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Marzo 18th, 2017 — General, Loro
da Il Piccolo del 9 luglio 2014
Ferrovie, un altro guasto: cancellazioni e ritardi fino a 100 minuti
Nuova giornata di passione per i pendolari triestini: a causa di un disguido tecnico nel tratto compreso tra Monfalcone e Bivio di Aurisina, 23 treni, tra cui tre Frecce, hanno registrato forti ritardi e tre Regionali sono stati addirittura cancellati. Le scuse dell’assessre regionale Santoro
Un nuovo guasto al sistema di distanziamento dei treni ha causato ritardi e cancellazioni stamattina lungo la linea ferroviaria per Trieste, tra Monfalcone e Bivio di Aurisina. L’inconveniente si è verificato 6.20 di oggi. I tecnici delle Ferrovie hanno ripristinato la linea da e per Trieste alle 9.10. Tre Frecce hanno subito ritardi fino a 100 minuti, due Intercity hanno accumulato ritardi di 35 e 80 minuti, 18 treni regionali hanno ritardi tra 20 e 100′ e altri tre sono stati cancellati.
Nella mattinata di ieri, nello stesso tratto, si erano registrati forti ritardi a causa del maltempo che aveva danneggiato la rete ferroviaria. Solo alle 10.30 la situazione era tornata alla nornalità, anche in quel caso con grossi disagi per pendolari e viaggiatori.
«Il ripetersi di blocchi alla circolazione dovuti a problemi infrastrutturali sta provocando forti disagi ai viaggiatori, con i quali ci scusiamo per i ritardi subiti per due giorni consecutivi». L’assessore regionale alle Infrastrutture e mobilità, Mariagrazia Santoro, si rivolge a pendolari e passeggeri che tra ieri e oggi hanno patito disagi per un guasto sulla tratta Bivio d’Aurisina e Monfalcone. «Abbiamo chiesto a Rfi – prosegue Santoro – un rapporto dettagliato sulla natura del guasto che conferma comunque, con tutta evidenza, la fragilità di alcune linee ferroviarie in Friuli Venezia Giulia. Non è possibile, infatti, che i temporali estivi implichino immancabilmente e non eccezionalmente dei guasti». L’argomento era già stato oggetto nei giorni scorsi di confronto con i vertici del gruppo Ferrovie dello Stato, ai quali era stato chiesto un rapido intervento risolutore: «In attesa dell’avvio delle necessarie azioni correttive – conclude l’assessore – chiedo alle Società Rfi e Trenitalia di adoperarsi tempestivamente per mitigare gli effetti dei disagi sui viaggiatori e per ripristinare la regolarità dei servizi».
Marzo 18th, 2017 — Loro
da Il Piccolo del 4 maggio 2013
Via al Polo intermodale di Ronchi
Conclusi gli iter autorizzativi. Due i lotti di lavori previsti nei prossimi mesi
RONCHI DEI LEGIONARI. Si sono conclusi favorevolmente i due procedimenti autorizzativi previsti per la realizzazione del polo intermodale dei trasporti all’aeroporto di Ronchi dei Legionari, a certificazione della coerenza dell’opera con gli strumenti di pianificazione e della verifica dell’impatto sulle risorse naturali e sull’assetto del territorio. Il primo prevedeva l’assoggettabilità alla valutazione ambientale strategica del piano attuativo comunale relativamente all’intervento di realizzazione della struttura, al fine di valutare e garantire la sostenibilità ambientale delle scelte progettuali e delle azioni previste nel piano. Il secondo l’assoggettabilità alla procedura di Via del progetto preliminare. La giunta di Ronchi, prendendo atto dei conformi pareri espressi da Arpa, Azienda sanitaria, Provincia di Gorizia e Regione, s’è espressa sulla non assoggettabilità a Vas del piano attuativo comunale, giudicato in linea con i principi della sostenibilità ambientale, con particolare riferimento al miglioramento complessivo delle condizioni dell’ambiente.
Il provvedimento di esclusione è divenuto efficace a seguito della condivisione da parte del consiglio comunale. Per quanto riguarda le altre attività in corso, da segnalare che è prevista a giorni la conclusione di un altro essenziale adempimento, la determinazione dell’indennità provvisoria di esproprio nell’ambito del procedimento di acquisizione delle aree necessarie alla realizzazione del polo intermodale. Questo ulteriore elemento permetterà di delineare con maggiore precisione il quadro documentale, a corredo dei contenuti oggetto dell’accordo di programma fra le amministrazioni coinvolte nella realizzazione dell’opera. Due lotti quelli che si svilupperanno nei prossimi mesi. Il primo riguarda la fermata ferroviaria, la stazione dei bus, i parcheggi ed il collegamento con lo scalo. I tempi di realizzazione sono stati fissati in 17 mesi. Successivamente tutto andrà rendicontato alla Comunità europea, che ha concesso un finanziamento di 6 milioni di euro. Il resto sono fondi regionali e quelli messi a disposizione dalla Spa aeroportuale.(lu.pe.)
Marzo 18th, 2017 — Loro
Eletto senatore del Pd ora membro della 8a commissione lavori pubblici e comunicazioni, non poteva certo non farsi sentire …
Martedì è comparso un artiicoletto sul MV, che sarà sfuggito a molti, da notare peraltro che il titolo dell’articolo trae in inganno poiché Sonego dice no al Commissario mica alla Tav.
