Cumò vonde: I pendolari disertano il tavolo con la Regione e il gestore
Messaggero Veneto SABATO, 28 APRILE 2012 Pagina 21 – Cronache
Ultimatum dei pendolari:
«Treni nel caos, ora basta»
Il Comitato a Trenitalia: protesta se in due settimane non si trova una soluzione Il gruppo Alto Friuli pubblica intanto una guida per gli utenti a proprie spese
di Alessandra Ceschia
Due settimane per risolvere una situazione ritenuta insostenibile. È l’ultimatum lanciato dai pendolari a Trenitalia. Il conto alla rovescia è cominciato mercoledì con la riunione del direttivo del Comitato Alto Friuli che ha deciso di disertare il tavolo di lavoro con la Regione e il gestore, minacciando una protesta se i disservizi proseguiranno. Tanto per citare gli episodi più recenti, giovedì scorso il mancato funzionamento dello sportello sul regionale Udine-Carnia 5988 ha imprigionato sul treno cinque passeggeri che non hanno potuto scendere se non alla stazione successiva mentre venerdì il guasto di una vecchia Ale 801 ha bloccato per un paio d’ore una trentina di persone a Vat. «Nell’arco di tre giorni abbiamo ricevuto oltre 50 segnalazioni e testimonianze da parte di utenti esasperati – riferisce il portavoce Andrea Palese –. È evidente che bisogna dare una scossa e imporre una svolta» Poche indiscrezioni sulle forme di protesta che il comitato potrebbe intraprendere, oltre all’interruzione delle trattative al tavolo di lavoro, ma i pendolari fanno intendere che l’esposto, lo sciopero del biglietto e le manifestazioni in piazza al fianco degli amministratori locali che già dichiarato la loro solidarietà, sono tutte iniziative al vaglio. «È la reazione – fa sapere Palese – all’immobilismo del gestore e al fatto che non sono stati rispettati gli impegni assunti da Trenitalia durante le ultime sessioni del tavolo di lavoro. A tal fine riteniamo di interrompere la nostra partecipazione al tavolo, fintanto che non verificheremo sul campo che Trenitalia riuscirà a garantire un’informazione accettabile a bordo treno e in stazione, condizione che riteniamo basilare per l’offerta di un servizio decoroso». Le criticità lamentate dai pendolari non riguardano tanto le soppressioni determinate dai guasti al vecchio materiale rotabile o dai ritardi dovuti ai lavori di manutenzione alla linea ferroviaria, ma da quella che viene bollata come «la disorganizzazione di Trenitalia che, in situazioni di criticità, risulta incapace di far fronte persino a piccole questioni legate all’elementare assistenza della clientela». Evitare questo tipo di inconvenienti, osserva infatti il portavoce «non comporta alcun costo visto che si tratta di un discorso legato unicamente alla condotta del personale viaggiante a bordo treno o in stazione». Per questo, annunciano i componenti del comitato con una nota ufficiale che è stata inoltrata anche alla Regione «se la situazione dell’informazione all’utenza non migliorerà entro le prossime due settimane, nostro malgrado, saremo costretti a disertare il prossimo tavolo di lavoro proclamando una mobilitazione dei pendolari, con l’avvio di forme di protesta civili e legittime, volte a denunciare in tutte le sedi competenti le omissioni e le vessazioni che quotidianamente i pendolari dell’Alto Friuli sono costretti a subire, utenti che dall’inizio dell’anno risultano i più penalizzati dell’intera regione». Nessuna frizione con la Regione e l’assessore Riccardi con il quale il comitato proclama perfetta sintonia sul ammodernamento del servizio. Tant’è, anticipa Palese «che abbiamo deciso di pubblicare a nostre spese un depliant informativo che illustrerà tutti gli orari dei treni in circolazione lungo la linea Udine-Tarvisio, compresi quelli del progetto Ue Micotra, che a breve copriranno la tratta Udine-Villach. L’opuscolo verrà distribuito gratuitamente agli utenti».
