Anche a Trieste gli studenti e le studentesse sono scesi in piazza contro i tagli al sistema scolastico, contro la legge Aprea e contro le politiche sulla scuola del governo Monti e del ministro Profumo.
Non a caso uno dei cartelli esibiti durante il corteo portava la scritta “Sento puzza di Profumo…”
Il corteo, organizzato dall’UDS, è partito da Piazza Goldoni alle 9.30 ed ha sostato per diverso tempo sotto il Consiglio regionale in Piazza Oberdan, per contestare le politiche regionali sulla scuola e sull’università. I poliziotti in assetto antisommossa si sono schierati davanti al portone, mentre dagli studenti volavano aeroplani di carta e slogan. Dopo il corteo è ripartito ed è arrivato, con circa un migliaio di partecipanti, in Piazza della Borsa. Qui il corteo si è diviso: una parte si è fermata per un’assemblea pubblica in piazza e una altra parte ha continuato a manifestare, arrivando prima davanti alla Questura, poi sulle rive e infine in piazza Libertà, dove la manifestazione si è conclusa con un sit-in.
Tutto sommato un corteo riuscito, anche se formato quasi interamente da studenti delle superiori. C’erano comunque anche alcuni universitari che hanno creato un piccolo spezzone, con cartelli che invitavano gli studenti a mobilitarsi a non subire passivamente il taglio delle facoltà e la controriforma dell’università. Importante e da segnalare la presenza di una delegazione dei lavoratori della Sertubi – da più di un mese in presidio permanente in Piazza della Borsa perché l’azienda minaccia la chiusura e il licenziamento di tutti gli operai – che, con uno striscione, ha accompagnato il corteo. Non a caso il corteo è finito in quella piazza proprio per testimoniare la solidarietà agli operai che sono anche intervenuti al microfono.
Lungo il corteo è stato distribuito dai compagni/e del Gruppo Anarchico Germinal un volantino sulle denunce piovute in città in questi giorni contro coloro che avevano partecipato alle manifestazioni contro la presenza di Moretti e no tav e di fine febbraio – inizio marzo, volantino che è stato anche letto all’assemblea in piazza.
r. e f.
Altre foto del corteo:
Articolo del Piccolo:
SCUOLA»LA PROTESTA
di Laura Tonero Studenti in corteo, città nel caos. Giornata di autunno caldo, come in molti altri capoluoghi italiani. Ieri un migliaio di alunni degli istituti superiori affiancato da alcuni universitari, alcuni docenti e personale Ata aderenti a Flc-Cgil ha bloccato Trieste. Nel mirino le istituzioni finanziarie, i rappresentanti del governo, i politici regionali e le precarie condizioni delle strutture scolastiche. «Di fatto nelle scuole e nelle università – ha spiegato poi un comunicato dell’Unione degli Studenti – si sta portando a compimento un processo di privatizzazione che vede anche l’istruzione e il sapere assoggettati alle leggi della concorrenza e del profitto». L’appuntamento era stato fissato per le 9 in piazza Goldoni. Da lì è partito il serpentone umano che metro dopo metro ha bloccato centinaia di automobilisti triestini. Fino alle 13.40 la città è rimasta nelle mani dei manifestanti. Primi passi in via Carducci, poi dritti in piazza Oberdan dove un momento di tensione ha rischiato di mandare all’aria lo svolgimento peraltro pacifico della manifestazione. Gli studenti hanno tentato infatti di entrare nella sede del Consiglio regionale. Hanno acceso un fumogeno. Un gruppo di poliziotti in tenuta antisommossa proveniente da Padova, già schierato, ha preso in mano scudi e indossato i caschi. Un gesto preventivo, rimasto tale. Le forze dell’ordine hanno tentato una mediazione. Il consigliere regionale Igor Kocijancic (Sinistra Arcobaleno) è uscito dal portone del palazzo regionale per proporre ai manifestanti di far salire una delegazione. «Tutti o nessuno», è stata la risposta. «Volevamo capire cosa succede là dentro – ha spiegato Andrea, uno degli studenti più attivi nell’organizzazione della manifestazione – cosa succede dei soldi e delle idee». Da piazza Oberdan gli studenti si sono poi spostati in via Ghega e poi dritti in via Roma. Una marcia lenta scandita dalle note di gruppi musicali come Assalto Frontale o Mista Man diffusi da un impianto che ha lasciato parecchie volte senza ritmo il corteo. Sosta sotto la sede della Lega Nord, caratterizzata da insulti e accensione di fumogeni. Ma «hanno individuato il bersaglio sbagliato – ha poi replicato