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Messaggero Veneto MARTEDÌ, 14 MAGGIO 2013 Pagina 10 – Regione
ALTA VELOCITÁ
Sonego: inutili commissario e la tratta Lione-Lubiana
UDINE «Non serve il commissario straordinario per la terza corsia dell’autostrada A4, men che meno per il collegamento ferroviario del progetto prioritario Lione-Venezia-Trieste-Lubiana che è un problema politico e non un problema tecnico». Lo sostiene il senatore del Pd Lodovico Sonego. «Anche alla luce di questi fatti risulta evidente che il commissario Mainardi non ha titolo e legittimazione per convocare i sindaci e proporre, non si sa a nome di chi, ipotesi di tracciato – aggiunge Sonego –. Anticipo infatti che chiameremo il governo in commissione per definire sull’argomento una politica che accomuni Governo e Parlamento. In attesa il commissario può solo fare danni. Sino a ora Mainardi si è esercitato in Veneto producendo confusione di cui non sentiamo la necessità in Friuli Venezia Giulia. La riprova di ciò che dico è rappresentata dal fatto che a tutt’oggi in Veneto non si sa dove debba passare la ferrovia nonostante il pluriennale lavoro del commissario. La parola spetta ora al Governo, al Parlamento, alle Regioni, ai Comuni», conclude Sonego.
_ Vediamo chi è ____________
Lodovico SONEGO
XVII Legislatura
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Regione di elezione: Friuli-Venezia Giulia Nato il 20 febbraio 1956 a Charleroi (Belgio) Residente a Cordenons (Pordenone) Professione: Consulente, funzionario di partito, impiegato
Già consigliere e assessore Regione Friuli-Venezia Giulia
Elezione: 24 febbraio 2013 Proclamazione: 27 febbraio 2013
Membro Gruppo PD
Membro della 8ª Commissione permanente (Lavori pubblici, comunicazioni)
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Contatti
Mandati
Incarichi e uffici ricoperti nella Legislatura
Gruppo Partito Democratico :
Membro dal 19 marzo 2013
8ª Commissione permanente (Lavori pubblici, comunicazioni):
Membro dal 7 maggio 2013
Guarda un pò un vicepresidente è il famìgerato Esposito
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Presidente
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Vicepresidenti
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Segretari
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Membri
- ARACRI Francesco, PdL
- BLUNDO Rosetta Enza, M5S
- BORIOLI Daniele Gaetano, PD
- CARDINALI Valeria, PD
- CIAMPOLILLO Lello, M5S
- CIOFFI Andrea, M5S
- COMPAGNONE Giuseppe, GAL
- CROSIO Jonny, LN-Aut
- DAVICO Michelino, LN-Aut
- FASANO Enzo, PdL
- FILIPPI Marco, PD
- FLORIS Emilio, PdL
- FRAVEZZI Vittorio, Aut (SVP, UV, PATT, UPT) – PSI
- GIBIINO Vincenzo, PdL
- MARGIOTTA Salvatore, PD
- RANUCCI Raffaele, PD
- ROMANI Paolo, PdL
- ROSSI Mariarosaria, PdL
- ROSSI Maurizio, SCpI
- SONEGO Lodovico, PD
Marzo 18th, 2017 — Loro
Marzo 17th, 2017 — General, Loro
Leggete: robe da non credere!!
Si tratta della lettera accompagnatoria
di RFI al Ministero e per conoscenza a tutta una sfilza di soggetti
La data della lettera è del 12 giugno 2013
Un commento analitico verrà postato successivamente
COMUNICATO DEL COMITATO NOTAV DI TRIESTE E DEL
CARSO
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Marzo 17th, 2017 — General, Loro
I trucchi di Sonego (manca solo la pistola sul tavolo) e la necessità di una risposta politica
Ecco allora che ritorna la cortina fumogena di Sonego che serve per far credere che esiste ancora un progetto completo ed in particolare per avere i pareri favorevoli delle Regioni FVG e Veneto ed infatti quella stupidella della serracchiani è già schierata sul progetto 2010 e secondo la pennivendola del messaggero anche Zaia è d’accordo, ma in Veneto non è stata attivata alcuna procedura sulle recenti integrazioni di Italferr-RFI.
Come farà il Ministero dell’Ambiente a dare un parere positivo a questo condizioni?
Per quanto riguarda gli interbìventi a Roma, non dobbiamo sperare molto da quell’altro impiastro della Pellegrino di SEL che pensa solo alla sua carriera.
Dovrebbero attivarsi i Grillini, ma mi pare che non diano alcun segno di vita su questo problema, sel fronte romano.
