Messaggero Veneto MARTEDÌ, 04 GIUGNO 2013 Pagina 8 – Regione
Lega: sulla Tav la maggioranza è già spaccata
UDINE Parla di “maggioranza spaccata”. La Lega Nord attacca Serracchiani e la sua compagine di governo sulla vicenda Tav. «La Tav è una priorità» per la presidente Serracchiani. Per il capogruppo di Sel Lauri, invece, è un progetto insostenibile economicamente e sbagliato concettualmente. «La maggioranza in Regione si è già spaccata?». Così Matteo Piasente, segretario nazionale della Lega Nord del Friuli Venezia Giulia. «È bastato – continua Piasente – che il commissario Mainardi sfiorasse l’argomento per scatenare reazioni opposte. È palese che Serracchiani e Lauri abbiano dato interpretazioni molto diverse alle parole del commissario Mainardi. La storia a sinistra si ripete: Illy aveva la palla al piede di Rifondazione Comunista con Antonaz e Franzil, Serracchiani ha Lauri e il gruppo di Sel. C’è poi un ulteriore elemento di divisione: la lista dei Cittadini, con un capogruppo, Paviotti, sicuramente distante dalle posizioni di Lauri». Non vuole entrate nelle polemiche invece Bortolo Mainardi: «Voglio solo lavorare. Credo che con la presidente ci chiariremo quanto prima e proseguiremo con determinazione verso i migliori obiettivi anche per la Regione Friuli Venezia Giulia» dice il commissario. Ma poi, incalzato, aggiunge: «Sono soddisfatto che la presidente Serracchiani la pensi ancora come me e cioè che il Tav si faccia anche nella tratta nel Friuli Venezia Giulia. Dico ancora con me – precisa –, proprio perché, ancora in agosto 2012 da parlamentare europea, la presidente dichiarava proprio al vostro giornale che l’idea del Commissario di avviare “il processo per fasi è quello giusto…il quadruplicamento prospettato dal Commissario Mainardi è a tutti gli effetti una linea con le caratteristiche dell’Alta Velocità e dell’Alta Capacità, ma con un surplus di attenzione alla sostenibilità ambientale…” Mi pare che queste parole spieghino che la pensiamo allo stesso modo». (m.m.)
Messaggero Veneto LUNEDÌ, 03 GIUGNO 2013 Pagina 7 – Regione
Serracchiani: «La Tav è una priorità»
La presidente replica al commissario Mainardi: quadruplicamento e potenziamento immediato, necessario intervenire
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di Paolo Mosanghini wUDINE Debora Serracchiani contro Bortolo Mainardi. Tav sì o Tav no? La presidente della Regione replica al commissario per l’Alta Velocita-Alta Capacità. Ieri Mainardi in un’intervista al Messaggero Veneto è intervenuto sulla possibilità di quadruplicare la linea esistent, un progetto a inpatto zero e al costo di 800 milioni. E la presidente Serracchiani ha subito puntualizzato: «Probabilmente il commissario Mainardi rammenta le parole che ha pronunciato lui stesso ad agosto del 2012 quando, sottolineando i costi “eccessivi e inaccettabili” dal punto di vista economico e ambientale della Tav Mestre-Trieste, ha detto “no alla Tav, sì al potenziamento dell’attuale linea”», commentando le parole del commissario governativo per la tratta Venezia-Trieste, il quale ha dichiarato che «nessuno ha detto che la Tav non si può fare qui». «Io invece ho sempre ribadito che per il Friuli Venezia Giulia è fondamentale – spiega ancora la presidente Serracchiani – avere collegamenti ferroviari veloci ed efficienti, per i passeggeri e per le merci, e che la tratta Venezia-Trieste rientra tra le priorità su cui intervenire subito. La Regione condivide in linea di principio l’opzione del quadruplicamento della linea, ma soprattutto il potenziamento immediato della linea esistente, a partire dall’intervento puntuale sui colli di bottiglia. Proprio per questo vorremmo conoscere in dettaglio il progetto di quadruplicamento della