SPAGNA/ la rivolta dei minatori

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dal Corriere

Spagna, la rivolta dei minatori

Da dieci giorni i minatori spagnoli sono entrati in sciopero contro i tagli previsti dal governo Rajoy, In alcune città del Nord si sono verificati scontri con la polizia

 

da Nexus Co

Asturie: si espangono i conflitti dei lavoratori / I minatori si scontrano violentemente contro la polizia anti-sommossa

da Passapalavra (6 Giugno), foto dal Daily Mail (4 Giugno) (tradotto da NexusCo)

Vedere anche Video: Battaglia tra i minatori e la Guardia Civil nelle montagne Asturiane

La classe operaia asturiana è da sempre un punto di riferimento storico nel movimento operaio spagnolo e ha un grande senso di identità collettiva, costruita da oltre un secolo di lotta. di Miguel Pérez
Lo sciopero nel settore carbonifero in Spagna sta guadagnando nuove dimensioni, oltre ad attirare l’attenzione dei media. La lotta entra nella terza settimana di sciopero e la prospettiva di una soluzione consensuale sembra più lontana che mai. E’ difficile comprendere la natura radicale delle mobilitazioni e dei minatori spagnoli senza tener conto delle tradizioni di lotta di questo settore della classe operaia, che si trova ad affrontare una virtuale estinzione nel paese. Se i lavoratori delle miniere saranno in grado di radunare una grande risposta sociale nelle regioni colpite, in conseguenza alla crisi, ci sarà da chiedersi quali effetti avrà un duro conflitto sociale sul clima sociale complessivo e le questioni che sorgeranno.

L’inizio della terza settimana di sciopero nel settore carbonifero, sta rispettando le più rosee previsioni. La strada è quella di indurire le lotte e la tendenza è quella di estendersi sia nelle Asturie che nel Leon. E nelle Asturie ci sono stati -il Lunedi 4 giugno-, aspre battaglie con le forze di polizia, con almeno otto arresti. Tuttavia, hanno chiuso tre pozzi.

A una persona detenuta a Madrid, la settimana scorsa, gli era stata concessa la libertà provvisoria (facendo ricorso contro l’accusa del procuratore): questa persona è accusata di atti terroristici, in quanto ha rotto il naso ad un poliziotto (che sembrano dei duri con i loro caschi usati durante questi casi di “rivolta”) . Le immagini che circolano (vedere qui e qui) sono molto illuminanti. A ciò si è aggiunto anche lo sciopero dei trasporti, dove più di 50 veicoli sono stati sabotati dai picchetti, uno dei quali bruciati completamente.

Nella seconda settimana di sciopero dei minatori, la lotta si è radicalizzata in fretta. La dimostrazione del 31 maggio a Madrid è stato un successo – che ha riunito circa 10.000 persone – e si è conclusa con gravi scontri con le forze di sicurezza, che ancora una volta hanno mostrato la loro brutalità. La violenza della polizia è diventata il marchio di casa nei rapporti tra il governo di Rajoy con le proteste sociali. E queste proteste si stanno moltiplicando. Dall’ultimo sciopero generale del 29 marzo, il ritornello che circola nel nostro vocabolario politico è: La società imprigiona.

No estamos indignados, estamos hasta los cojones” è stato uno degli slogan delle bandiere, oltre ad essere un riferimento diretto al salvataggio di Bankia. In effetti, la sensazione generale è ormai qualcosa che va al di là dell’indignazione…

Il conflitto è stato causato dall’annuncio del taglio del 60% delle sovvenzioni statali per le miniere di carbone. L’attività, dal punto di vista capitalistico, non conviene più e le aziende restano solo con le sovvenzioni nazionali e dell’Unione Europea. Il taglio proposto, implica, secondo i sindcati, una liquidazione immediata di tutti i minatori -oltre la fine del settore. Questo interesserebbe circa 5.000 lavoratori delle Asturie (1700 dall’impresa pubblica di Hunosa e diverse centinaia da aziende private), di Leon (oltre 2.000), e dell’Aragona (in misura molto minore). Venti anni fa erano poco più di 20.000 lavoratori nelle sole Asturie.