La questione è veramente abominevole e richiede una risposta politica, magari con una manifestazione fvg + veneto a Trieste
commento di Paolo De Toni 20 settembre 2013
Messaggero Veneto del 20/09/13
Il tracciato Tav non si cambia
VENERDÌ, 20 SETTEMBRE 2013 pag 14 regione
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Il Ministero apre alla linea ad alta capacità studiata da Italferr, il percorso è quello del 2010
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UDINE Il tempo dei ripensamenti è finito. Il progetto dell’alta velocità-alta capacità da Venezia a Trieste, redatto nel 2010 da Italferr, va avanti nonostante i mal di pancia dei Comuni e di una parte della cittadinanza. Ieri pomeriggio a Roma al Ministero dell’Ambiente, i gruppi istruttori della Commissione di verifica dell’impatto ambientale Via e Vas si sono riuniti per dare il via alla procedure di valutazione sulle quattro tratte interessate (Mestre-aeroporto Marco Polo, aeroporto-Portogruaro; Portogruaro-Ronchi; Ronchi-Trieste). Convocati, oltre ai rappresentanti di Rfi, Italferr, Ispra e Ministero dei beni e delle attività culturali, anche le due Regioni. Un primo vertice che fa da spartiacque al lavoro fatto nell’ultimo anno sul territorio del Friuli Venezia Giulia e più in generale al lavoro fatto nelle due Regioni dall’avvio della procedura commissariale. La commissione infatti – che ha chiesto un integrazione alle ferrovie sulla documentazione relativa alle tratte – ha iniziato un percorso irreversibile che è quello che porterà, nel giro di tre-quattro mesi alla conclusione della valutazione di impatto ambientale sul progetto 2010. Debora Serracchiani aveva anticipato la sua intenzione di andare avanti su quel tracciato nell’incontro del 12 agosto con i sindaci della bassa friulana. Questo nonostante 18 primi cittadini su 21 avessero chiesto al commissario straordinario Bortolo Mainardi uno studio di fattibilità per valutare alternative. Ma anche in Veneto la Regione, con Luca Zaia, ha deciso di procedere con il tracciato balneare. Il progetto del 2010 prevede per la prima tratta – 10 chilometri tra Mestre e l’aeroporto – un investimento da 772 milioni di euro. Dal Marco Polo a Portogruaro, 61,5 chilometri, il costo previsto è invece pari a 2,683 milioni di euro. In Friuli Venezia Giulia il valore ipotizzato per l’investimento sfiora i quattro miliardi: 2,246 per la Portogruaro-Ronchi e 1,745 per la tratta Ronchi dei Legionari – Trieste. Il progetto prevede la realizzazione di un’opera classificabile, specialmente in Friuli Venezia Giulia dove una buona parte sarà realizzata in affiancamento all’autostrada ma dove ci sarà comunque un impatto sui territori della Bassa friulana, come alta capacità ferroviaria perché gli studi sulla conformazione del terreno hanno escluso la possibilità di superare i 250 chilometri orari. Ci saranno anche tratti in cui la velocità sarà inferiore ai 200 chilometri orari. Quanto alle distanze, in 43 minuti sarà possibile percorrere la distanza che separa l’aeroporto di Venezia da Ronchi. Definire i tempi dell’opera è invece prematuro perché l’istruttoria è ancora molto lunga (siamo solo alla progettazione preliminare) e perché le risorse per la realizzazione – al finanziamento europeo del corridoio si dovrà aggiungere il cofinanziamento italiano – sono per lo più ancora sulla carta. Ma proprio perché ogni passaggio è complesso e macchinoso, la procedura di Via diventa il tempo entro il quale sono ammessi ravvedimenti sulla progettazione. Ravvedimenti non più pensabili per la linea a Nordest. Il commissario Mainardi, che nel suo ruolo si è speso per cercare di mediare tra gli interessi delle parti, non si lascia tentare dalle polemiche e preferisce rimanere al suo posto. «Continuo a svolgere il ruolo che mi compete monitorando l’iter procedurale del progetto» si limita a dire. Quanto alla bontà della scelta: «Non è tra i miei compiti la scelta dei tracciati dei corridoi di alta velocità e alta capacità, io debbo solo segnalare criticità ed eventualmente iniziative per superarle». Segnalazioni che la politica evidentemente ha valutato diversamente. Martina Milia
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Marzo 17th, 2017 — General, Loro
MV 24 settembre
INFRASTRUTTURE
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Sulla Tav si rompe il fronte dei sindaci della Bassa
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Alcuni amministratori attaccano i colleghi sulla scelta del potenziamento del tracciato
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SAN GIORGIO DI NOGARO «È venuto il momento di prendere le distanze dall’attuale tavolo dei sindaci e di aprire un secondo tavolo con la partecipazione delle amministrazioni di Latisana, Precenicco, Muzzana e San Giorgio di Nogaro: ne parlerò con i sindaci e con tutti coloro che sono d’accordo di procedere, in linea con il pensiero del presidente della Regione e di Roma, con il tracciato 2010». Si rompe il fronte dei sindaci sul tracciato della Tav: il sindaco di Palazzolo dello Stella, Mauro Bordin, attacca i colleghi sul potenziamento e il quadruplicamento della linea storica. «Abbiamo appreso con enorme piacere che il tempo dei ripensamenti è finito – dice – e che il progetto dell’Av/Ac Venezia-Trieste redatto nel 2010 da Italferr, va avanti in quanto a Roma al Ministero dell’Ambiente, i gruppi istruttori della Commissione di verifica dell’impatto ambientale Via e Vas si sono riuniti per dare il via alla procedure di valutazione sulle quattro tratte interessate (Mestre-aeroporto Marco Polo, aeroporto-Portogruaro; Portogruaro-Ronchi; Ronchi-Trieste). Si tratta di una decisione razionale visto che il tracciato 2010 venne condiviso e sottoscritto anche dai rappresentati dei Comuni che oggi invocano ipotesi alternative, decisione che conferma la linea illustrata dal presidente della Regione in occasione dell’ultimo incontro. Il mio Comune, da sempre stato favorevole a un tracciato in affiancamento all’autostrada, non si è mai opposto a un progetto che dovrebbe rappresentare una base di sviluppo per l’Italia e per il Nord-Est. Tuttavia abbiamo richiesto un passaggio intelligente, capace di limitare gli effetti negativi sulla nostra Comunità». «Riteniamo – continua – che un tracciato deve partire da un attento esame della situazione attuale, frutto di un’urbanizzazione che si è sviluppata nel corso dei decenni. Si deve prendere atto che Latisana, Precenicco, Palazzolo, Muzzana e San Giorgio di Nogaro si sono sviluppate lungo e in affiancamento all’attuale tracciato ferroviario: un potenziamento e un quadruplicamento della linea storica sarebbe devastante per il territorio di tali Comuni. Si tratta di un’ipotesi non percorribile che non può essere presa in considerazione. Per tale ragione il passaggio in affiancamento all’autostrada è la soluzione ideale». «Abbiamo dato la nostra disponibilità a partecipare al tavolo dei sindaci in quanto ritenevamo fosse giusto risolvere, con opportuni accorgimenti tecnici, i problemi di altre realtà, nell’ottica solidaristica che deve contraddistinguere i rapporti tra chi, come noi sindaci, è chiamato a difendere le proprie comunità e il proprio territorio. Purtroppo – conclude Bordin – tale tavolo si sta trasformato in uno strumento utile a forzare la mano al fine di ottenere una revisione totale del tracciato. Non vedo lo spirito di collaborazione e reciproca attenzione.
