CLIMATE/ I SARDEGNA LA PIOGGIA DI SEI MESI IN 24 ORE
Martedì 19 Novembre 2013 10:09
Mutamenti climatici + dissesto idrogeologico = catastrofe permanente
Corriere 19 novembre 2013
MALTEMPO
Alluvione in Sardegna,17 morti
«In 24 ore la pioggia di sei mesi»
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CLIMATE/ TOCCA AGLI USA
Lunedì 18 Novembre 2013 23:51
Corriere 19 novembre
CLIMATE/ E’ INIZIATA LA CATASTROFE CLIMATICA
Domenica 10 Novembre 2013 12:32
CLIMATE/ INIZIA L’ERA DEI RIFUGIATI CLIMATICI
Venerdì 04 Ottobre 2013 06:24
IN NUOVA ZELANDA
Chiede asilo come ‘rifugiato climatico’
Il suo atollo sparirà
corriere della sera 3 ottobre 2013
Se il livello del mare dovesse salire di un metro entro la fine del secolo, come si evince dalle recenti stime dell’IPCC, lo stato di Kiribati, composto da 32 atolli nel mezzo dell’Oceano Pacifico, potrebbe sparire. Se questo dovesse accadere le conseguenze sarebbero disastrose per i circa 100mila abitanti di Kiribati che, già da qualche anno, costretti ad affrontare anche un costante impoverimento, hanno iniziato a emigrare verso altre nazioni in cerca di migliori prospettive di vita. La Nuova Zelanda è una delle mete preferite dagli emigranti di Kiribati, ed è proprio qui che un 37enne nato su una delle isole di questa piccola nazione del Pacifico, del quale si conoscono solamente le iniziali, A.F., sta combattendo una personale e inedita battaglia legale. Giunto in Nuova Zelanda sei anni fa insieme alla moglie per cercare di migliorare le proprie condizioni di vita e trovare un lavoro, A.F., ha chiesto due volte di poter ottenere lo status di rifugiato per poter continuare a rimanere con la sua famiglia, ha anche tre figli nati in Nuova Zelanda, in territorio neozelandese. Richieste, purtroppo per lui, bocciate entrambe le volte perché, secondo le autorità di Auckland, l’uomo non avrebbe i requisiti per richiedere lo status di rifugiato in quanto non è scappato dal proprio Paese in seguito a persecuzioni, violenze, carestie o guerre.
«RICHIESTA INAMMISSIBILE» – A.F., infatti, ha giustificato la richiesta spiegando di essere stato costretto a fuggire dal suo paese a causa dei cambiamenti climatici i cui effetti, in primis l’innalzamento del livello del mare, metterebbero a rischio la vita della sua famiglia non permettendogli di tornare a Kiribati e vivere una vita sicura. Per la Nuova Zelanda, come detto, la richiesta risulta inammissibile, anche, se non soprattutto, perché le condizioni dell’uomo, come ha spiegato Bruce Barson, membro del Tribunale per l’Immigrazione di Auckland, all’Associated Press, sarebbero le stesse di tutti i suoi connazionali. Ma nonostante i due tentativi falliti l’uomo non si è dato per vinto e, insieme al suo avvocato, Michael Kidd, esperto di diritti umani, ha deciso di ricorrere in appello alla Corte Suprema.
SAREBBE UN PRECEDENTE – Nonostante le possibilità di vittoria per A.F. in questo braccio di ferro legale sembrino ridotte ai minimi termini, il suo caso inevitabilmente creerà un precedente e potrebbe essere solamente il primo di una lunga lista visto il peggioramento delle condizioni di vita di molte popolazioni a causa degli effetti dei cambiamenti climatici. Basti ricordare che, secondo gli esperti, l’innalzamento del livello del mare potrebbe causare danni incalcolabili non solo in piccole isole e atolli poco abitati dell’Oceano Pacifico, ma anche in città costiere densamente abitate come Calcutta, in India, e Dakha, in Bangladesh.
TRASFERIMENTO IN MASSA ALLE FIJI – Per il momento a Kiribati si studiano possibili soluzioni per evitare di farsi trovare impreparati di fronte all’innalzamento del livello mare, il presidente Anote Tong ha proposto un trasferimento di massa alle isole Fiji e sta lavorando con il Giappone a un progetto per la costruzione di una vera e propria isola galleggiante. Nel frattempo il primo richiedente asilo a causa dei cambiamenti climatici è pronto a giocarsi le sue ultime carte: l’appuntamento è per il 16 ottobre davanti alla Corte Suprema di Auckland.
CLIMATE/ GLOBAL WARMING AL 95% (DI SICUREZZA) È COLPA DELL’UOMO
Venerdì 27 Settembre 2013 18:46
27 settembre Corriere
IL RAPPORTO ONU SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI: La colpa è da attribuire a cause umane con una sicurezza del 95%
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