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Marzo 17th, 2017 — General, Tracciati Veneto
Corriere del Veneto 10 marzo 2012
LA GRANDE OPERA
Mainardi sposa il modello francese sul confronto con i territori. Il Wwf attacca il commissario: doppio ruolo, conflitto di interessi
Un treno ad alta velocità (archivio)
VENEZIA — Tre mesi di consultazioni e poi si decide. Il commissario Bortolo Mainardi punta sul modello francese per la Tav Venezia-Trieste e detta già i tempi. Entro fine marzo Italferr avrà pronto lo studio di fattibilità del nuovo percorso da Mestre a Portogruaro che da aprile a giugno sarà presentato e discusso con i territori. «Apriamo il dibattito pubblico coinvolgendo sindaci e cittadini: mi auguro si riesca a superare le perplessità e le critiche che hanno avuto gli altri tracciati arrivando a una nuova linea condivisa», dice Mainardi. Una strada tutt’altro che in discesa se il tracciato proposto in passato da Italferr era stato bocciato da 13 dei 14 Comuni interessati dal passaggio. Troppo impattante nel territorio, così come la proposta alternativa (la cosidetta «balneare») che si avvicina alle spiagge. Per questo è stato nominato il commissario: per trovare una terza via che possa mettere d’accordo tutti, o quasi, magari inserendo qualche opera compensativa così come proprio Mainardi ha fatto con il Passante di Mestre. La parola d’ordine sembra essere consultazione. In Francia dal 1995, quando è stato introdotto il modello del débat public che introduce la democrazia partecipativa, le conflittualità riguardo alla realizzazione di progetti che hanno un impatto ambientale si è ridotta dell’80 per cento. Mainardi ha fatto fare uno studio di fattibilità che di fatto raddoppia l’attuale ferrovia riducendo gli impatti con i paesi e i beni ambientali tutelati, così come è stato fatto per la Padova-Mestre. «Va trovata la soluzione migliore condivisa dal territorio—aveva detto Mainardi il 14 febbraio scorso incontrando la Provincia e i Comuni interessati dal passaggio della Tav — ma la vera sfida è crederci».
Ma lo sa bene che non sarà facile raggiungere l’obiettivo. Domenica ad esempio i No Tav e il Movimento 5 stelle andranno a manifestare in piazza Tiziano a Pieve di Cadore (come in altre piazze d’Italia), proprio dove abita il commissario. «È un’opera inutile, dannosa per l’ambiente e la salute, è un enorme spreco di denaro pubblico, sottrae investimenti a scuola, sanità e innovazione», dicono. Ma le proteste ci sono sempre state. Non a caso Mainardi nel suo libro «Semaforo rosso» ricorda i problemi che ha dovuto affrontare il conte di Cavour per la realizzazione della ferrovia che attraversava il Piemonte. Era il 1846 e sulla «Revue Nouvelle» di Parigi scrisse: «Contribuirà ad abbattere le meschine passioni municipali, figlie di ignoranza e del pregiudizio, che già sono minate dagli sforzi di tutti gli uomini d’Italia…».
Sono passati 160 anni e la situazione non è cambiata ma la soluzione potrebbe arrivare proprio dalla Francia. Lo aveva auspicato anche la presidente della Provincia Francesca Zaccariotto: massimo confronto e dialogo con i Comuni e il territorio per arrivare a un tracciato condiviso e non imposto. «Registreremo tutte le opinioni, poi faremo un parere definitivo da consegnare alla Regione e al ministero per la scelta finale», dice il commissario, che ieri è stato attaccato a Trieste dal Wwf. «C’è un grosso conflitto di interessi: Mainardi è membro della commissione Via per conto del ministero dell’Ambiente che dovrebbe valutare l’impatto ambientale del progetto e nel contempo Commissario straordinario per la realizzazione dell’opera per il ministero alle Infrastrutture—dice il presidente Stefano Leoni—Sorprende che l’architetto non abbia colto da sè l’incompatibilità rinunciando spontaneamente a uno dei due incarichi».