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MV 22 settembre
Tav, i sindaci preparano la protesta
di Francesca Artico
Tiussi: «Vogliamo soluzioni condivise e un tracciato alternativo a quello del 2010, che fa acqua da tutte le parti»
UDINE. «Sulla Tav vogliamo soluzioni condivise». A ribadirlo è Cristiano Tiussi (nel riquadro a destra), sindaco di Bagnaria Arsa, che interviene in qualità di presidente delegato dall’assemblea permanente dei sindaci dei 19 comuni coinvolti dal tracciato della Tav in Fvg.
«Il commissario governativo per l’Alta velocità per la tratta Venezia-Ronchi dei Legionari – spiega a nome dei colleghi – da più di un anno sta portando avanti un approccio per fasi funzionali che valuti, prima della realizzazione di una nuova linea ad alta velocità, l’adeguamento dell’esistente ed eventualmente il suo potenziamento (quadruplicamento), se necessario».
I Comuni del Veneto hanno chiesto a maggioranza di cassare il tracciato “litoraneo” previsto nel progetto preliminare del 2010 e hanno ottenuto dal commissario un progetto di prefattibilità alternativo. «I Comuni del Friuli Venezia Giulia, da Ronchis a San Canzian d’Isonzo, hanno rivolto al commissario, a stragrande maggioranza, analoga richiesta – continua Tiussi – per un tracciato alternativo rispetto a quello del 2010, evidenziandone incongruenze, criticità e osservazioni sostanziali nello studio dell’ingegner Debernardi, depositato a febbraio in Regione e in commissione Via, senza avere alcun riscontro.
Apprendiamo, inoltre, che la Provincia di Gorizia ha recentemente dato un netto parere contrario alle integrazioni del progetto preliminare Av/Ac Ronchi dei Legionari – Trieste perchè non tengono conto di importanti richieste presentate da Provincia e Comuni isontini. Da parte sua, il consiglio comunale di Trieste non approva la delibera di giunta sulle stesse integrazioni. Ieri – aggiunge – la presidente della Regione Debora Serracchiani, con senso di responsabilità, ha chiesto di sospendere il procedimento di Via e di dare contestualmente mandato a Rfi di presentare entro un mese un’ipotesi alternativa e migliorativa del tracciato esistente».
«A questo punto – prosegue Tiussi –, siamo quasi tutti d’accordo che il progetto 2010 fa acqua da tutte le parti e che la priorità non è una nuova linea ad alta velocità dagli altissimi costi economici, ambientali e sociali, in ogni caso realizzabile solo fra qualche decennio, bensì l’adeguamento dell’esistente con l’eliminazione dei famosi “colli di bottiglia”.
Eppure, nonostante ciò, la Commissione nazionale di Via prosegue imperterrita nell’iter di valutazione di impatto ambientale sul progetto del 2010, che si concluderà entro 3-4 mesi. E preoccupa il fatto che, subito dopo, il progetto passerà all’esame del Cipe per la definitiva approvazione. Prima che il processo divenga irreversibile, mi sembra indifferibile la ripresa di un ampio confronto tra tutti gli attori istituzionali in campo, privilegiando prospettive di buon senso e a breve termine. In questo contesto – conclude –, i Comuni faranno responsabilmente la loro parte, come hanno fatto finora».
