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Marzo 17th, 2017 — General, Gruppo Ecologia Sociale
A jè in preparzion la fieste dai indians a San Zorz di Nojar 24-25-26 dal mes di avost
Per gli indiani di ogni dove
Quando un esercito dei bianchi combatte gli indiani e vince, questa è considerata una grande vittoria, ma se sono i bianchi ad essere sconfitti, allora è chiamata massacro. (Chiksika, fratello maggiore di Tecumseh)
Noi valsusini siamo gli indiani
http://www.notav.info/post/noi-valsusini-siamo-gli-indiani/
Marzo 17th, 2017 — General, Tracciati FVG
Dal piccolo
09/07/12
Tav, c’è il progetto con i 4 tracciati: via alle osservazioni
Depositato lo scorso 20 giugno l’elaborato dei quattro tracciati di progetto del progetto preliminare delle tratte ferroviarie di alta capacità-alta velocità Portogruaro – Ronchi sud e Ronchi sud – Trieste del Corridoio plurimodale. Italferr ha infatti avviato, per conto di Rete Ferroviaria Italiana (RFI), le procedure di approvazione provvedendo, tra l’altro, all’invio dei documenti progettuali ai Comuni interessati e alla Regione. Il 27 giugno la Regione ha invitato nuovamente il Comune a esprimersi entro 30 giorni dal ricevimento della richiesta. Le osservazioni dunque possono comunque essere presentate da tutti cittadini entro il 29 agosto prossimo e devono riportare il seguente oggetto: “Osservazioni alla Procedura di VIA ai sensi del D.Lgs n.163/2006 sul progetto preliminare “Sistema Conoscitivo Unico dei Quattro Tracciati di Progetto”. Vanno trasmesse in forma scritta al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (direzione Generale per le Valutazioni Ambientali – Divisione II Sistemi di Valutazione Ambientale, Via Cristoforo Colombo 44, 00147 Roma e alla Direzione Centrale Ambiente, Energia e Politiche per la Montagna – Servizio Valutazione Impatto Ambientale, via Giulia, 75/1 – 34126 Trieste. È possibile anche l’invio in forma elettronica utilizzando la casella di posta elettronica certificata (PEC) al DGSalvaguardia.Ambientale@PEC.minambiente.it e Ambiente.energia.montagna@certregione.fvg.it. (la trasmissione sarà considerata certificata, ai sensi delle norme vigenti, solo se proveniente da una casella di posta elettronica certificata). Per ulteriori informazioni è possibile contattare il Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare – Direzione Generale per le Valutazioni Ambientali – Divisione II Sistemi di Valutazione Ambientale, via Cristoforo Colombo 44, 00147 Roma, tel.06-57225903.
08/07/12
Tav: la Regione vuole dal Comune di Duino un parere in 30 giorni
DUINO AURISINA Ci mancava la Tav (linea ferroviaria ad alta velocità) a rendere più torrida l’estate degli amministratori comunali di Duino Aurisina. Con una lettera circolare della Regione, indirizzata anche ad altri 30 Comuni del Friuli Venezia Giulia, hanno ricevuto il “progetto preliminare della nuova linea ferroviaria Av/Ac Venezia – Trieste” con la richiesta di parere sull’impatto ambientale legato alla realizzazione dell’opera. Non è precisato un termine per la formulazione del parere ma, secondo la normativa regionale, per questo tipo di adempimenti sono a disposizione 30 giorni: essendo la circolare datata 27 giugno significa che l’impegno deve essere rispettato entro il 26 luglio. Un mese, quindi, per esaminare un dossier di quasi 300 pagine, arricchito da mappe, grafici, proiezioni, analisi, su una materia scottante: basti pensare che la tratta Ronchi–Trieste, di soli 38 chilometri, prevede l’attraversamento dell’intero territorio di Duino Aurisina, quasi interamente in galleria (come precisa la relazione), con un impatto quindi di eccezionali proporzioni sul territorio. L’adempimento appare, per i tempi così ristretti, legato alla scadenza dei termini per il finanziamento del progetto esecutivo della Tav garantito dall’Unione europea, ma resta il fatto che il parere richiesto dalla Regione al Comune sarà utilizzato anche nelle fasi successive dell’iter progettuale e quindi avrà un valore definitivo. «Il tempo è molto ridotto – dice il Sindaco Vladimir Kukanja – e non so come riusciremo a rispettare le scadenze, tenendo conto della delicatezza della materia e della necessità di avviare e concludere una consultazione ampia e impegnativa, obbligatoria anche per l’impatto che l’opera avrà sulla vita degli abitanti e sul territorio comunale. Faremo l’impossibile, ma l’impresa mi pare ardua». Sarà la seconda commissione consiliare – competente in materia di urbanistica, di tutela dell’ambiente e pianificazione del territorio – a svolgere un ruolo fondamentale nella fase della consultazione. Lo precisa il presidente Maurizio Rozza che si richiama a questo proposito agli impegni programmatici della giunta. «Intendiamo ascoltare – dice – tutti i portatori di interessi attivi sul territorio, l’associazionismo, gli esperti, per arrivare a un autentico processo di partecipazione alle decisioni del Comune in materia di pianificazione. Invito le associazioni e i comitati ad attivarsi immediatamente e a chiedere di essere ascoltati dalla seconda commissione con il supporto di materiale e memorie. Tra l’altro – si augura Rozza – questa procedura alleggerirà il lavoro del consiglio comunale». «Ma come si fa – si chiede il vicesindaco Massimo Veronese, assessore proprio alla pianificazione territoriale e all’ambiente – a porre un’amministrazione comunale in questa situazione imbarazzante? Viene il sospetto che il parere dei Comuni non sia tenuto in alcun conto e che la nostra consultazione abbia un valore puramente formale. Ma non si rendono conto che l’intero nostro territorio e la stessa vita dei cittadini rischiano di essere compromessi da decisioni affrettate e non meditate?» Sono le stesse conclusioni del progetto a supportare la preoccupata protesta di Veronese e sembrano, implicitamente, dare un giudizio negativo sull’intero impianto progettuale. «L’attraversamento di quest’area – si legge – costituisce senz’altro l’elemento di maggiore criticità dell’opera in esame, non solo in ragione delle potenziali interferenze del tracciato, ma anche per la fase di costruzione». Così prosegue il testo. «Per quanto riguarda tendenzialmente la parte terminale della nuova linea Av/Ac in progetto (cioè il territorio carsico di Duino Aurisina, ndr) che si sviluppa prevalentemente in sotterraneo, va segnalato l’attraversamento dei calcari di Aurisina, altamente carsificabili e carsificati, con alta probabilità di incontrare vuoti (grotte, ndr) anche significativi, e successivamente il passaggio nei calcari liburnici ed eocentrici, un po’ meno carsificabili, ma anch’essi con possibilità di vuoti (grotte, ndr)». Ed ecco la mazzata finale delle conclusioni progettuali: «L’ambiente carsico è estremamente vulnerabile sia dal punto di vista idrogeologico, data l’elevata velocità di dispersione di eventuali sostanze contaminanti e data la possibilità che lo scavo di una galleria alteri percorsi idrici sotterranei, sia dal punto di vista geomorfologico, per la presenza di grotte e cavità la cui estensione non è prevedibile con indagini in superficie». Ma come si fa – è l’interrogativo che serpeggia tra i responsabili del Comune – a chiedere entro trenta giorni un parere all’amministrazione civica e ai cittadini su un progetto di cui persino gli autori, almeno per la parte riguardante Duino Aurisina, non sono convinti e illustrano con tanti dubbi e perplessità? (a. g.)
