Da il Piccolo
MARTEDÌ, 18 MAGGIO 2010
SIT-IN DI PROTESTA IN PIAZZA UNITÀ
«Soltanto elementi negativi per il territorio e i cittadini»
Nesladek: «Oggi qui in pochi perché ci hanno avvisati tardi, la prossima volta saremo almeno in duemila a dire no»
«Stavolta non siamo tanti perché ci hanno avvisato all’ultimo momento. La prossima, prometto che saremo almeno 2mila a dire di no al rigassificatore a Trieste». Ha avuto il tono di un proclama questa frase pronunciata ieri sera dal sindaco di Muggia, Nerio Nesladek, sotto le volte del palazzo della Camera di commercio, mentre all’interno si stava svolgendo il primo incontro, a porte rigorosamente chiuse, di Gas Natural Fenosa con le imprese della Provincia.
Nell’ambito della manifestazione di protesta – organizzata da Associazione nazionale assistenza pensionati, Lista Cittadini, Comitato salvaguardia del golfo, Comune di Muggia, Comune di San Dorligo della Valle-Dolina, Gruppo Beppe Grillo Trieste, Greenaction Transnational, Italia dei Valori, Legambiente, NoSmog, Partito dei Verdi, Uil Vigili del Fuoco, Wwf – Nesladek ha parlato di «mandato della gente ai rappresentanti istituzionali, a cominciare da noi sindaci di Muggia e Dolina, a combattere con tutte le nostre forze contro un progetto che presenta solo elementi negativi per il nostro territorio e la popolazione che ci vive». Accanto a lui Fulvia Premolin, sindaco di Dolina. «Assieme – ha proseguito Nesladek – portiamo il no al progetto di decine di migliaia di persone».
Si sono alternati in tanti a parlare, con la gente stretta attorno ai rapidi relatori, sotto le bandiere del Wwf, mentre una leggera pioggia ha avvolto il gruppo. Alfredo Racovelli, capogruppo in consiglio comunale a Trieste dei Verdi per la pace, ha severamente criticato «la scelta del presidente della Camera di commercio, Antonio Paoletti, di far svolgere l’incontro con i rappresentanti di Gas Natural a porte chiuse, lasciando così fuori i cittadini che sono i primi interessati dall’evolversi della situazione».
A dare maggiore evidenza alla volontà di opporsi al progetto, davanti alla piccola folla di persone, si sono schierati alcuni esponenti dei vari movimenti presenti, creando un cordone umano a formare la scritta “No gas”. Continuando a denunciare «l’assoluta inadeguatezza» delle valutazioni sui grandi rischi ambientali che l’impianto potrebbe avere, Adriano Bevilacqua, coordinatore regionale della Uil dei Vigili del fuoco, ha ricordato che «gli enti preposti alla sicurezza non sono attrezzati per i necessari controlli. In questa occasione – ha proseguito – abbiamo voluto dare spazio alle forti preoccupazioni legate alle conseguenze per lo sviluppo economico locale, rispetto al quale non sembra emergere alcuna prospettiva vantaggiosa per la comunità».
Per Paolo Bassi, coordinatore regionale dell’Italia dei Valori, «con questo progetto si vuole privilegiare l’interesse di pochi a scapito della sicurezza di tutti». «Non assisteremo da esclusi – si è letto su un comunicato diffuso nel corso della manifestazione dai Verdi – alle speculazioni che hanno già prodotto decenni di disastri ambientali, perché qui ci va di mezzo la salute dell’intera collettività».
Ugo Salvini
IL PROGETTO PRESENTATO DAGLI SPAGNOLI ALLE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA
«Rigassificatore, nessun intralcio al traffico portuale»
Gas Natural: minimo il raffreddamento dell’acqua. Confartigianato: restano i dubbi
di SILVIO MARANZANA
«Si tratta di un impianto all’avanguardia dal punto di vista tecnologico che garantisce la piena compatibilità con il traffico portuale esistente». Lo ha affermato ieri Ciro Garcia Amesto, project manager del rigassificatore progettato per il sito di Zaule da Gas Natural Fenosa a una platea composta da una trentina di rappresentanti di imprese triestine e di associazioni di categoria. «Il raffreddamento dell’acqua della baia di Zaule – ha precisato – sarà minimo e le immissioni di cloro saranno dieci volte sotto il limite di legge».