Francesco Bottazzo
10 marzo 2012
Marzo 17th, 2017 — General, Ultime
Dal Piccolo del 14/03/12
«Trieste non faccia come Brindisi: il rigassificatore va fatto»
«Tutti i rigassificatori si devono costruire». È la posizione della Cisl, riferita dal segretario, Raffaele Bonanni, in risposta a una domanda sull’impianto di Gas Natural progettato a Trieste. Bonanni ha precisato che i rigassificatori sono importanti sia per «politiche di spesa anti-cicliche», sia «perchè ci possono sottrarre dalla “schiavitù del tubo”. Basta un nonnulla – ha ricordato – e non soltanto siamo costretti a pagare costi molto alti, che potremmo evitare con la diversificazione delle fonti di acquisto, ma mettiamo a repentaglio la sicurezza civile e industriale». Il segretario della Cisl si è augurato che a Trieste non vada come a Brindisi, dove British Gas ha rinunciato a un investimento dopo anni di attese. «Quello che è accaduto – ha commentato – è vergognoso, mi pare come tutta la vicenda della Tav».
Marzo 17th, 2017 — General, Treni
Da Il Piccolo del 15/03/12
Il corteo dei pendolari: salviamo Campo Marzio
«Le ferrovie abbandonano Trieste, Trieste non abbandona il Museo Ferroviario». Questo è lo slogan promosso dal corteo silenzioso che ieri sera si è mosso dalla stazione ferroviaria di piazza della Libertà per dirigersi verso quella di Campo Marzio, ripercorrendo simbolicamente la Rivabahn (la linea ferroviaria che fino trent’anni fa univa il porto vecchio con quello nuovo) per manifestare solidarietà all’Associazione Dopolavoro Ferroviario di Trieste e ai volontari del Museo Ferroviario sul destino ancora incerto dello storico immobile di via Giulio Cesare. Questo il significato del corteo svoltosi ieri sera a Trieste. «Oggi – spiega Marco Chiandoni, uno dei referenti del Comitato spontaneo pendolari Fvg – abbiamo messo da parte il problema dei pendolari ed abbiamo deciso di organizzare questo corteo per onorare tutti quei volontari che nel corso degli anni, chi per passione, chi per amore del proprio lavoro e delle ferrovie, hanno realizzato un museo ferroviario di grande interesse e pregio per il materiale raccolto in tanti anni di attività. Una realtà forse più conosciuta all’estero che in Italia, ma sicuramente apprezzata da chi lo visita». Numerose persone hanno aderito all’iniziativa promossa dal Comitato pendolari, alla quale hanno preso parte non solo semplici cittadini ma anche alcuni volti della politica cittadina. «I pendolari – ha proseguito Chiandoni – hanno a cuore il problema della ferrovia. Un servizio non si vede soltanto dalla puntualità dei treni. In questo momento si pensa a contenere i costi a scapito dei viaggiatori e di tutte quelle strutture che ruotano attorno al treno: il dopolavoro ferroviario, il museo ferroviario e gli stessi mezzi storici. In Italia – ha concluso il portavoce del Comitato – tutto questo viene visto come un peso, mentre in altre parti d’Europa ciò è considerato una risorsa per il turismo ferroviario, che attira una clientela sempre numerosa. Quindi non si capisce il motivo per il quale dei servizi che possono fruttare denaro vengano invece ghettizzati come residui del passato, per venire poi dimenticati e lasciati al degrado del tempo». Al corteo hanno preso parte anche alcuni esponenti del Comitato No Tav di Trieste e del Carso con un volantinaggio pacifico per sensibilizzare la questione della costruzione di infrastrutture ferroviarie in Italia. Un problema che non riguarda solo la Val di Susa, ma anche il Carso triestino. Per coinvolgere i triestini sulla problematica, il Comitato No Tav organizzerà un presidio informativo domani in piazza Cavana, a partire dalle ore 17. Andrea Di Matteo
Marzo 17th, 2017 — General, Mare
Da Il Piccolo del 15/03/12
Rigassificatore, già fallito il primo vertice sull’Aia
di Gabriella Ziani Mentre in via Giulia sotto la sede della Direzione regionale Ambiente una piccola folla con cartelli e megafoni, capitanata dai sindaci di Muggia e San Dorligo con la fascia tricolore, protestava contro il rigassificatore di Gas Natural, nella sala riunioni pochi piani più in alto si consumava ieri mattina il primo fallimento nell’avvio delle procedure di autorizzazione ambientale per l’impianto del possibile rigassificatore. Alle 10 era stata indetta la riunione tecnica di avvio del capitolo “Aia”, Autorizzazione integrata ambientale, che è altra cosa dall’autorizzazione definitiva ma non meno importante. Provincia, Comune, Azienda sanitaria e Arpa devono, in quella sede, decidere se l’impianto garantisce tutti i criteri di sicurezza su emissioni in aria e in acqua, sul rumore, sui rischi, sullo smaltimento dei rifiuti, sull’uso delle “migliori tecnologie possibili” per dare le