Marzo 17th, 2017 — General, Tracciati FVG
Ciao a tutti,di seguito il documento preparato da un membro del Comitato NOTAV di Trieste e del Carso con delle osservazioni da mandare al Ministero riguardo al documento di “unificazione” dei 4 progetti per la linea TAV Venezia-Trieste depositato il 20 giugno e sui cui si possono mandare le osservazioni.
Le osservazioni dunque possono comunque essere presentate da tutti cittadini entro il 19 agosto prossimo e devono riportare il seguente oggetto: “Osservazioni alla Procedura di VIA ai sensi del D.Lgs n.163/2006 sul progetto preliminare “Sistema Conoscitivo Unico dei Quattro Tracciati di Progetto”. Vanno trasmesse in forma scritta al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (direzione Generale per le Valutazioni Ambientali – Divisione II Sistemi di Valutazione Ambientale, Via Cristoforo Colombo 44, 00147 Roma e alla Direzione Centrale Ambiente, Energia e Politiche per la Montagna – Servizio Valutazione Impatto Ambientale, via Giulia, 75/1 – 34126 Trieste. È possibile anche l’invio in forma elettronica utilizzando la casella di posta elettronica certificata (PEC) al DGSalvaguardia.Ambientale@PEC.minambiente.it e Ambiente.energia.montagna@certregione.fvg.it . (la trasmissione sarà considerata certificata, ai sensi delle norme vigenti, solo se proveniente da una casella di posta elettronica certificata). Per ulteriori informazioni è possibile contattare il Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare – Direzione Generale per le Valutazioni Ambientali – Divisione II Sistemi di Valutazione Ambientale, via Cristoforo Colombo 44, 00147 Roma, tel.06-57225903.
Il documento può essere integrato, preso solo in parte, modificato ecc che ognuno lo utilizzi come meglio crede.
Mandatelo in giro e spedite le raccomandate al ministero.
DOCUMENTO
Alcune premesse:
Il documento che ha imposto il riavvio della VIA dovrebbe essere la risposta alla indicazione del Ministero per l’ambiente del 2011 che dava per inaccettabile lo “spezzatino” in 4 progetti distinti della tratta di 156 Km da Mestre a Trieste (tra l’altro continua a mancare il tratto transfrontaliero, da Bivio Aurisina a Opicina, per la parte italiana). Italfer ha perciò prodotto un testo denominato “Sistema conoscitivo unitario – RELAZIONE GENERALE” che dovrebbe essere il ponte di collegamento tra i 4 tronconi, dando alcuni parametri per leggere unitariamente testi e mappe.
Quindi disegni e planimetrie, di fatto, non vengono modificate rispetto a quelle presentate nel dicembre 2010, mantenendo perciò tutte le perplessità e le osservazioni a suo tempo prodotte, che devono essere riproposte, ovvero richiamate come non esaurite nella loro validità dalla documentazione prodotta.
Ma il nuovo testo contiene ulteriori elementi di problematicità.
In via preliminare:
Continua a mancare una seria analisi costi – benefici, che dovrebbe essere l’elemento primo di qualsiasi proposta di modifica dell’esistente oppure di proposta di nuova opera.
Manca tuttora la traduzione in lingua slovena, pur interessando la tratta isontino – triestina aree abitate dalla comunità slovena, che viene colpita nei suoi specifici interessi.
In via specifica:
Da numerosi elementi contenuti nel nuovo documento si evince non solo l’inutilità dell’opera, bensì anche la elevata rischiosità ambientale della stessa.
L’inutilità risulta evidente da quanto affermato a pag. 21. Infatti se il 75% dei movimenti merci avviene entro i 200 Km questa quota di trasporto NON PUO’ ESSERE DIROTTATA SU TRENO, per quanto moderno, rapido e funzionale il mezzo possa diventare. Infatti su un percorso di tale lunghezza il mezzo su gomma impiega ragionevolmente meno di 4 ore, mentre la logistica di carico e scarico ferroviario da sola supera abbondantemente questo dato orario. In compenso, del restante 25% già oggi circa la metà usa il treno, quindi la competizione oggettiva si limita ad un possibile recupero del 12 – 13% di traffico merci, per il quale probabilmente basterebbero alcuni interventi dissuasivi sul piano dei costi autostradali per ottenere una significativa riduzione, ovvero la scelta stradale è dettata da altre motivazioni, tipo la qualità della merce trasportata.
Anche sul piano dei movimenti di persone, sostanzialmente legati al pendolarismo lavorativo o studentesco, analizzato a p. 30, si evince che la ferrovia non assume competitività se diviene elemento di lunga percorrenza, bensì solo se diviene efficiente e regolare sui medio – brevi percorsi, infatti il target di competitività viene indicato in percorsi dai 25 ai 40 chilometri, quindi nei termini del normale pendolarsimo lavorativo – studentesco.
In compenso, ad esempio, vengono individuate a pag 229 soluzioni ambientali perlomeno “fantasiose”, quali lo spostamento della attuale A4 proprio nel punto in cui si sta lavorando per la terza corsia, cioè in zona Portogruaro, per far passare la ferrovia dove oggi corre l’autostrada. Valutazione di costi, modo di attuare questa modifica ecc. non appaiono, ne vengono indicati accordi raggiunti o cercati con l’ente gestore delle autostrade.
A pagg. 293 e 294 viene indicato chiaramente che la zona carsica è zona sensibilissima per gli inquinanti, che vengono assorbiti rapidissimamente e dispersi lungo percorsi difficilmente predefinibili, nello stesso tempo viene individuato come particolarmente significativa ed impattante la variazione della percezione del paesaggio. A pag. 218 – 219 si evidenzia la problematicità data nella zona di Aurisina dalla sicura interferenza con “vuoti parietali” (cioè grotte) per circa 7 chilometri.
