TRIESTE: servola come Taranto?

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Benzene a Servola, superati i livelli di attenzione

  • CRONACA Lo dice uno studio dell’Università di Trieste presentato insieme al Wwf. Questa sera assemblea cittadina del Circolo Miani
  • 31.7.2012 | 18.16 – Dopo il caso dell’Ilva di Taranto l’attenzione sulle emissioni di sostanze nocive prodotte dalla Ferriera di Servola è alle stelle. L’impianto siderurgico di Trieste è, come quello pugliese, a ciclo integrale e quindi i rischi sono potenzialmente gli stessi.

     

    Ora, uno studio di un gruppo di ricercatori dell’Università di Trieste, conferma che nel rione di Servola la concentrazione di benzene, sostanza cancerogena, raggiunge e supera i livelli di attenzione.

    Lo “studio osservazionale sulle concentrazioni di benzene nell’aria ambiente e in case di cittadini non fumatori a Servola” è stato effettuato da Sabina Licen, Arianna Tolloi, Davide Baldo e Pierluigi Barbieri del Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche. Le rilevazioni, a cadenza settimanale, sono scattate a maggio e hanno preso in esame sei abitazioni a differenti distanze dall’impianto, misurando le concentrazioni delle sostanze sia all’esterno che all’interno delle case.

     

    «Lo studio – ci dice il professor Pierluigi Barbieri, componente del Comitato scientifico del Wwf Trieste – è una libera iniziativa di ricerca fatta con poche risorse disponibili nelle università pubbliche, e competenze e lavoro di giovani ricercatrici e ricercatori di valore, volta a capire l’estensione di un fenomeno sul territorio. Originerà tesi e comunicazioni a congressi scientifici».

     

    Barbieri stesso ha illustrato i dati raccolti nel corso di un’incontro nella sede triestina del Wwf. Ecco i risultati dello studio: “In considerazione delle segnalazioni di anomalie nella concentrazione di benzene nell’aria rilevate dall’organo istituzionale di controllo (ovvero l’Arpa Fvg) nella stazione RFI a Servola, deputata al monitoraggio delle emissioni diffuse da un impianto siderurgico a ciclo integrale, si è impostato uno studio osservazionale sulla presenza di benzene e toluene nell’aria ambiente dell’abitato e in case di cittadini non fumatori. Il campionamento dell’aria viene effettuato con campionatori diffusivi a simmetria radiale, economici ed accurati poi analizzati con desorbimento termico e gas cromatografia accoppiata a spettrometria di massa”.

    “Sono considerate sei abitazioni a diverse distanze dalla sezione da cui potenzialmente originano le emissioni di benzene in atmosfera, la cokeria; presso di esse si campiona l’aria ambiente (outdoor), mentre cinque sono le abitazioni di residenti non fumatori nel cui interno (indoor) si è campionata l’aria. I campionamenti hanno cadenza settimanale e sono iniziati ai primi di maggio del 2012; per ogni settimana e per ogni sito i campionatori rimangono esposti all’aria per 4-6 giorni, con durata e temperatura d’esposizione opportunamente registrate”.

    “I risultati ottenuti per il campionatore posizionato sulla facciata di un condominio in via San Lorenzo in Selva, a meno di 200 metri dalla cokeria, sono risultati superare il valore limite (indicato come media annua da rispettare pari a 5 mg/m3) in 8 settimane su 11. Il campionatore posizionato in via Pitacco, a circa 240 metri, mostra valori che mediamente sono meno della metà di quelli di Via San Lorenzo in Selva, e solo sporadicamente superano il limite annuale. Si è verificato che in questi due siti il rapporto tra benzene e toluene è maggiore a uno, cosa che non accade quando la sorgente dell’inquinamento è il traffico. Nei campionatori più distanti dalla cokeria risultano concentrazioni progressivamente più basse. Nelle case infine, le concentrazioni del benzene sono inferiori ma correlate a quelle dell’aria ambiente”.

     

    “I risultati preliminari raccolti in 11 settimane confermano quindi nell’abitato la presenza di dati anomali per le concentrazioni di benzene, con massimi registrati sulla facciata del condominio di via San Lorenzo in Selva e una rapida diminuzione fino a via Pitacco, che poi procede lentamente con la distanza verso via Praga. Un dettaglio sui gradienti di concentrazione in ambienti sia aperti che confinati, in prossimità di una sorgente attiva di inquinamento, può essere utile a valutare l’esposizione della popolazione a inquinanti, costi sanitari e economici per lo scenario ambientale e socio-economico attuale e per valutare possibili scenari alternativi“. Ricordiamo che proprio in via San Lorenzo in Selva è posizionata una centralina di rilevamento della qualità dell’aria, i cui risultati, spesso sopra i limiti, sono stati sempre contestati dalla Lucchini, tanto da renderli inutilizzabili per le indagini della Procura scaturite dalle denunce degli abitanti del rione.

    Alla presentazione di questo studio era presente, tra gli altri,  anche Umberto Laureni, Assessore all’Ambiente del Comune di Trieste, ente controllore della salute pubblica. Lo stesso Assessore alla luce dei dati dello studio si è impegnato a fare tutto il possibile per far riammettere i dati della centralina di via San Lorenzo in Selva nei procedimenti della Procura. Laureni ha promesso anche che verificherà quali sono le azioni che il Comune può intraprendere nei confronti della Lucchini, affinchè questi sforamenti non si verifichino più.

    Intanto, questa sera alle 20, è prevista un’assemblea cittadina presso la sede del circolo Miani di via Valmaura, realtà che da sempre si fa portavoce delle esigenze dei cittadini di Servola nella loro forzata convivenza con lo stbilimento siderurgico. L’incontro, dal titolo “Per non morire di Ferriera-Sertubi” vuole essere l’occasione per organizzare la risposta della cittadinanza alla possibilità che la Ferriera prosegua la sua attività anche dopo il 2015, data che era stata decisa per l’avvio della sua riconversione. Questa possibilità è emersa a Roma il 23 luglio scorso nel corso della riunione del tavolo governativo per il salvataggio della ex Lucchini/Severstal oggi guidata dalle banche creditrici.

     

    Ilaria Bagaccin