Mio commento sul MV online
Sarebbe anche ora che i Sindaci si sveglino, spero però che abbiano capito la portata del problema, ma siccome dubito che questo sia vero, faccio un promemoria:
Italferr in nome e per conto di RFI ha presentato le integrazioni SOLO sulla tratta Ronchi dei Legionari Trieste chiedendo al Ministero dell’Ambiente che venga approvato il progetto preliminare SOLO per questa tratta.
nella lettera accompagnatoria firmata da Michele Marzano per RFI si legge
° lo studio trasportistico sopracitato ha confermato l’opportunità di realizzare i Progetti della linea AV/AC Venezia Trieste per sequenza di Lotti Funzionali, da avviare in coerenza con l’aumento della domanda di traffico;
° nell’ambito dei lotti funzionali sono altresì individuati gli specifici interventi prioritari;
° il primo di detti interventi è lo sdoppiamenti di Bivio San Polo, che consente di predisporre le opere propedeutiche alla realizzazione della Linea AV/AC poco dopo la stazione di Ronchi – Aereoporto, eliminando il “collo di bottiglia” attualmente determinato dalla confluenza delle Linee Mestre-Trieste e Udine-Trieste in ingresso a Monfalcone;
° L’interlocuzione del Commissario Straordinario per l’asse ferroviario Venezia Trieste con il territorio, relativamente alle tratte venete e friulane da Venezia a Ronchi del Legionari ha registrato un quasi unanime dissenso dei comuni sul tracciato presentato nel 2010 e a tal riguardo il commissario ha predisposto tramite RFI uno studio di fattibilità alternativo in affiancamento alla linea ferroviaria esistente tra Mestre e Portogruaro.
°Il tracciato della tratta AV/AC Ronchi dei legionari Trieste non è condizionato dal tracciato Mestre-Ronchi dei Legionari o da soluzioni ad esso alternative che possano eventualmente emergere dalle indicazioni del Commissario Straordinario, atteso che l’attestamento nella futura Stazione di Ronchi del Legionari è fissato univocamente; si ritiene che un ulteriore ritardo nell’iter approvativo del Progetto preliminare della tratta Ronchi del Legionari Trieste possa comportare il de finanziamento europeo dell’opera Per le motivazioni sopra elencate, si comunica di aver dato mandato alla Società Italferr SpA di inviare a codesta Commissione la sola Documentazione Integrativa predisposta per la tratta Ronchi dei Legionari Trieste al fine di poter permettere l’espressione del parere di compatibilità ambientale in forma autonoma rispetto alle altre tratte.
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Commento. Ora la maggior parte dei Comuni anche sulla Tratta Ronchi-Trieste ha dato parere negativo e a Trieste il PD ha subìto uno smacco notevole visto che la mozione del “non parere” è stata bocciata dal Consiglio Comunale. In realtà però nessuno ha rilevato formalmente che la richiesta di parere di compatibilità ambientale su una sola tratta formulata da RFI è IRRICEVIBILE, in quanto già il Ministero aveva richiesto un progetto UNITARIO sull’intero Asse Venezia-Trieste, cosa che si era concretizzata nel 2012 con una relazione di ricucitura di tutte e 4 le tratte, presentando formalmente un nuovo progetto al Ministero e sul quale tutti sono stati chiamati a presentare le osservazioni (questa volta diversamente dal 2011, sull’intero progettoI).
Quindi le azioni che devono fare oggi i Comuni sono
1. demistificare l’operato del Senatore Lodovico Sonego ( membro della 8a commissione lavori pubblici e comunicazioni) e smentire nettamente che esista ancora il progetto 2010;
2. rilevare con forza al livello Ministeriale che l’operazione in corso è ILLEGITTIMA;
3. ribadire che l’intervento a Bivio San Polo si può fare indipendentemente dall’Asse AV/AC e quindi impedire che quest’intervento diventi la scusa con cui approvare il progetto 2010.
4. Agire in maniera unitaria, chiara e trasparente in opposizione al progetto AV/AC a livello Regionale eliminando tutte le sacche di complicità di cui godono Sonego e il gruppo, oramai totalmente minoritario ma non per questo meno pericoloso, dei Tavisti in Veneto e Friuli VG:
Oramai è dimostrato che quest’opera è una truffa e i Sindaci devono prenderne atto in tutto e per tutto. Ogni titubanza sarà deleteria; viceversa basta una posizione lineare, chiara e forte per chiudere definitivamente questa terrificante vicenda.
De Toni Paolo
Marzo 17th, 2017 — General, Loro
Il presidente Zaia propone e fa approvare dalla giunta veneta una delibera che prevede il raddoppio dell’attuale tracciato ferroviario. «Il percorso litoraneo ha un impatto elevatissimo»
UDINE. Luca Zaia boccia la linea dell’assessore veneto Renato Chisso e sposa quella di Debora Serracchiani sul percorso della Tav. La giunta regionale del Veneto, su proposta appunto del presidente Luca Zaia, ha approvato la delibera che conferma la scelta di realizzare la Ferrovia Alta Capacità/Alta Velocità da Mestre a Trieste lungo il tracciato dell’attuale linea ferroviaria.
«Abbiamo formalizzato con un atto di indirizzo una decisione già nota – ha sottolineato Zaia – per confermare una scelta già discussa e fatta, così da evitare che qualcuno a Roma possa imbastire speculazioni sulle recenti decisioni statali sulla questione, che fanno riferimento a un percorso definito litoraneo che non ha nè senso nè consenso».
«Il cosiddetto tracciato basso – ha ribadito Zaia – avrebbe tagliato in due la campagna delle bonifiche, era ambientalmente insostenibile e aveva un impatto elevatissimo. La linea in affiancamento a quella esistente dovrà essere approfondita allo stesso livello di progettazione di quanto predisposto da Rfi. Questa soluzione alternativa dovrà prevedere peraltro soluzioni prevalentemente in galleria artificiale in corrispondenza dei centri abitati, di Marcon, Quarto d’Altino, Meolo, Fossalta, di Piave, Musile di Piave, San Donà di Piave, Ceggia, San Stino di Livenza, Portogruaro e Fossalta di Portogruaro, allo scopo di minimizzare l’impatto ambientale sui centri interessati».
