rassicura: «La valutazione positiva di Bruxelles costituisce il riconoscimento del lavoro che abbiamo svolto. E ringrazio, al riguardo, l’eurodeputato Antonio Cancian che ha difeso il nostro lavoro e i nostri interessi in commissione Trasporti. A questo punto manterremo gli obiettivi prefissati a partire dalla presentazione entro l’anno del progetto della Venezia-Ronchi sud su cui i governatori Renzo Tondo e Luca Zaia si sono impegnati il 13 ottobre». La Tav lagunare è solo il primo fronte, non l’unico. La Trieste-Divaccia è il secondo: «Entro dicembre, come previsto dall’accordo italo-sloveno, avremo un ulteriore incontro bilaterale per proseguire l’attività di progettazione» anticipa Riccardi. La corsa contro il tempo prosegue.

 

L’EURODEPUTATA PD SERRACCHIANI

«I fondi non sono blindati Prima verifica a dicembre»

TRIESTE «I due anni di proroga non sono un automatismo». Debora Serracchiani, eurodeputata del Pd che siede in commissione Trasporti, lancia ancora una volta l’avvertimento. La battaglia pro-Tav è tutt’altro che vinta a Nordest: «Si devono rispettare le condizioni dettate dalla commissione europea che verificherà l’effettivo progresso dei lavori, il completamento e l’approvazione degli studi di fattibilità entro il 2010 e la costituzione entro il 2011 di un gruppo di interesse economico nella sezione italo-slovena, cui parteciperà anche la commissione». Certo, e l’eurodeputata lo sottolinea, la verifica di ”mid-term” offre un’opportunità: «Quella di recuperare il tempo perduto, ma non ci verranno fatti sconti. Inoltre, sul fronte dei rapporti italo-sloveni, occorre un lavoro attento, continuo e sinergico affinché gli interessi italiani trovino adeguato ascolto nelle sedi europee». Il governo nazionale, quindi, si dia da fare: «Il suo ruolo è cruciale per l’azione che saprà perseguire attraverso gli alti funzionari italiani a Bruxelles mentre spetta alla Regione far giungere al governo la cognizione esatta delle criticità del nostro territorio».

 

L’EURODEPUTATO PDL CANCIAN

«Segnale positivo dalla Ue Ma non possiamo sforare»

TRIESTE «Credo molto alla realizzazione del corridoio V, il ”pp6”, verso Est. Ma ora le promesse vanno mantenute». Antonio Cancian, eurodeputato del Pdl che siede in commissione Trasporti, difende e ”spinge” da tempo la Tav. E l’ha fatto anche il 27 ottobre quando, in commissione, il vicepresidente della Ue Siim Kallas e i coordinatori europei hanno messo sotto esame 92 progetti. È andata bene: «La conferma del cofinanziamento alle tratte Venezia-Ronchi sud e Trieste-Divaccia rappresenta un segnale importante. La commissione ha valutato positivamente il piano di realizzazione degli studi. La proroga alla Trieste-Divaccia? Le tratte transfrontaliere sono le più difficili da realizzare e, dunque, va riconosciuto l’impegno dei due Stati e delle Regioni coinvolte». Adesso, però, nessuno può dormire sugli allori: «Le condizioni poste per mantenere il cofinanziamento sono stringenti e precise. E le responsabilità sono in capo alle amministrazioni regionali e al ministero. Ma a questo proposito, per il lato nazionale della tratta, credo che il lavoro svolto finora stia dando i suoi frutti: le amministrazioni si sono impegnate a chiudere la progettazione preliminare entro il 2010».

NOTAV: corsa contro il tempo della lobby pro-tav

Da il Piccolo del 14 agosto 2010

 

 

IL COORDINATORE EUROPEO DEL CORRIDOIO V

 

ULTIMO TRENO

 

ISOLAMENTO

 

Tav a Nordest, Brinkhorst avverte l’Italia: «Progetto entro l’anno o addio finanziamenti»

 

Scarse connessioni con l’entroterra avranno conseguenze negative per Veneto e Friuli Venezia Giulia

 

Non spetta a me dare ultimatum ma nuove proroghe mi sembrano molto improbabili

 

di MARTINA MILIA

 

TRIESTE L’ultimo treno per l’alta velocità veneto-friulana parte il 31 dicembre. Laurens Jan Brinkhorst, coordinatore del progetto europeo 6, che più volte ha dichiarato che il 2010 sarà l’anno della verità per verificare lo status dei progetti e soprattutto l’impegno dei governi, è chiaro. Non darà ultimatum all’Italia, «non è il mio compito», ma a buon intenditor poche parole: «L’Unione può spendere i soldi previsti per questo progetto anche per altri progetti». Rfi, quindi, ha meno di quattro mesi per presentare un preliminare per la tratta del Nordest e poco importa se il Veneto ha sciolto solo da poco le riserve sul tracciato, scegliendo il passaggio a sud lungo il litorale. L’Italia dovrà spingere sull’acceleratore. Se la scadenza non fosse rispettata, all’Unione Europea «non resteranno strade se non quella di tagliare i soldi previsti per l’elaborazione del progetto». L’ipotesi di una proroga «è difficile. Ne avete già beneficiato».

