Tav, spunta un nuovo documento “misterioso” realizzato da Italferr
TRASPORTI Si tratta del “Sistema Conoscitivo Unitario”, presentato sotto silenzio in pieno periodo estivo
Continua l’iter di approvazione del progetto della Tav Venezia – Trieste ma, secondo la denuncia del Wwf del Friuli Venezia Giulia, non tutta la prassi avanzerebbe alla luce del sole.
Pare infatti che negli ultimi giorni sia stato presentato da Italferr, la società del gruppo Ferrovie dello Stato che si occupa della progettazione, del controllo e della realizzazione delle nuove linee Alta Velocità/Alta Capacità, un nuovo documento riguardo alla procedura di Valutazione d’Impatto ambientale, che lo stesso Wwf definisce misterioso, ovvero il “Sistema Conoscitivo Unitario
«Un oggetto misterioso non identificato è atterrato nel Nord Est d’Italia», esordisce ironicamente l’associazione ambientalista. «Si tratta del “Sistema Conoscitivo Unitario”, relativo alla linea Tav Venezia-Trieste, che si limita maldestramente a rendere coerente lo studio di impatto ambientale sui quattro progetti preliminari delle varie tratte, presentati nel dicembre 2010. Il documento, in ritardo di due anni, non sembra presentare alcun ripensamento sui tracciati. La relazione generale e una illeggibile cartina in scala 1:200.000 (circa) sono stati depositati nei giorni scorsi da Italferr (gli annunci sono apparsi su alcuni quotidiani): su questi documenti si potranno presentare osservazioni entro il 20 agosto».
Il “Sistema Conoscitivo Unitario” è una novità assoluta nelle procedure di Via ministeriali e visti i tempi stretti per la presentazione delle critiche e delle considerazioni sul dossier è necessario, secondo il Wwf, che venga subito messo a disposizione del pubblico, in modo che possa essere conosciuto e discusso.
Anche allora i progetti erano stati presentati in un “periodo morto”, ovvero tra il 22 e il 30 dicembre, e resi disponibili via internet con enorme ritardo e solo dopo che il Wwf aveva provveduto a fare richiesta di accesso agli atti e aveva provveduto a pubblicarli sul proprio sito. «Le Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto intendono supplire alla clamorosa “dimenticanza”del Ministero, divulgando lo Studio nei propri siti internet?», si chiedono ancora al Wwf. Le altre questioni sollevate dall’associazione riguardano poi le tempistiche della presentazione della documentazione: «Perché si è atteso proprio il pieno del periodo estivo per divulgare questo elaborato, quando la richiesta del Ministero da cui lo stesso trae origine risale al novembre 2011?».Perplessità sui contenuti del documento anche riguardo a quale progetto della Tav si riferisca: «lo studio ricalca pari pari il tracciato della linea Venezia-Trieste, quale risulta dai citati 4 progetti del 2010, oppure tiene conto anche delle modifiche sostanziali annunciate già mesi addietro dal Commissario Straordinario Mainardi?». Pochi mesi fa infatti Bortolo Mainardi aveva proposto e divulgato alla stampa un nuovo tracciato affiancato alla linea “storica” elaborato con tecnici di Rfi-Italferr, con minori impatti ambientali e minori costi.
Questo per evitare la cosiddetta “tratta balneare” a cui quasi tutti i sindaci dei territori tra Mestre e Portogruaro si erano opposti. Gli ambientalisti non sono certi che queste novità siano state recepite nello studio. Ma se il tracciato preso in esame fosse quello originario, non si comprenderebbe il reale scopo dello studio, che viene definito «una novità assoluta nelle procedure VIA ministeriali».
Ultimo punto non del tutto chiaro, sarebbero i costi dell’opera, le relative fonti di finanziamento e l’analisi costi-benefici, argomenti già del tutto assenti dai progetti del 2010 e che il Wwf si augura che finalmente siano stati presi in esame, così come previsto dalla legge. «È incredibile – commenta il Wwf – che su una partita così importante come questa, Rfi e Italferr (ma anche il Ministero delle Infrastrutture dai cui queste dipendono) si muovano con tanta opacità negli iter autorizzativi e nella informazione fornita e arrogante approssimazione e disprezzo per i più elementari principi di trasparenza e partecipazione. Viene anche da chiedersi, se risultasse confermato che il tracciato è rimasto quello originario, a cosa serva mantenere in vita la figura del Commissario Straordinario: solo a buttare fumo negli occhi delle comunità locali?».
Ilaria Bagaccin
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