Le forme dure di lotta, sono state una cosa comune tra i minatori del Nord-Ovest della Spagna. Nel caso delle Asturie, sono anche parte dell’immagine costruita della regione, oltre che baluardo della sinistra proletaria, che esiste all’interno e all’esterno delle sue frontiere. Dai mitici scioperi di inizio XX° secolo allo sciopero generale nel bel mezzo del terrore Franchista del maggio 1962, passando all’eroismo rivoluzionario del 1917 alla Comune delle Asturie dell’Ottobre del 1934 (1), è cosa certa che la classe operaia sia sempre stata un punto di riferimento nella storia delle miniere delle Asturie. Ha avuto sempre un grande senso di identità collettiva, costruita da oltre un secolo di lotta. Se ottanta nni fa, l’uso del sabotaggio e di azioni violente erano divenuti di uso comune, negli ultimi tempi, precisamente dopo la fine della dittatura e nei grandi scioperi del 1987, del 1992 e del 1998, gli scioperi sono stati contrassegnati dall’occupazione di spazi e da manifestazioni (non molte). Con questo sciopero, si è arrivati ad una sorta di guerriglia da parte dei minatori, il cui obiettivo è stato quello di fare dei blocchi stradali e che ha portato necessariamente all’intervento della polizia. La conseguenza è stato l’indurimento della stessa lotta. Un’esperienza che gli abitanti di Leon, dolorosamente, conoscono bene.

La piena partecipazione delle persone nella lotta, molte volte, ha portato alla creazione in pratica di una vera e propria occupazione della polizia nelle città e nei paesini, con centinaia di poliziotti in tenuta antisommossa, che sono  interventi in maniera indiscriminata, sollevando, ovviamente, l’indignazione generale contro questo sopruso.

Per quanto riguarda le recenti barricate sulle strade, vale la pena notare la loro natura simbolica e il carattere organizzato dei manifestanti, quasi militare oserei dire. C’è stata una strategia di chiusura delle strade per lunghi periodi o addirittura la distruzione completa di essa. La polizia non si è arrischiata ad avere un contatto corpo a corpo con i manifestanti. Per ora sembra più una dimostrazione delle capacità del movimento, che può continuare se “non ottiene velocemente quello che ha chiesto”. Ma la verità è che vi sia un malcontento profondo alla politica del governo e della situazione economica e sociale. Essa, la politica, non può dare segni di debolezza, ma un confronto con i minatori è una mossa che porta degli enormi rischi. E in questo senso, si osserva che la strategia sindacale di sciopero radicale e a tempo indeterminato possa impedire il collasso delle aziende, obbligando i padroni a chiedere alle autorità locali quello di prendere posizione nella difesa del settore.

Sarebbe anche rischioso fare previsioni su ciò che potrebbe accadere nelle prossime settimane, ma già comincia ad essere orribile questo governo di coglioni (*). Lo sciopero prosegue presso la miniera (con un lavoratore in prigione?). Lunedi 4 giugno inizia un altro sciopero del trasporto su strada nelle Asturie -paralizzando passeggeri e merci- e che si uniranno con i minatori.
Adesso, saranno cazzi amari del governo (*).

Note
(*) La traduzione ne “comincia a essere orribile questo governo di coglioni“, in realtà era “comincia a essere orribile questo governo di insaccati“, mentre nell’ultima parte, dove ho messo “Adesso saranno cazzi amari del governo“, la traduzione corretta era “Può darsi che adesso le salsiccie (il governo) si stiano cuocendo per bene nella brace“. La scelta di usare tali termini, è stata dettata dalla necessità di rendere palese e chiaro -con termini “”””coloriti””””- cosa sia il governo spagnolo attuale.

(1) La Comune delle Asturie fu un evento premonitore di ciò che si sarebbe verificato due anni dopo (nel 1936). Il 5 ottobre 1934, vi fu un’insurrezione dell’UGT e della CNT contro il governo di destra in tutta la Spagna, ad eccezione delle Asturie. In questa regione, i lavoratori della CNT e UGT avevano lavorato insieme in una collaborazione che si era svolta con basi di rispetto alla leadership di ogni organizzazione. In Gijon, vennero costruite immediatamente delle barricate. I minatori di Oviedo si precipitarono alla difesa della capitale. La fabbrica di armi cadde nelle mani dei lavoratori. L’industria siderurgica lavorò giorno e notte per rendere più armi. Tuttavia, la città era stata assediata dalle truppe marocchine di Franco. La città resistette fino al 18 ottobre e durante i combattimenti, i consigli operai erano responsabili per l’organizzazione della resistenza.