Coordinatore Brinkhorst, a suo avviso ci sono ancora tempi sufficienti per presentare una progettazione preliminare?

Le ultime informazioni che il ministero e le Ferrovie italiane ci hanno fornito, indicano che hanno sempre l’intenzione di presentare il progetto preliminare nei tempi previsti, cioè entro il 31 dicembre prossimo.

Viste le premesse potreste decidere di definanziare la tratta?

Per il momento, non abbiamo in animo di tagliare i finanziamenti, però, se il progetto preliminare dovesse farsi aspettare oltre dicembre, non ci saranno molte strade per l’Unione se non quella di tagliare i soldi previsti per l’elaborazione del progetto.

Prenderete a breve qualche provvedimento per dare un ultimatum all’Italia?

Nei miei contatti con le autorità italiane mi informo costantemente sulla situazione. Non spetta a me dare ultimatum all’Italia, a parte indicare che l’Unione può spendere i soldi previsti per questo progetto anche per altri progetti.

Se il Governo accantonasse prima di fine anno delle risorse da affiancare a quelle europee potrebbe ottenere una proroga dei tempi oltre il 31 dicembre?

In questo momento non posso pronunciarmi su un’eventuale proroga, ma mi risulta che proroghe per questo progetto siano già state date nel passato. Questo renderebbe più difficile concedere un’altra proroga.

Italia e Slovenia hanno trovato un accordo sul nuovo tracciato della tratta transfrontaliera Trieste-Divaccia. Risolti tutti i nodi di quel progetto?

Adesso stanno studiando la variante cosiddetta “alta” da Bivio Aurisina a Divaccia. Il risultato di questo studio sarà proposto alla Commissione intergovernativa che si terra quest’autunno. E quella sarà la sede in cui si capirà se l’accordo possa essere accolto.

Se il collegamento Venezia-Trieste non venisse realizzato, in che modo ne risentirebbe il progetto prioritario 6?

Il collegamento Venezia-Trieste fa parte integrante del progetto prioritario 6. Ovviamente il traffico est-ovest è essenziale quanto quello nord-sud e sud-nord ed entrambi possono fungere reciprocamente da opzioni di riserva. È quindi essenziale per la posizione concorrenziale dei porti italiani del nord adriatico (Venezia, Monfalcone e Trieste tra gli altri) e ovviamente per il loro entroterra, che è molto più vasto delle regioni del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, che tutto il progetto venga realizzato.

Crede che Friuli Venezia Giulia e Veneto rischino l’isolamento?

Una mancanza di buone connessioni con l’entroterra avrà delle conseguenze negative per l’economia del Friuli Venezia Giulia e del Veneto.

 

CORRIDOIO 5/ Scende in campo Moretti, ma i tracciati …

Il Piccolo MERCOLEDÌ, 25 AGOSTO 2010 Pagina 11 – Regione

L’AMMINISTRATORE DELEGATO DELLE FERROVIE DOPO IL MONITO UE SUI RITARDI

Tav a Nordest, Moretti incalza Veneto e Fvg

«Ora dipende soltanto dalle Regioni la definizione del tracciato finale dell’Alta velocità»