linea Trieste-Venezia, e magari cominciare un confronto sugli investimenti immediati necessari per i potenziamenti». Secondo Serracchiani «bisogna che ci sia molta chiarezza quando si parla di questo argomento: il progetto cui si riferisce il commissario Mainardi risale al 2010 ed è ancora in attesa dell’esito della valutazione d’impatto ambientale, e non ha nulla a che vedere con il quadruplicamento della linea esistente, di cui lo stesso Mainardi è fautore, e per il quale invece non vi è traccia alcuna di progetti alternativi depositati». «Più precisamente – aggiunge ancora la presidente – il commissario sta parlando di un progetto di quadruplicamento che esiste solo come idea progettuale del commissario, dal momento che la Regione non ha mai ricevuto un simile progetto per quanto attiene il suo territorio. Mainardi è commissario del progetto Rfi del 2010: se ce n’è un altro, ce lo faccia conoscere nel dettaglio. Anche perché, come presidente del Friuli Venezia Giulia, vorrei che i comuni della mia regione siano informati – conclude – dei rischi e dei benefici di questo nuovo tracciato». Ma anche in casa di Sel le affermazioni di Mainardi non sono passate inosservate. «Le parole del commissario per la Tav Mainardi danno finalmente ragione a quello che il movimento e i comitati sostengono da anni, e cioé che anche tralasciando l’impatto ambientale, persino dal punto di vista economico i costi della Tav a 300 all’ora superano di gran lunga i benefici, e che per realizzarla non ci sono soldi nè investitori», ha dichiarato Giulio Lauri, capogruppo di Sinistra ecologia libertá in consiglio regionale. «Non si può non rilevare che peró nella posizione del Commissario c’è ancora molta confusione, e che probabilmente questa confusione è presente anche nel governo. Bisogna dire con chiarezza che il progetto della Tav a 300 l’ora, per cui purtroppo sono già stati spesi molti milioni di euro, viene definitivamente accantonato, e che i 200 km l’ora sono sufficienti e che semmai è Moretti a dover garantire più treni e migliori coincidenze verso il resto del paese e verso il centroeuropa; bisogna investire sull’alta capacitá delle merci verso il Baltico, togliendo il traffico dei Tir dalle autostrade; e bisogna chiarire che l’opzione zero che i Comuni chiedono non è l’ennesimo nuovo tracciato su cui litigare e perdere tempo e soldi pubblici, ma il miglioramento del tracciato esistente, operando con cantieri piú piccoli sui colli di bottiglia. Su questo fino a ora è la politica del governo a non decidere e a non essere chiara, non quella del nuovo governo regionale guidato da Debora Serracchiani», conclude Lauri. paolomosanghini
Messaggero Veneto 2 giugno 2013
DOMENICA, 02 GIUGNO 2013
Ora Latisana ha paura per la Tav in centro città
Il sindaco ha annunciato in Consiglio la possibilità di una modifica del tracciato L’alta velocità doveva correre parallela all’autostrada, ora le carte si mescolano
LATISANA Lo sostiene il sindaco, Salvatore Benigno, dicendosi assolutamente contrario, all’ipotesi di potenziamento della linea ferroviaria che attraversa la cittadina, in alternativa alla vecchia ipotesi di tracciato Tav che avrebbe dovuto correre parallelo all’autostradale, «per le inevitabili ripercussioni di ordine ambientale e paesaggistico che tale soluzione tecnica implicherebbe per il nostro territorio fortemente urbanizzato», precisa il sindaco che ha illustrato le novità legate al tracciato dell’alta velocità durante il consiglio comunale di giovedì ed emerso nel corso di recente incontri a livello regionale. «Non è possibile, parlando di infrastrutture ferroviarie regionale, fare annunci improvvisi non parlando più di Tav ma di sistemazione di quanto già esiste, eliminando i