TRIESTE: report e foto primo marzo 2011

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Malgrado la bora non abbia dato tregua per tutta la giornata, in molti fra migranti e antirazzisti/e solidali si sono ritrovati in via delle Torri, nella manifestazione organizzata dal comitato Primo Marzo di Trieste. Benchè all’inizio fossero previste quattro piazze tematiche, nelle altre piazze sono stati effettuati solo dei volantinaggi, mentre la maggior parte della gente è confluita in un unico luogo. Qui sono stati fissati gli striscioni e distribuiti centinaia di volantini ai pochi passanti infreddoliti. Non sono mancanti gli interventi, fra cui quello della Tenda per la Pace e i Diritti di Monfalcone, che ha ricordato il progetto del governo di deportare tutti i richiedenti asilo che ora si trovano nei CARA in un’ex base NATO situata a Mineo (Sicilia) e ha invitato tutti e tutte a mobilitarsi. E’ stato anche ricordato l‘appuntamento di sabato 12 marzo a Gradisca davanti al CIE. A metà manifestazione si è svolta un’azione teatrale, organizzata per l’occasione, incentrata sul rapporto CIE/prigione, che ha catalizzato l’attenzione di tutti i presenti. Nel complesso sono intervenute un centinaio di persone.

Per aggiornamenti sulle prossime iniziative del comitato: primomarzotrieste.blogspot.com

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Da Il Piccolo del 02/03/11

 

COMITATO PRIMO MARZO

«No al reato di clandestinità e alla sanatoria-truffa»

Anche a Trieste uniti con i migranti per dire no ai Cie, alla sanatoria truffa, per abrogare il reato di clandestinità. Non li ha fermati il gelo di ieri, in via delle Torri: il Comitato Primo marzo, assieme ai Beati costruttori di pace e al Comitato Danilo Dolci, hanno organizzato per il secondo anno la protesta “Un giorno senza di noi”. Senza colf e badanti, senza migranti, uno dei motori dell’economia italiana. A Gradisca la protesta incendia il Cie, a Trieste chiedono la chiusura di tutti i centri. Sugli striscioni, lo sdegno contro la sanatoria delle colf e badanti: “Contributi pagati e permessi negati”. «A Trieste, come in molte città d’Italia, da più di un anno si sta portando avanti la battaglia contro la sanatoria-truffa», spiegano dal Comitato Primo marzo. Nel settembre 2009 in molti avevano visto «una possibilità di emergere dalla loro situazione di “clandestinità”». Perché truffa? «Una doppia truffa – aggiungono i manifestanti -. Perché non era possibile regolarizzare la propria posizione se si aveva un lavoro, ma solo se si lavorava come colf o badante. Nel marzo del 2010 una circolare del capo della polizia comunica che non può essere sanato chi è stato condannato perché, essendo irregolare, non ha lasciato il paese. Oggi, dopo 17 mesi, migliaia di persone attendono di conoscere la loro sorte». (i.gh.)