massime garanzie al territorio. «La Regione, responsabile del procedimento, ha messo sul tavolo documenti datati 2009 – racconta Vittorio Zollia, che rappresentava, da assessore all’Ambiente, la Provincia -, ma nel 2011 Gas Natural ha presentato un progetto nuovo, e la Regione stessa ha chiesto nuove integrazioni di documenti, che noi non conosciamo. Per esempio c’è un camino spostato di ben 75 metri nel frattempo, Gas Natural ha risposto che è sempre quel camino, ma non è risposta accettabile – prosegue l’assessore -, allora tanto vale che scriva che posizionerà il camino in un posto, indifferente quale. Noi esigiamo di valutare, per l’Aia, gli stessi documenti che verranno esposti in sede di autorizzazione finale». Una lunga discussione, che si è conclusa alla fine con una sospensione, e un rinvio a data da destinarsi. «Abbiamo anche verbalizzato – prosegue Zollia – che la nostra non è una “richiesta di integrazione”, perché se ne può fare una sola nel corso del procedimento. È proprio una richiesta di sospensione». Dibattito animato anche su un’altra questione non da poco. Non è risultato nemmeno chiaro su che cosa la conferenza dei servizi per l’Aia si debba esprimere: solo su due caldaie che superano i 50 megawatt di potenza, oppure su tutto il progetto? Per gli enti, su tutto il progetto. Per Gas Natural, solo sulle caldaie. «Io ho espresso il massimo disappunto per come la Regione ha gestito il procedimento – rafforza Umberto Laureni, assessore all’Ambiente del Comune -, e mi faccio forte proprio delle parole dell’assessore e vicepresidente della Regione Luca Ciriani, che ha detto come su questo problema bisogna agire con razionalità, coerenza e responsabilità. Seguendo questo consiglio, non ho ravvisato alcuno di questi termini che possa adattarsi a quanto abbiamo visto ieri. Un progetto del 2009? Ricordo che abbiamo già anche valutato quello successivo del 2011, e che proprio su quello sia il Comune e sia la Provincia hanno espresso e votato un parere negativo». Altrettanta perplessità sui capitoli in campo: giudicare le caldaie (ipotesi che ha destato sorpresa) oppure tutto? Ciriani ha immediatamente emesso una nota: «In relazione alla procedura in corso è necessario precisare da subito che questa amministrazione regionale si sta attenendo alle norme e agli iter procedurali previsti a livello regionale, con l’obiettivo di portare avanti un percorso in maniera seria, concreta, costruttiva per dare risposte a tutti i propri interlocutori, dai cittadini fino ai proponenti l’investimento». Ma intanto doppio dissidio e fumata nera
Due sindaci coi megafoni «Cambiamo il progetto”
«La nostra protesta è “per” e non “contro”, non ci facciamo dare la patente del “no se pol”, tanto è che sotto la Regione abbiamo dato voce non solo alle nostre istanze “per” la sicurezza, “per” l’ambiente”, “per” uno sviluppo e un’economia sostenibili, e “per” il porto, ma anche abbiamo suggerito (se proprio il governo dovesse far valere le proprie valutazioni di strategia nazionale energetica circa il rigassificatore) una proposta alternativa». Il sindaco di Muggia, Nerio Nesladek, era ieri, armato di megafono, alla manifestazione da lui stesso organizzata sotto la sede della Direzione regionale Ambiente dove si teneva la prima riunione per l’autorizzazione ambientale al progetto di Gas Natural. Con il sindaco di San Dorligo-Dolina, Fulvia Premolin. E in mezzo a non meno di 150 manifestanti, tra cui la Federazione della sinistra e la Uil-Vigili del fuoco che ha da tempo attivo il “Tavolo tecnico” sui temi della sicurezza. «Manifestazione non politica, ma istituzionale – sottolinea Nesladek – c’erano i sindaci con la fascia tricolore e i labari». I due Comuni avversano (anche al Tar) il progetto a causa della sua dislocazione nella baia di Zaule, ma contestano pure il fatto di essere stati esclusi dalle Conferenze dei servizi (seconda causa al Tar). «Dovesse prevalere la posizione “strategica” del governo – dice il sindaco -, ci sono soluzioni alternative, ben note ai tecnici qualificati: navi rigassificatrici che completano tutto il processo in mare, usando una boa galleggiante. Da quelle navi a turno potrebbe uscire un tubo col gas verso l’Italia, un altro col gas verso la Slovenia, un terzo per i rifornimenti alla Croazia. Daremmo gas a 3 paesi, con un progetto unico, internazionale, di valenza geopolitica, sotto l’egida Ue, senza toccare terra, e che per di più – prosegue Nesladek – i tecnici assicurano costerebbe la metà: non più 1,3 miliardi di euro, ma solo 700 milioni. Entro l’estate Premolin e io organizziamo un convegno tecnico con tutti e tre gli Stati. Credo che anche per la Slovenia la prospettiva potrebbe cambiare». (g. z.)