Ultima cosa, non però per importanza, come già detto prim continua mancare il collegamento confinario verso Divaccia, destinato ad essere presentato in un quinto, scollegato, progetto. Però si afferma che Opicina sarà la stazione di collegamento della tratta internazionale, pur proseguendo allo smantellamento della stessa e del suo fascio di binari, come evidenziato anche recentemente da RFI nei programmi di dismissioni per il FVG, come altrettanto si può dire per l’interporto di Cervignano, dichiarato stazione base merci per il corridoio adriatico – baltico, ma di cui pure si prosegue la dismissione.
Come pure in fase di dismissione risulta essere il binario di sorpasso di bivio Aurisina, pur a fronte dell’affermazione dell’esistenza di un collo di bottiglia sul tratto Monfalcone Bivio Aurisina, che proprio tale binario consentiva di minimizzare come effetti.
Analisi del documento sottoposto a valutazione
Come detto questo documento dovrebbe, secondo i proponenti, fornire gli strumenti per una lettura unitaria dei ben 4 progetti presentati a suo tempo per un percorso di complessivi 156 chilometri. A suo tempo il ministero per l’ambiente osservò che era incongruo non aver presentato per la Valutazione ambientale un unico progetto, con la possibilità di valutare il complessivo impatto di un’opera che di fatto era unitaria e non suddivisibile in singoli lotti.
Quanto richiesto dal ministero non sembra poter essere assolto da un testo di meno di 300 pagine che dovrebbe indicare le soluzioni da adottare, per i proponenti, per eliminare, o quantomeno minimizzare, gli effetti complessivi su areali estremamente delicati e vulnerabili.
In compenso il testo, per quanto non dettagliato, offre, se possibile, ancor più materia di perplessità in merito alla valutazione ambientale e ai costi-benefici, tuttora non esplicitati, di quanto a suo tempo fornirono i 4 progetti distinti.
SUL PIANO DELLA UTILITA’ DAL PUNTO DI VISTA TRASPORTISTICO
A pag. 21 si afferma che il 75% del movimento merci (non è dato sapere se a livello nazionale o solo delle due regioni interessate, Veneto e Friuli Venezia Giulia) si svolge su distanze inferiori ai 200 chilometri.
Ora, il passaggio del trasporto da gomme a ferrovia può avvenire, salvo casi particolari di grandi masse di scarso valore, in linea di massima quando le distanze coinvolte sono decisamente maggiori, infatti circa la metà del restante 25% già oggi circola su ferrovia.
E’ pensabile che parte di questo 75% possa essere dirottato sul ferro? Sembra estremamente difficile, anche a fronte di agevolazioni o di imposizioni restrittive alla circolazione di camion. La logistica infatti renderebbe estremamente problematico questo trasporto, che andrebbe ad assumere l’aspetto di “collettame”, servizio da tempo dismesso dalle ferrovie.
Quindi NON ESISTE l’ipotesi prospettata di miglioramenti sulla gestione stradale
SUL PIANO DEL TRASPORTO PASSEGGERI
Analogo ragionamento può essere fatto per il trasporto passeggeri. L’analisi presentata a p. 30 offre un dato in base al quale il treno viene usato per spostamenti di 45-50 Km. Ovviamente una linea ad alta velocità non può permettersi di effettuare fermate con tale frequenza, quindi il risultato sarebbe fatalmente quello del movimento di automobili verso le stazioni “cardine” o anche il passaggio alla gomma semplicemente, in quanto risolutrice di attese di coincidenze, problematiche di distanza stazione – lavoro ecc.
Quindi anche questa ipotesi si presenta come PROPAGANDA priva di alcun fondamento reale
SATURAZIONE DELLE LINEE ESISTENTI
Anche l’affermazione a p. 42 che la fruibilità delle linee esistenti possa essere migliorata poco da interventi di ammodernamento non invasivo, pur essendo altamente opinabile, risulta insufficiene a permettere la decisione a favore dell’opera, in quanto omette di specificare quale sia l’attuale tasso di fruizione delle disponibilità della linea. Si rammenta che negli anni questo tasso di uso è diminuito, essendo progressivamente stati aboliti collegamenti sia nazionali che internazionali, sia per il traffico merci che per quello di persone. In compenso RFI e Trenitalia si premurano non di migliorare le strutture esistenti, bensì di ridurle, come appare anche da notizie di stampa, relativamente ai binari di sorpasso di bivio Aurisina, del fascio di binari di Villa Opicina, del fascio dello scalo di Cervignano ecc.
Questo, nonostante a p. 31 dello studio si indichino queste due stazioni come cardini del sistema rispettivamente per i traffici est ovest (ex corridoio 5) che del traffico nord sud (corridoio adriatico – baltico).
SUL PIANO STRETTAMENTE AMBIENTALE E SOCIALE
Zona triestina del flisch.
Viene previsto l’uso di talpe per lo scavo delle gallerie nella zona flyschoide di Trieste, p. 71 del testo, (indicativamente una decina di Km in doppia galleria da Prosecco a Trieste Gretta, per il collegamento con la linea di cintura esistente).
Questo con solo fuggevoli accenni alla estrema fragilità del sistema del flysch, arenaria degradata, mista a terre sciolte con percolamenti di acqua di notevole variabilità che, se alterati, possono rendere scivolosi gli strati e avviare fronti di frana notevoli e dalla imprevedibile estensione. Questi scavi vengono indicati come privi di interferenze con recettori antropici, essendo in galleria, ignorando che lungo tutto il percorso si sviluppano, sopra e a fianco della linea, rioni anche densamente abitati, con costruzioni a volte a poche decine di metri dalle canne delle gallerie e che possono essere (e presumibilmente sarebbero) pesantemente coinvolti anche dall’apertura di un solo fronte di frana. Inoltre lungo tutto il percorso (che segue la linea di costa del golfo di Trieste) vi sono numerosissimi ruscellamenti superficiali di acque anche con carattere fisso, noti a Trieste con il termine locale “patok”, che indicano l’esistenza di affioramenti di abbondanti acque sotterranee che appunto, se deviate, rischiano di rendere instabile il fronte flyschoide.
Eppure, nonostante le negative esperienze del Mugello e della attuale variante di valico appenninica (con frane di paesi e di strutture esistenti) sembra che nulla venga pensato per valutare i rischi concreti di simile un operato in area altamente abitata.
Zona veneta delle bonifiche.
Viene proposto la deviazione temporanea di interi canali di bonifica e irrigazione (p. 74) per permettere il cantieramento dell’opera
Inquinamento atmosferico.