colli di bottiglia, senza considerare le peculiarità dei territori, ma solamente per evidenziare inefficienze altrui tutte da dimostrare – commenta critico il sindaco Benigno – sul progetto di Rete Ferrovie del 2010, noto anche come protocollo Sonego, dopo ambi dibattiti e risorse utilizzate, a questo punto direi inutilmente, si era trovata un’unitarietà d’intenti, che ora alla luce del tentativo di “modificare in maniera furba” il progetto originale, sotto forma di lancio di un nuovo studio di fattibilità, sulla spinta delle dichiarazioni del commissario Mainardi che i finanziamenti per la nuova linea Tav non ci saranno mai, comporterà inevitabilmente la levata di scudi di quei territori, come per esempio il nostro, che mai e poi mai possono reggere il quadruplicamento della linea ferroviaria esistente, sia per difficoltà di ordine tecnico, già messe in evidenza nel passato, che per ragioni di impatto per il territorio». Davanti a questa nuova ipotesi di potenziamento della rete ferroviaria è già partita un’azione comune con i sindaci di Palazzolo dello Stella e Precenicco, con la predisposizione di un documento unitario, inviato al commissario Mainardi e alla Presidente della Regione, Debora Serrachiani, nel quale i sindaci evidenziano le loro perplessità di fronte a un’idea «che improvvisamente sembra mettere d’accordo tutti – ribadisce il sindaco di Latisana – semplicemente perché sposta il problema in casa d’altri«. Il prossimo consiglio comunale che il sindaco dovrebbe convocare per la metà di giugno, l’assemblea sarà chiamata a votare uno specifico ordine del giorno, «nei cui confronti, sin da ora, chiedo il convinto sostegno di tutte le forze politiche presenti in aula, per la difesa della nostra comunità, come sempre abbiamo fatto di fronte alle tematiche di ampio respiro che vedono coinvolta la nostra cittadina«. Paola Mauro
Messaggero Veneto DOMENICA, 02 GIUGNO 2013 Pagina 10 – Regione
«Tav a impatto zero e bastano 800 milioni»
Il commissario per l’Alta Velocità Mainardi: piano organico con le infrastrutture «La soluzione condivisa con il territorio è la strada più breve, la politica decida»
UDINE I progetti? «Ci sono». Il potenziamento dell’esistente? «È quello che possiamo fare in pochi anni, con 700-800 milioni di euro, e che chiedono gli amministratori locali». Il futuro delle infrastrutture a Nordest? «Serve un authority unica che programmi gli interventi compatibilmente con le risorse. Non è più pensabile ragionare a compartimenti stagni. Gli interventi su autostrade e ferrovie vanno programmati in una logica d’insieme, decidendo quale vocazione dare ai diversi tipi di trasporto. In modo integrato tra loro. Perché non possiamo permetterci di buttare via i soldi pubblici». Bortolo Mainardi, il commissario straordinario della Tav Venezia-Trieste, si sente chiamato in causa e non si sottrae. Alla presidente Serracchiani, che sul tema alta velocità-alta capacità è intervenuta a Trieste citando anche il lavoro del commissario – dicendo «Registro che da una parte non c’è ancora il finanziamento statale, dall’altra c’è un commissario per il progetto che ci dice che tra Venezia e Trieste non ci sarà l’opera, ma la quadruplicazione dell’esistente. Quindi, nell’ipotesi in cui il governo faccia scelte diverse rispetto all’Alta velocità in Fvg, come pare, Roma si deve assumere l’impegno di togliere i colli di bottiglia» – risponde con la franchezza che gli è propria. Commissario Mainardi, si è confrontato con la presidentessa Serracchiani? «Ho scritto un mese fa alla governatrice Serracchiani manifestando la disponibilità a illustrarle lo stato dell’iter procedurale sulla tratta alta velocità/alta capacità di mia competenza in Friuli Venezia Giulia e cioè fino