Da Il Piccolo del 05/12/10
Blitz degli ambientalisti, letame sui rigassificatori
di GIUSEPPE PALLADINI La contestazione non è arrivata nella sala del seminario sull’impatto sociale e la sicurezza dei rigassificatori, ieri mattina all’Hotel Savoia. Si è comunque manifestata in maniera plateale nella hall dell’albergo, dove alcuni sacchi di terriccio misto a letame sono stati sparsi da tre persone incappucciate che poi sono fuggite. Con un comunicato anonimo, firmato ”Sardoni nostrani e canoce rabiose”, gli autori del gesto hanno precisato di aver gettato ”cinquanta chili di ottimo letame equino contro il progetto del rigassificatore e contro il convegno”. Un incontro, quello di ieri, organizzato da Nomisma Energia, che ha prodotto una messe di dati tecnici sui rigassificatori, ad opera di esperti e docenti universitari di diversi atenei, ma dal quale non sono emerse novità sullo stato di avanzamento del progetto che Gas Natural intende realizzare a Zaule. Interpellato a margine del seminario, Ciro Garcia Armesto, project manager di Gas Natural Rigasificazione Italia, si è limitato a dichiarare: «Stiamo lavorando con la Regione, che si è espressa in modo positivo sul progetto, per arrivare quanto prima alla conferenza dei servizi. Stiamo discutendo su aspetti tecnici, e restiamo in attesa che si definisca il programma della conferenza». Nella sua relazione, che ha concluso il convegno, Garcia Armesto è ritornato su aspetti già noti, a cominciare dai 30-40 milioni per la bonifica dell’area e dai 550 milioni di investimento (il 70% si riverserà sull’economia locale durante la costruzione), per proseguire con i 1.500 posti di lavoro nei tre anni di lavori e con i 130 milioni di entrate fiscali che l’investimento produrrà. A regime i posti di lavoro saranno invece 70-80, più 300 per l’indotto, e l’impatto economico e fiscale ammonterà a 30 milioni l’anno. In tema di sicurezza il project manager di Gas Natural ha precisato che l’azienda ha effettuato tutti i passi necessari con il comitato tecnico regionale. «Per noi che lavoriamo da tanti anni nel gas – ha sottolineato – la sicurezza è una priorità». Quanto ai paventati effetti negativi sulla pesca e sulla temperatura della baia di Muggia, Garcia Armesto ha spiegato che la concentrazione del cloro nell’acqua di mare sarà dieci volte inferiore al limite di legge, «con un impatto tracurabile sull’ambiente marino», e ha poi smentito un possibile raffreddamento delle acque della baia perchè «avrebbe un impatto negativo anche sul funzionamento del rigassificatore». Se a Trieste il rapporto (scarso) che Gas Natural ha con la popolazione è stato più volte criticato, non altrettanto sta accadendo a Porto Empedocle, dove l’Enel sta per avviare la costruzione di un rigassificatore di capacità analoga a quello progettato per Zaule (8 miliardi di metri cubi di gas all’anno). «Fin dall’inizio – ha rimarcato Giuseppe Luzzio, responsabile per l’Enel dei grandi progetti infrastrutturali – va costruito il rapporto con il territorio. Il problema è essere accettati, e lo si risolve con trasparenza e informazione. Il consenso – ha agg iunto – va creato dal basso. Bisogna scordarsi che, avute tutte le autorizzazioni, si possa partire calando il progetto dall’alto». Restando in tema di impatto sociale, Massimo Nardini, sindaco di Porto Venere (La Spezia), nel cui territorio sorge il rigassificatore di Panigaglia, di proprietà dell’Eni e di cui si sta progettando il raddoppio, ha parlato di «esperienza negativa». Un impianto sorto 40 anni fa (e fino a pochi mesi fa l’unico operante in Italia), partito con una logica diversa da quelle attuali, che negli anni è rimasta tale. «Una logica nazionale – ha osservato Nardini – che ha trasformato il rigassificatore in un business per la società, senza la minima ricaduta per il territorio. Anche 40 anni fa si parlava di catena del freddo e di cogenerazione, ma sono rimaste lettera morta».
«Solo uno spot pubblicitario per il progetto di Zaule»
«Pubblicità indiretta per sponsorizzare il progetto del rigassificatore di Gas Natural a Zaule». Un giudizio senza appello quello di Wwf, Legambiente e Uil-Vigili del fuoco, espresso in una conferenza stampa al termine del seminario svoltosi all’Hotel Savoia. «E’ quantomeno curioso – hanno rilevato le tre associazioni – che una società con un passato prestigioso come Nomisma promuova a Trieste un seminario sui rigassificatori, di valenza nazionale, senza che nello stesso sia previsto un solo intervento sul progetto presentato da Gas Natural per il sito di Zaule. Ancor più singolare – hanno aggiunto – è che il seminario sia patrocinato dal Comune, ”con il contributo (finanziario) di Gas Natural”, ma che sul progetto che interessa la città non sia stata prevista alcuna discussione». La spiegazione di ciò, sempre secondo Wwf, Legambiente e Uil-Vigili del fuoco, sta nel fatto che fatto che «Gas Natural e i suoi sponsor politici, in primis il sindaco di Trieste, non se la sentono di affrontare un contraddittorio sul rigassificatore, conoscono le obiezioni tecniche sul progetto ma non sono in grado di controbatterle, e preferiscono deviare l’attenzione sugli asseriti benefici economici e sui casi di impianti operanti in altri contesti ambientali, del tutto diversi e non paragonabili con quello triestino». Le tre associazioni criticano poi l’uso che la Provincia ha fatto del nome delle più prestigiose istituzioni scientifiche triestine (Università, Ogs, Area Science Park e Sissa) per il ”processo informativo” sul rigassificatore, «promosso oltre tutto molto tempo dopo la conclusione della procedura di Via (valutazione d’impatto ambientale) sul progetto. È stato inventato un meccasismo assurdo – sottolineano – in base al quale i cittadini formulavano le domande, che dovevano poi essere ”tradotte in linguaggio scientifico” da un gruppo di lavoro ad hoc, e quindi trasmesse a Gas Natural per le risposte. Un po’ come chiedere all’oste, ma in linguaggio scientifico, se il suo vino è buono».