dall’inviato
ROBERTA GIANI

RIMINI La Tav nordestina? «Nulla è ancora deciso. Ci sono varie opzioni sul tavolo e una discussione tuttora aperta con le Regioni”. Mauro Moretti, l’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, mantiene i piedi saldamente per terra. E gela facili entusiasmi: il tracciato più sofferto, quello che deve portare l’alta velocità ferroviaria da Venezia a Trieste, non c’è. Non ancora. E le Regioni coinvolte, quelle che devono dare gli input a Rfi, il ”soggetto tecnico attuatore” chiamato a disegnare concretamente il tracciato, devono darsi una mossa.
Moretti non lo dice esplicitamente, ma non serve. Il tempo corre veloce. E Bruxelles non aspetta: il coordinatore europeo del Corridoio V, Jan Brinkhorst, ha già avvertito l’Italia. Più volte. L’ultima, recentissima, non consente equivoci: basta proroghe, ce ne sono già state troppe, stavolta il Belpaese deve rispettare le scadenze e presentare il progetto preliminare entro il 31 dicembre, pena il definanziamento.
Il top manager delle Ferrovie lo sa, eccome, ma non dà certezze: «Auspichiamo di farcela». E il motivo è presto detto: «La regia, in questa fase, appartiene alle Regioni». Sono loro che, d’intesa con gli enti locali, devono ”suggerire” a Rfi il tracciato. Il Friuli Venezia Giulia, in verità, ha scelto da tempo: i binari dei treni ad alta velocità e le costruende tre corsie dell’A4, come ha ripetuto spesso Riccardo Riccardi, devono procedere affiancati. Il Veneto ci ha messo di più ma di recente, dopo un lungo e faticoso travaglio, ha confermato a mezzo stampa la decisione abbozzata già nella passata legislatura: l’alta velocità deve sganciarsi dall’autostrada, ha chiarito Renato Chisso, correndo più a Sud, lungo il litorale.
Luca Zaia, ed è storia di ieri, ha a sua volta garantito l’avanti tutta: «Stiamo galoppando per accelerare la procedura sulla Tav. Purtroppo paghiamo il ritardo accumulato in passato» ha detto il neo-governatore all’inaugurazione della bretella dell’A28, mentre auspicava una legge obiettivo in salsa regionale, in grado di velocizzare le grandi opere.
Strada in discesa? Evidentemente no, non ancora. Ai dubbi e alle perplessità di chi si chiede, ad esempio, dove ci sarà il punto di intersezione, il luogo in cui si ”sposeranno” il tracciato veneto e quello friulan-giuliano, si aggiunge la puntualizzazione di Moretti: le Ferrovie stanno ancora aspettando la formalizzazione delle scelte ”politiche” del territorio.
A Rimini, al meeting dell’Amicizia dov’è ormai di casa e dove si confronta con il ministro alle Infrastrutture Altero Matteoli, non lesinando proposte e provocazioni, l’amministratore delegato chiarisce infatti che i giochi sono ancora aperti.
E aggiunge che non è affatto scontato che la Tav vada… in spiaggia: «Ne dobbiamo discutere con le Regioni. Confidiamo in un dialogo concreto» conclude Moretti. Concreto e rapido: quattro mesi di tempo, quelli che mancano alla scadenza di fine anno, non sono tanti. Anzi.

NO TAV/ Dichiarazioni di Castelli sulla TAV

NOTA: Stralci da articoli del Piccolo e  del Messaggero Veneto (il resto delle interviste fa troppo schifo per essere pubblicato), le notizie sulla TAV invece ci servono

 

Messaggero Veneto SABATO, 09 OTTOBRE 2010 Pagina 2 – Attualità

Castelli: definito il tracciato Tav condivisione di Italia e Slovenia

L’intervista

MERETO DI TOMBA. La Tav veneto-friulana? Il tracciato è definito – passerà nel territorio di bonifica tra Musile-San Donà e Jesolo, toccando Caposile, la zona tra Chiesanuova e Passarella per poi risalire verso l’interno dopo aver superato il Piave -, ma «è importante che si superino le contrarietà degli enti locali al progetto veneto».

A che punto è la situazione dell’Alta velocità a Nord-Est?
«L’accordo per la Trieste-Divaccia è il primo gradino di una scala, ma lo ritengo importantissimo perché siamo riusciti ad avere la condivisione di Italia, Slovenia ed enti locali su una soluzione che è addirittura meno costosa della precedente».
E il tratto veneto friulano?
«Non si sa nulla del tracciato veneto… Ne ho parlato in commissione Trasporti qualche giorno fa. Il tracciato veneto passerà tra l’autostrada e la costa: in uscita dalla stazione dell’aeroporto il tracciato piega in direzione est, mantenendosi a nord del cordone litoraneo fino alla località di Caposile (Venezia). Da qui prosegue poi verso l’interno, nella bassa pianura, per affiancarsi all’autostrada A ad ovest di Portogruaro. Sembra però che ci sia la contrarietà di alcuni Comuni».
Questo potrebbe ostacolare la presentazione del preliminare entro fine anno?
«Il progetto può essere presentato comunque, ma sarebbe meglio cercare di appianare prima possibile le divergenze con il territorio. Abbiamo visto cosa è successo in Val di Susa: si rischia di fare un lavoro e dover disfare tutto».

