Trieste-Divaccia e “Variante Alta”: sembrerebbero abbastanza allo sbando

Il Piccolo MERCOLEDÌ, 20 GENNAIO 2010

Pagina 11 – Regione

Trieste-Divaccia, prende corpo la variante ”alta”

LE INDISCREZIONI

La nuova ipotesi di tracciato passerebbe per Opicina saltando la Val Rosandra

CORRIDOIO 5

Si moltiplicano gli incontri tecnici bilaterali in vista della riunione del 29 gennaio Resta il nodo del collegamento del porto giuliano con la rete ferroviaria europea

di MAURO MANZIN

TRIESTE Le indiscrezioni della stampa slovena che hanno parlato di un cambiamento del tracciato del Corridoio 5 tra Trieste e Divaccia ma, soprattutto, hanno addirittura accennato a una possibile uscita di Roma dall’accordo trilaterale Italia-Slovenia-Ue sul tracciato del medesimo corridoio intermodale, ha scatenato le ire del viceministro ai Trasporti e alle infrastrutture, il leghista Roberto Castelli. Il tratto Trieste-Divaccia «è assolutamente una priorità del governo» ha affermato il viceministro. «La verità – aggiunge Castelli – è che, mentre il nostro governo vuole fortemente quest’opera, che deve essere vista anche in un’ottica di forte rilancio del porto di Trieste, alcune forze – locali e non – fanno finta di sostenerla, ma in realtà vi si oppongono, temendo un eccessivo rafforzamento del porto stesso, adducendo come scusa le solite tematiche ambientaliste».
Castelli ha anche replicato al consigliere regionale del Friuli Venezia Giulia Stefano Alunni Barbarossa (Cittadini) il quale in una nota, citando come fonte il giornale «Dnevnik» di Lubiana, ha riferito che «il governo italiano sarebbe pronto a lasciar decadere l’accordo di cofinanziamento della Trieste-Divaccia anche su pressione della Regione Friuli Venezia Giulia». Secondo Alunni Barbarossa, «la notizia fa riferimento alle dichiarazioni, che considero molto gravi, che il viceministro alle Infrastrutture Castelli avrebbe fatto in occasione del vertice italo-sloveno di Brdo pri Kranju» e secondo le quali «la Trieste-Divaccia non è una priorità».
«Ricordo – ha altresì affermato un arrabbiatissimo Castelli – che nel nostro Codice penale esiste ancora il reato di propalazione di notizie false e tendenziose. Se anche dopo le mie reiterate e pubbliche affermazioni, secondo cui la Trieste-Divaccia è assolutamente una priorità del governo, si continua in questa opera di disinformazione, chiederò al ministero dei Trasporti e delle infrastrutture di agire in sede legale contro coloro che ad arte propalano false notizie. Questa campagna di disinformazione – conclude Castelli – deve cessare».
Ma, aldilà delle ire ministriali, qualche cosa di nuovo bolle in pentola. La conferma giunge dalla Farnesina. Fonti diplomatiche, infatti, sostengono che «a seguito dell’incontro informale proprio tra il viceministro Castelli e il sottosegretario sloveno Iacomin tenutosi il 22 dicembre scorso a Roma sono stati avviati contatti fra tecnici delle due parti per esaminare in dettaglio le caratteristiche del tracciato sul tappeto relativamente al tratto di Corridoio 5 Trieste-Divaccia. Tali contatti hanno avuto luogo il 7 e il 14 gennaio a Trieste e continueranno in vista della riunione della Comitato intergovernativo italo-sloveno programmato per il 29 di questo mese».
In questa prospettiva l’Italia ha in effetti presentato una proposta di variante al tracciato (quello che sfiorava la Val Rosandra per congiungersi alla Capdistria-Divaccia all’altezza di Crni Kal ndr.) che dovrebbe passare a Nord della città, ossia da Monfalcone via Oicina per poi raggiungere Divaccia. Ed è proprio su questa variante che stanno discutendo i tecnici italo-sloveni. Variante che sarà discussa il prossimo 29 gennaio a Lubiana o a Pirano nel corso del Comitato intergorvernativo italo-sloveno e «auspicabilmente», come sostiene la Farnesina, approvata.
La conferma della variante giunge anche dall’assessore regionale ai Trasporti Riccardo Riccardi. «La Tav tra Trieste e Divaccia – sostiene l’assessore – è una priorità per il governo e per la Regione; siamo al lavoro per evitare i rischi di un’altra Val di Susa». Replicando anche lui come Castelli al consigliere regionale dei Cittadini Stefano Alunni Barbarossa, Riccardi ha spiegato che «il viceministro Roberto Castelli, ascoltando le istanze della Regione, è impegnato nella delicata opera di mediazione tra l’Italia e la Slovenia per la realizzazione della Tav». «Tutto il progetto, invece – ha aggiunto Riccardi -, non sarebbe garantito se non si intervenisse sull’attuale tracciato. La Regione e il governo sono al lavoro per creare le condizioni per realizzare la Tav e collegarla con il sistema portuale, allargando il consenso ed evitare che venga bucata tutta la città di Trieste».
Sull’ipotesi del tracciato ”alto” tra Trieste e Divaccia, «è già avvenuto il primo incontro tecnico e altri sono programmati prima della riunione della Commissione intergovernativa (Cig) Italia-Slovenia» che si terrà – come detto – il prossimo 29 gennaio».
Una sostanziale conferma dello stato dell’arte giunge anche dalla portavoce del ministro dei Trasporti sloveno Patrick Vlacic. La portavoce conferma di fatto quanto espresso dalle autorità italiane ma parla addirittura di un possibile tracciato a Sud di quello che lambirebbe la Val Rosandra. In questo caso verrebbe rispolverato il vecchio progetto dell’allora governatore del Friuli Venezia Giulia che era fortemente propenso a collegare direttamente Trieste a Capodistria utilizzando il tracciato della vecchia ferrovia. Ma, stando sopratutto alle dichiarazioni italiane, questa ipotesi sembra godere di minori quotazioni. Il 29 gennaio l’ardua sentenza.