E’stata una bellissima manifestazione: partecipata (ben oltre 500 persone), spontanea ed autoorganizzata.
Da Il piccolo del 24/10/10
Piazza Cavana gremita per dire ‘no’ all’ordinanza anti-suonatori di strada
di ELISA COLONI Tamburi, chitarre, violini, fisarmoniche, trombe, flauti, maracas e nastri colorati: sono stati loro gli strumenti del dissenso, ieri sera, in una piazza Cavana stracolma di gente in festa. Centinaia di persone si sono date appuntamento in questo angolo del centro per dire no – in musica – al regolamento con cui il Comune si appresta a istituire l’”Anagrafe” degli artisti di strada, vietando loro di fatto di esibirsi (se non muniti di patentino) in piazze e strade cittadine. A partecipare alla manifestazione, nata come iniziativa spontanea di vari gruppi di musicisti di strada, centinaia di persone di ogni tipo ed età. Dai giovani ”alternativi” alle signore della Trieste bene, per tutti la parola d’ordine era manifestare pacificamente, ma rumorosamente, suonando i più svariati tipi di strumenti, cantando e ballando. Ogni angolo di piazza Cavana è stato occupato da suonatori di strada e da piccole band più o meno improvvisate. Tutto attorno capannelli di persone intente a ballare o semplicemente ad ascoltare divertite: impossibile non battere il ritmo con i piedi. Molti i volti noti presenti in piazza (così gremita che verso le 19 si sono rischiati veri e propri ingorghi). C’erano, tra gli altri, il Cittadino Roberto Decarli, il Verde Alfredo Racovelli, il segretario del Pd Roberto Cosolini. «È bello – ha commentato Cosolini – vedere manifestazioni come queste, pacifiche e allegre, a dimostrazione del fatto che la città ha voglia di gioia e positività. Credo che c’erano cose più urgenti e importanti di cui il sindaco Dipiazza avrebbe potuto occuparsi prima. L’ordinanza ha come obiettivo reprimere chi disturba e molesta il prossimo suonando? Ebbene, si punisca solo chi molesta davvero, non tutti indiscriminatamente». Tanti, ieri, i look originali, anche stravaganti, ma assolutamente in tema con la serata. Come quello di Anna, monfalconese, truccata e vestita da clown: «Per anni ho lavorato negli ospedali per portare la clown therapy e regalare un sorriso ai bambini che soffrono – ha commentato -. L’allegria è una grande medicina e aiuta a vivere meglio, in qualsiasi forma essa venga suscitata, anche con la musica e l’arte di strada: il sindaco Dipiazza non può tentare di vietarla». Poco distante da Anna, spuntava tra la folla un cappello da asino, munito di orecchie di peluche; sul cappello, scritta con un pennarello, si poteva leggere una frase: «Evviva il sindaco»
Sbriglia: «Ma nelle piazze non si fa ciò che si vuole»
«Non amo vedere per strada le persone che ridono e/o si divertono sulle altre, a motivo dei loro difetti fisici o delle loro abilità, sonore o meno; non amo “Le corti dei miracoli”, le atmosfere pseudo-balcaniche e la confusione in genere». È il pensiero dell’assessore alla Vigilanza, Enrico Sbriglia, che sull’ordinanza ritiene si stia montando «il solito caso». Altro che governanti locali di centrodestra «ottusi, autoritari ed ignoranti», quell’ordinanza secondo l’estensore altro non fa che «ribadire il “primato” del principio che la pubblica via è un bene “pubblico”, più importante dell’area della mia casa o della sua casa, è un luogo che va rispettato e disciplinato e dove non è consentito fare quel che si vuole». Sbriglia si dice «stanco di vedere le strade trasformate in improvvisi e scadenti mercati, in approssimativi teatri dove il cittadino è ostaggio del sedicente artista, dove chi intenda semplicemente stare tranquillo e passeggiare debba invece ingaggiare corse improvvise e scatti fulminei per non essere agganciato da chi esiga comunque del denaro per qualcosa che non hai chiesto e non ti interessa». Ai divieti già presenti nell’ordinanza del 2005, sostiene l’assessore, oggi viene aggiunto «in fase preventiva, un primo avviso e, ove questo non vada a buon fine, oltre che la sanzione anche il sequestro dello strumento». Sbriglia lascia aperta una strada: «È previsto che artisti particolarmente qualificati, facendone richiesta, potranno esibirsi nel rispetto delle indicazioni. Il mio pensiero, ad esempio, va in termini di sicurezza, alle distanze minime affinché gli spettatori non corrano pericoli davanti a spettacoli di mangiafuoco, lancio di oggetti e clavette, di esibizioni di abilità ginnica…».