L’incontro si è svolto a porte sprangate nella Sala maggiore della Camera di commercio interdetta anche ai fotografi già prima dell’inizio della riunione, il che un’altra volta non ha favorito la comunicazione con la città, già considerata da molti versanti carente. Tutto ciò mentre davanti al portone di piazza della Borsa il gruppo dei contestatori, di cui riferiamo a parte, aveva un vivace scambio di battute con il sottosegretario all’Ambiente Roberto Menia casualmente di passaggio. Con gli incontri divulgativi ristretti si replicherà lunedì prossimo sempre in Camera di commercio, mentre una terza riunione si terrà poi in Assindustria.
Un’esposizione che ha comunque soddisfatto Vittorio Pedicchio, vicepresidente di Assindustria: «Per Trieste il rigassificatore è un’opportunità da non perdere – ha affermato – nella prospettiva dello sviluppo economico del territorio anche se il progetto, ancora alla fase iniziale, va ora portato avanti nella massima chiarezza per quanto riguarda la sicurezza dell’impianto, i rischi per la popolazione e la salvaguardia dell’ambiente». Anche sotto questi aspetti secondo Pedicchio, Gas Natural Fenosa è partita in modo corretto. «E poi – spiega – mi hanno impressionato alcuni numeri che sono stati ribaditi da Garcia Amesto. Il rigassificatore infatti costerà 550 milioni di euro di cui 400 milioni andranno a vantaggio delle imprese di costruzione e di servizi locali. Durante i tre-quattro anni in cui si portrarranno i lavori è stato detto che opereranno 1.500 persone e inoltre Gas Natural impegnerà 30-40 milioni di euro per la bonifica del sito».
Quasi diametralmente opposto invece il parere di Sergio Burlin del direttivo della Confartigianato: «Un’esposizione molto lacunosa che non ha chiarito i dubbi né dal punto di vista della sicurezza, né da quello delle ricadute economiche. Oltretutto è stato riferito che il primo rigassificatore costruito in Italia, quello in provincia di La Spezia, chiuderà nel 2013 dopo che la popolazione si è opposta al suo raddoppio». Gli ultimi dubbi fatti affiorare inoltre riguardano la possibilità di convivenza con un traffico portuale rinforzato dal progetto Unicredit e con l’incognita della cosiddettà overcapacity, cioé un surplus di produzione che sarebbe indotto dal compimento dei vari progetti in fase di realizzazione.
Garcia Amesto non ha inteso fare dichiarazioni affidandosi a un comunicato stilato congiuntamente con la Camera di commercio che ha reso noto di aver accolto la richiesta della multinazionale spagnola per la realizzazione di alcuni incontri nei quali far emergere e spiegare all’economia del territorio i contenuti del progetto con un approfondimento sulle sue caratteristiche tecniche e del suo inserimento nel contesto produttivo del territorio. «Una richiesta – ha commentato il presidente camerale Antonio Paoletti – che l’ente quale casa dell’economia non poteva che accogliere ben volentieri per consentire alle imprese di conoscere meglio i contenuti di un progetto che nella sua completezza non è mai stato presentato fin nei particolari».
Gas Natural, gruppo multinazionale nel settore del gas che ha recentemente acquisito Union Fenosa, altro colosso spagnolo dell’energia, è il secondo operatore mondiale di gas naturale liquefatto con oltre 30 miliardi di metri cubi di gnl movimentati ogni anno da 13 navi metaniere. Propone a Zaule un impianto della capacità di 8 miliardi di metri cubi di gas all’anno con un investimento pari a 550 milioni di euro che prevede anche l’intervento di bonifica di un’area attualmente contaminata. Ciro Garcia Amesto ha sottolineato che «la priorità del rigassificatore è la sicurezza».