Dopo l’occupazione simbolica del teatro romano si è formato un corteo spontaneo di circa 200 studenti (universitari ma anche qualcuno delle superiori) che ha attraversato rumorosamente tutto il centro città con varie soste per bloccare il traffico. Per oggi nuove assemblee e mobilitazioni.
Info-action reporter
Protesta università FOTO
Occupato il Teatro Romano
Si allarga la protesta degli universitari contro la riforma Gelmini. A Trieste, dopo che un gruppo di studenti, ricercatori e docenti ha circondato l’edificio centrale dell’ateneo, i manifestanti hanno “occupato” il Teatro Romano GUARDA Occupato il Teatro Romano | “L’abbraccio” dei manifestanti | La protesta sui tetti LEGGI Università, contro i tagli studenti e ricercatori sul tetto di Fisica
Dal Piccolo
VENERDÌ, 26 NOVEMBRE 2010
A Trieste l’occupazione del Teatro Romano
In mattinata l’abbraccio simbolico dell’edificio centrale dell’ateneo. Zilli: «Può ancora succedere di tutto»
TRIESTE Dai segni di ”affetto” di piazzale Europa al sit-in davanti alla Prefettura, per finire con l’occupazione, seppure simbolica, del Teatro Romano. La protesta delle Università si è articolata ieri in città in una serie di iniziative che sembravano quasi unite da un’ipotetica linea diretta con quanto stava succedendo nei medesimi momenti nelle altre città italiane. Così in mattinata c’è stato l’”abbraccio” di un gruppo di studenti, ricercatori e docenti, che ha circondato l’edificio centrale dell’Università per contestare la riforma Gelmini. Circa 150 persone si sono strette attorno alla struttura per stigmatizzare ancora una volta le scelte del governo.
Seconda puntata nel pomeriggio, aperta verso le 17 e 30 davanti al palazzo della Prefettura con un sit-in variegato, che ha unito ancora una volta studenti e professori. Al termine le circa 250 persone hanno dato vita a un corteo spontaneo che ha fatto tappa nel vicino Teatro Romano. «Ci è sembrato un giusto parallelismo – ha detto Vania Macovaz, uno dei leader studenteschi – visto che nelle altre città italiane sono stati scelti come luoghi di occupazione temporanea monumenti-simbolo come la Torre di Pisa, la Mole Antonelliana a Torino, il Colosseo a Roma e la basilica del Santo a Padova». In seguito il corteo si è snodato lungo il Corso Italia, piazza Goldoni, via Carducci, la Stazione centrale, con notevoli problemi al traffico.
Intanto è stata vissuta come una mezza vittoria lo spostamento a martedì in Parlamento della discussione sugli ultimi sette articoli del decreto legge. «Da oggi ad allora – commenta Sergio Zilli, coordinatore dei ricercatori – può ancora succedere di tutto. Può anche capitare che quello che è successo, e che nessuno si aspettava, abbia un minimo di ricaduta…».
La strategia del governo Berlusconi sembra inspiegabile. «Mi chiedo e ci chiediamo – sottolinea Zilli – che scopo ha impuntarsi su un testo di legge che non comporta risparmi nè aumenti di spesa, non ha ricadute per il governo ma in compenso ha un impatto emotivo molto forte sulla società. «Forse – conclude – sarà un atto di forza, di sostegno al ministro Gelmini. Magari è un segnale all’Italia che non si accetta il dissenso, men che meno quello di quei rompiballe degli universitari…». (f.b.)