Martedì 26 Trieste accoglierà il vertice Letta-Putin.
A questo proposito riceviamo e diffondiamo il comunicato di Arcigay/Arcilesbica che indice un presidio per quel giorno dalle 11 alle 13 in piazza Ponterosso.
All'iniziativa parteciperanno altre realtà e persone che porteranno in piazza altri contenuti di critica al vertice e alle politiche governative sia russe che italiane.
Tutti conoscono Putin. Forse non tutti sanno che in Russia, soprattutto grazie a Putin e alla Chiesa ortodossa, ci sono ora delle leggi lesive della dignità umana. Due ragazze, due ragazzi non possono nemmeno tenersi per mano. Perchè? Per il DIVIETO di PROPAGANDA OMOSESSUALE.
Questa legge è ormai presente da mesi in Russia, e c'è stata un'enorme crescita delle violenze omofobiche. Nel silenzio delle istituzioni.
NOI desideriamo con forza continuare a denunciare queste violazioni dei DIRITTI UMANI LGBT. Per lesbiche, gay, bisessuali, transgender. Per tutti coloro che non hanno voce.
E NON SOLO PER LORO.
Per le Pussy Riots, Greenpeace, tutti gli attivisti e coloro che si oppongono alla sopressione e agli abusi dei diritti.
Dal Il piccolo online
Maxi arcobaleno anti Zar a Ponterosso
Sulle note di ‹ajkovskij gli attivisti gay srotoleranno un’enorme bandiera. Luxuria ospite vip. Greenpeace scegli il silenzio
TRIESTE. Cosa c’entrano il compositore ‹ajkovskij e il ballerino Nureyev con il vertice intergovernativo italio-russo di domani a Trieste? Saranno loro i personaggi simbolo della protesta a favore dei diritti umani in programma in piazza Sant’Antonio domani mattina alle 11. Sull’aria del “Lago dei cigni” le associazioni Arcigay Arcilesbica Fvg, Certi diritti, Iris, Uaar e Jotassassina srotoleranno di fronte alla fontana di Ponterosso una grande bandiera arcobaleno di 100 metri quadrati per contestare le leggi omofobe varate da Mosca. «Politica ed istituzioni non dimentichino ad arte la questione dei diritti umani in Russia a favore dei meri interessi economici», è il messaggio degli organizzatori che per questo gay-pride in salsa giuliana potranno contare sul sostegno dell’ex parlamentare di Rifondazione comunista Vladimir Luxuria. La comunità Lgbt farà sentire la propria voce per sostenere lesbiche, gay e transessuali vittime in Russia di un regime omofobo e transfobico.
«Tutti conoscono Putin – spiega il presidente di Arcigay Trieste e Gorizia Andrea Tamaro -. Forse non tutti sanno che in Russia, soprattutto grazie a lui e alla Chiesa ortodossa, ci sono ora delle leggi lesive della dignità umana. Due ragazze, due ragazzi non possono nemmeno tenersi per mano perché vige il subdolo divieto di “propaganda omosessuale”. Questa legge è ormai presente da mesi in Russia, devo si registra un’enorme crescita delle violenze ai danni di omosessuali. Nel silenzio delle istituzioni». Il timore è che il vento discriminatorio possa varcare i confini della Russia e accrescere l’intolleranza anche all’interno dell’Unione europea.
Chi non scenderà in piazza è Greenpeace. Per evitare di nuocere ai 30 attivisti accusati di pirateria dopo il blitz che nell’Artico aveva portato all’assaltato di una piattaforma petrolifera di Gazprom, l’associazione ambientalista sceglie la via diplomatica. «I nostri ragazzi sono liberi su cauzione e in attesa di processo – osserva il coordinatore triestino Francesco Tominich -. È stato valutato, a livello internazionale, più opportuno non attaccare in maniera frontale per evitare ritorsioni nei loro confronti. Greenpeace fa pressione a livello istituzionale. Nei giorni scorsi è stato chiesto ai sindaci del Friuli Venezia Giulia di sottoscrivere un documento per far capire che a chiedere il ritiro delle accuse non è l’associazione, ma è l’Italia. «Mentre il sindaco di Udine Honsel ha firmato, Cosolini non lo ha fatto», precisa Tominich.