«Sarà una linea cosiddetta Ac/Av, cioè realizzata per migliorare il trasporto di merci e persone lungo un corridoio strategico – ha concluso Zaia – che ci connette con i grandi quadranti europei».
sul Piccolo
http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2013/10/03/news/il-veneto-boccia-il-tracciato-balneare-della-tav-1.7856083
Marzo 17th, 2017 — General, Loro
da Il Piccolo del 5 ottobre 2013 pag. 34 – Gorizia-Monfalcone
Centrosinistra: la Tav stravolge i territori
SAN CANZIAN Il gruppo di minoranza “Centrosinistra per San Canzian futura” difende il proprio voto di astensione sulla delibera relativa al parere sulle integrazioni al progetto dell’Alta velocità ferroviaria effettuate da Italferr al progetto preliminare della Tav. «La maggioranza presenta una proposta di delibera in merito alle osservazioni sulla Tav – spiega il gruppo -. La minoranza si dichiara d’accordo sulle proposte di integrazione, perchè volte a difendere e tutelare la popolazione locale, però dichiara di non poter accettare l’affermazione contenuta in uno degli allegati alla delibera che considera “necessaria per lo sviluppo futuro del Paese la costruzione della linea Av-Ac”». Il gruppo ritiene che, proprio in virtù del presumibile rapporto costi-benefici dell’opera, in un momento di grave crisi economica, «non si può accettare il progetto di Alta velocità». «Noi riteniamo importante intervenire per potenziare l’attuale linea ferroviaria – ribadisce il gruppo – e non certo per interventi faraonici atti a stravolgere la struttura dei nostri territori. Ecco perché in sede di votazione i consiglieri di “Centro sinistra per San Canzian” si sono astenuti. Secondo la logica della maggioranza – prosegue – l’astensione significa “non volere che i cittadini siano indennizzati”. Non si capisce bene da dove derivi una tale conclusione. A meno che non si pensi che l’intento sia quello, ampiamente esercitato, di gettare discredito sulla minoranza, adottando qualsiasi pretesto, spesso inconsistente. Questo però è il modo di fare politica nel nostro Comune. Non resta che rassegnarsi – conclude – e continuare con serietà a fare il nostro lavoro di consiglieri di opposizione».
da Il Piccolo del 2 ottobre 2013
«No alla Tav senza una tutela per le case»
Il Comune di San Canzian chiede una fascia boscata per mascherare le barriere antirumore
SAN CANZIAN D’ISONZO. Pur ritenendo il progetto dell’Alta velocità-Alta capacità ferroviaria necessario per lo sviluppo futuro del Paese, amministrazione comunale e maggioranza al governo di San Canzian d’Isonzo preannuncia parere negativo nel caso in cui non siano accolte le osservazioni già presentate nel 2011. «E di cui non c’è alcuna traccia nelle integrazioni apportate da Italferr su richiesta della commissione di Via», ha sottolineato nell’ultima seduta del Consiglio comunale il vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici, Luciano Dreos. Tant’è che questa volta l’amministrazione comunale è stata impegnata dal Consiglio a inviare il giudizio non solo alla Regione, ma anche, direttamente, ai ministeri coinvolti e agli esponenti politici del territorio. Il documento ribadisce quindi come imprescindibile l’allargamento della fascia di rispetto a 30 metri dalla linea. In questo modo le abitazioni da abbattere sarebbero 30, ma si eliminerebbero i pesantissimi disagi per chi si troverebbe a ridosso dei 10 metri di distanza dal tracciato. In ambito residenziale si chiede di nuovo la formazione di una fascia boscata di mascheramento delle barriere antirumore e che nelle zone extraurbane, dove non ci saranno pannelli fonoassorbenti, sia eseguito un terrapieno di mitigazione visiva. Vengono riproposte tutte le perplessità espresse a inizio 2011 sulle fasi di cantiere. A iniziare dalla richiesta di mantenere il cavalcaferrovia esistente di Pieris fino a quando non venisse costruito quello nuovo, prospettato dal progetto di Italferr. «In caso contrario una mole enorme di traffico attraversebbe Begliano», ha ricordato Dreos. Nel documento si richiede anche un’analisi costi-benefici dell’opera e la precisazione degli scenari dal punto di vista dei volumi di traffico, rilevando, inoltre, che il progetto preliminare non contiene alcuna previsione di raccordo tra la nuova linea e il porto di Monfalcone. Pur condividendo l’esigenza di tutelare la comunità, i quattro consiglieri presenti del Centrosinistra per San Canzian futura si sono astenuti, confermando la scelta di non ritenere “necessaria” la Tav, a differenza dell’amministrazione comunale. «Il gruppo di minoranza astenendosi ha scelto di non scegliere – attacca il gruppo di maggioranza Centrosinistra democratico -, accettando però così supinamente tutto quello che ci vene proposto da Italferr. Astenersi dal presentare osservazioni significa non richiedere compensazione per i cittadini, non avere nessuna opera di compensazione viaria a seguito dell’insediamento dei cantieri e accettare la chiusura della regionale 14 a Begliano». Significa, ancora secondo la maggioranza, «considerare indispensabile la costruzione del nuovo raccordo tra il Bivio D’Aurisina e Trieste, benché non sia supportato da analisi tecniche e trasportistiche» e «accettare che il porto di Monfalcone non sia collegato alla linea di alta capacità, limitandone l’operatività futura».
