Dal Piccolo del 18/05/12
Caso Alina, “rimosso” il dirigente
di Corrado Barbacini Da ieri mattina Carlo Baffi non è più responsabile dell’ufficio immigrazione della Questura di Trieste. È questa la prima conseguenza interna alla polizia del caso di Alina Bonar Diachuk, la donna ucraina detenuta arbitrariamente in una stanza chiusa a chiave all’interno del commissariato di Opicina che si è suicidata davanti all’obiettivo delle telecamere a circuito interno. Baffi è ufficialmente in «congedo ordinario», vale a dire in ferie. Fino a quando? Non si sa. Perché come spiega, con un paradosso, il questore Giuseppe Padulano «tornerà quando deciderà di rientrare». Ma è evidente che si tratta del «congelamento» delle funzioni del dirigente finito nella bufera in attesa di inevitabili decisioni amministrative collegate alla vicenda per la quale è accusato di sequestro di persona e di omicidio colposo della giovane ucraina. Certo è che si tratta di congelamento delle funzioni che è stato anche interpretato come una sorta di rimozione dall’incarico. E sempre da ieri al vertice dell’ufficio immigrazione della Questura è stato nominato temporaneamente Stefano Simonelli, responsabile del Gabinetto. È un fuzionario con una lunga esperienza passata negli anni scorsi nello stesso ufficio alla Questura di Gorizia. «Il dottor Baffi si trova a casa a Trieste per cercare di definire al meglio la sua linea difensiva. Non lavora. Deve studiare gli atti che lo riguardano in vista delle inevitabili contestazioni da parte della procura», ha dichiarato il difensore Paolo Pacileo. Che nei giorni scorsi – come primo atto formale di questa inchesta difficile e spinosa – ha proposto un’istanza al Tribunale del riesame per l’annullamento del verbale di sequestro dei libri e dell’altro materiale prelevato mercoledì dell’altra settimana a casa di Carlo Baffi. Si tratta di una decina di volumi dichiaratamente antisemiti: gli autori sono, tra gli altri Julius Streicher, Adolf Hitler e Julius Evola. Erano una minima parte di una biblioteca contenente non meno di 500 volumi in gran parte riconucibili all’ideologia nazifascista ma c’erano anche libri di autori di sinistra. Addirittura nel bagno della casa gli agenti e i finanzieri che hanno effettuato la perquisizione assieme al pm De Bortoli, hanno trovato un manifesto fascista e in una nicchia una copia del libro Mein Kamf. Tutto questo è stato fotografato e fa parte del fascicolo del magistrato inquirente. Nella scrivania di Baffi al terzo piano della Questura gli agenti durante la perquisizione avevano trovato una targa posticcia con una foto di Mussolini e la dicitura “Ufficio epurazione”. Lo stesso pm Massimo De Bortoli ha indagato anche due poliziotti coinvolti nella vicenda. Si tratta dei due agenti in servizio al commissariato di Opicina che si trovavano impegnati nella vigilanza nelle ore in cui è stata illegittimamente detenuta Alina Bonar Diachuk. A loro vengono contestate le accuse di violata consegna e di omicidio colposo. L’avviso di garanzia è stato notificato l’altra mattina. Poche ore prima c’era stata una manifestazione di protesta.