STUDENTI TRIESTE: repressione all’Oberdan (agg.20/12)

Dal piccolo del 20/12/12

Oberdan, i ragazzi rischiano di pagare i danni

Occupazione: chiusi i “processi” ma ancora niente comunicazioni ufficiali. Attese ammonizioni scritte

Un’ammonizione scritta, l’abbassamento del voto in condotta e il pagamento dei danni provocati dall’irruzione della Digos e dalla successiva pulizia degli ambienti scolastici affidata ad una ditta esterna. Non c’è ancora nulla di ufficiale, ma pare siano queste le sanzioni decise per “punire” i 32 studenti del liceo scientifico Oberdan che lo scorso 4 dicembre hanno occupato per poche ore la sede centrale di via Veronese con l’intento di effettuare alcuni piccoli lavori di tinteggiatura. L’altra sera si è conclusa la seconda tornata del “processo” che ha visto i 32 occupanti (solo quattro dei quali maggiorenni) rispondere ai Consigli di classe straordinari cui hanno preso parte preside, professori, rappresentanti degli studenti e dei genitori, e gli alunni “incriminati” (se minorenni accompagnati da genitori). «È pacifico che nella nozione di “fatti che turbino il regolare andamento della scuola” rientra l’entrare nottetempo nell’edificio, barricarsi all’interno ostruendo gli accessi con banchi, armadi, sedie e quant’altro, sigillare con catene e lucchetti le porte così impedendo l’ingresso, all’ora di inizio delle lezioni, di personale docente e non docente oltre che della maggioranza degli studenti», spiega in una nota Lorenzo Cosoli, presidente del Consiglio d’istituto dell’Oberdan. Questo dunque il motivo per cui si è deciso di sanzionare gli studenti occupanti: l’aver turbato il regolare andamento della scuola. Ma «la scuola non è un Tribunale. La scuola deve insegnare anche ad affrontare e vivere il conflitto», scrive Marco Barone, rappresentante dei Cobas scuola Trieste, che ha espresso la sua solidarietà agli occupanti. «Ma in questo processo ogni difesa è inutile: tutto era già deciso. La sanzione era già stata decisa. Si tratterà di una cosa minimale, ininfluente sul piano della valutazione, ma determinante per il precedente che si è realizzato». Tra i genitori le valutazioni variano. «È stata messa in scena una macchina assurda per giudicare i nostri figli, anche se poi ho visto più collaborazione da parte dei professori rispetto a quanto mi aspettassi». Così racconta la madre di una studentessa. «Io condivido le idee di mia figlia e sono contenta che le porti avanti. Di fronte alla negazione della scuola di poter avere tre giorni per discutere del presente e del futuro di ciò che li circonda, hanno deciso di occupare. Personalmente hanno la mia solidarietà». Molti genitori però sono ancora arrabbiati per la convocazione dei Consigli di classe straordinari. «Sì, è vero. Credo che poi dipenda da classe a classe. Non tutti i professori sono uguali… comunque attendiamo di capire quale sarà la sanzione ufficiale e soprattutto se dovremo pagare i “danni” per l’occupazione». La cifra non è stata ancora divulgata. Si parla di circa 800 euro. Riccardo Tosques

 

 

 

MARTEDI’ 18 ALLE 15 PRESIDIO DI SOLIDARIETA’ FUORI DALL’OBERDAN

 

Dal Piccolo del 19/12/12

 

