TRIESTE: la protezione civile devasta la Val Rosandra

da bora.la

giovedì 29 marzo 2012

Val Rosandra, prima e dopo

Pubblichiamo la foto postata da Daniel Giraldi sull’evento facebook “Manifestiamo contro la distruzione della Val Rosandra“, che ritrae lo stesso tratto della Val Rosandra, a destra dopo l’intervento del 24 marzo della protezione civile impegnata nella pulizia degli alvei di alcuni fiumi della regione.

Questa la foto postata da Alessandro Severi

Qua la photogallery completa della protezione civile.

Le operazioni di pulizia hanno scatenato notevoli polemiche per l’eccessivo zelo con cui sono state condotte, colpendo anche alberi sani e di grandi dimensioni, proprio nel periodo riproduttivo di molte specie animali, ai margini di una Riserva Naturale.
Domenica 1 aprile si terrà una manifestazione di protesta che si sta organizzando proprio in queste ore sulla pagina facebook linkata sopra.

 

Lo scempio in Val Rosandra – il video

 

 

venerdì 30 marzo 2012

Nimis: in Val Rosandra un vero e proprio disastro ambientale

Pubblichiamo l’intervento di Pier Luigi Nimis, Professore Ordinario di Botanica dell’Università di Trieste, riguardo i danni fatti dalla Protezione Civile in Val Rosandra. Il commento è stato pubblicato su facebook, nella pagina della manifestazione di protesta di domenica.

L’intervento effettuato in Val Rosandra si configura come un vero e proprio disastro ambientale. Ricordo che la Valle, oltre ad essere parte di una Riserva Naturale Regionale, è inserita a nell’area SIC (Sito di Interesse Comunitario) ‘Carso Triestino e Goriziano’ e nella Zona di Protezione Speciale ‘Aree carsiche della Venezia Giulia’ ed è pertanto sotto tutela europea. L’intervento ha completamente distrutto un habitat prioritario: il bosco ripariale ad ontano nero (Alnus glutinosa),. Questo costituisce una valida difesa delle rive, tanto che la sua presenza viene considerata una caratteristica che aumenta notevolmente il valore dell’ Indice di Funzionalità Fluviale, adottato anche dall’ARPA regionale per monitorare lo stato dei corsi d’acqua della Regione. La completa scopertura del suolo derivante dal taglio drastico effettuato in Val Rosandra priverà questo tratto del torrente del suo presidio forestale, accelerando il disseccamento del suolo e l’erosione delle rive. L’impatto derivante dalla distruzione di un ambiente unico nel nostro territorio sulla biodiversità, sia animale che vegetale, sarà elevato: il drastico intervento ha già modificato il delicato habitat di molti animali acquatici ed è stato effettuato proprio durante il periodo di nidificazione degli uccelli. Al di là delle considerazioni ecologiche, l’intervento ha distrutto un sito esteticamente splendido, un’oasi d’ombra che gli escursionisti trovavano al ritorno alla fine della passeggiata per gli assolati ghiaioni. Gli ontani ricresceranno lentamente, ma al posto dello splendido boschetto a galleria all’imboccatura del sentiero principale della Val Rosandra per almeno 20 anni crescerà un cespuglieto impenetrabile. Lo scriteriato intervento, effettuato all’insaputa della Commissione Scientifica della Val Rosandra di cui faccio parte, prescindeva completamente dall’analisi delle funzionalità e dei servizi ecologici della vegetazione riparia, partendo dall’assunto grossolano che essa sia qualcosa di dannoso, da eliminare per mettere in sicurezza il torrente. Il risultato è stato un danno ecologico e paesaggistico difficilmente rimediabile in tempi brevi.
Pier Luigi Nimis
Professore Ordinario di Botanica
Dipartimento di Scienze della Vita, Università di Trieste

 


Da Il Piccolo

VENERDÌ, 30 MARZO 2012

 

Val Rosandra “violata”, strage di alberi

Sotto accusa l’intervento di pulizia dell’alveo compiuto dalla Protezione civile. Ingenti danni anche all’avifauna

 

