Anche a Monfalcone abbiamo assistito alle “manifestazione dei forconi”. Qui hanno tolto le varie sigle che hanno firmato il manifesto di indizione a livello nazionale ma lo stesso si autodefiniscono così.
Dalla sera dell’8 dicembre commercianti e artigiani del centro sono tornati in piazza dopo l’iniziativa della sera prima organizzata dall’ASCOM in difesa del piccolo commercio dopo l’apertura del mega-centro commerciale “Tiare” di Villesse. Questa volta al presidio imbastito in piazza visibili accanto agli esercenti i soliti 4 fascisti di forza nuova. La mattina dopo circa 400 operai di ditte dell’indotto del cantiere sono scesi in piazza con slogan tipo “politici fuori dai coglioni”, esprimendo apprezzamento per la polizia analogamente a quanto accaduto in altre città d’Italia. Il 10 dicembre, seconda giornata di protesta, 2 o 300 operai di nuovo in piazza (i commercianti nonostante gli inviti e le indignazioni dei manifestanti NON hanno abbassato le serrande).
A quanto emerge gran parte degli operai sono scesi in piazza in modo non del tutto indipendente. C’è chi ha parlato di serrata padronale cogliendo, secondo chi scrive, solo in parte la dinamica del fenomeno. Nella giornata di ieri e di oggi gruppi di persone hanno picchettato l’ingresso del cantiere blandendo o insultando gli operai delle ditte private affinché non entrassero al lavoro facendo leva anche sulla rabbia e insoddisfazione generale.
Ma chi sono questi “piqueteros”? Gli operai dicono di non conoscerli ed attorno a loro girano diverse teorie. Di certo si tratta di persone di origine meridionale (campani e calabresi). C’è chi li riconosce come militanti dell’estrema destra a giudicare perlomeno dagli insulti verso i migranti sentiti. Altri ritengono si tratti di “caporali” legati in qualche modo a ditte non lontane dalla criminalità organizzata che infesta il cantiere.
Noi non sappiamo di certo di chi si tratti. Di certo non si tratta di militanti di un movimento autonomo ed autorganizzato come qualcuno vuol far credere viste le migliaia di volantini patinati stampati fronte-retro, cosa che ci fa pensare che ci sia qualcuno che li sostenga perlomeno economicamente.
È difficile a caldo fare un’analisi lucida di quanto sta accadendo e anche per queste righe ci basiamo più che altro sugli umori della piazza che vanno presi con le precauzioni del caso. Ci pare di poter comunque dire che la carica sovversiva che alcuni hanno letto in questo movimento a livello nazionale, localmente pare già populismo bieco che rischia di sfociare in eversione. In una città in cui l’ultradestra ha sempre avuto difficoltà di radicamento e in cui il multiculturalismo è un fatto compiuto, si sta creando un fronte trasversale tra le forze socialmente e politicamente più retrograde e questo non può che preoccuparci.
La protesta continuerà per l’intera settimana e vedremo cosa accadrà in concomitanza con l’astensione dal lavoro indetto dai sindacati confederali per 8 ore giovedì 12 a cui diversi manifestanti di oggi pare vogliano opporsi.
Questa manifestazione falsamente spontanea sottolinea l’amara mancanza di partecipazione diretta, libera ed indipendente nei processi sociali delle persone che abitano questo territorio.
Per cercare di contrastare questa tendenza alla delega sociale e politica e contro le derive populiste ci impegniamo ad organizzare una giornata di discussione sui temi localmente urgenti ed attuali: antirazzismo: no cie; ambiente: no tav, no carbone, no rigassificatore…
A breve novità…