Studenti “sotto giudizio” Presidio al liceo Oberdan

Una sessantina tra ragazzi e professori assiepati sulla scalinata dell’entrata principale del liceo scientifico Oberdan. Lo striscione «Non ci avrete mai come volete voi» srotolato sulla ringhiera. La Digos a monitorare la situazione. Si è svolto così il presidio pacifico organizzato dagli studenti delle scuole triestine per esprimere solidarietà ai 32 “oberdanini” identificati dalle forze dell’ordine durante l’occupazione della sede centrale dell’istituto avvenuta il 4 dicembre e finiti sotto giudizio da parte dei Consigli di classe straordinari. Già prima delle 15 in via Paolo Veronese è stato una via vai di genitori al seguito dei ragazzi minorenni. Complessivamente, sui 32 identificati, solo in quattro hanno già la maggiore età. La prima tornata di quella che in molti hanno ribattezzato come «l’inquisizione scolastica» si era svolta la scorsa settimana. Ieri pomeriggio l’ultimo giro di “consultazioni” per decidere il futuro degli studenti. A fornire supporto ai ragazzi anche un manipolo di professori che hanno evidenziato all’unisono come «la repressione non sia la via ideale per raggiungere un dialogo costruttivo con i ragazzi».

 

 

 

Dal Piccolo del 15/12/12

Oberdan, via al “processo” agli occupanti

Volevano ridipingere la loro scuola, rischiano di essere sospesi. È partito il “mega processo” ai 32 studenti del liceo scientifico Oberdan identificati dalla Digos lo scorso 5 dicembre durante l’occupazione della sede centrale dell’istituto di via Veronese. Un’occupazione pacifica, contraddistinta da un unico danno alla struttura: il vetro rotto dalla Polizia per sgomberare l’edificio. Ben 28 di questi alunni – che dovranno essere giudicati dai rispettivi Consigli di classe straordinari – sono minorenni. Tra i quattro che hanno raggiunto la maggiore età il 18enne Niccolò Fragasso. Iscritto alla 5C Niccolò non passa certo inosservato. Capello lungo riccio, pizzetto incolto, parlantina sciolta. Fragasso, che coltiva tra le sue passioni il giornalino scolastico, sarà “processato” martedì. Essendo maggiorenne si difenderà da solo. «Tenterò di evidenziare come questa scelta (voluta dal Collegio docenti, ndr) di giudicare gli studenti per un’occupazione non violenta sia soltanto una pagliacciata, peraltro priva di alcun valore “educativo”: personalmente rifarei quello che ho fatto e so di non essere il solo a pensarla così», racconta Niccolò. Lo studente dell’Oberdan ci svela come venerdì siano stati organizzati i primi Consigli di classe straordinari, composti dalla preside del liceo scientifico Maria Cristina Rocco, dai professori e dal singolo studente (se minorenne accompagnato da un genitore), in cui dunque spiccano l’assenza dei rappresentanti sia degli studenti che dei genitori. «La cosa paradossale è che ci processano senza muoverci un’accusa precisa, scritta, formale: difendersi dunque è più difficile, anche perché hanno ben pensato di fare 32 sedute separate», prosegue Niccolò. Interessante capire poi il comportamento assunto dai professori. «La maggior parte di loro, al momento di pronunciarsi, ha preferito astenersi oppure votare contro gli studenti perché non condividono i nostri metodi». E i genitori? «Per ora in molti hanno difeso i propri figli e quindi l’occupazione, altri invece si sono sentiti quasi imbarazzati dalla vicenda». Ma cosa ne pensano i genitori di Niccolò? «Non sono contenti, vorrebbero che io rinunciassi agli ideali in cui credo. Mi spiace per loro, ma io vado avanti». In merito alle sanzioni comminate per ora di ufficiale pare ci sia soltanto l’ammonizione. Voci parlano poi di nota sul registro, abbassamento del voto di condotta e lettera di diffida da parte del Consiglio di classe a ripetere l’occupazione. Lo spettro della sospensione sembra definitivamente allontanato. Intanto l’Unione degli studenti lancia l’appello di un presidio in vista della seconda e ultima tornata di processi prevista per martedì: «Chiediamo che si presentino a dare man forte ai ragazzi gli studenti di tutte le scuole triestine, ma anche i genitori e chiunque voglia esprimere il proprio dissenso rispetto alle decisioni della preside e dei docenti». Riccardo Tosques