Viene indicato a p. 210 come esistente solo in fase di cantiere, ma nullo in fase di esercizio, eppure dovrebbe essere valutato l’effetto dato dall’aumentato fabbisogno di energia elettrica, con le conseguenti aumentate emissioni delle centrali elettriche. Il fatto che questo aumento non sia localizzato nell’area dell’opera non lo rende meno collegato all’opera stessa.
Sul piano sociale
Non è valida l’affermazione riportata in varie parti del documento (es. p. 90 per il territorio goriziano e triestino) relativamente alla scarsa importanza degli espropri, in quanto prevista soprattutto in terreni dediti all’agricoltura. Questa considerazione dovrebbe invece far propendere contro l’opera, proprio in quanto essa incide su aree dedite alle attività primarie (produzione di beni primi) e quindi aree difficilmente sostituibili, non alterate in modo definitivo dall’antropizzazione e dedicate al costante sostentamento delle necessità alimentari della società, quindi di valore inestimabile (perché tendenzialmente infinito) e costantemente rinnovato e rinnovabile nel tempo.
Sull’interferenza con le acque.
A p. 218 si afferma che le interferenze esistono solo per materiali biologici dei treni in corsa (si presume residui dei wc) in quanto non viene più effettuata l’operazione di diserbo chimico (sostituita da quali accorgimenti? Pietrisco sterilizzato?). Però non vengono indicate le modalità di raccolta di eventuali fuoriuscite di materiali inquinanti in caso di incidente (se non per le canne sotto il carso in un inciso) e le modalità di minimizzazione e controllo di effetti devastanti tipo incidente di Viareggio. In compenso poi si notano nel documento (p 223) criticità specifiche date dall’esistenza in alcune delle zone di cantiere di falde acquifere in piano campagna (zona delle risorgive) o a brevissima distanza (zona dei laghi di Pietrarossa, del Lisert ecc.) con il possibile deterioramento della qualità delle acque e delle opere, in quanto la variabilità della falda comporta necessità di tecniche particolari nella realizzazione. Quindi non si riesce a capire se l’inquinamento risultante è quello dell’opera sulla falda o viceversa…
Interferenza con le opere esistenti.
Il punto di maggior assurdo però lo si raggiunge a p. 229, dove gli estensori ed i proponenti, parlando del rischio di interferire con il bosco oasi faunistica di Alvisopoli propongono di spostare il sedime dell’autostrada A4, per fare correre la nuova opera ferroviaria sul tratto oggi occupato da questa.
A parte il fatto che non si indica di spostare una strada interpoderale, ma una autostrada, questo tratto è esattamente quello su cui oggi sono operativi i cantieri per la creazione della terza corsia. Nel testo non si parla minimamente di eventuali contatti avuti con Autovie Venete per verificare la percorribilità di questa ipotesi ovvero i rischi e le conseguenze di una scelta che porterebbe a chiusure per anni della stessa autostrada.
Costi:
Come evidenziato del resto dalla Corte dei Conti francese, anche in situazioni ben più favorevoli rispetto a quelle italiane, sia relative alla solidità del sistema paese sia a quella delle distanze tra i punti di arrivo – partenza, le linee ad alta velocità costituiscono una fonte di deficit, non riuscendo a rientrare economicamente dell’investimento e non garantendo neppure la copertura degli oneri di gestione. Conseguentemente non possono essere proposte quali opere pubbliche a carattere anticiclico (investimenti, anche a fondo perduto, ma che producono effetti di sviluppo positivo tali da determnare un riavvio economico). Sono invece da ascriversi alla categoria delle opere depressive del mercato, bloccando per lunghi periodi (entrano in attività, salvo inconvenienti, solo una decina di anni dopo il primo investimento) notevoli quantità di liquidi che, se investiti in altri campi potrebbero costituire effettivamente il volano anticiclico di cui si parla.
Per quanto detto:
Il parere complessivo sull’opera, nelle sue quattro componenti e nel testo di lettura unitario non può esssere che assolutamente negativo infatti:
- manca completamente una analisi del rapporto costi benefici, chre dovrebbe essere elemento prioritario per la stesura di progetti di tale portata
- come attestato dagli stessi proponenti non si tratta di opera tale da invertire sostanzialmente il rapporto di trasporto stradale né sul movimento merci né sul movimento umano
- l’opera interferisce con numerose realtà naturali degne di tutela, con costi sia ambientali che economici notevoli per mitigare le interferenze
- nell’ambito carsico l’interferenza con grotte non note, su uno scavo di circa 10 Km, a prescindere dal successivo scavo per raggiungere la frontiera con al Slovenia, viene detto non valutabile, ma sicuramente importante, quindi portatore di rischio idrogeologico ignoto, dal costo imprevedibile ma certamente elevato (vedi gallerie della grande vibilità)
- l’opera va ad incidere, lungo tutto il suo percorso, notevolmente sulle attività agricole primarie, tanto che sarà obbligatorio un ridisegno successivamente delle ripartizioni delle aziende, se si intende mantenerne la redditività (attività non contemplata nelle valutazioni ambientali e di costo)
- l’opera è stata pensata senza valutare completamente le interferenze effettive nel territorio del comune di Trieste, in specifico non sono stati considerati come possibili recettori tutte le sussistenze residenziali soprastanti gli scavi in galleria nella tratta da Prosecco sino alla zona di Gretta, scavo effettuato in zona a flysch che in passato ha già dimostrato scarsa, se non pessima, stabilità aprendo zone notevoli di frana anche a fronte di limitatissimi interventi antropici
- non è stata ugualmente presa in considerazione quale recettore tutta l’area cittadina da Gretta a San Giacomo che sarà interessata dall’allargamento e potenziamento della galleria di circonvallazione e che presenta notevole antropizzazione sopra tutto il percorso
- l’opera investirà con movimentazione di mezzi su gomma per l’asporto dei materiali di smarino aree già oggi eccessivamente interessate a movimentazioni di mezzi su gomma
- non è stata presa in considerazione l’interferenza con i fiumi sotterranei lungo la città di Trieste, quantomeno il Chiave e il Settefontane, che vengono attraversati dalla galleria di cintura e che saranno sicuramente coinvolti dalle attività proposte, sia in fase di allargamento che in fase di abbassamento del sedime della galleria
- non è indicata chiaramente la funzionalità del porto di Trieste nel periodo in cui per almeno 6 mesi la ferrovia rimarrà completamente bloccata, e per il ben più lungo periodo in cui sarà fruibile esclusivamente a binario unico (ovviamente salvo imprevisti geologici)
Marzo 17th, 2017 — General, Tracciati FVG
Il Piccolo INFRASTRUTTURE
FdS: rendere pubblici i documenti sulla Tav
Mozione di Andolina e Furlanic: «La cittadinanza deve poter conoscere il progetto»