a Ronchi Dei Legionari. Spero che quell’incontro possa avvenire quanto prima. A oggi mi limito ad apprendere quel che pensa dai giornali». Ma è vero che i progetti per la Tav a Nordest non ci sono? «Non è vero che non ci sono i progetti per la nuova linea Av/Ac Venezia–Trieste. Ci sono dal dicembre 2010, sono costati circa 22 milioni di euro, di cui circa 6 milioni erogati dall’Unione europea. Chiariamoci una volta per tutte! Non solo i governi italiani, ma è sopratutto l’Unione Europea che ha programmato i corridoi numero 3 (Mediterraneo) e numero 1 (Baltico-Adriatico) – a mio avviso quest’ultimo preferibile per noi –; corridoi che passando da Venezia arrivano a Trieste e poi da Udine passano per Vienna fino ad arrivare a Helsinki. Il governo Italiano conferma semmai l’importanza strategica dei corridoi e quindi anche della tratta in Friuli Venezia Giulia». Si è sentito messo in discussione da Serracchiani? «Io sono un professionista. È la terza volta che ho l’onore e l’orgoglio di essere Commissario straordinario: sull’A28 Sacile-Conegliano e sul Passante di Mestre ho fatto il mio dovere, lo farò anche per questo incarico. Nessuno più del sottoscritto e quindi dello Stato italiano, a cui rispondo, sta lavorando perché l’opera sia economica per la collettività, condivisa dai territori su cui ricade, realizzabile e sostenibile dal punto di vista finanziario. A me viene richiesta concretezza: ogni mese debbo esporre relazioni che devo inviare al Ministero del Tesoro. Sto lavorando per offrire diverse ipotesi di tracciati rispetto a quelli del progetto Rfi del 2010 che prevedono costi da Venezia a Ronchi per 5,7 miliardi di euro. Spetta poi alla responsabilità squisitamente politica la scelta definitiva su quale tracciato portare avanti». Quali sono le alternative? «Le diverse ipotesi di tracciato su questi 122 chilometri, in Veneto e in Friuli, non sono altro che la conferma del corridoio sulla linea ferroviaria esistente dove possibile (a Latisana e Palazzolo per esempio ci sono dei problemi da superare), nella programmazione per fasi. Anche la gran parte dei Comuni del Basso Friuli di recente ha chiesto “l’opzione zero” cioè un’ipotesi di tracciato alternativo e a giorni invierò la documentazione alla presidentessa Serracchiani». Come si procede? «Prima riqualificando l’esistente, collegando l’aeroporto, superando la stazione di Mestre, quadruplicando il bivio San Polo-Monfalcone, raddoppiando la tratta Palmanova-Udine, eliminando i circa 30 passaggi a livello. Già solo con l’eliminazione dei passaggi a livello si potrebbero raggiungere i 200 chilometri l’ora. Solo dopo questa prima fase bisogna pensare al quadruplicamento come realizzato sulla Mestre-Padova. Quindi alla saturazione della linea che a mio avviso non avverrà prima di 15/20 anni». Stando a quanto dice i primi risultati si potrebbero avere in pochi anni… «Lo dico da uomo del Nordest, legato alla mia terra e abituato a parlare come mangio. Se riuscissimo in Veneto e in Friuli Venezia Giulia a far presto e garantirci nei Contratti di programma con Rfi per i prossimi 5/6 anni una cifra di 700-800 milioni di euro, potremmo realizzare gli interventi che ho delineato e porteremmo lavoro. E Dio sa quanto ce ne sia bisogno oggi! Detto questo, ribadisco, è la politica che deve pronunciarsi e scegliere cosa fare». A tal proposito, vista la congiuntura economica, viste le difficoltà nel reperire finanziamenti per le grandi opere, crede che il Nordest si possa ancora permettere due opere come Tav e terza corsia? Non saremo costretti a scegliere una o l’altra? «Nel mio ruolo di tecnico provo a fare un ragionamento più ampio. Se decidiamo di realizzare l’alta capacità ferroviaria e spostare le merci su rotaia, cosa