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questo link foto della manifestazione aLjubljana e anche una dello spezzone organizzato dai compagni
http://www.delo.si/zgodbe/fotozgodbe/preminula-je-drzava-pokopljimo-jo.html
da Il Piccolo
Proteste di piazza, alta tensione a Lubiana
La Rivolta dei fiori non si ferma. Arrestati tre manifestanti. La gente assedia il comando di polizia e ne chiede la liberazione
TRIESTE. È finita a tarda sera, con la folla urlante davanti alla centrale di polizia di Lubiana che chiedeva il rilascio di tre manifestanti arrestati, la imponente protesta di piazza di ieri pomeriggio nella capitale della Slovenia. La Rivolta dei fiori, dunque, non si ferma. Neppure dopo la caduta del governo Janša. Così anche ieri sono stati in 15mila a protestare contro il sistema, contro il potere, contro i taycoon della finanza. Una protesta tranquilla, ordinata, fino all’arresto dei tre. Uno, secondo fonti della polizia, è stato arrestato con l’accusa di turbativa dell’ordine pubblico per aver lanciato durante la sfilata dei palloncini pieni di vernice contro edifici pubblici. Gli altri due sono finiti in manette, invece, per aver cercato di ostacolare gli agenti durante le operazioni di arresto del primo. Immediatamente gli “arrabbiati” iniziano a chiamare il 113 intasando il centralino. Subito dopo scatta la marcia sulla stazione di polizia. Gli agenti formano un cordone di protezione. La folla urla: «Liberateli!». La tensione è alle stelle. Scoppia qualche petardo. Gli agenti sono nervosi, le mani toccano gli sfollagente. Dietro l’angolo sono pronti a intervenire gli agenti a cavallo. Un crescendo rossiniano di urla e provocazioni. Poi una donna si fa largo e viene lasciata passare dai poliziotti. Entra nel comando e parla con i responsabili. Torna fuori dopo 10 minuti. «Li rilasceranno quando finirà la portesta», racconta l’improvvista mediatrice. Ma, allo stesso momento, trapela la notizia che i tre sono già stati trasferiti in periferia nella stazione di polizia di Moste. Altre grida: «Liberateli!». Si intonano canzoni popolari e le “kombinatke”. I cavalli si agitano. Gli agenti impugnano le redini. Col passare del tempo le urla però si affievoliscono. Nessuno vuole lo scontro. Nessun “bloody saturday” a Lubiana.
Tutto inizia alle 16 sotto una pioggia battente. E chi pensava che dopo il cambio di governo la Rivolta dei fiori sarebbe appassita deve subito ricredersi. Migliaia di ombrelli aperti invadono la Slovenska cesta. In testa al corteo il solito camioncino con una band e un gigantesco striscione con su scritto: «Con la rivolta popolare fino alla fine». Davanti alla sede della Banca di Slovenia parte una bordata di insulti.Dopo una decina di metri il corteo svolta a destra in direzione della sede del tribunale. E qui la protesta diventa happening. Spunta una bara di cartone che quattro becchini trasportano sulle spalle e depongono proprio davanti al portone del tribunale. È la bara per i taycoon, per i politici. E inizia una sorta di processo popolare sommario. L’inquisitore da un microfono grida il nome dei colpevoli, la folla urla, fischia. Non ci sono avvocati difensori, il tribunale del popolo ha deciso: tutti colpevoli. La bara è lì, gotica icona di un desiderio che freme tra migliaia di corpi inzuppati dalla pioggia, mentre un improvvisato coro (età media 60 anni) intona una canzone contro «i maiali e le scrofe del potere». Finito il processo sommario il corteo riprende il suo corso e punta sul municipio. La gente parla fitto e discute. E il nuovo governo? «È una ressa dei soliti volti davanti a un mal mescolato trogolo», risponde uno dei leader degli arrabbiati e sguscia via per attestarsi sui gradini del municipio. «Gotovi» e «Lopovi», ossia «Siete finiti» e «Ladri», gridano gli “arrabbiati”. Alla fine il corteo confluisce nel Kongresni trg dove sul palco va in scena un concerto rock-folk. Chitarre elettriche urlano dagli amplificatori assieme alle fisarmoniche. Alcune donne hanno ancora tra le mani mazzetti di mimose, feticci un po’ appassiti della festa della donna del giorno prima. C’è anche uno striscione con su scritto «Yankee go home», slogan che è un po’come il grigio, va bene in ogni occasione.
http://www.a-federacija.org/2013/03/01/antikablok-vsi-na-ulice/