Da Il Piccolo
MARTEDÌ, 30 NOVEMBRE 2010
STUDENTI IN FERMENTO
Università, occupazione simbolica del Rettorato
Oggi sit-in in piazza Oberdan per i tagli all’Erdisu imposti dalla Regione
Drappi gialli sulla statua della Minerva e sugli edifici del campus universitario. Hanno optato per una protesta ”cromatica” ieri pomeriggio gli studenti e i ricercatori dell’ateneo triestino, decisi a mantenere accesi i riflettori sulla riforma dell’istruzione superiore voluta dal ministro Gelmini. Protesta che, da piazzale Europa, si è poi spostata all’interno del rettorato, dov’è andata in scena una sorta di occupazione simbolica.
Alcune decine di studenti, ricercatori e professori associati, raggiunti dal tam tam scattato via sms, hanno preso possesso della sala Cammarata, in cui si svolgono normalmente le sedute del Senato accademico e Consiglio d’amministrazione, attendendo l’arrivo del rettore. Non una vera azione di forza, dunque, bensì una nuova occasione per innescare il dibattito e fare il punto sull’iter della riforma, che vivrà oggi un passaggio decisivo. Tra poche ore, infatti, l’aula di Montecitorio sarà chiamata ad esprimersi sul tanto contestato ddl.
E proprio in concomitanza con il voto alla Camera, gli studenti triestini daranno vita ad un sit-in in programma alle 11. Non più in piazzale Europa bensì, questa volta, in piazza Oberdan, davanti all’ingresso del Consiglio regionale. In città, infatti, l’opposizione alla rivoluzione disegnata da Maria Stella Gelmini si salda alla contrarietà ai tagli decisi dall’esecutivo regionale. «Chiederemo all’assessore all’Istruzione Roberto Molinaro o direttamente al presidente Tondo di rispettare gli impegni e di assicurare la copertura delle 2200 borse di studio assegnate in origine ad altrettanti studenti risultati idonei – spiega Jacopo Lillini – . Vogliamo capire con che criteri vengono assegnati i fondi. Perchè si tagliano le borse di studio e si destinano 3 milioni di euro per i buoni da assegnare alle famiglie che scelgono di iscrivere i figli alle scuole paritarie e private? Quello dell’allocazione delle risorse – conclude lo studente – è un problema politico». (m.r.)