che abbiamo visto si potrebbe fare in pochi anni, dobbiamo fare i conti con un calo dei pedaggi autostradali. Nel caso di Autovie, per esempio, se il fatturato da pedaggi è di circa 130 milioni l’anni, di cui il 30 per cento dovuto al traffico pesante, è pensabile che la concessionaria rinunci a questi introiti? Dico questo perché sono convinto che non sia più tempo di ragionare per compartimenti stagni. Autostrade, ferrovie, porti e aeroporti devono fare parte di un disegno organico. È per questo che sostengo da tempo la necessità di realizzare un’Authority del Nordest per la pianificazione delle infrastrutture. Ma torniamo al punto di partenza: alla politica il compito di delineare le strategie». Martina Milia
Messaggero Veneto 1 giugno 2013
Tav, si spacca il fronte dei sindaci
Palazzolo, Latisana e Precenicco dicono no a un nuovo studio
PALAZZOLO DELLO STELLA. «I sindaci di Latisana, Precenicco, Palazzolo dello Stella, pur ravvisando l’utilità della massima condivisione sul progetto Nuova Linea AV/AC Venezia –Trieste esprimono forte perplessità rispetto alla necessità di effettuare un nuovo studio di fattibilità che avrebbe la finalità di portare ad un cambio di tracciato rispetto al Progetto RFI 2010. La contrarietà a una eventuale potenziamento/ampliamento del tracciato storico si giustifica per gli evidenti impatti ambientali e paesaggistici che tale scelta produrrebbe sui rispettivi centri abitati».
Si spacca il fronte dei sindaci sulla Tav: i sindaci di Latisana, Precenicco e Palazzolo, inviano alla presidente della Regione Fvg, Debora Serracchiani e al presidente dell’assemblea permanente dei sindaci, Cristiano Tiussi, un documento per dire no a nuovi progetti.
«Abbiamo appreso con sconcerto e preoccupazione le dichiarazioni con le quali il presidente della Regione Debora Serracchiani preannunciava un potenziamento della linea ferroviaria esistente e l’intento, del commissario, di procedere ad un suo quadruplicamento». Attacca a nome dei colleghi, il sindaco di Palazzolo Mauro Bordin, «si tratta di ipotesi che smentiscono del tutto il progetto attualmente in esame a Roma, frutto dell’accordo di tutti i sindaci del territorio, che, per quanto riguarda Palazzolo, prevede la realizzazione della nuova linea in affiancamento all’autostrada. Sia chiaro, sin da subito che a un’ipotesi di quadruplicamento della linea esistente opporremo ogni azione a tutela dei nostri cittadini e del nostro paese, che ne risulterebbe irrimediabilmente pregiudicato. Non si può pensare di sventrare un territorio con un intervento così pesante su un tessuto urbanistico ormai consolidato. Amministrazioni comunali e consigli comunali- dice-, si sono espressi a favore del tracciato parallelo all’autostrada, già concordato, e per il quale sono state spese importanti risorse delle quali, presumo, qualcuno debba rendere conto. Anche l’ipotesi del potenziamento della vecchia linea incontra forti perplessità, in quanto le modalità e le conseguenze di tale intervento incideranno su una zona che presenta un sensibile grado di urbanizzazione residenziale e produttiva. Non vorremmo che l’azione di alcuni sindaci, preoccupati delle ricadute sul proprio territorio, finisse per riverberarsi negativamente sulle nostre comunità. Chiediamo al presidente della Regione e al commissario di non cadere in un simile errore e di confermare, per quanto riguarda il nostro territorio, il percorso progettato. Diversamente – conclude – troveranno una ferma opposizione da parte della comunità di Palazzolo che attuerà ogni iniziativa utile a tutelare le proprie ragioni».
Dal Piccolo del 02/06/13
Serracchiani ribatte a Mainardi sull’Alta velocità
Dal Piccolo del 01/06/13
Mainardi “bacchetta” la presidente sulla Tav