Costa molto, probabilmente troppo, servirebbe a poco e comporterebbe pericolose modifiche nell’assetto del territorio. Sono queste le ragioni del “no” della Federazione della sinistra alla Tav tra Mestre e Trieste. Per illustrare le ragioni della netta opposizione a un progetto «di cui non si parla e che invece dovrebbe essere sottoposto all’esame della popolazione», sono intervenuti ieri il segretario provinciale, Antonio Saulle, il capogruppo in consiglio comunale Iztok Furlanic, il consigliere circoscrizionale Peter Behrens e la consigliera comunale di Duino Aurisina Elena Legisa. La richiesta corale e fondamentale è stata quella relativa alla «pubblicazione sul sito istituzionale del Comune di Trieste del più recente documento in materia e che attualmente è conservato alla Direzione regionale dell’Ambiente». In questa direzione va la mozione urgente sottoscritta dal capogruppo in Comune, Marino Andolina e dallo stesso Furlanic, che impegna il sindaco Cosolini «a rendere pubblici gli elaborati in possesso della Regione, indicando ai cittadini le modalità per presentare osservazioni in tema». Un passo deciso: «Motivato da una prima considerazione – evidenzia Behrens – e che riguarda il fatto che il 75% dei trasporti merci, attualmente in essere nell’area interessata dal progetto, è inferiore ai 200 chilometri. Se a questo – precisa – aggiungiamo il dato che segnala che già oggi l’11,5% del trasporto merci nell’area si svolge su rotaia, se ne deduce che la realizzazione della Tav comporterebbe vantaggi solo per il 13,5% del traffico merci rimanente». Il consigliere circoscrizionale ha proseguito ricordando che «bisognerebbe poi spostare l’attuale tracciato finale dell’autostrada A4 per dare spazio alla rotaia della Tav. Al di là dei costi – la conclusione di Behrens – va menzionato il fatto che si sta già lavorando da tempo per la terza corsia. Su questo argomento sarebbe bene che il commissario competente si esprimesse». «Si parla tanto di tagli alle spese e poi non si discute di progetti faraonici, costosi e spesso inutili come la Tav – rileva Furlanic – e degli impatti di natura ambientale sulla nostra provincia, a nostro avviso devastanti». Legisa ha annunciato un pubblico dibattito sulla Tav a Duino Aurisina». Ugo Salvini
Messaggero Veneto
Travanut sulla Tav: più tempo ai Comuni per le osservazioni
CERVIGNANO Il consigliere regionale del Pd Mauro Travanut ha presentato un’interrogazione in Regione in merito alla Tav, un’opera da sempre molto discussa in tutta la Bassa. «Avuta notizia che l’amministrazione regionale avrebbe richiesto ai Comuni interessati dal progetto il parere sull’opera entro il 28 luglio e, rilevato che i tempi concessi per l’analisi della documentazione da parte degli uffici comunali sono piuttosto brevi, considerata la rilevanza tecnica del progetto e il suo forte impatto ambientale, chiedo all’assessore competente di protrarre la scadenza dei termini richiesti». Aggiunge ancora Travanut: «Mentre per alcuni Comuni potrebbe essere meno impegnativo fornire un parere all’amministrazione regionale entro i tempi richiesti, per altri sarebbe senz’altro molto difficoltoso, dal momento che sono più intensamente interessati dal passaggio dell’opera sui loro territori. Per questo motivo – conclude l’esponente del Pd – ritengo doveroso posticipare i termini per la presentazione dei pareri sull’infrastruttura, in maniera tale che gli uffici comunali, unitamente agli amministratori locali di tutti i comuni interessati, siano messi nelle condizioni di svolgere al meglio le loro funzioni». (e.m.)
Marzo 17th, 2017 — General, Tracciati FVG
dal Gazzettino di Venezia
TAV, SI “VERDE” AL PIANO MAINARDI
VIA LIBERA DA LEGAMBIENTE, ITALIA NOSTRA E WWF AL TRACCIATO “PARALLELO” VOLUTO DAL COMMISSARIO

Da Il Piccolo
Ma il Nordest tira dritto «Noi andiamo avanti»
di Elisa Coloni TRIESTE «Noi andiamo avanti, perché la Tav è un’opera di modernizzazione fondamentale per lo sviluppo del Nordest, e perché i corridoi paneuropei rappresentano un tema chiave delle politiche comunitarie. Certo, se la Francia dovesse fare marcia indietro, significherebbe troncare incredibilmente un progetto già avviato, mettendo a rischio i risultati e gli effetti dell’intera infrastruttura». Bortolo Mainardi, commissario della Tav Venezia-Trieste, si dice “allibito” di fronte alla “bomba” scoppiata ieri a Parigi che, se confermata, avrebbe effetti imponenti anche in casa nostra, nel quadro dell’ex Corridoio quinto, oggi numero tre. Per il momento conferme non ci sono. Quel che è certo è che il governo Hollande sta facendo i conti con risorse ormai sottilissime e con un calo costante del traffico merci nella tratta in questione. Che la Francia decida di passare la mano sull’opera o che riveda piuttosto alcune scelte in chiave risparmio, spezzettando la realizzazione dell’infrastruttura in più fasi (il cosiddetto “fasaggio”) è ancora tutto da capire. La sola notizia che Parigi sta mettendo in discussione alcuni grandi cantieri, scatena però reazioni a pioggia. «I corridoi sono opere che l’Ue considera strategiche sia per motivi economici sia per ridurre il trasporto merci su gomma e i conseguenti impatti ambientali. Opere frutto di accordi internazionali dai quali non ci si può defilare da un giorno all’altro – prosegue Mainardi -. Credo sia più probabile che si vada verso una riconsiderazione di singole parti dell’opera, scelta normale per contenere i costi». Sulla stessa linea l’europarlamentare del Pd Debora Serracchiani che, dalla sua postazione europea in Commissione trasporti, definisce “improbabile” un ripensamento della Francia, tirando in ballo a sua volta il cosiddetto “fasaggio”. «Come abbiamo fatto noi in Italia con l’Osservatorio – spiega -, anche Parigi sta probabilmente rivedendo alcuni aspetti della Tav, non più in linea con le attuali disponibilità finanziarie. Penso che la chiave di lettura giusta sia questa, anche perché stiamo parlando di un’opera che fa parte del Corridoio tre, riconfermato come prioritario dall’Ue. I singoli Stati membri hanno il diritto di riconsiderare le scelte strategiche, ma ricordo che in ballo ci sono accordi internazionali e impegni finanziari tra Italia e Francia che avrebbero evidenti conseguenze. Certo, se Parigi rinunciasse alla realizzazione della Tav, proseguire gli scavi in Italia risulterebbe inutile». E in casa nostra? Le grandi opere riusciranno a reggere la crisi? «Noi riteniamo strategica un’opera come la terza corsia della A4 – conclude -. Le nostre perplessità riguardano la gestione del piano finanziario, ma l’opera in sé non è in discussione»
Messaggero veneto
Tav, a settembre le osservazioni