«Un vero disastro ambientale». «Un intervento scellerato effettuato da persone incompetenti». «Un luogo meraviglioso distrutto per sempre». Sono questi solo alcuni dei commenti e delle invettive esternati da tante persone in merito all’intervento di pulizia dell’alveo del torrente Rosandra effettuato l’ultimo fine settimana dai volontari della Protezione Civile nell’ambito dell’operazione “Alvei puliti”. In Val Rosandra erano convenuti oltre 200 volontari giunti da ben 15 comuni della regione. Un intervento salutato con particolare soddisfazione dall’Amministrazione Comunale di San Dorligo, non altrettanto da decine e decine di escursionisti e cittadini che sono rimasti a bocca aperta di fronte alla radicale manutenzione prodotta. «Siamo stati tra i primi a effettuare un sopralluogo in seguito alle segnalazioni inviateci – spiegano Dario Gasparo, biologo, già professore di economia e gestione ambientale nell’ateneo triestino e Paolo Parmegiani, agronomo. Ciò che abbiamo visto va al di là della peggiore delle ipotesi che ci eravamo fatti. Con particolare riguardo per il tratto del torrente che dal Rifugio Premuda sale per oltre un centinaio di metri addentrandosi nella valle sono stati effettuati dei tagli radicali lungo tutto il letto del fiume e nelle golene (zone di terreno adiacenti il letto di magra di un torrente). Praticamente è stata cancellata la foresta a “galleria” di Salice e Pioppo bianco che, assieme agli Ontani, caratterizzava questa parte del Rosandra. Ci vorranno ben più di trent’anni per ripristinare questo sito». Secondo i due tecnici sono stati abbattuti degli alberi vecchi di almeno quarant’anni, e le modalità di taglio non sarebbero state del tutto ortodosse, con la riduzione della foresta a galleria ripariale che garantiva ombreggiamento e ossigenazione alle specie che vi vivevano. Appare dunque compromessa – secondo Gasparo – la nidificazione di diverse specie di uccelli, tra questi il picchio rosso maggiore, il picchio verde, la ballerina gialla e bianca, il merlo acquaiolo. Problemi pure per i siti riproduttivi degli anfibi, in primis la Rana ridibunta, il cui spazio sarebbe stato completamente distrutto dai camion incaricati di asportare ramaglie e tronchi, passaggio che parrebbe pure responsabile della frantumazione di alcuni gradini in arenaria concretizzati con soldi europei tre anni orsono. «E’ gravissimo ancora – sostengono i due tecnici – che si sia scelto di intervenire nel pieno della stagione riproduttiva dell’avifauna e degli anfibi. Va sottolineato che ci troviamo in una Riserva Comunale e Regionale dove insistono i vincoli comunitari di “Natura 2000”, ovvero le Zone di Protezione Speciale (ZPS) e i Siti di importanza comunitaria (SIC) creati proprio per proteggere la nidificazione degli uccelli”. «Difficile capire tanta urgenza di intervento in un habitat così importante – aggiunge Parmegiani – quando in zona carsica chi intende recuperare antiche attività agricole in zone di vincolo deve sottostare a estenuanti e lunghe procedure per le debite autorizzazioni». Dal Municipio esprime la sua preoccupazione pure Roberto Cosolini che, per capire meglio la situazione, ha mandato ieri in avanscoperta il direttore dei Civici Musei Scientifici Nicola Bressi. La Direzione della Protezione Civile tace, così come il suo assessore regionale Luca Ciriani che era intervenuto di persona in Val Rosandra. Maurizio Lozei

 

Il popolo del web: «Che scempio!»

Su facebook e youtube impazzano video e foto di confronto “prima e dopo”

 