Türk: Lubiana non vuole rigassificatori nel Golfo
GORIZIA «Realizzare dei rigassificatori nel golfo di Trieste non è una buona idea». Solo un accenno, poco più di una battuta, ma anche una presa di posizione piuttosto chiara, quella del presidente della Repubblica di Slovenia Danilo Türk. Parlando ieri a Gorizia – dove ha visitato i principali centri culturali della comunità slovena – Türk ha raccontato di aver affrontato con il governatore del Friuli Venezia Giulia Renzo Tondo (incontrato poco prima) i problemi comuni di economia ed energia. Ed in particolare del progetto per il rigassificatore di Trieste: «A mio parere realizzare dei rigassificatori nel golfo di Trieste non è una buona idea, ma è necessario continuare la trattativa in merito tra Italia e Slovenia». Stoccata parzialmente corretta dalla precisazione che nel suo ruolo istituzionale di presidente della Repubblica non può approfondire questioni che spettano ai governi. Sul rigassificatore si è sbilanciato meno Tondo: «La Regione non è pregiudizialmente contraria al rigassificatore. Ma ritengo che abbiamo bisogno di energia, ed è necessario individuare sistemi energetici innovativi. Per questo, senza pregiudizi, vogliamo approfondire gli aspetti positivi e negativi del progetto». Così come resta in ballo, per Tondo, anche ogni discorso sul potenziamento della centrale nucleare di Krsko, a proposito del quale il governatore ha in programma di chiedere un incontro con il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera. «Ho ricordato al presidente Türk la mia posizione sulla collaborazione con Krsko da parte del Governo italiano – ha detto Tondo – a breve riporterò il problema al ministro Passera. Da parte della Regione c’è comunque la disponibilità a partecipare a un percorso comune qualora questo venga intrapreso». Tondo intanto ha incassato dal presidente Türk la disponibilità a riferire al Governo gli esiti di questo incontro. Un incontro che però non ha avuto come tema la sola energia. Tondo e Türk si sono confrontati anche sui rapporti transfrontalieri, specialmente in tema di economia. Il presidente sloveno ha definito «già buoni» tali rapporti, passibili però di essere ulteriormente migliorati. Uno dei prossimi passi potrebbe essere lo sviluppo comune del progetto “Vie della Pace”, che intende valorizzare le memorie condivise della Grande Guerra. «Una buonissima cosa, che la prossima settimana sosterrò anche a Bruxelles», ha assicurato Tondo. Del resto secondo il governatore è proprio il turismo una delle strade da battere di comune accordo a livello sovranazionale, per «vendere il sistema “Centro Europa” al Brasile, alla Cina, o all’India». In tema di cooperazione transfrontaliera, infine, da ricordare che domani a Trieste ci sarà un vertice tra Friuli Venezia Giulia, Veneto e Carinzia per approvare lo Statuto e la Convenzione della Euroregione “Senza confini”.
