TAV: ancora news sulla tratta veneta

Dal Piccolo del 16/02/12

 

TRIESTE L’alternativa al tracciato costiero della Tav in Veneto è sempre più concreta. A giugno, quando sarà pronto lo studio di fattibilità chiesto e ottenuto dal commissario Bortolo Mainardi, l’ipotesi dell’alta velocità direzione spiagge potrebbe andare definitivamente in archivio. Con tutte le sue criticità: dai costi alla contrarietà degli enti locali. Il secondo studio Proprio Mainardi, recuperati i 400mila euro necessari (per il primo studio di un tracciato che nessuno vuole sono serviti 14 milioni), ha concordato con i tecnici di Rfi e Italferr il percorso di un secondo studio centrato sul quadruplicamento dell’attuale linea ferroviaria. Si punterebbe in sostanza a fare perno sull’esistente, la Mestre-Portogruaro, linea da modernizzare e ampliare ma in grado di superare la questione economica (l’alta velocità a servizio delle spiagge avrebbe un costo di 44 milioni di euro al chilometro, contro i 15-18 della media europea) e l’opposizione dei sindaci. L’incontro con i sindaci L’altro giorno, spiegando ai 14 diretti interessati (13 dei quali si sono opposti al tracciato lagunare) in una riunione che ha visto anche presenti l’assessore ai Trasporti del Veneto Renato Chisso (“sponsor” della Tav sulla costa), la presidente della Provincia Francesca Zaccariotto e il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, Mainardi ha visto qualche faccia più distesa. L’alternativa è al momento solo «eventuale», sottolinea il commissario, ma convince di certo più di una prima ipotesi strabocciata. La sfida «Ci saranno perplessità legate soprattutto all’inquinamento acustico – commenta –, ma si tratta di guardare al domani, di avere il coraggio della sfida, con i sindaci che possono diventare protagonisti della partita. Abbiamo ferrovie vecchie 150 anni e treni che vanno da Mestre a Trieste a 75 all’ora, si deve fare il possibile per trovare una soluzione condivisa». I comitati no-Tav? «Faccio il mio lavoro. Mi limito solo a osservare il paradosso che in Veneto protestano gli stessi che in Val di Susa dicono no al nuovo tracciato chiedendo il potenziamento dell’esistente». Quanto al fatto che ci sono voluti 15 anni per iniziare a pensionare la Tav balneare, Mainardi preferisce non commentare: «Sono qui da soli sei mesi, questioni politiche e polemiche non appartengono al mio ruolo». Il nodo Marco Polo Rimane aperto il nodo aeroporto. Al Marco Polo il collegamento con l’alta velocità sarà garantito dal bivio di Dese, con un raccordo ferroviario già pensato per il Sistema ferroviario metropolitano regionale del Veneto, ma nello studio di fattibilità in cantiere si prevede che le merci non passino per la stazione di Mestre e l’aeroporto. Venezia insiste sin d’ora con il sindaco Orsoni: non arrivare al Marco Polo sarebbe una sconfitta. Critiche, pure nei confronti del commissario, riprese dal presidente della Save Enrico Marchi che chiede lo stesso trattamento di Francoforte, Parigi, Lione: una direttiva dell’Ue dispone che i loro scali vengano raggiunti dall’alta velocità..