 

Il Piccolo sabato 9 ottobre

 

La Tav veneta fiancheggerà la laguna Castelli: «Va cercata l intesa con i sindaci»

di MARCO BALLICO UDINE In commissione trasporti, a Montecitorio, Roberto Castelli squarcia il velo. E, dopo mesi di indiscrezioni, silenzi e timori, ”svela” il tracciato veneto della Tav. Il più sofferto: ebbene, come la Regione chiede sin dai tempi di Giancarlo Galan, quel tracciato non affianca l’autostrada A4 ma corre in basso, fiancheggiando la laguna, e strizzando l’occhio alle spiagge. Adesso, al suo arrivo in Friuli Venezia Giulia per un weekend all’insegna di Lega, politica e Barcolana, il viceministro alle Infrastrutture premette: «È un progetto preliminare». Ammette la necessità di superare le resistenze delle amministrazioni locali. Al tempo stesso, però, diffonde fiducia: il Nordest non perderà i fondi comunitari e nemmeno l’ultimo treno… per la Tav. IL TRACCIATO «In uscita dalla stazione dell’aeroporto il tracciato piega in direzione est, mantenendosi a nord del cordone litoraneo fino alla località di Caposile. Da qui prosegue verso l’interno, nella bassa pianura, per affiancarsi all’autostrada A4 a ovest di Portogruaro». Sono le parole con cui Castelli, in commissione Trasporti, risponde nei giorni scorsi a un’interrogazione del Pd. Alla fine, secondo le indicazioni della Regione Veneto ed escludendo l’affiancamento all’autostrada scelto dalla Regione Friuli Venezia Giulia, si privilegia dunque il tracciato ”basso”, quello che passa nel territorio di bonifica tra Musile-San Donà e Jesolo, toccando Caposile, la zona tra Chiesanuova e Passarella per poi risalire verso l’interno dopo aver superato il Piave. «Una ferita pesantissima al sistema ambientale del Veneto Orientale per consentire una fermata ferroviaria a Passarella che dista dal centro di Jesolo 14 chilometri» reagisce, a caldo, il deputato del Pd Rodolfo Viola. Sin qui i lavori in commissione. L’OSTACOLO Ma Castelli, arrivando nella serata di ieri alla festa leghista di Pantianicco e premettendo che si tratta per ora di un «progetto preliminare», non nega che il prossimo ostacolo è proprio il confronto con le amministrazioni locali: «C’è il nodo locale di chi si vedrà attraversato il proprio territorio e ha conseguentemente qualche perplessità. Ma non credo serviranno pressioni particolari, parlando con i sindaci cercheremo di trovare una mediazione». I FONDI UE Visti però gli avvertimenti del coordinatore europeo del Corridoio V, Jan Brinkhorst, che chiede il rispetto della scadenza del 31 dicembre, c’è il rischio di perdere i finanziamenti? Castelli rassicura e sparge ottimismo: «A un primo accordo siamo arrivati, non credo ci saranno problemi legati ai fondi». In ogni caso c’è un sostanziale via libera all’ipotesi commissario avanzata da Renzo Tondo e Luca Zaia, tra l’altro con un nome già condiviso dai due governatori, quello di Bortolo Mainardi, membro del cda dell’Anas. «Il commissario è senz’altro utile – sottolinea Castelli -, se verrà considerato necessario, procederemo». TRIESTE-DIVACCIA Martedì il viceministro, presenti anche il ministro dei Trasporti Altero Matteoli, l’omologo sloveno Patrick Vlacic e il coordinatore Brinkhorst, sarà nuovamente a Trieste. E parteciperà all’incontro interministeriale per l’accordo transfrontaliero sul tracciato della Trieste-Divaccia che, bypassando la Val Rosandra, risolve il nodo di un territorio fortemente contrario. Una soluzione, spiega ancora Castelli, «che scongiura un’altra ”Val di Susa” e che, tra l’altro, costa meno».

NOTAV: il tempo passa…

Da Il piccolo del 11/10/10

Tav a rischio, Tondo e Zaia al summit con l Ue

 