Marzo 17th, 2017 — General, Montagna
Dal Messaggero Veneto 15 marzo 2012 — pagina 29 sezione: Nazionale
Elettrodotto, un ricorso contro il nuovo piano
di Domenico Pecile UDINE Un errore formale: un indirizzo sbagliato. A individuarlo, nell’avviso pubblico di Alpe Adria Energia spa relativo alle integrazioni sul progetto dell’elettrodotto aereo Somplago-Würmlach, è stato Aldevis Tibaldi, presidente del Comitato per la vita del Friuli rurale (alcune centinaia di aderenti) nato nel 2007 per contrastare il progetto dell’elettrodotto Redipuglia-Udine Ovest. E ha pensato che in questo, come in molti altri casi, la forma è sostanza. Da qui la decisione: ha scritto ai Ministeri dell’Ambiente, dei Beni e attività culturali, a quello per lo Sviluppo, alla Regione Friuli Venezia Giulia e ai Comuni interessati all’avviso pubblico, chiedendo «la nullità della procedura»: in breve, l’annullamento del bando in questione. I fatti. Lo scorso 8 marzo sulle pagine del nostro giornale e su quelle de La Repubblica è comparso un avviso pubblico con il quale Alpe Adria Energia spa richiedeva al ministero dell’Ambiente di pronunciarsi su un’ulteriore compatibilità ambientale del progetto dell’elettrodotto aereo in questione, invitando nel contempo a presentare entro 60 giorni le osservazioni. Il parere in questione riguardava soltanto un tratto del Comune di Paluzza, uno degli locali (assieme a Sutrio, Cercivento, Zuglio) contrario alla infrastruttura che costerà 35 milioni di euro e che sarà lunga 44 chilometri (previsti ottanta nuovi tralicci). Deciso, dunque, a consultare gli elaborati «in nome e per conto del Comitato per la vita del Friuli Rurale», Aldevis Tibaldi si è recato, lo scorso 12 marzo, all’indirizzo indicato nell’avviso pubblico a Udine, «ovvero al civico 16 di via Piave, dove ha dovuto prendere atto che trattavasi della sede della Prefettura del capoluogo friulano e che, su dichiarazione del piantone di pubblica sicurezza, quell’edificio nulla aveva a che vedere con la Provincia di Udine e tanto meno con alcuna osservazione» (come erroneamente indicato nell’avviso medesimo). Da qui la decisione del presidente del Comitato di chiedere l’annullamento di quell’avviso. Scrive infatti Tibaldi a Ministeri, Regione e Comuni per motivare la sua richiesta: «Impedita la consultazione ai sensi di legge e, conseguentemente, la possibilità di emettere ogni possibile osservazione entro 60 giorni dalla presentazione delle suddette integrazioni, lo scrivente diffida tutti i Ministeri in epigrafe a dichiarare pubblicamente la nullità della procedura, quale è stata annunciata dalla Società proponente (Alpe Adria Energia spa, ndr), per violazione al diritto al contraddittorio e al contempo chiede a codesti spettabili Ministeri di assumere ogni iniziativa necessaria a far sanzionare l’eventuale falso ideologico qui esposto e, con esso, ogni eventuale riconosciuta complicità».
Elettrodotto, nuovo piano
Ma la protesta va avanti
Paluzza, Alpe Adria Energia chiede al Ministero di vagliare un’altra integrazione. Il sindaco Elia Viezzi: ci chiedono un parere, ma la nostra contrarietà non cambia
di Domenico Pecile
PALUZZA. Alpe Adria Energie spa ha richiesto al Ministero dell’ambiente di pronunciarsi su una ulteriore compatibilità ambientale del progetto di elettrodotto aereo Somplago-Würmlach in Austria sul tratto di 4.5 km della zona di protezione speciale (Zps) Alpi Carniche. Il parere in questione riguarda soltanto un tratto del Comune di Paluzza, uno degli enti locali (assieme a Sutrio, Cercivento, Zuglio; favorevoli Tolmezzo e Cavazzo) contrario alla realizzazione dell’infrastruttura da 35 milioni.
La nuova integrazione al progetto (60 i giorni a disposizione per chiunque voglia fornire le proprie osservazioni) non pare destinata a spostare di un millimetro la contrarietà dei Comuni che già, con diverse delibere, hanno bocciato il progetto. Anche perché – dicono i sindaci interessati – il progetto è stato rimaneggiato più e più volte con diversi cambiamenti del tracciato con integrazioni volontarie trasmesse dalla società proponente. «Sinceramente – dichiara il sindaco di Paluzza, Elia Viezzi – con tutte queste integrazioni risulta molto difficile capire quali sia il tracciato definitivo. Ma pare che ci si stia muovendo su un tracciato tutto aereo, mentre era spuntata l’ipotesi di un possibile interramento dell’ultimo tratto: quello che da Cleulis di Paluzza arriva fino alla zona di Zps».
Le nuovi integrazioni contengono lo “studio della presenza di fauna di interesse comunitario. Aggiornamento dei dati rilevati nel 2010 per il tratto ricompreso nella Zps Alpi Carniche interessato dal progetto dell’elettrodotto aereo e relativa integrazione delle vinca (valutazione di incidenza”, a firma del dr Stefano Filacorda del Dipartimento di Scienze agrarie e ambientali dell’Università degli studi di Udine. Lo studio conclude come segue: «In considerazione di quanto descritto e rilevato e di alcuni specifici parametri indicati…, il progetto di elettrodotto, sulla base dei dati rilevati e qui presentati, non esercita un’incidenza negativa sullo stato di conservazione delle popolazioni di specie di uccelli presenti all’interno della Zps Alpi Carniche. In relazione alla presenza di mammiferi di interesse comunitario, queste specie non sono state segnalate e comunque la natura dell’impianto non comporta incidenze negative».