Marzo 17th, 2017 — General, Loro
dal Piccolo
23/10
Kallas: l’Italia investa sulle reti europee
di Christian Benna BRUXELLES
L’Europa ci riprova a far salire l’Italia a bordo dell’alta velocità e delle connessioni intermodali. Ma non sarà facile: ne è consapevole Siim Kallas, vicepresidente Ue e responsabile delle politiche per i trasporti, che la settimana scorsa ha presentato a Tallin il nuovo piano per lo sviluppo della rete transeuropea che sarà discusso dall’europarlamento a novembre. Al posto del “vecchio” Corridoio 5, dopo che Lisbona e Kiev hanno abbandonato il progetto, c’è il tragitto ribattezzato “Mediterraneo” che dovrebbe far sfrecciare merci e passeggeri dalla penisola iberica fino all’Ungheria. In mezzo però c’è l’Italia, con la Torino-Lione che non smette di ribollire di tensioni e la Venezia-Trieste-Lubiana, alle prese oltre con i comitati del no, con gli screzi tra Fvg e Veneto, e la preferenza slovena a viaggiare su Klagenfurt. Cambia il nome, ma restano i problemi, insomma. Si farà mai questa direttrice ad alta velocità? Il valzer dell’indecisione italiano fa perdere per un attimo tutto l’aplomb diplomatico del vicepresidente Ue. «Che cos’altro posso dire su questo tema? – si interroga il commissario nel giorno in cui presenta a Bruxelles gli altri due pilastri del trasporto europeo (carburanti alternati al petrolio e mobilitò urbana). «Si tratta di una decisione che devono prendere i governi. A Tallin abbiamo svelato uno dei piani più ambiziosi per lo sviluppo di una rete integrata e intermodale in Europa. Piano che è stato approvato da tutti gli stati membri, ora ci attende l’iter legislativo del parlamento europeo e ci auguriamo di far entrare in vigore la direttiva entro la fine dell’anno. Poi sta ai decisori locali implementare le strategie». In ballo ci sono 26 miliardi di euro, da spendere tra il 2014 al 2020. La metà di questi soldi sono destinati ai progetti sull’asse Est-Ovest ritenuti prioritari. Per i quali l’Unione Europea, come è il caso della Torino Lione, è disposta a mettere sul piatto fino al 40% del costo totale dell’opera. «L’Europa – afferma Kallas – disegna e negozia i piani delle infrastrutture in un quadro dove i corridoi servono per alimentare gli scambi europei. L’Italia come gli altri governi dell’Unione deve assumere una posizione netta e portarla avanti. Un paese come il vostro non può rimanere chiuso dalle Alpi. Non fare questi investimenti sarebbe un danno per tutta l’Europa». I corridoi principali individuati dall’esecutivo comunitario giungono al termine del dialogo con i soggetti interessati e il dibattito con il Parlamento Ue, e formeranno le arterie dei trasporti nel mercato unico europeo e, assicurano a Bruxelles, “rivoluzioneranno” le connessioni tra est e ovest. Tra i 9 nuovi corridoi disegnati dalla penna di Bruxelles 4 di questi passano dall’Italia, e due coinvolgono il Fvg, il tracciato Mediterraneo, e l’Adriatico-Baltico. Sono previsti 15 mila km di binari ad alta velocità, 35 progetti per agevolare gli spostamenti e gli scambi alle frontiere, 94 porti e 38 aeroporti con migliori collegamenti a ferrovie e strade. Per l’Italia tutto questo comporterà, tra le altre cose, la realizzazione della linea ferroviaria veloce Torino-Lione e, per il completamento del medesimo corridoio europeo, la realizzazione del tratto di competenza italiana della linea linea Venezia-Lubiana. «Non sta a noi dire – prosegue Kallas – come l’Italia deve organizzare il processo decisionale per avviare le opere, e quindi tra autorità centrali e governi regionali, tra interventi pubblici o privati». Fatto sta che le risorse a disposizione non sono immense. E verranno finanziate solo le opere definite prioritarie, con lavori in fase avanzata (almeno a livello progettuale) e soprattutto condivise dai territori che presentano le proposte all’Ue. Il rischio è che Trieste, in attesa di politiche di sistema, rimanga tagliata fuori dalle nuove direttrici, magari con la Slovenia che punta su Klagenfurt per evitare tunnel e gallerie sul Carso
22/10
Moretti: subito la Tav da Milano a Venezia
VENEZIA «La priorità è completare la Tav Milano-Venezia a nord e la Napoli-Bari a sud. Chi sostiene come prioritario il corridoio Adriatico-Baltico sono altri, non io»: Mauro Moretti, amministratore delegato di Trenitalia, intervenuto a un convegno sulle politiche dei trasporti a Venezia, detta la linea sull’alta velocità e si mostra scettico sulla politica dei corridoi transeuropei nella quale crede molto invece Bruxelles.Una strategia che di fatto esclude ancora una volta il nodo di una linea veloce da Venezia a Trieste. Il Corridoio Baltico Adriatico si estende dal Nordest (Bologna-Ravenna), a salire verso i porti di Venezia, Trieste e Capodistria, quindi verso Graz, Vienna, Bratislava, per divaricarsi in Polonia verso il porto di Stetino