di MARTINA MILIA TRIESTE Il conto alla rovescia per il progetto dell’alta Velocità a Nordest è partito. Se domani a Trieste sarà il giorno della firma dell’accordo italo-sloveno per la Trieste Divaccia, mercoledì sempre a Trieste ci sarà il faccia a faccia tra il coordinatore del progetto prioritario 6 Laurens Brinkhorst e i governatori del Friuli Venezia Giulia e del Veneto Renzo Tondo e Luca Zaia. Brinkhorst vuole vederci chiaro, vuole capire se le due Regioni siano pronte a presentare il progetto preliminare della linea ad alta velocità-alta capacità entro fine anno. Ma se il Friuli Venezia Giulia lavora da due anni per smussare gli spigoli del tracciato e arrivare alla piena condivisione con il territorio, in Veneto si rischia lo scontro tra Regione e Comuni. Un rischio che pesa anche sul Friuli Venezia Giulia perché il destino della linea ferroviaria e del corridoio V vede strettamente legate le due regioni. TRIESTE DIVACCIA Il nuovo tracciato della Trieste Divaccia, quello che bypassa la val Rosandra e così facendo la contrarietà delle popolazioni, sarà recepito formalmente martedì a Trieste alla presenza del ministro Altero Matteoli, del vice Roberto Castelli, del Ministro sloveno Patrick Vlacic e del coordinatore Laurens Brinkhorst. A fare gli onori di casa sarà la Regione Friuli Venezia Giulia che ha lavorato in prima linea per arrivare all’accordo. Se il tracciato “alto” (trenta chilometri di cui venti in galleria lungo l’asse Aurisina-Opicina-Sesana-Divaccia) trova l’accordo dei due Stati e, come ha evidenziato il viceministro Castelli, «è più economico», i tempi di realizzazione – comprensivi di quelli per la progettazione definitiva e le autorizzazioni – sono stimati in 8-9 anni: la progettazione deve essere conclusa entro il 2012 e i cantieri dovranno essere aperti entro il 2013. VENEZIA-TRIESTE E se la tratta transfrontaliera sembra avere, almeno sulla carta, tutti i requisiti per essere portata avanti, l’alta velocità in Friuli Venezia Giulia e Veneto fa i conti con forti ritardi e con due visioni diverse che rischiano di mettere in pericolo la realizzazione dell’opera. Se il Friuli Venezia Giulia ha confermato il tracciato parallelo alla rete autostradale e da due anni lavora a un confronto serrato con le amministrazioni locali per cercare di superare le perplessità e gli ostacoli posti dalle comunità sul passaggio di un’opera che, per quanto indispensabile, sarà impattante, in Veneto il confronto non è ancora partito e rischia di trasformarsi in uno scontro aperto. La Regione ha dato indicazioni a Rfi di progettare un tracciato che corra a metà strada tra la linea dell’autostrada e la costa. Un tracciato che le ferrovie hanno elaborato, ma che la Regione ancora non ha in mano materialmente per cui – almeno così riferiscono gli uffici competenti – non ha avviato il confronto con gli enti locali. Il caso vuole, però, che il viceministro Castelli intervenendo in commissione Trasporti abbia già fornito le indicazioni della linea – il tracciato prescelto è quello «basso», che dalla stazione dell’aeroporto di Venezia correrà a ridosso delle spiag ge fino a Caposile per poi risalire verso l’interno dopo aver varcato il Piave e affiancarsi all’A4 ad ovest di Portogruaro, dove si congiungerà con il tratto friulano – scatenando le preoccupazioni dei comuni interessati. Il progetto preliminare dell’opera va consegnato prima di Natale e se la Regione Veneto ha tutta l’intenzione di rispettare la scadenza, le contrarietà del territorio rischiano di mettere in pericolo questa volontà. IL COMMISSARIO I presidenti Zaia e Tondo dovranno, quindi, essere convincenti mercoledì prossimo nel confronto con Brinkhorst. I governatori puntano a giocare una carta in più: un commissario che acceleri le procedure di realizzazione. In una lettera inviata al governo, Tondo e Zaia hanno chiesto la dichiarazione dello Stato di emergenza e la nomina di Bortolo Mainardi, attuale consulente del commissario della terza corsia e già commissario per le infrastrutture del Nordest. Una nomina che le Regioni contano di ottenere in tempi celeri

NOTAV: scoppia la polemica anche in veneto

Mentre in Veneto scoppia la bagarre a causa del previsto cambio di tracciato, il PD si conferma nel nord-est il partito più fortemente pro-tav….

 

 

Dal Piccolo del 12/10/10

Il sindaco leghista si ribella

 

TRIESTE «Nessuna infrastruttura calata dall’alto sulle nostra teste». Gianluca Forcolin, sindaco di Musile e deputato della Lega, aspetta i documenti ufficiali sul tracciato Tav da ministero delle Infrastrutture e Regione Veneto. Ma, nonostante il viceministro e il governatore siano del suo stesso partito, si dice pronto alla battaglia in difesa del territorio. Le anticipazioni di Roberto Castelli hanno creato subbuglio tra i sindaci interessati dal tracciato? Mi sono informato con ministero e Regione e ancora non c’è nulla di certo. Quindi è meglio aspettare la documentazione ufficiale per poi valutare le ricadute. Quale atteggiamento intende tenere? Ritengo opportuno chiedere un tavolo tecnico con Governo e Regione per conoscere nel dettaglio le cose. Nel contempo ci deve essere spazio di manovra per i sindaci di proteggere il proprio territorio. C’è preoccupazione sui tempi e sulla perdita dei finanziamenti. Lo capiamo ma se ci sono esigenze territoriali bisogna tenerne conto. Se verranno ascoltati i sindaci sono convinto che potremo rispettare i tempi. In caso contrario? Daremo battaglia per veder rispettati l’ambiente e, nel caso del mio Comune, le attività agricole. Ci sarà battaglia anche con Castelli e Zaia? Qui si parla del territorio, al di là del fatto che il viceministro e il presidente sono del mio stesso partito. E d’altra parte la difesa dei propri cittadini è il credo principale della Lega. (r.u.)