IL PICCOLO – SABATO, 28 aprile 2012
Ferrovie, ecco i tagli alla rete regionale – Le modifiche alla rete ferroviaria in Friuli Venezia Giulia
Nel progetto di Rfi pesanti dismissioni di binari un po’ ovunque, da Tarvisio a Trieste, che avrebbe vantaggi solo in porto
RICCARDI POLEMICO Reagiremo a ogni tentativo di chiusura, ma prima ci siamo presi il mese di maggio per riflettere su cosa condividiamo o meno
TRIESTE Chiusure di linee, dismissioni, riduzioni di binari. La mannaia delle Ferrovie dello Stato sta per abbattersi sul Friuli Venezia Giulia. Per il momento si tratta di un’ipotesi di lavoro, ma la lista degli interventi che Rfi (la controllata delle Ferrovie che gestisce la rete) si appresta a mettere in atto in regione risulta inquietante. Talmente inquietante che lo stesso assessore ai Trasporti, Riccardo Riccardi, parla di un mese di analisi prima di iniziare al alzare le barricate se le intenzioni dovessero diventare realtà. Gli operatori economici non parlano volentieri, i vertici di Rfi a Trieste non rilasciano dichiarazioni e l’assessore nega di avere ricevuto alcuna lista di interventi, pur ammettendo che il problema esiste ed è già oggetto di trattativa. «Noi reagiremo ad ogni tentativo di chiusura, ma prima di arrivare a ciò ci siamo presi il mese di maggio per capire cosa condividiamo o meno. Gli operatori analizzeranno con Rfi la loro situazione e poi discuteremo di un eventuale intervento pubblico» spiega l’assessore Riccardi. Ciò che Rfi intenderebbe fare, il condizionale resta d’obbligo anche se dalle parole dell’assessore Riccardi si capisce che i tagli saranno pesanti, altro non è che l’applicazione in Friuli Venezia Giulia del modello nazionale: se c’è traffico si mantiene in vita l’infrastruttura, altrimenti si chiudono i binari. «La politica della logistica in Friuli Venezia Giulia la fa la Regione discutendo col governo, perché l’aspetto economico va sommato a quello di potenziale sviluppo – avverte Riccardi – , anche se mi rendo conto che Rfi ha l’esigenza dei costi e dei ricavi. Ad ogni modo non pensiamo di dover tenere tutto così solo perché già esiste». Tradotto significa che su molti punti si dovranno cedere le armi, anche perché un intervento pubblico ad ampio raggio risulterebbe insostenibile. Le infrastrutture sulle quali si intenderebbe intervenire partono da Tarvisio Boscoverde con l’eliminazione di un binario del fascio di manovra, passando per la trasformazione in fermata (adesso Stazione) di Ugovizza, il ridimensionamento di Pontebba e Carnia. La linea Sacile-Osoppo dovrebbe essere chiusa, mentre Osoppo (con le strutture a servizio delle aziende locali) diventerà “fascio lontano di Gemona” e quest’ultima conserverà un solo binario per portare i treni ad Osoppo. A Udine i binari di sosta della regionale subirebbero una riduzione del 50% e i due fasci ovest andrebbero in dismissione. A Cervignano è previsto un taglio drastico eccezion fatta per l’Interporto di Alpe Adria. Nella Bassa friulana ancora tagli a Torviscosa, San Giorgio di Nogaro (eliminazione del 50% del fascio appoggio e binari fascio secondario), Latisana e Palmanova (dismissione totale, resta un binario di corsa ed una sola precedenza). Interventi di razionalizzazione anche a Basiliano, Codroipo e Casarsa. Pordenone perderebbe 3 binari del fascio, mantenendo solo binari di circolazione. Dismissioni anche lungo la linea Udine-Trieste, con Gorizia che manterrebbe un binario di precedenza e due binari per Nova Gorica. A Ronchi si discute dell’eliminazione della bretella tra Ronchi Nord e Ronchi Sud, mentre Monfalcone subirebbe un taglio dello scalo secondario e di un binario. Di positivo invece, sempre a Ronchi, l’intenzione di collegare l’aeroporto. In provincia di Trieste dismissioni a Bivio Aurisina, Proseccco e Villa Opicina (binari ridotti da 43 ad 8), ma anche interventi di sviluppo per il Porto di Trieste con lo spostamento dei Rola (camion su treno) ad Aquilinia e la riattivazione della linea bassa tra Campo Marzio e Servola. Chi non teme di fare commenti è Luigi Bianchi, già dirigente del Servizio commerciale delle Ferrovie dello Stato: «Se le ipotesi venissero mantenute sarebbe un disastro per la rete regionale».
Riccardo Coretti
Un contenzioso non risolto neanche da Moretti
Un contenzioso sempre aperto, quello tra le Ferrovie e la nostra Regione. Il difficile rapporto, anche con lo stesso amministratore delegato, Mauro Moretti (foto), e le istituzioni locali è fatto di continui saliscendi. Qualcosa sembrava essersi mosso dopo le proteste sul servizio passeggeri (ridotto e inadeguato per i pendolari) all’indomani della visita a Trieste dello stesso Moretti a febbraio. In quell’occasione l’ad di ferrovie dello Stato si era detto disponibile ad investire per il porto regionale. Del resto anche la Regione si era detta pronta a prorogare il contratto stipulato con Trenitalia per il 2012, mettendo sul tavolo 38,1 milioni di euro. Meno di un mese fa un primo accordo per rafforzare i collegamenti regionali per i passeggeri, mentre su tutto incombe la nuova società di Montezemolo, pronta a sbarcare in Regione con i treni privati. Ora la questione dei treni merci che rischia di avere pesanti ripercussioni sull’economia regionale .
(r.c.)