BAGNARIA ARSA L’assemblea permanente dei sindaci interessati dal passaggio della linea ferroviaria Av/Ac (Alta velocità/Alta capacità) nella Bassa ha fissato, assieme all’ingegner Debernardi (da loro nominato grazie ad un finanziamento della Regione), l’impostazione del lavoro di valutazione del tracciato del progetto depositato da Rfi nel 2010. «La fase d’impostazione del lavoro è importante per un corretto approccio alla problematica – dice Cristiano Tiussi, sindaco di Bagnaria, Comune capofila -. L’ingegner Debernardi ha iniziato la fase ricognitiva per un primo inquadramento generale, assumendo nei Comuni interessati la documentazione relativa alla pianificazione urbanistica e suddividendo gli enti locali in gruppi omogenei, per affrontare in maniera puntuale le criticità peculiari di ciascuna tratta, pur nell’ambito di un quadro complessivo unitario e coerente». Il lavoro procederà dunque nei prossimi mesi e già a settembre l’assemblea sarà in grado di rendere noti i primi risultati delle valutazioni di Debernardi e di organizzare un incontro con l’assessore alle infrastrutture Riccardi e con il Commissario straordinario per l’Av/Ac, tratta Mestre-Trieste. L’assemblea, si è soffermata in maniera particolare sulla documentazione integrativa allo studio di via del progetto di Rfi del 2010, che, in seguito alla disposizione del Ministero per l’ambiente, ha accorpato i documenti distinti relativi alle 4 tratte del tracciato della Mestre-Trieste. Nel quadro del parere loro richiesto, i singoli Comuni presenteranno alla Regione, nei termini previsti, le proprie osservazioni al corposo documento, che in parte ricalcheranno quelle già depositate a inizio 2011 ma aggiornate alla luce dei mutamenti nel frattempo intervenuti. L’assemblea farà inoltre pervenire a tutti gli organi competenti un documento unitario che riassuma le tappe del processo finora seguito. Francesca Artico
L’ARTICOLO QUI SOPRA è FUORVIANTE IN QUANTO LE OSSERVAZIONI DEVONO ESSERE INVIATE ENTRO IL 19 AGOSTO. ndr.
Marzo 17th, 2017 — General, Ultime
Foto della performance contro la pena di morte “Non nel mio nome” del Living Theatre svoltasi domenica 15 luglio in piazza della Borsa.

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Marzo 17th, 2017 — General, Inceneritori
da Il Piccolo
17/07/12
Centrale a biomasse La circoscrizione si oppone al progetto
OPICINA Sul progetto che prevede a Opicina la realizzazione della Centrale di cogenerazione alimentata a biomasse negli spazi dell’ex Officine Laboranti, si registra una nuova posizione da parte della circoscrizione di Altipiano Est. In un documento realizzato dal parlamentino e inviato alla direzione centrale Ambiente, Energia e Politiche per la montagna, viene chiesto di sottoporre il progetto alla Valutazione di impatto ambientale (Via). Non solo. Secondo i consiglieri, la portata di tale impianto richiederebbe una Via transfrontaliera con il Comune di Sesana, oltre al coinvolgimento dei comuni limitrofi di Monrupino e Sgonico. Il documento fa seguito a un incontro con residenti e associazioni del territorio dove sono state recepite le diverse osservazioni già depositate in Regione da alcuni cittadini a nome del territorio. «Il consiglio rappresenta il primo livello dell’amministrazione comunale – si legge nel testo inviato alla direzione centrale Ambiente – e pertanto non poteva ignorare la fortissima preoccupazione dell’intera popolazione in larghissima parte contraria a un intervento di questa natura». Dodici i punti sintetizzati dal parlamentino dove argomentazioni di carattere tecnico e politico rappresentano ampie perplessità sull’eventuale servizio della futura centrale. Si evidenzia tra l’altro come l’area destinata alla centrale confini con una Zona di protezione speziale e con un Sito di importanza comunitaria. Pertanto i consiglieri s’interrogano su quale impatto il nuovo progetto potrebbe assumere nei confronti della flora e della fauna ivi protette. Il parlamentino pone un forte accenno sulle emissioni dell’impianto. In sintesi, stando ai dati raccolti dai consiglieri, l’esercizio della centrale inciderebbe sull’atmosfera circostante come la presenza di ben 270 Tir con il motore accesso e accelerato al massimo 24 ore su 24 nel centro di Opicina. Nel progetto non si farebbe menzione sulla necessità di bonifica del sito, che risulterebbe inquinato da idrocarburi, amianto e metalli pesanti. Maurizio Lozei
14/07/12
Centrale a biomasse di Opicina Consegnati al sindaco 2300 “no”
di Gianpaolo Sarti È una centrale a biomasse, ma la chiamano “ecomostro”. E a un ecomostro non si riserva un comitato di benvenuto. No, si spedisce a casa e tanti saluti. A Opicina ci stanno provando con una raccolta firme che nel giro di una decina di giorni ha toccato quota 2.306 adesioni, già consegnate al sindaco di Trieste Cosolini. Cos’è che fa paura? L’impianto dovrebbe sorgere nell’area delle ex Officine Laboranti; si tratta di un progetto presentato in Regione dalla società Investimenti industriali Triestini, con sede a Roma: 50 milioni di euro d’investimento che darebbero lavoro a un centinaio di persone. 36 i megawatt di potenza per due camini da 35 metri e una quarantina di serbatoi di olio combustibile. La società ha già avviato le procedure di Valutazione di impatto ambientale (Via). La centrale è a emissioni zero: brucia olio di palma prodotto in una piantagione della Costa d’Avorio. Non esattamente dietro l’angolo. Ecco il problema: il trasporto annulla l’effetto ecologico. «Le firme che abbiamo raccolto – spiegano la consigliera provinciale Maria Monteleone e la consigliera circoscrizionale Valentina Baldas, entrambe del Pd e promotrici della mobilitazione– dimostrano che la preoccupazione dei cittadini sulle conseguenze per la salute e per l’ambiente è alta. Noi chiediamo di evitare ogni speculazione del Carso. Il progetto – insistono – sostiene che la produzione e il consumo di CO2 sono in equilibrio, ma non si considera quanta anidride carbonica viene emessa nel trasporto via mare e via terra». Una protesta a cui si sono associati la Slovenska Skupnost, i Comitati genitori delle scuole di Opicina e Banne, oltre che l’Associazione per la difesa di Opicina. «Nessun partito – osservano Monteleone e Baldas – avrebbe potuto ottenere questo risultato in pochi giorni senza un grande coinvolgimento della popolazione. La partecipazione è stata attiva e ciascuno si è fatto personalmente promotore dell”iniziativa». Anche perché «nessuno ha verificato se il territorio ha bisogno di tale energia e ciò avviene in mancanza di un piano». Il documento, che in 15 punti snocciola tutte «le ambiguità di un progetto sproporzionato e dannoso», sarà consegnato al presidente della Regione Tondo, al presidente del Consiglio regionale Franz e alla presidente della Provincia Poropat. L’assessore all’Ambiente Laureni non nasconde le sue perplessità: «Una scelta energetica richiede una certa prossimità dalla materia prima, altrimenti si inquina. E qui – afferma – siamo a 6 mila chilometri di distanza. L’insediamento è alquanto discutibile. In più Trieste lotta per mettere sul mercato le aree produttive del sito inquinato, che sarebbe il luogo più appropriato, anziché una zona pregiata come il Carso».