 

Il Pd fa squadra e boccia la Tav lagunare

 

TRIESTE «Il tracciato della Tav a ridosso delle spiagge? Fossimo stati noi al governo non sarebbe andata così». Il Pd del Friuli Venezia Giulia e del Veneto boccia l’ipotesi di un’alta velocità lungo il litorale in provincia di Venezia. E annuncia un’azione congiunta per far cambiare idea a Luca Zaia e all’assessore Renato Chisso: «Facciano dietrofront perché, altrimenti, c’è il rischio di ulteriori ritardi se non di uno stop». Il tracciato migliore? Secondo il Pd quello parallelo alla A4 Trieste-Venezia. Lo dice Debora Serracchiani. Lo ribadisce il capogruppo del partito nel Consiglio regionale del Veneto Laura Puppato che mette nel mirino soprattutto Chisso: «La variazione è stata imposta da un assessore che non ha mai riservato adeguata attenzione per il trasporto ferroviario». All’incontro di ieri a Udine c’era anche Rodolfo Viola, deputato del Pd che ha presentato un’interrogazione sulla Tav dopo che in commissione il viceministro Roberto Castelli ha reso nota l’opzione del tracciato ”basso”, quello che passa nel territorio di bonifica tra Musile-San Donà e Jesolo, toccando Caposile, e nella zona tra Chiesanuova e Passarella per poi risalire verso l’interno dopo aver superato il Piave. Un’ipotesi che, secondo Serracchiani, «vede le amministrazioni locali, nemmeno informate della novità, completamente contrarie». «È l’ennesima prova – aggiunge il segretario del Pd Veneto Rosanna Filippin – del centralismo regionale che sta dietro il vuoto federalismo sbandierato dalla Lega Nord». Non manca il veleno di Serracchiani: «I governatori del Friuli Venezia Giulia e del Veneto si vedono in trattoria, noi ci incontriamo alla luce del sole». Oggi intanto a Trieste, su un altro fronte della Tav, al termine di un incontro che vedrà presenti il coordinatore europeo del Progetto prioritario n.6 Jan Laurens Brinkhorst e l’assessore ai Trasporti Riccardo Riccardi, è in programma la firma (contestata all’esterno dai No Tav di Trieste e del Carso) del viceministro Castelli e del segretario di Stato sloveno Igor Jakomin sull’intesa per la progettazione della tratta tra Trieste e Divaccia. Dopo mesi di trattative, Italia e Slovenia si sono hanno accordati sulla linea ”alta”, che sull’altipiano carsico da Aurisina raggiunge Opicina, seguendo la traccia della rete esistente, e poi si dirige verso il confine. Domani invece, sempre a Trieste, si terrà l’incontro tra Tondo e Zaia con Brinkhorst per approfondire le novità sul tracciato veneto. E proprio il governatore veneto, a ridosso dell’incontro, assicura che «c’è la volontà di chiudere la partita». E aggiunge: «Non c’è un tracciato che non abbia conflitto territoriale. Partiamo dal presupposto che ovunque passi, avrà comunque un comitato contro». (m.b.)

 

 

Dal Messaggero Veneto del 12/10/10

Tav, Pd di Fvg e Veneto contro il nuovo tracciato

 