il segretario provinciale del Carroccio Pierpaolo Roberti – la Lega si è opposta ai tagli alla scuola». In Corso Italia i manifestanti si sono inaspettatamente divisi: da una parte un centinaio di aderenti all’Unione degli Studenti (UdS), dall’altra un gruppo nutrito che fa riferimento al neonato Autogestito Scoordinamento studentesco Ass (ex Occupy Trieste) e alla Casa delle Culture di Ponziana. Gli studenti dell’UdS si sono uniti al presidio dei lavoratori Sertubi in piazza Borsa. «Tra Ass e Uds ci sarà collaborazione – ha precisato Tommaso Gandini dell’Autogestito – ma pur avendo stessi obiettivi non adottiamo le stesse pratiche: noi infrangiamo le leggi, siamo studenti disobbedienti». I manifestanti, facendo uno strappo al percorso concordato, hanno imboccato, mandando in tilt il traffico, via del Teatro Romano. Slogan contro la polizia all’altezza della Questura, poi tutti seduti a terra. Arrivati in piazza Unità, i ragazzi hanno snobbato il palazzo della Giunta regionale per proseguire lungo le Rive, direzione Stazione ferroviaria. «Ci bloccano il futuro – urlavano – noi blocchiamo la città». E ci sono riusciti. Ultima tappa in piazza Libertà. Seduti a terra, si sono dati appuntamento alle 13.15 di oggi per andare tutti a Venezia all’apertura dell’anno accademico universitario. E la protesta nei prossimi mesi continuerà. «Non è nostra intenzione occupare le scuole, – dice Gandini – barricandoci negli istituti non abbiamo ottenuto nulla: ora preferiamo uscire e far conoscere il nostro disagio»
Da Trieste all news.it
«No ai privati nella scuola», gli studenti per due ore “occupano” il centro di Trieste
- CRONACA Quasi mille partecipanti alla manifestazione di protesta lungo le vie del centro, l’Uds: «Ci vogliono ignoranti, ci avranno ribelli. Non ci fermeremo»
- 12.10.2012 | 23.59 – Studenti delle scuole superiori e dell’Università e professori hanno dato vita oggi a una manifestazione di protesta lungo le vie del centro di Trieste.
Quasi mille persone hanno sfilato in corteo in occasione della giornata di mobilitazione nazionale della scuola indetta, secondo gli organizzatori, «per rigettare i provvedimenti che si vogliono introdurre con il Pdl 953 (ex Aprea) e di fatto andrebbero a far entrare i privati nelle scuole, cancellando la rappresentanza studentesca e introducendo l’Invalsi come metro di valutazione».
Il corteo, partito – come sempre in queste occasioni – da piazza Goldoni, ha attraversato via Carducci per poi fermarsi davanti alla sede del Consiglio regionale, in piazza Oberdan, dove era presente la polizia in tenuta anti sommossa. Qui i manifestanti hanno chiesto l’intervento del presidente della Regione Renzo Tondo perché si faccia portavoce del ”no” del mondo della scuola regionale alla legge Aprea. «Non abbiamo intenzione di accettare che i privati entrino nelle scuole e che vengano valutata la nostra preparazione in base a degli esami a crocette» hanno scritto gli studenti sui volantini distribuiti durante la manifestazione.
«Oggi Trieste era piena di studentesse e studenti pieni di rabbia e di voglia di lottare – si legge sulla pagina Facebook dell’Unione degli studenti -. Una lotta, quella in cui siamo tutti ingaggiati, che non si fermerà fino a quando l’Aprea sarà stata fermata, come 4 anni fa, e fino a quando le nostre scuole smetteranno di cadere a pezzi, e l’istruzione ed il nostro futuro saranno un diritto non solo sulla carta, ma una certezza nelle nostre vite».
«Siamo stanchi di tutto questo, ma non ci stancheremo mai di lottare, per una scuola, per una società, giuste – sostengono gli studenti -. Ci vogliono ignoranti, ci avranno ribelli. La scuola è la nostra seconda casa, e noi la difenderemo contro questo processo di smantellamento totale e continuo, già iniziato con gli 8 miliardi di tagli della legge Gelmini».
La protesta a Trieste, che ha provocato forti disagi al traffico rimasto praticamente paralizzato in centro per oltre due ore, si è svolta in modo pacifico. Solo il lancio di alcuni fumogeni ha fatto salire per pochi minuti la tensione con la polizia pronta a intervenire ma tutto è rientrato presto nella normalità. Gli studenti però annunciano altre iniziative di lotta. «Siamo pronti a combattere. Oggi era solo l’inizio – fanno sapere i ragazzi dell’Uds -. Domani, alle 17 in via Valdirivo 30, ci sarà una riunione, per decidere come continuare».
Roberto Toffolutti