Foto

Blockade: Miners stand behind a burning barricade of tyres outside Vega del Rey, Spain

Barricata: Minatori danno a fuoco una barricata fuori da Vega del Rey, Spagna

Ugly scenes: Spanish riot police fire tear gas grenades in an attempt to disperse the protesting miners

La polizia antisommossa spara proiettili di gas lacrimogeno contro i manifestanti

Blaze: Riot police stand on a bridge over a highway blocked with burning barricades. Around 8,000 mineworkers at over 40 coal mines in northern Spain are protesting against government action to cut coal subsidies

La polizia antisommossa passa sopra un ponte, mentre le barricate messe sull’autostrada prendono fuoco.

Ballistics: Spanish miners fire homemade rockets up a hill towards riot policemen during a miner's demonstration in Vega del Rey

I minatori spagnoli lanciano razzi fatti in casa contro la polizia.

Advance: Police move down a hillside to tackle a group of protesting Spanish miners during the protests in Vega del Rey

La polizia avanza sulla collina.

Protest: A masked miner clutches a rock as he places another tyre onto the blazing barricade on the A-66 motorway in Vega del Rey. Spain's economy is contracting for the second time since late 2009

Desperation: Four years of economic stagnation and recession have pushed Spain's unemployment above 24 percent, the highest rate in the European Union

Stand-off: Miners stand behind burning barricades in a separate protest along a road near the port city of Santander

Action: A series of strikes, road blockades, and mine sit-ins continue across Spain as workers at over 40 coal mines continue their protests against government cuts

Mayhem: Riot police cross the burning barricade as they attempt to tackle dozens of protesters taking action against government cuts

Clashes: Riot police aim tear gas rounds at protesting miners near burning barricade in Vega del Rey

Rail passengers watch on as police deploy at a train station near Vega del Rey

Retreat: Miners clutch home made shields as they flee a cloud of tear gas during violent confrontations with police

Defensive position: Striking miners take cover during protests in Vega del Rey. The government is planning to cut mining subsidies from euros 300 million to euros 110 million

Masked miners kick away a smoke bomb during clashes with police near highway A-66 in Vega del Rey

Sheepish: A riot policeman wanders across a a field next to sheep during the demonstration in Vega del Rey

 

da euronews

Minatori spagnoli in piazza: “I tagli uccidono il nostro settore”

I minatori spagnoli  in piazza per dire no a tagli che sostengono strangolerebbero un intero  settore.  Una croce troppo pesante da sopportare. Così i  manifestanti vedono i piani di Madrid. Ridurre i finanziamenti dei due  terzi, dicono, non farebbe che schiacciare quanto resta dell’industria  mineraria spagnola.  Indignati come scrivono nei loro striscioni i  manifestanti si dicono pronti a proseguire a oltranza nella  mobilitazione. “Andremo avanti – dice un rappresentante dei sindacati –  finché non ci sarà garantita la sopravvivenza del nostro settore”.   Solo negli ultimi vent’anni l’industria mineraria spagnola ha sofferto  un’emorragia di oltre 40.000 posti di lavoro.  La rabbia degli  appena 8.000 lavoratori superstiti è sfociata in scontri e tensioni con  la polizia, che ha risposto con le maniere forti.

 

 

da euronews

Spagna, i minatori bloccano strade e ferrovie

Continua la protesta dei minatori contro i tagli al settore del governo Rajoy. Nella provincia di Leon i manifestanti hanno bloccato i binari interrompendo il viaggio di due treni. Nelle Asturie il traffico stradale ha subito forti rallentamenti. Lo sciopero generale è previsto il 18 Giugno.

 

euronews (in spagnolo)

 

Youtube

 

Comunicato di appoggio della CNT-AIT di Gijon