SCUOLA, UNIVERSITA’ E RICERCA HANNO GIA’ DETTO “NO” ALL’ISTRUZIONE AUTORITARIA, CLASSISTA E PRECARIA NATA DALLE “RIFORME” GELMINI. RIBADIAMO OGGI QUESTO “NO” AL FIANCO DEI LAVORATORI METALMECCANICI, CONTRO L’ACCORDO DI MIRAFIORI.
Scioperare il 28 gennaio a fianco dei lavoratori metalmeccanici non è solo solidarietà, oggi combattiamo tutti per una stessa causa: rifiutare una “modernizzazione” che è soltanto il ritorno ad un passato fatto di ignoranza e sfruttamento. Gelmini, Marchionne e i loro amici, hanno stretto una nefasta alleanza e si spalleggiano con l’obiettivo di ridurre alla precarietà vasti strati della popolazione, eroderne il reddito, asservirli negando loro diritti conquistati in decenni di lotte civili e sindacali. Per ottenere tali scopi si avvalgono della complicità di sindacati indegni di questo nome.
La scuola e l’Università hanno già subito danni gravissimi. Con la “riforma” Gelmini la sola scuola ha fin qui perso quasi 100.000 posti di lavoro, ha subito tagli per otto miliardi di euro e, col prossimo anno scolastico, perderà altri 40.000 posti di lavoro. Il contratto nazionale (i nostri stipendi) è bloccato per 3 anni e le condizioni di lavoro sono sempre più gravose e logoranti. Nel contempo Brunetta ha fatto passare l’idea che il dipendente pubblico sia un inutile fannullone, da controllare a vista, penalizzare quando si ammala, sanzionare se osa criticare l’Amministrazione e valutare in base ad un presunto “merito”: un mezzuccio, questo, per bloccare gli stipendi di tutti e garantire modesti aumenti a pochi. Eliminare completamente la rappresentanza sindacale dalla scuola resta uno degli obiettivi, per ora non realizzato, della proposta di legge Aprea.
Tutto questo non è così diverso da quanto Marchionne “propone” ai dipendenti FIAT: li mette sotto ricatto e pretende di “modernizzare” (vale a dire regredire ad una situazione di sfruttamento ottocentesco) l’impresa da lui guidata. L’azienda impone il proprio potere dispotico sulle vite dei lavoratori, sfrutta in modo intensivo la forza lavoro, considerata una merce da retribuire il meno possibile. Per giunta, a fronte della totale mancanza di un piano industriale serio, pretende la resa incondizionata dei lavoratori.
Gelmini, Marchionne e soci agiscono di concerto e, per contrastarli, dobbiamo imparare anche noi a “fare sistema”: a superare le divisioni tra lavoro pubblico e privato, tra lavoro manuale ed intellettuale; a praticare uniti una sola battaglia per la difesa del reddito, di beni comuni essenziali quali la sanità e la scuola, per l’affermazione dei diritti sindacali e di cittadinanza e soprattutto per combattere con determinazione ogni forma di precarietà.
Il 28 gennaio partecipiamo allo sciopero e al corteo (concentramento Udine p. P. Diacono h 10) per affermare la dignità del lavoro e combattere la demolizione del sistema di istruzione statale. Per dire chiaro che non vogliamo una società iniqua e diseguale, che abbiamo il diritto e il dovere di difendere la nostra vita, di aspirare al benessere individuale e collettivo e di rifiutare lo stato di precarietà imposto da una classe dominante che unisce in sé, pericolosamente, rapacità e miope mancanza di prospettive.
CUB SCUOLA UDINE
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cubscuolaudine@teletu.it
(prossima apertura di una sede a Udine)