STUDENTI UDINE: blitz contro il videocontrollo nelle scuole

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Dal MV del 28 luglio 2011
UDINE. Raid dimostrativo del Movimento studentesco udinese contro l’installazione di 93 telecamere nel Centro studi. Nella notte fra martedì e mercoledì, i giovani hanno esposto striscioni davanti alla sede della Provincia, all’ex deposito Saf, ai licei Copernico e Marinelli chiedendo che i 900 mila euro stanziati dall’amministrazione provinciale per gli occhi elettronici siano invece destinati al restauro delle sedi scolastiche definite “fatiscenti”.

In calce alla nota il Movimento sposta l’attenzione sulla mancanza di spazi sociali e assicura di essere pronto «a occupare e liberare una nuova area dopo il sequestro, nel 2009, del Centro sociale di via Scalo nuovo».

Messaggero Veneto del 28/07/11

 

Scuole sotto controllo gli studenti si ribellano

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Udine, blitz notturno del Movimento contro le telecamere previste dalla Provincia: «Meglio spendere quei 900 mila euro per restaurare le sedi fatiscenti.»

di Michela Zanutto

UDINE. Raid dimostrativo del Movimento studentesco udinese contro l’installazione di 93 telecamere nel Centro studi. Nella notte fra martedì e mercoledì, i giovani hanno esposto striscioni davanti alla sede della Provincia, all’ex deposito Saf, ai licei Copernico e Marinelli chiedendo che i 900 mila euro stanziati dall’amministrazione provinciale per gli occhi elettronici siano invece destinati al restauro delle sedi scolastiche definite “fatiscenti”.

Il nuovo sistema di video-sorveglianza che i tecnici della Siemens stanno installando in questi giorni dovrebbe entrare in funzione prima della fine dell’anno. Saranno 50 le telecamere fisse e 11 quelle mobili comandate a distanza all’interno del Centro studi. I nuovi impianti, collegati direttamente con la Questura e la Protezione civile, saranno installati tra viale Leonardo da Vinci, viale Cadore, via Galilei e vicolo Aspromonte. Nell’area compresa tra via Planis, via Renati e via Diaz saranno invece 25 le telecamere fisse e 7 quelle mobili. In tutto 93 occhi elettronici che i ragazzi percepiscono come una lesione della loro privacy.

«Il Movimento studentesco ha deciso di appendere degli striscioni simbolici su diversi edifici della città portando avanti da un lato la critica al progetto delle telecamere, dall’altro la volontà di riappropriarsi di uno spazio sociale», si legge in una nota diffusa ieri. I ragazzi criticano anche il merito: «Secondo la Provincia le telecamere servirebbero a limitare episodi di bullismo, spaccio e danneggiamento degli edifici scolastici, ma questi fenomeni non avvengono spesso nei paraggi delle scuole. Nello specifico, il bullismo è ridotto nella nostra città e solitamente si manifesta all’interno delle aule. Problemi legati allo spaccio negli istituti udinesi non ce ne sono stati negli ultimi anni e il danneggiamento degli edifici non è un episodio che accade di frequente. Piuttosto che spendere 900 mila euro per prevenire fatti così marginali, l’assessorato potrebbe impegnarsi a ristrutturare le scuole udinesi, per esempio la succursale del Copernico, o a trovare sistemazioni migliori per scuole in crescita».

In calce alla nota il Movimento sposta l’attenzione sulla mancanza di spazi sociali e assicura di essere pronto «a occupare e liberare una nuova area dopo il sequestro, nel 2009, del Centro sociale di via Scalo nuovo».

La replica di Ioan. E la Provincia come replica? L’assessore all’edilizia scolastica, Adriano Ioan, garantisce che quelle telecamere sono necessarie alla sicurezza del territorio, intesa non in chiave antivandalica, bensì contro le calamità naturali e gli incendi. «Il progetto che vede coinvolto il Centro studi – dice – è inserito in un appalto complessivo costato 2 milioni di euro. Le telecamere saranno installate sull’intero territorio provinciale per monitorare i sottopassaggi, gli uffici, i palazzi e i magazzini della Provincia». E ancora: «L’installazione è stata concordata con Questura e Protezione civile. Le immagini potranno essere utilizzate solo dalle forze dell’ordine su mandato del magistrato».

 

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Report e foto su indymedia

 

Report su www.studentiudine.org


No alla repressione, si agli spazi sociali

In seguito alla decisione della Provincia di installare 93 telecamere (costo d’installazione 900 mila euro) nelle vicinanze dei maggiori istituti superiori di Udine, il Movimento Studentesco di Udine ha deciso di appendere degli striscioni simbolici su diversi edifici della città portando avanti da un lato la critica al progetto delle telecamere, dall’altro la volontà di riappropriarsi di uno spazio sociale.
Secondo la Provincia, le telecamere servirebbero a limitare episodi di bullismo, spaccio e danneggiamento degli edifici scolastici. Le motivazioni che giustificano questa enorme spesa sono inconsistenti: questi fenomeni non avvengono frequentemente nei paraggi delle scuole. Nello specifico il bullismo è un fenomeno ridotto nella nostra città e solitamente avviene in classe; problemi legati allo spaccio negli istituti udinesi non ce ne sono stati negli ultimi anni; il danneggiamento degli edifici non è un episodio che accade di frequente. Piuttosto che spendere 900 mila euro per prevenire fatti così marginali, l’assessorato all’edilizia scolastica potrebbe impegnarsi a ristrutturare le scuole udinesi (per es. la succursale del Copernico) o a trovare sistemazioni migliori per scuole in crescita (alcune classi del Marinelli vengono ancora collocate all’interno del Malignani con conseguenti problemi di vicinanza al proprio istituto). Denunciamo quindi il progetto come strumento di controllo della popolazione studentesca che andando a scuola sfilerà sotto questi occhi elettronici, riportandoci alla mente scene alla “1984” di G. Orwell. Controllo e repressione non servono agli studenti per crescere.
Vogliamo inoltre porre l’attenzione sulla cronica mancanza di spazi sociali in città.
A Udine non ci sono molti luoghi di aggregazione per giovani e studenti, in centro non esistono luoghi per la musica e le proposte di riadattare le zone ex-deposito Saf e ex-Domenichelli costruendo mense, biblioteche o spazi dedicati agli studenti (vista la vicinanza con il centro studi) sono state rifiutate. Fino a due anni fa esisteva il centro sociale di via scalo nuovo che rispondeva a queste esigenze, tuttavia è stato sequestrato nel 2009 dai carabinieri durante una riunione del Movimento Studentesco. Questo fatto è già stato da noi denunciato come aggressione agli studenti impegnati nell’attività politica e ad un posto sociale importante nella storia della città.
Con queste premesse, l’affissione degli striscioni e questo comunicato vogliono essere segni di appoggio al collettivo del Centro Sociale Autogestito “in esilio” assieme al quale il Movimento Studentesco di Udine è pronto a occupare e liberare un nuovo spazio in città.

Movimento Studentesco – Udine
studentiudine.org
studentiudine@inventati.org

Palazzo Belgrado – Sede della Provincia
NO TELECAMERE – SI SPAZI SOCIALI

L.s. Copernico
SICUREZZA NON E’ REPRESSIONE


L.s. Marinelli

LA POLIZIA TI SPIA! – NO TELECAMERE

Ex-deposito Saf
LO STUDIO NON SI COMPRA AL CENTRO COMMERCIALE