L’azione è durata dalle 17.10 alle 19.10 poi è intervenuta la Questura
Messaggero Veneto 22 febbraio 2014
Blitz dei No Tav in stazione esposto uno striscione
Iniziativa di alcuni manifestanti che sono scesi dalla pensilina solo dopo l’intervento della polizia L’obiettivo della protesta, che si ripeterà oggi in piazza Libertà, è la scarcerazione dei militanti
di Cristian Rigo Ieri il blitz sulla pensilina della stazione, oggi la manifestazione di protesta in piazza Libertà. I No Tav si mobilitano «contro la crisi voluta dai padroni, dalle banche e dalle lobby politiche, corrotte e mafiose: la battaglia principale è fermare le grandi opere inutili». Ma oggi alle 16 i militanti del coordinamento No Tav e antifascista del Friuli scendono in piazza anche per chiedere «la liberazione di Chiara, Claudio, Mattia, Niccolò e degli altri No Tav ancora ai domiciliari». E ieri, poco dopo le 18, si sono arrampicati proprio per lanciare questo messaggio con uno striscione che hanno appeso all’ingresso della stazione. Inequivocabile il messaggio: No Tav liberi. Nel volantino distribuito ai cittadini le ragioni del loro gesto: «Quattro No Tav sono in carcere con l’imputazione di terrorismo – si legge anche nel sito del movimento -. Nel mirino dei Pm un’azione di sabotaggio al cantiere di Chiomonte del 14 maggio scorso. Quella notte venne danneggiato un compressore. Nonostante non sia stato ferito nessuno, gli attivisti sono stati accusati di aver cercato di colpire gli operai del cantiere e i militari di guardia. Come si configura il terrorismo? Qual è la differenza tra un danneggiamento e un attentato terrorista? Come si trasforma un’azione di sabotaggio in un atto terrorista? Secondo il tribunale del Riesame “è ravvisabile la finalità di terrorismo tenuto conto che l’azione è idonea, per contesto e natura, a cagionare grave danno al Paese, ed è stata posta in essere allo scopo di costringere i pubblici poteri ad astenersi dalla realizzazione di un’opera pubblica di rilevanza internazionale”». Di tutt’altro avviso invece i militanti No Tav secondo i quali «Queste parole si incardinano nell’articolo 270 sexies, inserito nel codice dopo i sanguinosi attentati di Al Qaeda a Madrid e a Londra: oggi – si legge ancora sul documento – viene applicato ad un’azione non violenta di sabotaggio; domani potrebbe essere scagliato contro chiunque si opponga concretamente ad una decisione non condivisa ed imposta con la forza dallo Stato italiano. Il teorema della Procura torinese è di una gravità inaudita: se dovesse passare potrebbe essere applicato a qualunque lotta sociale. La libertà di tutti è sotto attacco. È necessario agire concretamente contro la devastazione del territorio per un’opera che serve solo a spendere soldi pubblici per finanziare le potenti lobby del cemento e i loro amici di destra e di sinistra nelle istituzioni». Impossibile chiedere qualche spiegazione in più ai militanti: con i giornalisti non parlano. Con la polizia invece, che li ha convinti a scendere in pochi minuti verso le 19 e poi identificati, un confronto c’è stato. E non è escluso che i militanti, impegnati ieri sera anche in una protesta davanti al carcere di via Spalato, vengano poi tutti denunciati.
mv online 21 febbraio