SAN DORLIGO DELLA VALLE Decine e decine tra segnalazioni, commenti, video e foto della valle “prima e dopo”. Da you tube a facebook, passando per le e-mail e il sito del Piccolo, il popolo degli internauti si scatena. E gli interventi sono durissimi: «È incredibile che qualcuno si sia permesso di distruggere un bene comune come la Val Rosandra, ma chi ha dato i permessi, devono andare in galera», scrive un lettore. «Spero vivamente che diate voce a chi si è scandalizzato di fronte allo scempio», rincara la dose un altro. «Ciriani iera presente, Ciriani devi dimeterse», sentenzia un terzo dal profilo facebook del Piccolo. Ma piovono anche interventi istituzionali. «Non ho difficoltà – tuona il grillino Paolo Menis, consigliere comunale di Trieste – a definire scellerato l’intervento. Tagliare alberi in questa stagione è un’operazione criminale. L’eliminazione degli esemplari più grossi di pioppo bianco e ontano, oltre a comportare un danno ecologico innegabile, rendono anche meno sicuro il corso d’acqua che allo stato attuale si presta ad essere spazzato da una eventuale piena senza nessun trattenimento delle acque e dei fanghi. L’assessore Ciriani deve chiedere scusa, rifondere i danni e togliere il disturbo». Rossano Bibalo, capogruppo Idv-Verdi proprio a San Dorligo, ha depositato a sua volta un’interpellanza, in cui chiede al sindaco Premolin, fra le altre cose, «se all’ufficio di gestione della Riserva risulta che tale operazione poteva essere fatta anche senza alcuna Via» e «quale stato di emergenza e di pericolo pubblico, scientificamente ed oggettivamente provato, giustificava simile intervento». Anche Italia Nostra – scrive la presidente Giulia Giacomich – «si associa alla protesta contro il barbaro abbattimento di alberi e alla devastazione della vegetazione ripariale in Val Rosandra». «Siamo rimasti a dir poco basiti», aggiunge Giorgio Cecco per FareAmbiente, da dove valutano «positivamente in linea generale tale operazione a livello regionale, per l’obiettivo di ridurre il rischio idreologico, ma abbiamo forti perplessità sull’intervento specifico nella provincia triestina».(pi.ra.)

 

IL SINDACO

 

Premolin: la giunta valuterà quali azioni intraprendere

 

SAN DORLIGO DELLA VALLE «Stiamo cercando di capire cosa sia successo nell’intervento di pulizia. Discuteremo in giunta anche per valutare eventuali azioni nei confronti di chi ha effettuato le operazioni in val Rosandra». Le parole evidentemente imbarazzate sono del sindaco di San Dorligo Fulvia Premolin. Che aggiunge: «Dopo l’intervento ho parlato con i responsabili della Protezione civile. Mi hanno assicurato che hanno agito nel migliore dei modi puntando soprattutto agli aspetti della sicurezza. Non posso mettere in dubbio le loro parole. E non posso certo valutare se un intervento sia stato eseguito nel migliore dei modi perché non sono un tecnico. Ritengo che sia necessario effettuare al più presto un sopralluogo in tutto l’alveo del torrente Rosandra chiedendo il parere di un esperto che possa fornire una valutazione oggettiva di cosa e perché sia stato fatto. Poi valuteremo poi il da farsi». L’operazione «Alvei puliti» era stata organizzata direttamente dalla sede regionale di Palmanova. «Sabato hanno operato 105 persone, mentre domenica sono state 98. In gran parte provenivano dal Friuli, dalla Bassa, alcuni da Trieste o pochissimi da San Dorligo», spiega il vicesindaco Antonio Ghersinich che era sul posto. Racconta: «Nei giorni precedenti è intervenuta una ditta di Paluzza su ordine della Protezione civile. Nelle giornate di giovedì e venerdì hanno tagliato gli alberi. C’erano molti pioppi. E devo dire che diversi abitanti della zona hanno domandato che anche alcuni degli alberi posti sulle loro proprietà fossero tagliati perché pericolosi». Ghersinich spiega poi: «C’era un piano organizzativo. È stato mutuato dalla prova generale effettuata a Palmanova. Sapevano come fare, così hanno detto».

 

VENERDÌ, 30 MARZO 2012

Domenica protesta sul ponte di legno a mezzogiorno

 

Verdi, rossi, bianchi, azzurri, neri, no-golbal, anarchici e qualunquisti. Ci sarà un po’ di tutto – perché l’ambientalismo è super-trasversale – alla manifestazione di protesta indetta per domenica proprio in Val Rosandra. Un appuntamento nato come incontro pubblico promosso dal Comitato per la difesa della Val Rosandra, che ha fissato il ritrovo a mezzogiorno sul ponte di legno del torrente Rosandra, attorno al quale tuttavia è presumibile si formerà un capannello dalle dimensioni importanti, considerato il tam-tam sul web. Alla manifestazione hanno aderito sia i grillini del MoVimento 5 stelle sia Italia Nostra. (pi.ra.)


dal blog Menti critiche

 

Tra protezione poco civile e le dimissioni dovute del Vice Presidente della Regione FVG Ciriani.