Dal Piccolo del 21/11/13
di Marco Ballico TRIESTE Non proprio lo staliniano articolo 121 del codice penale dell’Urss che prevedeva nel secolo scorso, prima della caduta del muro, cinque anni di detenzione per gli omosessuali. Ma il recente varo della legge che vieta la propaganda nei media o davanti ai minori dei rapporti sessuali non tradizionali diventa un caso a pochi giorni dalla visita di Vladimir Putin a Trieste. Al punto che ieri al Senato, le associazioni Certi diritti, Agedo, Arcigay, Famiglie arcobaleno, Equality Italia e Arcilesbica, hanno rivolto al premier Enrico Letta un appello a porre «la questione della violazione dei diritti umani in Russia» proprio in occasione dell’incontro bilaterale del prossimo 26 novembre. La referente regionale di Certi diritti Clara Comelli cita non pochi casi di cittadini russi perseguitati per il loro orientamento sessuale che chiedono asilo all’estero, soprattutto in Germania. E anticipa una manifestazione di protesta proprio il 26, «conseguenza di una ripetuta serie di attacchi». Ma già domani, all’Università, è in programma un convegno sui diritti umani nella Federazione, appuntamento che si inserisce nella campagna “Sos Russia” lanciata dalle associazioni italiane lesbiche, gay, bisessuali e transessuali. Nel corso della presentazione a Palazzo Madama, Yuri Guaiana di Certi diritti ha elencato vari provvedimenti approvati di recente nella patria di Putin contro i diritti umani, mentre Aurelio Mancuso, presidente di Equality ricorda: «Dopo che negli anni Novanta la Federazione russa abolì il reato di sodomia, questo e altri reati stanno rientrando con leggi surrettizie. E l’atteggiamento omofobo del governo si allarga a tutta la popolazione, grazie anche all’influenza della chiesa ortodossa, scatenata contro i gay. Ma il tema della Russia è centrale perché sta in Europa dove non devono nascere di nuovo sentimenti come omofobia, antisemitismo o xenofobia». In attesa di una risposta a Trieste di Letta, non manca l’adesione della politica. «La questione dell’orientamento sessuale rappresenta uno dei fondamenti essenziali dell’identità umana – dichiara il senatore del Pd Luigi Manconi, presidente della commissione Diritti umani del Senato –. Un tema essenziale che in tutti i paesi del mondo, nonostante enormi differenze, costituisce il cuore di formidabili conflitti politici». Un altro senatore democratico, Sergio Lo Giudice, presidente onorario dell’Arcigay, ricorda che la richiesta al governo «era già stata fatta in occasione del G8 a San Pietroburgo, ma non andò a buon fine». Poca attenzione? «No, ma nel governo non si riesce a superare la realpolitik. Non ci stancheremo quindi di sollecitare le istituzioni italiane ed europee in questa direzione».
Dal Piccolo del 20/11/13Trieste, piazza Unità blindata per l’arrivo di Putin
Martedì 26 novembre potranno accedere all’area solo i componenti delle due delegazioni, e con il pass esercenti e residenti. Alle 11.20 il saluto fra il presidente russo e il premier Letta
Piazza Unità e piazza Verdi blindate, off-limits. Tranne che per i protagonisti del vertice intergovernativo bilaterale italo-russo. E potranno accedere alla cosiddetta “zona rossa” anche gli esercenti e loro dipendenti che lavorano nei locali dell’area (che probabilmente saranno in ogni caso chiusi al pubblico per disposizione della polizia) e i cittadini che abitano nei palazzi della stessa: per passare i posti di blocco dovranno però avere tutti quanti, ed esibire, il pass da ritirare appositamente in Questura. Inoltre le Rive saranno chiuse al traffico veicolare nel tratto fra piazza Tommaseo e piazza Venezia dalle 8 del mattino.
