Dal Piccolo del 30/04/13
Dal Ministero dello sviluppo altro “no” al rigassificatore
La notizia è arrivata inattesa (e gradita) all’assessore all’Ambiente, Umberto Laureni: sospesa anche dallo Sviluppo economico l’autorizzazione al rigassificatore. «Il ministero – è il commento – ha preso atto del precedente decreto del ministero dell’Ambiente. Atto estremamente importante. Se non si troveranno altri siti, o non si modificherà il piano industriale del porto, credo che la sospensione diventerà definitiva». E adesso? Sei mesi di tempo. «Faremo una riflessione con gli enti locali, con l’Autorità portuale che è l’elemento decisivo. Con la Regione e col governo dove in pochi giorni il quadro è completamente cambiato. Parleremo coi nuovi ministri, col nuovo governatore. Comincia per Trieste un lavoro molto duro». di Gabriella Ziani All’ultimo minuto prima di chiudere l’ufficio, quando la lista dei nuovi ministri del governo Letta era forse già scritta, il ministero dello Sviluppo economico retto da Corrado Passera ha sospeso l’autorizzazione già concessa al rigassificatore di Gas Natural. Un secondo stop dopo quello, di 6 mesi, decretato dal ministero dell’Ambiente e controfirmato dal ministero dei Beni culturali. Questo ne è la diretta conseguenza e rimanda l’esame del problema altrettanto a fra 6 mesi. A quella data o si sarà trovata un’altra collocazione all’impianto per non impedire lo sviluppo dei traffici in porto (come dimostrato dall’Autorità portuale che ha dato determinante parere negativo all’insediamento), oppure al contrario il porto tornerà sui propri passi ridimensionando il piano industriale di ampliamento, e riaprendo così la porta alle navi gasiere. Se nessuna di queste condizioni alternative verrà soddisfatta, il rigassificatore si troverà definitivamente espulso dalla baia di Muggia per manifesta impossibilità. Un colpo di scena dopo l’altro, dunque, proprio nell’attimo in cui si chiude l’esperienza del governo Monti, con l’evidente dissenso tra i due ministri: Clini disposto ad ascoltare i “no” del territorio e della Slovenia, con coraggiosi atti conseguenti, e Passera incrollabilmente deciso a insediare il rigassificatore a Trieste, anche in ultimo con una sortita a Bruxelles per far inserire il progetto nel piano strategico europeo. Ma è stato Clini a condurre la partita. Prima riaprendo la procedura di Valutazione d’impatto ambientale già concessa nel 2009, alla luce dei nuovi dati previsionali del porto, quindi negando di fatto l’autorizzazione, anche se “pro tempore”, per lasciare spazio all’esame delle due opzioni: o meno porto, o un altro posto (ma quale?). Non solo, Clini subito dopo ha dato semaforo rosso anche al secondo rigassificatore, quello al largo di Fossalon proposto dalla tedesca E.On. E questo lascia a Trieste nel suo breve ma intenso periodo da ministro, oltre alla soluzione del “dramma bonifiche” e a un percorso avviato per la bonifica della Ferriera. Intanto non solo allo Sviluppo economico c’è adesso Flavio Zanonato, l’ex sindaco Pd di Padova, ma è cambiata anche la guida della Regione, con la Pd Debora Serracchiani contraria, mentre il governatore Pdl Renzo Tondo era stato favorevole, salvo poi assecondare in ultimo il vertice del porto. La nota spedita a Trieste comunica l’avvenuta «sospensione del procedimento di autorizzazione alla costruzione ed esercizio del terminale di rigassificazione di Gnl localizzato nel posto di Trieste, località Zaule, in attesa della realizzazione delle condizioni risolutive della sospensione di efficacia previste dal decreto di sospensione del 18 aprile 2013».