Rigassificatore: scontri in vista delle elezioni regionali?

 

Da Il Piccolo del 17 febbraio 2012

No al rigassificatore, il Pdl a muso duro contro Tondo

Bucci: Ciriani vuole l’impianto perché lo fanno qui e non nella “sua” Pordenone

Tononi: governatore stupito? Disattento. Ma l’assessore Brandi: niente divergenze

 

di Maddalena Rebecca

Il governatore Renzo Tondo esprime stupore per l’esito del voto? «Si vede che era disattento, perché le nostre posizioni erano note già da tempo». Il suo vice Luca Ciriani va giù ancora più duro, parlando di scelta irresponsabile? «Dice così solo perché il rigassificatore è previsto a Trieste e non nella “sua” Pordenone».

Bastano queste due stoccate firmate Piero Tononi e Maurizio Bucci a rendere l’idea del clima di tensione, o quanto meno di forte imbarazzo, che si respira in queste ore in casa Pdl. Il deciso no al progetto di Gas Natural espresso lunedì sera in Consiglio comunale ha innescato una sorta di lotta intestina: vertici regionali da un lato, coordinamento provinciale dall’altro. E se si pensa che di quell’organismo fanno parte tra gli altri due assessori della squadra Tondo, Sandra Savino e Angela Brandi, appare fin troppo evidente la difficoltà nel ricomporre la frattura.

La consegna, tra i diretti interessati, pare tuttavia essere quella di ridimensionare il caso politico. «Le distanze sono legate solo alla diversa conoscenza del problema – commenta Piero Camber -. Ciriani ha la delega all’energia solo da un anno e mezzo, mentre noi eletti triestini seguiamo la partita dal 2006. In questi sei anni ci siamo resi conto di avere come interlocutori dei desaparecidos che non hanno dato alcuna certezza sulle ricadute economiche per la città dell’operazione gnl. La giunta Tondo invece – conclude Camber – non ha ancora ben capito con chi ha a che fare».

«Dal coordinamento provinciale – osserva Piero Tononi – non è uscita una contrarietà a priori al rigassificatore, bensì la convinzione di doverne approfondire diversi aspetti. Chiediamo le stesse garanzie che chiederebbe Ciriani se l’impianto, anziché a Trieste, venisse realizzato a Fiume Veneto. Spero che la giunta regionale riesca a far cadere le nostre perplessità, e auspico che presidente e vicepresidente non compiano l’errore di ignorare l’orientamento espresso dal territorio».

Orientamento che, fanno capire i triestini eletti in Regione nelle fila del Pdl, verrà difeso a spada tratta. «Quando è stata data scarsa attenzione alle istanze di Trieste, l’abbiamo sempre fatto notare, senza tirarci mai indietro – puntualizza Maurizio Bucci che, dopo aver votato no al rigassificatore, auspica ora un’identica linea dura sulla Ferriera – . Troppo facile dire che Trieste sbaglia se sei uno, come Ciriani, che abita a Pordenone e non rischia nulla. Quanto allo stupore di Tondo, faccio notare che tante volte siamo rimasti noi di stucco davanti alle sue decisioni. Come si dice, “una volta cori il can, una volta il levro”.

Unica voce fuori dal coro, quella di Bruno Marini. «Ciriani ha fatto affermazioni troppo forti, ma confesso di essere rimasto perplesso davanti al no al rigassificatore espresso in aula. So che la linea è uscita da una riunione del coordinamento provinciale, cui “colpevolmente” non ho partecipato, ma credo sarebbe stata preferibile un’astensione. In ogni caso – conclude -, quando inizierà il confronto in Regione, l’ultima parola dovrà spettare a consiglieri e assessori di Trieste».

Un auspicio che troverà soddisfazione da parte della giunta? Da Sandra Savino e Federica Seganti, entrambe ufficialmente troppo prese da impegni istituzionali per riuscire ad intervenire sull’argomento, nessuna risposta. L’unica triestina dell’esecutivo regionale a non sfuggire la domanda è Angela Brandi, peraltro dichiaratamente favorevole al rigassificatore. «Le istanze di Trieste saranno presto analizzate nelle sedi opportune. Non esiste comunque alcuna divergenza tra i due livelli del partito. Del resto il fatto di pretendere garanzie per il territorio che dovrà ospitare l’impianto mi pare legittimo. Se poi gli esponenti triestini avranno o meno l’ultima parola nel confronto interno al Pdl – conclude Brandi – beh, questo bisogna chiederlo a Tondo e Ciriani».