«Questo parere – è la replica del sindaco di Paluzza – non modifica il nostro giudizio assolutamente negativo sull’opera. Anche perché si continua a prendere decisioni unilaterali senza mai concertare le scelte con il territorio e i suoi rappresentanti istituzionali. Noi continuiamo a ritenere che l’impatto ambientale dell’elettrodotto sarebbe davvero molto negativo».
Marzo 17th, 2017 — General, Tracciati FVG
… anche ai pro TAV come Paviotti, ma non ai No Tav ovviamente.
Come è noto l’Ing. Ivan Cicconi ha pubblicamente respinto durante l’assemblea di Portogruaro del 9 marzo, ogni eventuale richiesta di prestare consulenza per valutare il progetto di RFI.
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Ecco le dichiarazioni di Cicconi, verificabili nel filmato dal tempo 2.32.56 al tempo 2.35.25
«Il rischio che avete in questo momento è questo.
Io ho ricevuto un SMS prima della riunione, di uno, .. di una persona fra le più attive nell’area del Friuli, contro la TAV, che mi dice
“ci sarà all’assemblea un Sindaco del Friuli, che ti chiederà di avere una consulenza per conto dei Comuni, insieme a Debernardi, per le consultazioni che si aprono”.
Perché la Regione Veneto (in realtà si tratta della Regione Friuli FVG -ndr-) ha stanziato una somma per finanziare i Comuni, per partecipare al confronto anche tecnico, per la valutazione del progetto Alta Velocità. Questo Sindaco ancora non l’ho incontrato, non so se c’è.
Dico pubblicamente che io non sono disponibile ad accettare alcun incarico, se il confronto è su quest’opera. Perché l’unico confronto possibile, e per questo dico, il rapporto con i Sindaci e gli amministratori da parte dei cittadini è fondamentale per impedire che vada avanti questa assurdità; è quello di imporre un confronto sulle esigenze concrete del territorio e l’unica cosa seria da fare è intervenire sui nodi e le criticità nella linea storica che c’è, che è sottoutilizzata come è noto e con investimenti di un ventesimo di quelli utilizzati per la nuova linea di alta velocità, si può migliorare il servizio enormemente basta investire i soldi che ci sono, sono 4 miliardi di euro all’anno che il gruppo delle ferrovie dello stato prende dallo Stato per garantire il servizio universale che però vengono dirottati inevitabilmente negli investimenti in queste opere.»
Messaggero Veneto VENERDÌ, 16 MARZO 2012
Pagina 37 – Provincia BAGNARIA ARSA
Scelto dai sindaci il professionista per valutare la Tav
BAGNARIA ARSA L’Assemblea dei sindaci interessati dal passaggio della linea Ac Venezia Trieste (Tav) nella Bassa Friulana , ha designato nell’ingegnere Andrea Debernardi, il professionista per la valutazione del progetto presentato da RFI nel 2010. La scelta è stata effettuata all’unanimità nella riunione che ha anche sancito la costituzione di un’Assemblea permanente dei sindaci (Fiumicello, Villa Vicentina, Ruda, Cervignano, Bagnaria Arsa, Torviscosa, Palmanova, Gonars, Santa Maria La Longa, San Giorgio di Nogaro, Muzzana, Castions di Strada, Teor, Pocenia, Porpetto, Carlino, Palazzolo dello Stella, Ronchis) per l’analisi del progetto della discussa infrastruttura, per il quale la Regione Fvg, su iniziativa dell’assessore Riccardi, ha stanziato un contributo di 50 mila euro. La scelta è caduta dunque, su un professionista di riconosciute capacità, che è inoltre un esperto conoscitore della problematica specifica, essendo stato già consulente per i Comuni della Bassa in occasione della stesura del “protocollo Sonego” del 2008 e più recentemente del Comune di Villa Vicentina per la valutazione delle interferenze del progetto del 2010. Oggetto della valutazione dell’ingegnere Debernardi è non solo la tratta friulana Ac Venezia- Trieste, ma anche la connessione con la ferrovia Cervignano-Palmanova-Udine, che a quanto pare costituirebbe la parte finale del cosiddetto “corridoio Adriatico- Baltico”. «Crediamo si tratti di un passo importante per intraprendere una valutazione seria e approfondita sul progetto specifico e più in generale sull’assetto infrastrutturale ferroviario della Bassa», afferma in sindaco di Bagnaria, Cristiano Tiussi, comune capofila per l’erogazione del contributo. «Debernardi costituisce una garanzia per un approccio “laico” alla tematica, come hanno evidenziato i sindaci di Cervignano Paviotti e di Villa Vicentina Pischedda, che hanno potuto apprezzarne in passato il lavoro». (f.a.)