Si avvicina l’appuntamento di martedì, il 26 novembre, quando il presidente della Federazione russa Vladimir Putin e il premier italiano Enrico Letta – scortati da un certo numero di ministri ciascuno e dalle rispettive delegazioni – si incontreranno nel summit programmato a Trieste per discutere di gas, ricerca scientifica, investimenti e portualità, ma non solo. E man mano che i giorni passano, emergono i dettagli dell’apparato di sicurezza che verrà approntato. Con almeno 200 effettivi delle forze dell’ordine (rinforzi in arrivo anche da Gorizia e da Padova) pronti a vigilare. Controlli scatteranno sulle auto parcheggiate nelle vicinanze di piazza Unità e dintorni, a cassonetti delle immondizie, ai tombini; e anche l’area a mare del bacino San Giusto verrà bonificata.
Ieri mattina si è tenuta una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, allargata a tutti gli enti a vario titolo coinvolti. «Il dispositivo è stato ulteriormente rafforzato – riassume il prefetto di Trieste, Francesca Adelaide Garufi -. È molto complesso, ci saranno altri incontri specifici. Nei giorni scorsi dei sopralluoghi sono stati già effettuati con una delegazione russa e con gli incaricati di palazzo Chigi».
Nella serata di ieri – ha fatto sapere la Questura – si è poi svolto un incontro dedicato fra i responsabili delle forze dell’ordine e sabato è in programma il tavolo tecnico per definire gli ultimi dettagli sulla sicurezza, che confluiranno nell’ordinanza del questore Giuseppe Padulano. Oggi il Comune dovrebbe intanto completare l’ordinanza di sua competenza, relativa ai provvedimenti di chiusura dell’area off-limits per pedoni e mezzi e delle strade su cui i veicoli non potranno circolare. La “zona rossa” abbraccerà piazza Unità e piazza Verdi. Pare inoltre che – a meno di modifiche – su via Cadorna e via Diaz nei tratti da via del Mercato vecchio sino a via Venezian non potranno transitare né sostare i veicoli dalle 16 di lunedì 25 novembre fino alle 18 circa – e comunque sino a cessate necessità collegate all’evento – del 26. E che dalle 8 di martedì stesso le Rive non saranno percorribili da piazza Tommaseo (non si potrà accedere a corso Italia da via Canalpiccolo) a piazza Venezia. Verranno inoltre chiusi gli uffici municipali di piazza Unità solitamente aperti al pubblico.
Il governo ha ufficializzato la partecipazione al vertice di Trieste, oltre che di Letta, dei ministri Angelino Alfano (Interno), Emma Bonino (Affari esteri), Mario Mauro (Difesa), Fabrizio Saccomanni (Economia e Finanze), Nunzia De Girolamo (Politiche agricole), Maurizio Lupi (Infrastrutture e trasporti), Enrico Giovannini (Lavoro e politiche sociali), Maria Chiara Carrozza (Istruzione, università e ricerca), Beatrice Lorenzin (Salute), Flavio Zanonato (Sviluppo economico) e Massimo Bray (Beni e attività culturali, turismo). Si confronteranno con i loro omologhi russi. «I saluti tra Letta e Putin avverranno – recita la nota diffusa da palazzo Chigi – alle 11.20, in piazza dell’Unità d’Italia». Dopo i colloqui privati in Prefettura e nel palazzo della Regione sempre in piazza Unità, alle 14.30 circa è prevista in Regione una conferenza stampa congiunta. Non è escluso, infine, che il capo del governo italiano e il presidente russo facciano un veloce passaggio – prima di lasciare Trieste – al Ridotto del Teatro Verdi, dove parallelamente al vertice bilaterale si terrà il Business forum economico italo-russo, patrocinato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e dal ministero degli Affari esteri.