e dall’altro lato verso Gdansk e quindi più a Nord fino ai Paesi Baltici. Secondo Moretti nella nuova legge di stabilità varata dal governo «ci sono sicuramente fondi per la Tav», anche se – puntualizza – deve ancora «ancora vedere i documenti». L’Italia insomma può fare da sola e l’ad di Trenitalia è convinto non solo che questa sia la scelta giusta ma che ci siano anche le possibili coperture finanziari. Per l’ad di Trenitalia negli investimenti per i trasporti la logica dev’essere quella che garantisce i risultati migliori. «Chiedere infrastrutture per fare tutto è semplice, ma un paese che magari ha seicento abitanti deve capire che non può avere una sua fermata del treno. E siamo alla follia pura se pensiamo ad un aggancio ferroviario per tutti gli aeroporti», ha aggiunto. Moretti si è anche aoffermato sul problema rovente del sovraffollamento sui treni: «Occorrono più risorse – ha affermato- perché i treni sono pochi e, allo stato delle cose, non possiamo fare miracoli, ma solo cercare di garantire la massima efficienza E poi ci vuole una programmazione omogenea delle linee, perché qualche sfilacciatura indubbiamente c’è, anche se occorre tempo per una programmazione dei servizi a medio-lungo termine». Per mantenere in equilibrio il settore dei trasporti in Italia bisogna recuperare «quella normalissima cosa in base alla quale chi usa un servizio ne paga il prezzo», ha detto. «Quante aziende di trasporto stanno in piedi oggi in Italia? – ha chiesto retoricamente Moretti alla platea di imprenditori – Non vi sembra che ci sia un problema di rapporti tra servizi e infrastrutture? Voglio dire questo perché altrimenti non sta in piedi niente, altrimenti non ci salviamo». Il manager delle ferrovie ha detto di attendersi passi avanti positivi dalla nuova Autorità dei trasporti: «Auspico che l’Autorità dei trasporti abbia molta più forza per poter parlare e dettare le regole a cui conformarci». pcf
18/10
La Trieste-Capodistria resta nelle priorità Ue
BRUXELLES Con l’approvazione del regolamento Ten-t, in programma all’Europarlamento per fine ottobre, passerà dal 30 al 40% il contributo che la Commissione Ue potrà erogare per la realizzazione delle opere di quelle infrastrutture che rientrano nel cosiddetto «core network» intermodale dei nove corridoi paneuropei. E tra i tratti c’è anche la Trieste-Capodistria. Lo si è appreso in occasione dell’appuntamento “Ten-T days” organizzato dal commissario ai Trasporti Ue Siim Kallas a Tallin ed al quale sono intervenuti i ministri francese Frédéric Cuvillier e italiano Maurizio Lupi per parlare dell’opera strategica per l’Ue. «I due Stati – ha detto Kallas – si sono tutti impegnati a fare la loro parte». «La Tav si deve fare perchè è impensabile che l’Italia resti indietro», ha detto ieri il ministro per lo Sviluppo economico Flavio Zanonato in occasione della visita al cantiere dell’opera. Con l’approvazione del regolamento Ten-t sarà possibile un finanziamento fino al 40% per la parte che riguarda le opere. Il contributo dell’Ue per scavare e attrezzare il tunnel di 57 km potrà così arrivare fino a 3,4 miliardi di euro sul costo totale di 8,5. La Francia dovrebbe mobilitare 2,2 miliardi di euro, mentre l’Italia 2,9. Cuvillier e Lupi fanno sapere che l’infrastruttura «non è più un progetto, ma un’opera ormai definitivamente avviata con lavori in corso, e che continuerà con determinazione». Ma l’Italia è presente in altri tre dei nove corridoi “prioritari” disegnati dall’Ue. Il corridoio Baltico-Adriatico, lungo 2400 km, dovrà collegare i porti della Polonia, sul Baltico, con quelli del mar Adriatico. Da Danzica, passando per Varsavia e Vienna, fino a Venezia, Trieste e Ravenna, con rami da Stettino a Katowice, da Graz via Udine a Trieste, così come via Lubiana fino a Trieste/Capodistria. Tra le opere da realizzare: l’adeguamento della linea a doppio binario Udine-Cervignano-Trieste, le interconnessioni dei porti di Trieste, Venezia, e Ravenna, con ulteriore sviluppo delle piattaforme multimodali. Il Corridoio Scandinavo-Mediterraneo, parte dal confine tra Finlandia e Russia, arriva al cuore dell’Europa e poi va verso sud col Corridoio del Brennero fino a Verona. In Italia poi si sviluppa verso Bologna, Roma e Napoli con rami che arrivano al porto di Genova, Livorno, Bari e Taranto, prima di raggiungere Palermo. E poi ancora Malta, attraverso le autostrade del mare. Il principale collo di bottiglia è tra Monaco e Verona, ed il Corridoio del Brennero viene ritenuta «un’opera cruciale» per il suo completamento. Anche in questo caso l’Ue è pronta a portare al 40% il contributo per i lavori. Mentre il Corridoio Reno-Alpino è uno dei percorsi più battuti d’Europa, collega i porti del nord di Rotterdam e Anversa a quello del bacino del Mediterraneo di Genova e ad altri centri economici dell’Europa occidentale.