 

Rovis: «Trieste non ha l’anello al naso e deve poter scegliere»

Non solo gli eletti nell’assemblea di piazza Oberdan. Ad alzare la testa e a rivendicare autonomia rispetto alle indicazioni dell’accoppiata Tondo-Ciriani, sono anche “semplici” consiglieri comunali. È il caso di Paolo Rovis che, all’indomani dell’attacco frontale di Luca Ciriani, pubblica sul suo blog un intervento dal titolo più che eloquente:

“Rigassificatore: Trieste non ha l’anello al naso”. «Il no del Pdl al progetto di Gas Natural è motivato e naturale – sostiene Rovis -. Per 7 anni abbiamo chiesto invano un’analisi costi/benefici dell’operazione. E visto che a Trieste non abbiamo l’anello al naso né la sveglia al collo, abbiamo votato contro. Un voto coerente anche da un punto di vista politico visto che contro il rigassificatore si era espresso già in campagna elettorale anche Roberto Antonione, indicato dallo stesso Tondo come “ candidato sindaco ideale”.

Ancora più dura la replica di Un’Altra Trieste: «I toni di Ciriani sono inaccettabili – commenta Franco Bandelli -. Anziché offendere, il vicepresidente farebbe bene a prendere atto che a Trieste non vogliamo il rigassificatore. Gli consigliamo pertanto di trovarsi un’altra battaglia da sposare».

 

 

Da Il Piccolo del 16 febbraio 2012

 

Rigassificatore, l’ira della Regione Ciriani: «Comune irresponsabile»

 

Un “no” indigesto. La Regione non manda giù il boccone politicamente trasversale servitole, quasi all’unanimità, dal Consiglio comunale con il parere negativo al progetto del rigassificatore di Zaule. Un boccone molto pesante, condito da 37 voti allineati fra maggioranza (compatta) di centrosinistra e opposizione con il centrodestra e i “grillini”, due sole astensioni (Carlo Grilli della Lista Dipiazza e Michele Lobianco del Fli) e altrettanti non votanti perché usciti prima dall’aula (l’ex primo cittadino Roberto Dipiazza e l’ex Pdl Roberto Antonione). Nessun contrario alla delibera che certifica la posizione del Comune di Trieste. Due giorni dopo, i vertici regionali rompono il muro di silenzio dietro cui si erano trincerati martedì e fanno sapere di non aver apprezzato affatto.

Se il governatore Renzo Tondo non va oltre un «mi stupisce» registrato e diffuso dai microfoni Rai del Tg regionale, il suo vice Luca Ciriani tuona. Una bufera di considerazioni. La premessa lo annuncia: sul voto il numero due della Regione ha una posizione dichiaratamente «critica». Poi gli interventi a gamba tesa sul Consiglio comunale triestino: «Ritengo che l’amministrazione di Trieste abbia preferito inseguire un facile e immediato consenso popolare rispetto alla possibilità di approfondire, porre condizioni, discutere sulle potenzialità dirette e indirette di un impianto di questo tipo». Duro Ciriani, che accantona la diplomazia e bolla il Comune come, a suo dire, colpevole di «una forte mancanza di senso di responsabilità nei confronti della città. Negare è sempre semplice, soprattutto quando porta con sè facile consenso. Ma la via più facile non è sempre la migliore».

Ciriani, che assieme a Tondo aveva recentemente invitato i colleghi di partito del Pdl a valutare l’ipotesi rigassificatore alla luce dell’evoluzione del contesto economico-occupazionale, ribadisce la necessità di una riflessione su «quali siano le prospettive per il futuro nel settore industriale, quale l’indotto, quali i piani concreti di sviluppo. Non bisogna svendere il territorio, ma nemmeno cristallizzarlo, soprattutto quando si parla di aree degradate, inquinate e inutilizzate, già esistenti in un contesto industriale». Com’è quella dell’ex Esso su cui il colosso spagnolo dell’energia, Gas Natural, vorrebbe realizzare l’insediamento.

Proprio Gas Natural non si scompone di fronte al nuovo “no” del Comune, il terzo dopo quelli datati 2006 e 2007. «Gas Natural Rigassificazione Italia prende atto del parere espresso dal Consiglio comunale – esordisce la nota diffusa dalla società -. L’Azienda sottolinea però che il progetto definitivo, depositato nel settembre 2011, è un progetto nuovo, capace di dare risposte concrete ai dubbi emersi in precedenza». Collegandosi probabilmente alle accuse di “assenza” piovutele addosso da consiglieri comunali di maggioranza e d’opposizione, e dal sindaco Roberto Cosolini, Gas Natural si dichiara poi aperta al dialogo, confermandosi nel contempo lontana da tentennamenti sulla strada imboccata. Alla società iberica non sarà mai sfuggito che il parere del Comune, nonostante sia politicamente pesante, è sì obbligatorio ma ha valore solo consultivo. Non vincolante. «L’azienda – recita il comunicato – ribadisce la propria disponibilità nel fornire a tutti gli enti interessati ogni ulteriore chiarimento ritenuto necessario o opportuno e conferma la propria fiducia nei confronti di tutte le istituzioni coinvolte rimanendo aperta a ogni tipo di confronto diretto, nella piena convinzione che questo progetto genererà valore per il territorio locale e aumenterà la sicurezza nell’approvvigionamento di gas dell’intero Paese».