Marzo 17th, 2017 — General, Mare
Dal Piccolo
17/07/12
Laureni: dal Comune nessuna ambiguità sul rigassificatore
Lo scorso venerdì in Regione, mentre di sotto il cosiddetto Tavolo tecnico con gli oppositori al rigassificatore manifestavano il loro dissenso, non sarebbe comunque stato il giorno delle sentenze, perché era, da programma, quello dell’acquisizione di ulteriori atti sul progetto “riallineato” di Gas Natural ai fini della prossima concessione o meno dell’Aia, l’Autorizzazione integrata ambientale, da parte della stessa Regione. E proprio tra questi atti – precisa in proposito l’assessore di Cosolini Umberto Laureni , in risposta ad Adriano Bevilacqua della Uil Vigili del fuoco, critico in quell’occasione con l’atteggiamento dell’amministrazione comunale, ritenuto possibilista e proiettato a prendere tempo – «mentre la Provincia ha presentato una serie molto puntuale di richieste tecniche da trasmettere a Gas Natural, il Comune ha consegnato alla Regione una nota ufficiale in cui manifesta formale dissenso al rilascio dell’Aia per il terminale di Zaule. Nella nota si ribadisce che non è stato risolto nessuno degli elementi critici che avevano già portato al voto negativo in Consiglio comunale del 14 febbraio». Anche vero è, poi, parola sempre di Laureni, che «tra agosto e settembre arriveranno dunque le ulteriori integrazioni di Gas Natural ai quesiti posti della Provincia, ma soprattutto sarà ufficializzato il parere del Comitato tecnico regionale (Ctr) in esito alla valutazione sui rischi di incidente rilevante. Ci sarà inoltre il parere formale sull’Aia del Comune che, assieme a quello della Provincia, in sede di Conferenza dei servizi, verrà reso alla Regione cui spetta per legge di concedere, o negare, l’Aia medesima». «Il parere del Ctr, i pronunciamenti sull’Aia e gli esiti della Conferenza interna dei servizi regionali saranno i prossimi importanti adempimenti da seguire con grande attenzione. Il Comune di Trieste, mentre garantisce la presenza e il massimo impegno sulla vicenda del rigassificatore, si augura di avere chiarito la sua posizione, eliminando dubbi e interpretazioni fuori luogo», chiude con tono stizzito l’assessore.(pi.ra.)
14/07/12
Rigassificatore, richiesti nuovi documenti
Sit-in per ribadire il no al rigassficatore. Ieri nel palazzo della Regione di via Giulia si è riunita la Conferenza dei Servizi convocata per le procedure di Autorizzazione integrata ambientale (Aia), e non sono mancate le proteste. Alla mobilitazione, promossa da Bora.La, hanno aderito vari partiti e movimenti come Cittadini, Pd, Federazione della Sinistra, Idv, Lista civica Trieste cambia, 5 stelle, Sel, Un’Altra Muggia e Un’Altra Trieste. E associazioni come Alpe Adria Green International, Comitato autonomia giuliana, Comitato salvaguardia Golfo di Trieste, NoSmog, Wwf, Legambiente e Uil Vvf Fvg. Realtà che stanno valutando una class action contro la Regione «portatrice di responsabilità amministrative e politiche per i casi di omissioni e irregolarità negli atti per l’impianto di Zaule» – afferma Sara Matijacic di Bora.La. Nel corso dell’incontro Comune e Provincia hanno richiesto alcuni documenti a Gas Natural, necessari alla Regione per l’Aia. «Il nostro no all’impianto, espresso dal Consiglio comunale, rimane – evidenzia l’assessore Umberto Laureni – tuttavia esiste un secondo tavolo sul rigassificatore, cioè quello dedicato all’Autorizzazione ambientale. Oggi (ieri, ndr) non abbiamo deciso nulla: solo quando avremo in mano le integrazioni che riguardano indicazioni su emissioni e specifiche valutazioni, potremo pronunciarci sull’Aia. Sarà poi la Regione a esprimersi sull’Autorizzazione unica». Una posizione che Adriano Bevilacqua (Uil Vvf) non apprezza: «Laureni ci aveva annunciato che avrebbe ribadito una contrarietà categorica sull’Autorizzazione, mentre qui si stanno domandando altri documenti. Questo significa che si vuole ritardare tutto». Sulla protesta di ieri interviene la maggioranza in Consiglio comunale muggesano (Pd, Sel, Meio Muja, IdV, Rifondazione), a cui si è aggiunto Ferdinando Parlato di Un’altra Muggia. «Registriamo per l’ennesima volta la mancanza di sensibilità politica del Pdl – è la critica – che perde l’occasione di manifestare pubblicamente il proprio rifiuto a questo progetto». (g.sa.)