di ANNA BUTTAZZONI UDINE. Le infrastrutture, dalla Tav al super-porto tra Trieste e Monfalcone, e il federalismo. Il Pd di Friuli Venezia Giulia e Veneto fanno squadra per dar forma a iniziative comuni sottolineando ciò che i governi, regionali e nazionale di centro-destra, non stanno facendo. Un’azione congiunta del Pd che verrà allargata anche ad altre regioni, per creare una sorta di blocco democratico e riconquistare il Nord. Debora Serracchiani, europarlamentare e segretaria regionale del Pd, comincia dal progetto Unicredit del super-porto. «Lo stop al finanziamento della piattaforma logistica di Trieste è l’ennesima occasione perduta e la riprova – afferma Serracchiani – che di questa regione non interessa più nulla a nessuno a livello di governo italiano. Mi auguro che l’amministrazione comunale di Trieste e la Regione prendano una posizione forte perché sostenere che il problema dipende dal fatto di attendere il rinnovo dell’Autorità portuale, è un’offesa all’intelligenza di chi ha lavorato per il porto di Trieste, di chi vuole bene a questa regione e di chi vorrebbe vederla veramente presente in modo centrale in Europa». Con lei a presentare la comune azione democratica c’è la segretaria regionale del Veneto, Rosanna Filippin, ma anche i parlamentari e i consiglieri regionali democratici di Fvg e Veneto. Dopo il porto è la volta della Tav, perché in Veneto il tracciato originario potrebbe cambiare. Un’ipotesi che trova l’opposizione dei democratici. «Il percorso – afferma Serracchiani – dovrebbe restare quello a nord, che corre parallelo all’autostrada A4 Venezia-Trieste, ma l’amministrazione veneta vuole spostarlo a sud, rendendo molto più costosa e probabilmente irrealizzabile questa infrastruttura fondamentale per il Nord-Est e per l’Italia. Con il rischio concreto che l’opera, il cui progetto preliminare dev’essere presentato entro il 31 dicembre, abbia ulteriori ritardi, se non addirittura uno stop». I democratici di Fvg e Veneto, quindi, chiederanno verifiche sull’impatto ambientale e sull’effettiva utilità di questo nuovo tracciato, denunciando anche il mancato coinvolgimento delle comunità locali, contrarie – a detta del Pd – alla nuova ipotesi. Il deputato Rodolfo Viola fa sapere di aver presentato un’interrogazione al viceministro Roberto Castelli, mentre Laura Puppato, capogruppo del Pd nel Consiglio regionale del Veneto, svela: «Il nuovo percorso è stato imposto dall’assessore veneto Renato Chisso». E sulla Tav immediata è stata la replica di Luca Zaia, governatore del Veneto. «C’è la volontà di chiudere la partita. Non c’è un tracciato che non abbia conflitto territoriale. Partiamo – ha detto Zaia – dal presupposto che ovunque passi avrà comunque un comitato contro». La partita-federalismo per il Pd si gioca invece assegnando centralità ai Comuni. «La Tav è l’ennesima prova – commenta Filippin – del centralismo regionale che sta dietro il vuoto federalismo sbandierato dalla Lega, e cioè l’esatto contrario del federalismo basato sulle autonomie che, come Pd del Nord, vogliamo sviluppare». I Comuni sono dunque lo snodo. «Quello che invece sta proponendo il governo – attaccano Filippin e il senatore Marco Stradiotto – è clientelare, fondato sul centralismo e rischia di rompere il Paese». Il vicecapogruppo del Pd in Consiglio regionale del Fvg, Mauro Travanut, parla invece di miopia politica. «Sul Federalismo partiamo da due posizioni diverse, la specialità del Fvg e l’ordinarietà del Veneto. È assurdo – spiega Travanut – pensare di abbassare il livello più alto. Va fatto il contrario»

 

Italia-Slovenia, oggi la firma per il tracciato Domani l incontro Tondo-Zaia con Ue

 

TRIESTE. Il nuovo tracciato della Tav nel tratto Trieste-Divaccia (Slovenia), parte del Corridoio V, sarà formalizzato oggi a Trieste dal viceministro per le Infrastrutture Roberto Castelli e dall’omologo sloveno Igor Jakomin. La firma dei due governi sull’accordo di cofinanziamento del progetto transfrontaliero e sul nuovo tracciato va a modificare il percorso individuato negli scorsi anni. Dopo mesi di dialogo e trattative, i due stati hanno raggiunto l’intesa sulla cosiddetta linea alta, che sull’altipiano carsico da Aurisina raggiunge Opicina, seguendo la traccia della rete esistente e poi si dirige al confine. Il nuovo percorso sostituisce la variante cittadina che avrebbe attraversato la città di Trieste ed era contestato dagli ambientalisti. In questo modo, con il finanziamento da 50,7 milioni di euro per la progettazione stanziato dalla Commissione europea nel dicembre 2008, potranno cominciare gli studi per la realizzazione del tratto transfrontaliero che è lungo poco meno di 40 chilometri. La firma dell’accordo è prevista nella sede della Giunta Regionale del Friuli Venezia Giulia, protagonista nell’opera di mediazione con l’assessore ai Trasporti Riccardo Riccardi. Domani, sempre a Trieste, si terrà l’incontro tra i presidenti di Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, e Veneto, Luca Zaia, con il coordinatore del progetto prioritario numero 6 Laurens Jan Brinkhorst. Obiettivo della riunione è trovare l’intesa sul tracciato veneto da Mestre a Portogruaro dell’alta velocità. I due presidenti hanno già mandato al Governo italiano una lettera in cui chiedono la nomina di un commissario, in particolare di Bortolo Mainardi, per accelerare i tempi dell’alta velocità a Nord-Est.

