Dal Piccolo del 5/11/11
La controparata dei clown.Nasi finti e giù i pantaloni
Giovanni Ortolani «Questo è essere coerenti con il nostro Paese, perché è un Paese governato da pagliacci». Con queste parole ha preso inizio ieri pomeriggio, poco dopo le 16, la seconda parata della “clown army” di Occupy Trieste. Più di cento dimostranti, camuffati con nasi rossi, baffetti hitleriani e magliette con simboli pacifisti, hanno inscenato gag che facevano il verso alle manovre militari per esprimere dissenso contro le spese dell’Esercito. Già giovedì alcuni “pagliacci” si erano inseriti nella sfilata dei bersaglieri. E proprio per questo piazza Unità, dove ieri si è svolta la cerimonia militare per le celebrazioni del 4 novembre, era presidiata da una ventina di agenti in tenuta antisommossa. I clown hanno usato le dita per mimare le pistole, hanno fatto pernacchie per simulare gli spari e il gesto dell’ombrello per mettersi sull’attenti. Dopo qualche manovra in piazza della Borsa, si sono diretti verso il teatro Verdi. Qui hanno ripetuto le loro performance di fronte agli agenti di Polizia, suscitando diverse risate anche fra le forze dell’ordine. La clown army ha quindi iniziato il suo girovagare nei dintorni di piazza Unità. La controparata ha raggiunto le Rive fino a trovarsi di fronte alla piazza, in quel momento ancora vuota. Da qui i manifestanti, ormai diventati circa 250, avrebbero potuto raggiungere la piazza. Invece sono ritornati sui propri passi fino a Capo di piazza, dove di fronte a un gruppo di poliziotti che impugnavano scudi e manganelli si sono girati e si sono abbassati i pantaloni. A questo punto è intervenuto il sindaco, ma le stesse scene si sono ripetute sotto i portici del Municipio. E infine, dopo l’ammainabandiera svoltosi regolarmente alle 17, i clown sono entrati in piazza Unità. Fra pagliacci e polizia non ci sono stati momenti di tensione, ma la performance ha suscitato reazioni contrastanti fra i passanti. Alcuni hanno riso, altri hanno dissentito ad alta voce. Come Franco Bandelli, consigliere comunale di Un’Altra Trieste, che ha preannunciato per oggi una mozione mirata a impegnare il sindaco a far sgomberare la piazza dalle tende. «Ma i nostri non sono insulti – ha replicato uno dei clown -. Noi manifestiamo il nostro dissenso per i miliardi di euro spesi ogni anno dall’Esercito per armi e carri armati. Nel frattempo noi comuni cittadini non riusciamo ad arrivare a fine mese». Giustificazioni che non hanno convinto nemmeno il sindaco. «Credo – ha dichiarato Cosolini – che oggi i ragazzi abbiano commesso il primo vero e grande errore dopo una settimana di protesta pacifica e fondata su problemi e urgenze in larga parte condivisibili, perché una festa nazionale come quella del 4 novembre andava rispettata. C’è un pizzico di amarezza perché quanto accaduto va esattamente nel senso contrario di quel ragionamento sereno sulle manifestazioni in piazza di cui avevo discusso con i ragazzi. C’è da dire però – ha aggiunto Cosolini riferendosi a frange del mondo degli autonomi che si sono infiltrate tra gli studenti – che questo è stato probabilmente anche il primo episodio di strumentalizzazione da parte di alcuni della protesta inscenata in questi giorni». Alla fine, come ogni giorno, i dimostranti si sono riuniti in assemblea: le tende, è stato deciso, rimangono ancora in piazza della Borsa.