Marzo 17th, 2017 — General, Treni
Messaggero Veneto 17 marzo 2012
di Beniamino Pagliaro
Zaia e Tondo d’accordo: i territori devono essere uniti nel pretendere servizi all’altezza
TRIESTE. Il Friuli Venezia Giulia arruola il Veneto per la «partita» del contratto con Trenitalia. Il giorno dopo lo stop al rinnovo del servizio da parte della giunta regionale, Renzo Tondo trova un alleato in Luca Zaia. A Trieste, al vertice dell’Euroregione, si parla del nuovo soggetto giuridico per cooperare meglio.
E il primo esempio di azione comune potrebbe arrivare proprio in materia ferroviaria. Il contesto in cui Friuli Venezia Giulia e Veneto operano non è così differente: entrambe le giunte regionali sono insoddisfatte del comportamento di Trenitalia, e giovedì in giunta l’assessore ai Trasporti, Riccardo Riccardi, ha ufficializzato il congelamento al rinnovo del contratto da 38,1 milioni.
Quali sono le prospettive? In Emilia Romagna, dove la situazione non è migliore, la giunta ha annunciato a fine febbraio una gara europea per i servizi regionali. L’obiettivo è quello di attrarre nuove imprese, anche straniere, interessate a occuparsi del trasporto pubblico locale in modo più efficiente. E tra Trieste e Udine? C’è chi aspira, con qualche idea di restaurazione austroungarica, al ritorno delle ferrovie austriache o tedesche. Ieri il consigliere regionale del Pdl, Maurizio Bucci garantiva che «se Trenitalia ci snobba sono interessate le ferrovie di Austria e Germania».
Il discorso è decisamente più complesso: la società del trasporto merci controllata dalle Ferrovie austriache ha iniziato, a gennaio, a collegare il porto di Trieste con il Centro Europa. Ma sul trasporto passeggeri, al momento, non si è registrato un particolare interesse. In Friuli Venezia Giulia, nei primi due mesi dell’anno, si sono registrate ben 537 soppressioni, ben oltre il limite di tolleranza previsto dal contratto.
E in Veneto? «Il servizio non cambia certo oltre il confine regionale», spiega Zaia. «Quella del trasporto pubblico locale è una partita irrisolta. Siamo sempre più convinti – ha continuato – che i territori debbano essere uniti anche nella partita con Trenitalia». «La massa critica vale per tutto – ha aggiunto Tondo – anche per Trenitalia». La soluzione è ancora lontana, ma una collaborazione tra le due regioni è un’ipotesi di lavoro. Ovviamente, la posizione di Zaia e dell’assessore Riccardi sulle liberalizzazioni nel mercato ferroviario è praticamente uguale.
Così perfino il governatore leghista riesce ad appoggiare il Governo sull’intenzione di liberalizzare il trasporto pubblico locale. «Fanno bene – ha detto ieri –, è un comparto in cui abbiamo qualche problema». Il fronte della protesta dei pendolari del Friuli Venezia Giulia si è intanto dato un nuovo appuntamento. I cittadini si troveranno oggi a Udine nella sede dela Regione, per illustrare i risultati dei sondaggi effettuati recentemente a bordo treno. A Trieste, ieri, si è parlato anche della tratta a Nord Est della Tav. Per il tracciato della Venezia-Trieste si è sempre in attesa della decisione del Veneto, ma Zaia ha rivendicato la necessità di valutare una terza ipotesi di percorso. Dopo il tracciato litoraneo, inizialmente sostenuto da Zaia, e quello parallelo alla A4, ora il presidente del Veneto ha citato «il progetto complanare alla ferrovia».
Marzo 17th, 2017 — General, Notizie flash
17 marzo, Bussoleno bloccata l’autostrada

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Marzo 17th, 2017 — General, Varie
Stupro: al di là di ogni ragionevole patrocinio
L’obiettivo è ovvio, la modalità per raggiungerlo è tristemente nota e palese: rendere la vittima causa del suo male, trasformare il carnefice in vittima di adescamento, seduzione, inganno, infine trasformare la vittima in carnefice sicchè il carnefice cioè l’imputato (o gli imputati) per stupro, possano godere del minimo della pena o dell’assoluzione.