Marzo 17th, 2017 — General, Tracciati FVG
Da notare come sempre le posizioni equivoche del “verde” Rozza.
dal Piccolo
17/07/12
Un’assemblea in piazza sull’Alta velocità
Duino AURISINA Assemblea in piazza domani a Duino Aurisina sul progetto della linea ferroviaria ad alta velocità (Tav) che attraverserà il territorio comunale, con un percorso praticamente tutto in galleria. È stata convocata dalla seconda commissione consiliare per le 17.30 nella piazza del Municipio ad Aurisina Cave nel quadro delle consultazioni avviate dal Comune per formulare, entro il 27 luglio, il parere dell’amministrazione sull’impatto ambientale dell’opera. La commissione ha anche lanciato un appello agli enti, alle associazioni e ai comitati, in generale ai portatori di interesse, perché partecipino alla consultazione anche inviando pareri e memorie all’indirizzo di posta elettronica segreteria@comune.duino-aurisina.ts.it. I risultati di questa fase saranno esaminati dalla commissione, sempre in seduta pubblica e alla presenza di tutti i capigruppo, la mattina del 19 luglio. Il Consiglio comunale sarà probabilmente convocato per il 25 luglio. La consultazione non si chiuderà con l’invio del parere del Comune alla Regione. «Non si tratta di un’azione demagogica contro la Tav – dice Maurizio Rozza, presidente della commissione – siamo convinti che valutazioni di impatto ambientale condotte in modo serio, consentano di affrontare per tempo i nodi di un progetto e di non finire in dolorosi vicoli ciechi come quello della Val di Susa».
14/07/12
Tav, Aurisina si mobilita il 18 assemblea in piazza
DUINO AURISINA Il Comune di Duino Aurisina mobilita enti, associazioni e comitati per la consultazione sul tracciato della Tav attraverso il territorio comunale, previsto quasi tutto in galleria. Una consultazione a 360 gradi, che deve concludersi entro il 27 luglio con la consegna del parere alla Regione, è che è iniziata con la riunione della seconda commissione consiliare, presieduta da Maurizio Rozza. Nel corso della seduta si è ricordato che nel maggio 2011 il Consiglio comunale aveva già avanzato una serie di critiche. L’allora sindaco Ret aveva ricevuto assicurazioni dalle Ferrovie e dalla Regione che sarebbero state introdotte nel progetto modifiche sostanziali, tali da risolvere molti degli impatti ambientali negativi. Ora la commissione ha invece constatato che di tali modifiche non c’è traccia e che il progetto iniziale è rimasto invariato. La stessa commissione lancia intanto un appello, affinchè partecipino alla consultazione, ad associazioni, enti, comitati e portatori di interesse in genere. Pareri e memorie possono essere inviati all’indirizzo di posta elettronica segreteria@comune.duino-aurisina.ts.it. Ma soprattutto la commissione invita a intervenure all’assemblea popolare convocata il 18 luglio. alle 17.30, nella piazza del Municipio già attrezzata per le “Serate d’estate sotto le stelle”. «Sarà un incontro importante – osserva il presidente Rozza – per la formulazione del parere del Comune, e sarà utile anche ai cittadini che possono esprimersi con le loro osservazioni con margini di tempo più ampi, ossia fino al 20 agosto». I risultati di questa fase della consultazione saranno poi esaminati dalla commissione, sempre in seduta pubblica e alla presenza di tutti i capigruppo, la mattina del 19 luglio. Il Consiglio comunale, che dovrà dare il parere ufficiale, sarà probabilmente convocato per il 25 luglio. La consultazione non si chiuderà con l’invio del parere Regione. Anche nelle settimane successive la commissione continuerà a informare la popolazione con incontri pubblici nelle località più a rischio di interferenze ambientali.
Lettera mandata al comune di Duino Aurisina
Credo basti un’unica considerazione che è la seguente:
trattandosi di una VIA unitaria sulle quattro tratte del progetto spetta ora a tutti i Comuni, anche se non direttamente coinvolti, rilevare la clamorosa contraddizione sostanziale e procedurale che vede la delegittimazione del progetto preliminare da parte dello stesso Commissario Straordinario Bortolo Mainardi il quale (vedasi lettera allegata del 13 luglio) certifica che quasi all’unanimità i Comuni del Veneto sono contrari al cosiddetto tracciato litoraneo il che è ragion sufficiente affinché tutti i Comuni anche del Friuli VG diano parere negativo per manifesta contradditorietà di una procedura di VIA che sottopone ai Comuni stessi un tracciato che lo stesso Commissario ha bocciato, portando in discussione ai Comuni, per la tratta Veneta, un nuovo studio di fattibilità che prevede l’opera in affiancamento alla linea esistente.
Pertanto si indica a questo Comune che l’unica possibilità è dare un parere negativo in quanto il progetto è semplicemente fasullo.
Allegato Lettera di Mainardi del 13 luglio 2012
In fede
Paolo De Toni San Giorgio di Nogaro
Lettera di Mainaedi ai comuni


Marzo 17th, 2017 — General, Loro
Sembra quasi incredibile eppure è successo: da un lato il Ministero dell’Ambiente manda ai Comuni del Veneto e del Friuli Venezia Giulia il progetto preliminare unificato che raggruppa i quattro progetti presentati nel 2010 per ottemperare al fatto che la VIA deve essere unitaria sull’intera tratta Venezia-Trieste e non a singoli pezzi (il cosiddetto “salami slicing”) chiamando i Comuni ad esprimere il parere entro trenta giorni cioè entro il 28 luglio e dall’altro lato il Commissario Straordinario per l’Asse ferroviario Venezia-Trieste sta conducendo le consultazioni con i Comuni del Veneto per farli esprimere su un progetto di fattibilità che prevede la nuova linea AV/AC in affiancamento alla linea ferroviaria esistente. Un vero e proprio corto circuito istituzionale che dimostra in realtà come a governare la situazione sia la mafia dei Partiti (PD e PDL in primis) che non intende mollare l’osso dell’ex Corridoio 5 perché ha troppi interessi in cantiere e troppe spartizioni già avviate ed innazitutto non vuol perdere i soldi dell’europa per la progettazione, “almeno quelli ci dobbiamo spartire” si dicono fra loro.
La situazione è bellissima perchè adesso vedremo fino a che punto i Sindaci sono servi e si mettono le famose fette del “salami slicing” davanti agli occhi. E’ per questo che la battaglia va fatta immediatamente verso i Sindaci per costringerli a prendere una posizione che è semplicemente un atto dovuto sul piano istituzionale cioè devono dare parere negativo e rispedire tutto al mittente per manifesta contradditorietà.
Bisogna far circolare la lettera di Mainardi del 13 luglio dove certifica che per il tracciato litoraneo si è espressa in modo contrario la quasi unanimità dei Sindaci del Veneto. Ed allora? La conseguenza è evidente: tutti i Sindaci del Veneto e del FVG devono dire NO senza titubanze a questo progetto senza che sia neanche necessario entrare nel merito per il tratto di progetto che li riguarda.
La lettera di Mainardi