NOTAV: rescisso il contratto ai trivellatori

Dal Messaggero Veneto del 07/09/10

Dopo il caos carotaggi Tav e le proteste è stato risolto il contratto con l impresa

 

BAGNARIA ARSA. L’amministratore delegato di Italferr, Renato Casale, ha comunicato all’assessore regionale alla viabilità e trasporti Riccardo Riccardi che è stato “immediatamente risolto il contratto” con l’impresa alla quale era stato affidato l’incarico di svolgere le indagini diagnostiche per la realizzazione della tratta ferroviaria tra Porpetto e Cervignano, una delle porzioni della linea ferroviaria ad alta velocità/alta capacità tra Venezia e la Slovenia (il Progetto prioritario Ue n° 6). Era stato l’assessore Riccardi, infatti, alla fine della scorsa settimana, ad inviare una nota ad Italferr (Gruppo FS) in cui stigmatizzava le procedure adottate dalla società per l’avvio dei lavori nel territorio di Bagnaria Arsa e chiedeva precisi ragguagli sulla vicenda. Nella comunicazione inviata all’assessore Riccardi, l’a.d. di Italferr segnala infatti che era compito di tale impresa acquisire tutte le necessarie autorizzazioni dei proprietari per l’accesso alle aree. La campagna di sondaggi, evidenzia inoltre la lettera, è limitata proprio all’area tra Porpetto e Cervignano, in quanto «Nell’affiancamento con l’autostrada A4 si dispone già delle indagini eseguite per il progetto della terza corsia». A fronte, inoltre, della richiesta dell’assessore Riccardi di una tempestiva informazione alla Regione da parte di Italferr su tutti i lavori in atto per la progettazione della linea ferroviaria in questione «allo scopo di poter dare comunicazione dell’inizio di ogni attività» che coinvolge il territorio del Friuli Venezia Giulia – indicava Riccardi – Casali precisa che «il difetto di informazione, che non andrà sicuramente a ripetersi» è stato purtroppo dettato dalle serrate tempistiche con le quali si stanno svolgendo le attività finalizzate alla chiusura della progettazione.

 

Da Il piccolo del 07/09/10

Alta velocità, rescisso il contratto ai trivellatori

 

BAGNARIA Carotaggi abusivi per la Tav, Italferr liquida Rct, l’azienda milanese che aveva iniziato a trivellare il terreno dei proprietari Costantini Scala di Bagnaria, senza la loro autorizzazione. Lo aveva già annunciato Carlo Comin, il committente di Rfi per la nuova tratta ferroviaria Venezia-Trieste che, nella riunione di venerdì sera a Bagnaria, aveva anticipato ai No Tav la rottura del contratto con la ditta incaricata di eseguire i carotaggi. E ieri è arrivata anche la nota ufficiale di Italferr, braccio destro di Rfi, che ha comunicato alla Regione la liquidazione di Rct. L’amministratore delegato di Italferr, Renato Casale, ha infatti informato l’assessore regionale alla Viabilità, Riccardo Riccardi, che il contratto con l’impresa «è stato immediatamente risolto». L’azienda in questione, la Rct di Milano, aveva avuto da Italferr l’incarico di svolgere le indagini diagnostiche per la realizzazione della tratta ferroviaria tra Porpetto e Cervignano. Si tratta di una delle porzioni della tanto discussa “linea Fs ad alta velocità e capacità”, contemplata tra Venezia e la Slovenia nel progetto prioritario 6 dell’Unione europea. Dopo la protesta dei Comitati No Tav, che mercoledì scorso avevano inscenato un presidio portando alla luce le mancate autorizzazioni dei proprietari coinvolti dai carotaggi, la ditta aveva immediatamente smantellato il cantiere. Forti le polemiche che si erano immediatamente sollevate, compresa la reazione di Riccardi, che aveva scritto a Italferr, chiedendo «precisi ragguagli sulla vicenda da stigmatizzare per le procedure adottate dalla società nella fase di avvio dei lavori nel territorio di Bagnaria». E ieri Italferr ha precisato a chiare lettere «che era compito di tale impresa acquisire tutte le necessarie autorizzazioni dei proprietari per l’accesso alle aree». «La campagna di sondaggi – si legge nella missiva di Italferr- è limitata proprio all’area tra Porpetto e Cervignano, in quanto nell’affiancamento con l’autostrada A4 si dispone già delle indagini eseguite per il progetto della terza corsia». E in merito alla richiesta di Riccardi, che aveva sollecitato Italferr a informare tempestivamente la Regione su tutti i lavori in atto per la progettazione della linea, Casali precisa che «il difetto di comunicazione non avrà sicuramente a ripetersi, pur essendo stato dettato dalle serrate tempistiche con le quali si stanno svolgendo le attività tese a chiudere il progetto preliminare». Esso, come è noto, dovrà essere presentato all’Ue entro dicembre 2010, pena la restituzione del contributo di 2,5 milioni di euro da parte dell’Italia. Elena Placitelli