Quello che è accaduto in Val Rosandra è a dir poco incredibile.
Parliamo di un sito noto per le esplorazioni speleologiche, situtato nei pressi di Trieste, che tra pareti a strapiombo, rupi e vegetazione selvaggia, rappresenta un ritrovo dove l’uomo può trovar riparo dalle inquietudini quotidiane.
Almeno fino a qualche mese addietro.
Perchè l’inquietudine di una società che offre sempre più depressione caspica ora è giunta anche in Val Rosandra.
Nel weekend del 24 e 25 marzo 2012 ha avuto luogo la prima fase dell’intervento regionale di prevenzione “Alvei puliti 2012” organizzato dalla Protezione civile della Regione. Alle attività, suddivise in 12 diversi scenari d’intervento, hanno preso parte oltre 2000 volontari dei Gruppi comunali e delle Associazioni di Protezione civile del Friuli Venezia Giulia.
Operazione ben riuscita in molti casi.

Il lavoro fatto dalla protezione civile deve essere riconosciuto come importante per la salvaguardia della natura e dell’ambiente.
Però a volte basta poco per annientare sia quella credibilità che deve caratterizzare la Protezione Civile, che l’intero lavoro svolto, da numerosi volontari, in una terra complessa come quella del Friuli Venezia Giulia,. Basta poco per gettare nel pozzo del dimenticatoio l’intero operato posto in essere da uomini e donne, da volontari.
In Val Rosandra durante la pulizia degli Alvei è stata praticamente annientata la foresta a “galleria” di Salice e Pioppo bianco che con gli Ontani,rendeva unica la Valle. Quanti anni serviranno per ripristinare il tutto? Chi dice trenta, chi quaranta, chi non tornerà più come prima.

Eppure il tutto è stato pubblicizzato a dovere sul sito della Protezione Civile del FVG. Vi è per esempio una galleria fotografica dove si possono vedere i lavori fatti sui tratti del Torrente Rosandra nel territorio comunale di San Dorligo della Valle.
E si precisa anche che   Nelle due giornate di sabato 24 e di domenica 25 il Vicepresidente della Giunta Regionale ed Assessore alla Protezione civile, dott. Luca Ciriani, e il Direttore centrale, dott. Guglielmo Berlasso, hanno effettuato il sopralluogo di tutte le dodici aree di intervento. L’Assessore ha così potuto incontrare i volontari ed i tecnici della Protezione civile regionale ed ha espresso loro il ringraziamento per l’incredibile spirito di partecipazione e di dedizione che hanno dimostrato anche in questa occasione.
Cosa confermata anche dal comunicato stampa apparso  sul sito della Regione Ciriani infatti si è recato prima sul torrente Rosandra, a San Dorligo della Valle in provincia di Trieste, per poi raggiungere l’Isonzo in prossimità del ponte tra Sagrado e Gradisca.

Ed  allora visto che il sig. Ciriani è Assessore alla Protezione Civile, visto che ha visitato i luoghi del delitto, con tanto di sopralluogo durante i lavori, il minimo gesto che ci si deve attendere è la produzione formale ed immediata delle dimissioni.

Certo non saranno le dimissioni a risolvere il problema Val Rosandra, ma intanto l’assunzione diretta della responsabilità politica e non solo di quanto accaduto in Valle è atto necessario, sia per non compromettere l’immagine della Protezione Civile che da questa vicenda rischia di uscirne, per ovvi motivi, altamente lesa, che per rispetto di tutta quella cittadinanza che ha delegato indirettamente o meno a certi uomini il coordinamento di operazioni volte alla salvaguardia dell’ambiente, del bene comune e collettivo.

Ancora una volta l’essere umano, con la sua mano, ha devastato e violentato la propria naturale madre, la natura.

Marco Barone