Da Il Piccolo del 25/11/10
A Trieste è quello di Fisica il tetto della protesta
Professori e ricercatori uniti contro il decreto ministeriale: «Si rischia davvero il collasso»
IL CASO
di GABRIELLA ZIANI
TRIESTE Come in molti atenei italiani ieri anche a Trieste il tetto dell’Università è sembrato il pulpito migliore per esprimere ancora una volta, e con maggior forza, tutto il dissenso sul decreto Gelmini, e anche sugli emendamenti che via via (fino al nuovo blocco della discussione) entravano nel dibattito della Camera. Una cinquantina tra ricercatori, associati, professori ordinari, assegnisti di ricerca e studenti sono saliti sul tetto (piatto) del Dipartimento di Fisica, molti di loro indossando un elmetto giallo comprato per l’occasione.
I dimostranti hanno informato dell’iniziativa il rettore Francesco Peroni, ieri impegnato a Roma, e ne hanno incassato la solidarietà. Peroni è apertamente e pubblicamente schierato contro una legge di riforma che parte «a costo zero», e contro una politica finanziaria che deprime il mondo universitario fino a una previsione di collasso generale: alla severa analisi della situazione affidata alla sua prolusione ha accompagnato, per l’inaugurazione dell’anno accademico, un minuto di silenzio di tutta l’aula magna in segno di protesta.
Docenti e studenti non hanno passato la notte sul tetto, ma si sono resi a lungo visibili anche con striscioni, uno nero in segno di lutto, e uno giallo che è il colore della protesta.
Intanto oggi si riunisce il Consiglio degli studenti e sarà chiamato ad approvare un documento proposto da Marco de Helmerson, rappresentante di Medicina, che si rivolge soprattutto alla Regione, come ente intermedio rispetto al Governo, e quasi nella direzione di un federalismo già vigente. Il testo chiede alla Regione di supplire a quanto lo Stato nega in fatto di diritto allo studio, e di integrare (nei modi che ritiene) i soldi che mancano dal Fondo di finanziamento ordinario (Ffo), di premere sul Governo affinché l’Università non sia finanziata con interventi estemporanei di fine anno, che non si introduca il «prestito d’onore» per gli studenti perché non conforme al dettato costituzionale circa appunto il diritto allo studio, e infine che si tenga in generale conto del fatto che se un laureato presta poi servizio a favore della società civile, è la società civile che deve occuparsi di renderlo «un laureato». L’ultimo appello è affinché vengano depennati i finanziamenti pubblici a tutte le scuole private anche se parificate, sempre in base alla Costituzione. Sul documento, se approvato, gli studenti intendono raccogliere il maggior numero di firme possibile.
UNIVERSITA’
I manifestanti “abbracciano”
l’ateneo in segno di protesta
Un “abbraccio” di gruppo di studenti, ricercatori e docenti ha circondato oggi l’edificio centrale dell’Università di Trieste, in segno di protesta contro la riforma Gelmini. Circa 150 persone si sono strette simbolicamente attorno all’Università, per contestare la riforma del Governo