Questa è la strategia adottata dalla maggior parte dei difensori nei processi per stupro.
Questa è invariabilmente anche la strategia adottata dal difensore del militare di stanza all’Aquila imputato per lo stupro di una ragazza a Pizzoli (AQ).
La vicenda narrata dai quotidiani di circa un mese fa è questa: all’uscita da una discoteca una ragazza viene stuprata, in maniera estremamente violenta, probabilmente, come ha osservato successivamente il chirurgo che l’ha operata, anche con una sbarra di metallo, dato le profonde e forse permanenti lesioni all’apparato digerente; viene abbandonata nel retro della discoteca, nella neve dove rischia la morte per ipotermia. Solo l’uscita del titolare della discoteca nel giro esterno prima di chiudere, le salva la vita.
Ma, sia quel che sia, appresso al fatto ecco le prime mosse dentro lo schema prestabilito.
Il discredito della donna fondato sulla sua partecipazione consensuale, sull’uso di alcool giocato sempre come aggravante in quanto segno di immoralità… (mentre, in genere, per l’uomo, l’assunzione di alcool o droghe, è spesso giocato come attenuante in quanto segno di momentanea incoscienza e quindi di non piena responsabilità del fatto che gli si vorrebbe ascrivere), infine, la riduzione del delitto ad un “rapporto amoroso consenziente che ha provocato ferite”.
Queste ultime sono le testuali parole dell’avvocato di cui sopra pronunciate in due trasmissioni televisive.
Di questo ne ha parlato il blog Fuori genere che ha anche aggiunto i due video estratti dalle trasmissioni in questione. Guardateli, che siate uomini o donne, guardateli, immaginate di essere voi ferit* o mutilat* in qualcosa, immaginate di essere voi parte lesa, guardateli e tenete vicino il sacchetto per il vomito.
Il disgusto è assoluto, primo per l’uomo che si permette di sparare tali e tante oscenità da andare veramente oltre il miserabile uso, -possibile solo in un paese profondamente maschilista-, di patrocinare l’imputato secondo lo schema che abbiamo detto.
E poi c’è dell’altro, c’è quella comparazione tra il rapporto amoroso che provoca ferite, il parto fisiologico che provoca ferite, e quel particolare rapporto che ha provocato ferite. C’è quella implicita, suggerita, relazione di contiguità e uguaglianza tra il condiviso e il naturale accomunati dal provocare ferite sicchè lo stupro svanisce a meno di non pensare che o un rapporto naturale è uno stupro o uno stupro è un rapporto naturale. Un orrore.
Un orrore l’avvocato che svela in televisione il nome della vittima e poi dice “embhè… mi è scappato…”
Un orrore le trasmissioni che permettono di dare voce a certi individui calati in pseudo dibattiti che hanno il solo scopo di eiaculare in piazza porcherie patriarcali in un finto contradditorio che in realtà è un’ulteriore stupro sul corpo di quella donna, ma anche di tutte le donne.
Alla fine quel po’ po’ di avvocato, si chiede come farà a spiegare a suo figlio che un uomo rischia di essere condannato a 15 anni per tentato omicidio e non ad un anno solo per “omissione di soccorso”. .
Noi ci chiediamo come facciamo noi, a spiegare, a noi ed alle nostre figlie, ma anche ai nostri figli che, ad anni ed anni da “processo per stupro” esistano ancora avvocati del genere…
Forse dobbiamo continuare a fare le femministe, ora più che mai.
Marzo 17th, 2017 — General, Rassegna stampa
Quando il vecchio e sempre galileanamente buono “sperimentando imparo” praticato in molti laboratori universitari, centri di ricerca ecc., diventa quello del titolo, il sapere che se ne acquisisce è bacato. E’ ancora Bacone che sussurra di mettere la natura in ceppi, di strappare i suoi segreti con la tortura…
Ma che cos’è la conoscenza che passa per la tortura e quindi la crudeltà?
A cosa ci sono serviti millenni di evoluzione e la capacità di parola se il linguaggio è l’arma che usiamo per giustificare il nostro diritto alla superiorità ed al causare dolore e morte?
Ieri a Trieste manifestazione contro l’ampliamento dello stabulario dell’università.
Qui una nota e qui il resoconto.