Sul piano politico, che la Regione oggi non possa più far leva sull’allineamento dei pianeti in piazza Unità è evidente, ma le parole di Tondo-Ciriani e il voto del Pdl in Comune mettono in luce anche la diversità di vedute all’interno del principale partito del centrodestra. Cosa che lascia il coordinatore regionale Isidoro Gottardo «del tutto indifferente», considerato che «è chi governa ad avere la responsabilità delle scelte. E il sindaco ha la sua visione». Il capogruppo Pdl in Consiglio comunale Everest Bertoli intanto conferma una volta di più la «contrarietà alla proposta così come oggi prospettata. La società proponente non ha fornito i chiarimenti e le garanzie richieste per sicurezza, ambiente e impatto sul nostro territorio». L’unico iscritto al Pdl che in Comune pare viaggiare sulla stessa linea di Tondo e Ciriani è Roberto Dipiazza, l’ex sindaco, il quale però in Municipio è eletto con la lista civica che porta il suo nome. E non si riconosce nel Pdl triestino.

 


Ribadito, con emendamento di Ravalico (Pd), il contenuto già inserito nelle direttive al nuovo Prg

 

Sarà altresì esclusa la costruzione sul territorio comunale di infrastrutture di trasporto, come le linee ferroviarie Av/Ac, qualora comportino impatti non sostenibili sull’ecosistema carsico e sui fenomeni carsici ipogei ed epigei». Questo passaggio compare in uno degli emendamenti, fatti propri dalla giunta e quindi divenuti parte integrante del documento, alla delibera sul parere negativo al progetto del rigassificatore di Zaule, approvata dal Consiglio comunale. «Richiama, riportandolo pari pari – chiarisce il firmatario dell’emendamento Mario Ravalico del Pd -, il testo presentato da Marino Andolina (Fds, ndr) e approvato all’interno delle direttive del nuovo Piano regolatore». Ripete e quindi rafforza il concetto. Una sorta di “mezzo altolà”, non uno stop netto.

L’emendamento di Ravalico non è sfuggito in aula, nella notte fra lunedì e martedì, al pidiellino Paolo Rovis: «Mi è sembrato inopportuno – afferma il consigliere d’opposizione -. Non c’entra nulla con il rigassificatore. È inutile specificare poi la questione del “non sostenibile” perché tutti i progetti passano per le valutazioni ambientali. Noi siamo favorevoli alla realizzazione della Tav, con le giuste cautele ovviamente».

«Non è un no alla Tav. Fermo restando che non credo la vedremo nel periodo di vigenza del nuovo Piano regolatore», si affretta a specificare il sindaco Roberto Cosolini. Che approfondisce: «Il potenziamento delle strutture ferroviarie resta per noi una priorità. Quel passaggio rinnova un principio: la valutazione dell’impatto ambientale di un’opera va fatta sempre seriamente».

Pare che all’epoca, la prima versione dell’emendamento Andolina alle direttive del nuovo Prg facesse riferimento a «impatti rilevanti sull’ecosistema carsico» invece del definitivo «impatti non sostenibili». La concertazione politica ha poi aggiustato il tiro.

L’assessore regionale a Infrastrutture e trasporti Riccardo Riccardi prende atto di quanto accaduto in Consiglio comunale e rimane prudente: «Mi riservo di leggere il documento». Per poi ripassare i contorni della vicenda Tav: «La rete dell’Alta velocità fa parte dell’elenco delle opere strategiche del governo. L’intesa sulla localizzazione è di competenza della Regione mentre i Comuni solamente partecipano alla fase istruttoria». Sulla definizione del tracciato, conferma Riccardi, «stiamo ancora lavorando», segnatamente «per renderlo meno impattante». L’assessore assicura poi che ci sarà «dialogo con i Comuni. Sull’ultima ipotesi del tracciato c’era stata la condivisione dell’allora sindaco Dipiazza». I tempi (politici) sono cambiati. In Regione c’è sempre il centrodestra al timone, in Comune guida dalla fine del maggio scorso il centrosinistra. E allora: «Sarà mia cura – promette Riccardi – approfondire il tema con Cosolini». (m.u.)