STUDENTI: foto e report del corteo di Trieste

Alcune centinaia di studenti delle superiori hanno partecipato al primo corteo di questa stagione indetto a livello nazionale, purtroppo la pioggia battente ha sfoltito durante il percorso i partecipanti.Oltre alle “classiche” rivendicazioni, da segnalare la contestazione al piano di installazione di telecamere nelle scuole (che ha visto anche una lunga sosta sotto la Provincia che promuove la cosa) e dei badge informatici agli ingressi. Infine c’è stata una lunga sosta sotto la sede della Lega Nord con numerosi slogan e interventi. Erano presenti una decina di compagn* anarchici e libertari che hanno diffuso un volantone di dibattito sul 15 ottobre e Umanità Nova.

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Dal Piccolo dell’8 ottobre

A Trieste nel mirino badge e telecamere

TRIESTE «Articolo 34 della Costituzione: a tutti è garantita la pubblica istruzione», urlano gli studenti delle scuole superiori triestine, scesi in piazza per protestare contro la manovra finanziaria e le politiche scolastiche, contro i tagli indiscriminati e la condanna alla precarietà. La manifestazione – organizzata dall’Unione degli studenti, in concomitanza con la mobilitazione nazionale lanciata dalla Rete della Conoscenza – ha preso vita ieri in piazza Goldoni, riunendo, in partenza, circa seicento ragazzi. Numeri che parlano di una protesta che fatica a decollare, per quanto gli appuntamenti in piazza si susseguano senza soluzione di continuità da diverse stagioni. La pioggia incessante non ha scoraggiato i presenti, le prime capitolazioni si sono avute soltanto all’arrivo in piazza Verdi: «La partecipazione è alta – racconta Alberto Rigo, studente del liceo Oberdan e rappresentante dell’Uds – la rabbia e la frustrazione sono ai massimi livelli: le nostre rivendicazioni risalgono, infatti, agli anni passati. Siamo stanchi di rimanere inascoltati». Rivendicazioni comuni agli studenti di tutta Italia che dicono “no” ai tagli e pretendono il rispetto del diritto allo studio, ma anche richieste di carattere locale: un maggiore impegno da parte della Provincia per sanare la situazione dell’edilizia scolastica e la mancanza di spazi adeguati e sicuri. Ma anche l’immediato ritiro del progetto che prevede l’installazione di telecamere all’interno degli istituti, considerato uno strumento di controllo autoritario e lesivo della privacy; una continuità didattica garantita dalla presenza a lungo termine dei professori, ora sostituiti di anno in anno perché non ottengono l’assegnazione delle cattedre. Contestato anche il “badge”, la tesserina elettronica che dovrebbe esser consegnata agli studenti dell’istituto Volta e che registrerà entrate, uscite, ritardi e assenze dei ragazzi. «Protestiamo contro le scuole-carceri», dicono tre studentesse dell’istituto Nordio, mentre Marta Iernetti, coordinatrice regionale dell’Uds, sottolinea a piena voce: «Ci hanno tolto le prospettive e il futuro, ora ci levano gli spazi e la libertà, presto ci toglieranno anche le mutande». L’assessore provinciale all’Edilizia scolastica Mariella De Francesco replica che le telecamere «servono soltanto a controllare che non ci siano atti di vandalismo nelle scuole». Vanessa Maggi