UDINE/ il funerale dell’Università

Infoaction reporter

Oggi si è svolta la processione funebre per la morte dell’università pubblica organizzata dal presidio permanente degli universitari al rettorato. Partenza alle 18 circa da palazzo Florio per arrivare in piazza libertà e tornare all’università passando per la fiera di Santa Caterina.
L’iniziativa, organizzata nel pomeriggio, ha attirato l’attenzione dei passanti che si sono fermati a sentire i discorsi, a informarsi e a leggere i volantini distribuiti dagli universitari.
All’iniziativa hanno partecipato anche una delegazione di studenti del Movimento Studentesco di Udine che si erano recati a Palazzo Florio per cercare una collaborazione tra studenti medi e universitari.

 

MV 28 novembre 2010

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«La riforma uccide l’università»
Gli studenti seguono il funerale

università

«Stroncata da un riforma epocale l’università pubblica è morta». E gli studenti dell’ateneo friulano che da giorni occupano il rettorato, a palazzo Florio, hanno celebrato la cerimonia funebre. La protesta contro la riforma Gelmini è andata in scena, ieri pomeriggio, nel corso del sit-in organizzato dagli universitari in centro e tra le bancarelle della fiera di Santa Caterina.

 

«La riforma uccide l’università» e gli studenti celebrano il funerale

Manifestazione in centro e fra le bancherelle di Santa Caterina con gli allievi della Nico Pepe. E la gente applaude
di Giacomina Pellizzari

 

UDINE. «Stroncata da un riforma epocale l’u niversità pubblica è morta». E gli studenti dell’ateneo friulano che da giorni occupano il rettorato, a palazzo Florio, hanno celebrato la cerimonia funebre. La protesta contro la riforma Gelmini è andata in scena, ieri pomeriggio, nel corso del sit-in organizzato dagli universitari in centro e tra le bancarelle della fiera di Santa Caterina. Al fianco della bara nera di cartone anche una quindicina di attori dell’Accademia Nico Pepe che hanno drammatizzato le esequie dell’università, solidarizzando con gli studenti.

A piangere l’università c’erano dottorandi, assegnisti, borsisti, ricercatori, professori, ma soprattutto studenti che lungo le vie del centro hanno annunciato la morte dell’università. Chiaro l’i nvito sul manifesto listato a lutto: «Non fiori, ma voti contrari». Questo per invitare i deputati a votare, martedì alla Camera, contro il disegno di legge che taglia la figura del ricercatore a tempo indeterminato e che apre le porte ai privati.

Se l’obiettivo era quello di attirare l’attenzione della gente, gli studenti hanno fatto centro. In via Mercatovecchio, in piazza Libertà, in via Manin e in piazza Primo maggio, il “corteo funebre” con tanto di veli neri e ragazze addolorate, ha urlato i motivi del “decesso”: ovvero le «politiche miopi e campanilistiche verso ricerca ed istruzione, i tagli dei fondi statali al sistema universitario, lo sfruttamento dei ricercatori come docenti usa e getta e il blocco del turnover». La lettura dell’elenco è stata intervallata da ripetuti «amen». E la gente ha risposto non solo fermandosi ad ascoltare i punti nei della riforma, ma anche accompagnando la cerimonia con tanto di applausi.

Gli studenti da giovedì pomeriggio occupano il rettorato. A palazzo Florio, ieri mattina, hanno ricevuto la visita degli artisti Giancarlo Velliscig, Claudio De Maglio, Carlo Tolazzi e del direttore d’orchestra Davide Pittis, tutti solidali con i manifestanti proprio perché si sentono nelle medesime condizioni. «Anche noi siamo colpiti dai tagli alla cultura» ha sottolineato De Maglio invitando una delegazione di universitari a prendere la parola nel corso dell’inaugurazione dell’anno accademico della Nico Pepe fissata per martedì.

 

Nel corso del confronto, gli artisti hanno voluto sapere come si pone l’istituzione nei confronti della protesta. «Con il rettore che, nonostante sia consigliere del ministro si dichiara contro la riforma e i tagli ai finanziamenti, il dialogo c’è. In ogni caso, dopo il 30 novembre valuteremo se continuare a seguire o meno questo percorso» ha riposto Joshua Cesa, mentre Federico Pirone ha assicurato che la loro «è una condanna forte al disegno di legge Gelmini. Non è una protesta per avere più risorse a Udine – ha ribadito Pirone –, bensì contro la riforma».

Sabato notte, dopo la mezzanotte, anche il sindaco, Furio Honsell, ha portato la sua solidarietà agli studenti intenzionati a proseguire nella protesta sicuramente fino a martedì. Giorno in cui la Camera dovrebbe votare la riforma.