STUDENTI: scuole in subbuglio a Trieste

da La Repubblica

Quegli indignados che occupano le scuole

Quegli indignados che occupano le scuole Il liceo Petrarca a Trieste

Sei occupazioni di mezza mattina, a Trieste. Duecento studenti del Coordinamento unito scuole Trieste hanno preso all’alba sei istituti superiori e le relative succursali: dodici scuole su diciassette. C’erano classici, scientifici, tecnici commerciali, il nautico. E’ arrivata la Digos, aiutata dai pompieri. Ha manganellato un po’, ferito un minorenne e alle dieci e trenta le classi sono tornate sgombre.

Solo al “Galvani” si è protratta la serrata dei ragazzi, asserragliati all’ultimo piano, ma la polizia ha trovato un varco dalla finestra. Finita la festa. Al Nautico hanno fatto pulire agli studenti le aule violate. È rimasto occupato un liceo in lingua slovena, questo non è stato attaccato dalla polizia. Ragioni diplomatiche.

A Cosenza i ragazzi di alcuni licei e alcune magistrali sono acampados nelle loro aule da tre giorni. L’aveva detto il movimento studentesco: “Il 15 ottobre con la sua violenza ci ha ricacciati indietro, ma noi torniamo a manifestare per conto nostro”.

Se l’unità dei movimenti non è possibile, se gli uniti per l’alternativa non riescono a tenere insieme centri sociali dialoganti e conflittuali, i licenziati del Sud restano distanti e distinti dai precari del Nord, allora il movimento studentesco torna da dove era partito tredici mesi fa: le occupazioni delle scuole. La stagione si rinnovava, allora, contro la legge Gelmini, oggi gli studenti si ispirano e rilanciano il movimento mondiale degli indignados. Già, indignados, loro, per le aule

cadenti in cui studiano e ora occupano.

Contro il fallimento del 15 ottobre di piazza si riparte con una stagione di nuove occupazioni. “Ci hanno buttato fuori dalle scuole, ora noi ci prendiamo tutta la città”, dicono a Trieste. Quelli dell’Udu, moderati di sinistra, venerdì saranno sotto il ministero dell’Istruzione: contro i tagli alle borse di studio. Venerdì 4 novembre si annuncia come una nuova giornata calda. Trenta cortei sono previsti, tra l’altro, a Torino, Milano, Roma, Bari, Genova, Cosenza, Pisa, ancora Trieste. E sit-in e nuove accampate. Nella giornata delle forze armate, si chiederà il taglio delle spese militari e il parallelo finanziamento del diritto allo studio e dell’edilizia scolastica. La lettura della lettera presentata in Europa dal premier, poi, ha fornito nuovo carburante al movimento studentesco: aumento delle tasse universitarie, libertà di licenziamento, privatizzazioni. “È la nostra generazione l’agnello sacrificale che Berlusconi ha portato sull’altare dell’Unione europea.

Il 9 novembre nelle città d’Italia mobilitazioni, assemblee, flash mob (ancora per l’edilizia scolastica e l’insufficienza di alloggi per gli studenti universitari). Il 17 novembre sarà la giornata internazionale del diritto allo studio, e lì le sigle studentesche saranno di nuovo insieme.

(26 ottobre 2011)

 


 

Da Il Piccolo

MARTEDÌ, 25 OTTOBRE 2011

Protesta, altre scuole in assemblea

Studenti riuniti oggi al Nordio, Oberdan e Deledda. Autogestione finita al Volta

Continua l’agitazione degli studenti delle scuole superiori triestine, anche se le proteste del Volta e del Galvani sembrano ormai essersi concluse. Ieri infatti, dopo una settimana di autogestione, le lezioni sono riprese regolarmente al Volta. «Abbiamo iniziato troppo presto rispetto agli altri istituti – commenta uno studente – e il risultato è stato che tra di noi ci siamo ritrovati disuniti». Tanto che, come spiega la dirigente scolastica Clementina Frescura in una circolare, sono stati gli studenti stessi a convenire sulla necessità di concludere l’esperienza dell’autogestione. «Ai ragazzi – recita la circolare – ho offerto la possibilità di usufruire di alcuni locali della scuola in orario pomeridiano (da concordare di volta in volta) per perfezionare gli eventuali documenti che intendessero presentare alla stampa e ai rappresentanti politici». La fine dell’autogestione sembra avvicinarsi anche al Galvani dove, come al Volta, la protesta è incominciata lunedì scorso. Racconta uno studente dell’istituto: «La preside ci ha proposto questa formula: cinque ore scolastiche normali, la sesta ora assemblea straordinaria, e, per chi ha la settima ora, una lezione normale senza verifiche ed interrogazioni». La risposta degli iscritti dovrebbe arrivare oggi. Il fatto che si stia esaurendo al Volta e Galvani, però, non significa che la protesta in sé sia al capolinea. Il “virus” dell’autogestione potrebbe contagiare altre scuole, sebbene – va precisato – non tutte. «C’è stata un’assemblea degli studenti del liceo Preseren – annuncia la preside Loredana Gustin -, e mi hanno comunicato che probabilmente da domani (oggi ndr) ci sarà l’occupazione di una parte della scuola». Assemblea straordinaria sempre ieri anche allo Slomsek, dove oggi potrebbe iniziare l’autogestione. Nelle prossime ore sono previste assemblee straordinarie anche al Nordio, Deledda e Oberdan. Clima diverso, almeno per il momento, in altri istituti. «La Digos mi ha telefonato subito dopo l’autogestione del Volta – osserva la dirigente del Fabiani Delia Bloise – dicendomi che eventuali occupazioni sarebbero state sgomberate subito. Ma da noi la situazione è tranquilla». «Anche da noi procede tutto in maniera regolare», le fa eco Egle Brancia riferendosi a Da Vinci, Carli, e Sandrinelli. Nulla da segnalare fino ad ora nemmeno al Nautico, Galilei, Dante, Carducci, Petrarca, Ziga Zois e Stefan. Ma le novità potrebbero arrivare da un momento all’altro: le proteste studentesche sono appena incominciate e, come concordano professori e studenti, l’effetto domino è sempre in agguato. Della questione si è occupato anche il consigliere provinciale della Lega Paolo Polidori che, in un’interpellanza, ha chiesto alla presidente Bassa Poropat «quali misure intende intraprendere al fine di salvaguardare l’integrità delle strutture e delle attrezzature degli istituti scolastici provinciali» messi a rischio, a suo giudizio, da eventuali occupazioni. Giovanni Ortolani