Da Il Piccolo prima pagina
MERCOLEDÌ, 28 LUGLIO 2010
Pagina 11 – Trieste
Popovic: «Mai un rigassificatore a Capodistria»
Il sindaco sloveno si ribella: «A Lubiana sono tutti matti, vanno contro la gente»
di GABRIELLA ZIANI
«Sono malati in testa tutti quanti. Non lascerò mai che questi cretini di Lubiana si comportino così». Un rigassificatore dietro il porto di Capodistria? Usato come merce di scambio tra Slovenia e Italia per acconsentire a quello di Gas natural nella baia di Zaule? Il sindaco di Capodistria, Boris Popovic, è scandalizzato per l’idea in se stessa, che vuol combattere con ogni mezzo, dai tribunali in su e in giù. Ma si dimostra anche indignato per il comportamento della politica, dei partiti, del suo governo.
Così cade anche sulla sua testa come una pietra aguzza la notizia che ci sarebbe un accordo scritto, ma non firmato e dunque ancora informale, fatto arrivare da Lubiana a Roma. Nel quale Lubiana detta nuove condizioni per cambiar parere rispetto al pervicace «no» fin qui espreso in ogni sede, anche europea, al rigassificatore triestino. Chiede il nulla osta italiano a un pari impianto, da posizionare appunto a Capodistria, dietro il porto. Chiede che il gasdotto verso Villesse passi non per mare, ma per terra. Promette e chiede in cambio «non belligeranza» sull’ampliamento dei rispettivi porti. Fa intendere che da qui nasceranno fruttuose collaborazioni future in campo energetico.
Il sindaco di Capodistria trasecola. «Io ho sempre sospettato che dietro quelle proteste si nascondesse qualcosa. Ma non avrei mai pensato che qualcuno avrebbe parlato, che sarebbe venuto allo scoperto. L’ex sindaco di Capodistria e l’ex ministro dell’Ambiente, oggi presidente del Parlamento – afferma Popovic – erano da sempre favorevoli a un rigassificatore a Capodistria, ben prima che ci pensasse l’Italia. Ma finché sindaco sono io, questo non accadrà. Naturalmente faranno di tutto perché io non resti sindaco, tutti i partiti vogliono farmi fuori, perché non mi controllano. Io sono onesto».
Popovic ancora non ha digerito quello che considera il voltafaccia del presidente della Regione Renzo Tondo, appoggiato in campagna elettorale contro Illy solo perché aveva promesso «niente rigassificatori in golfo». Il precedentemente favorito Illy aveva perso il sostegno proprio per la sua politica in questo senso. Ma l’indignazione va oltre, assume un aspetto morale: «Non puoi – afferma accalorato il primo cittadino di Capodistria – batterti contro l’Italia parlando di pericoli per l’ambiente, e poi dire che il rigassificatore lo fai tu. I cittadini in Slovenia saranno contrari, su una cosa come questa può anche cadere il governo. E sarebbe quasi ora. Non gioca contro gli altri Stati, ma contro la propria gente. E questo è davvero troppo».
Popovic, eletto per due volte con una sua lista indipendente, non digerisce. «Mai, mai e poi mai i nostri politici hanno parlato bene di Berlusconi, adesso si fanno fotografare con lui, amici qui e amici là». Cavolate a non finire, dice Popovic, e in realtà lo dice peggio.
Quanto agli amici, Popovic mette una linea retta anche tra sè e l’«amico Dipiazza». «Su questo argomento non sono amico neanche un po’, glielo dico sempre ma non serve. Anche a Tondo ho rinfacciato le mancate promesse, mi ha risposto: ”Devi capirmi, tu hai gli elettori in Slovenia, e io li ho qui”».
I conti son dunque tutti aperti, e anzi comincia una battaglia nuova. Mentre sull’intenzione di costruire a Capodistria il Parco del mare che Trieste ha cassato, Popovic conclude: «Lascio passare ancora agosto, poi chiedo un appuntamento al presidente della Camera di commercio, Paoletti. E vediamo che cosa fare. Dò tempo. Così che nessuno possa dire ”Capodistria ci ha portato via questo e quello”».