Da il Piccolo del 22/04/11
San Giacomo, deputato della Lega aggredito durante comizio
Un esagitato ha sferrato due pugni a un militante padano e spinto l’aspirante sindaco Max Fedriga: fermato da un simpatizzante
TRIESTE. Prima gli anonimi sfregi notturni al gazebo dei finiani, smaccatamente premeditati. E ora l’aggressione fisica – presumibilmente estemporanea, invece – al candidato sindaco della Lega, e a un altro suo collega di partito, per mano di un esagitato solitario. A.B. – triestino sulla cinquantina, per le forze dell’ordine un signor nessuno, e a quanto pare anche senza precedenti del genere – avvelena ulteriormente il conto alla rovescia verso il voto di metà maggio rendendosi protagonista di un fuori programma sulla pubblica piazza, fatto di insulti e attacchi fisici, nei confronti del segretario locale del Carroccio nonché aspirante primo cittadino Max Fedriga e di un altro discepolo di Bossi, Radames Razza, candidato a un posto in Consiglio comunale.
È successo ieri, verso le 11, nei pressi del gazebo mobile allestito dai militanti leghisti in Campo San Giacomo. A.B., dal nulla, s’è avvicinato gettando a terra dei cartelloni, appoggiati alla tensostruttura, con su stampato il volto dello stesso Fedriga, il quale nel frattempo si era assentato per girare in zona uno spot televisivo. Alla vista di quest’uomo, che aveva buttato giù i compensati con la faccia del capo, Razza gli si è fatto incontro: “Scusi, ma che fa?”. La risposta sono stati due pugni in faccia, che hanno disorientato il militante, il quale non ha reagito. Non contento – stando sempre ai racconti di chi era nei paraggi – A.B. è rimasto con fare provocatorio, tra un «morì tuti quanti!» urlato in faccia ai padani e un colpetto ai poster elettorali, finché Fedriga è tornato al gazebo, richiamato dai suoi.
«Gli ho solo detto – racconta il candidato sindaco del Senatur – che se gli stavamo antipatici poteva andarsene da un’altra parte. È passato un attimo e mi è venuto incontro, mi ha spinto e ha alzato una mano verso la mia testa, ho fatto un passo indietro e a quel punto un nostro simpatizzante l’ha bloccato e immobilizzato a terra. Nel frattempo c’era un giovane che filmava con un telefonino la scena, boh… Abbiamo chiamato i carabinieri, e l’aggressore ha iniziato a scusarsi con loro». Ai militari dell’Arma, però, non è bastato vederlo ammansirsi: l’hanno portato in caserma per identificarlo, e il suo caso è finito alla Digos. A.B. è tornato a casa senza macchia, ma oggi – a meno di ripensamenti – Fedriga e i suoi andranno a denunciarlo. «Avevo pensato di non farlo perché si capiva che era uno squilibrato – ammette il segretario leghista – però è giusto che un soggetto, se è pericoloso, e lui mi ha dato l’impressione che lo è, sia segnalato. Evidentemente il clima di tensione, alimentato dall’opposizione nei nostri confronti, attecchisce nelle menti più fragili».