RIGASSIFICATORE: rassegna stampa del 22 e 24 dic.

 

Da Triesteallnews.it

Rigassificatore, Bevilacqua: «Chi dovrebbe chiedere i danni è la popolazione, non Gas Natural»

  • CRONACA Il coordinatore della Uil-Vigili del fuoco Fvg torna all’attacco: «Da troppo tempo siamo costretti ad inseguire l’insensatezza di questa politica economica»
  • 24.12.2012 | 12.50 – «Ci ritroviamo a fine anno ed è per questo che ritengo necessario guardare con lungimiranza al 2013 e prevedere ciò che accadrà. Prima di questo, è inevitabile fare ancora una volta il punto della situazione con imparzialità (per quanto possibile) e cercando di interpretare con onestà gli ultimi avvenimenti che riguardano la nostra città».

     

    Comincia con queste parole la lettera aperta inviata alla nostra redazione da Adriano Bevilacqua, coordinatore regionale della Uil-Vigili del fuoco. Una meditazione ragionata e carica di rammarico che intende ripercorrere l’iter burrascoso del famigerato rigassificatore di Gas Natural. Ma non solo. Perché, ad animare le sue parole, c’è anche un “pizzico” di rabbia.

     

    «Personalmente – continua il testo – sono molto preoccupato per quanto riguarda il rapporto tra la cittadinanza e politica e in particolare guardo all’immagine che viene riflessa dalla stampa di questi politici. Qui a Trieste le azioni e dichiarazioni politiche sono immutabilmente interpretate da un unico quotidiano sterile e privo di un contenuto giornalistico che sia in grado di poter far riflettere la città sulle sue possibilità future. Il Piccolo, come un pappagallo, sembra voler riportare le notizie storpiandone i contenuti secondo i diktat imposti dall’alto e così la sensazione che se ne ricava è che in merito al rigassificatore tutto sia risolto».

     

    «Il problema del futuro di questo rigassificatore, invece, sarà molto probabilmente consegnato in mano al Pd ed è questo partito che ad oggi, con grande probabilità, sta “manovrando” la macchina mediatica, impostandone le dichiarazioni. Questo è dimostrato anche dal fatto che anche il sindaco di Muggia (di cui ho grande considerazione e che reputo un caro amico), personaggio con cui ho condotto grandi battaglie contro questa oscenità, si sia in qualche modo assuefatto al nuovo ordine di scuderia “Il rigassificatore non si fa più”».

     

    «La Gas Natural – conclude Bevilacqua – gioca le sue ultime carte ma il risultato ottenuto dall’azienda è quello di far paura più a se stessa che alle persone investite da tali denunce. Tutta la presentazione del progetto, carico di gravi anomalie, sarebbe dovuta essere sufficiente a far reagire con forza le istituzioni. Ugualmente, le sue denunce non ci mettono paura. In realtà, chi dovrebbe chiedere i danni è la popolazione, da tanti anni siamo costretta ad inseguire l’insensatezza di questa politica economica.Sono certo che con il nuovo anno tutto tornerà come prima del manifestarsi delle piccole azioni cittadine. Il progetto riaffiorerà come se nulla fosse mai accaduto e chi combatte questa battaglia da sempre si troverà a dover ripartire da zero, mentre la politica, come spesso accade, farà finta di dimenticarsi tutto quel che è accaduto alla viglia di Natale».

 

Tondo: sul rigassificatore ora ripartiamo da zero

Il governatore in giunta non si schiera ma propone una giornata da dedicare all’ascolto del territorio. «Molti hanno cambiato idea…»

di Silvio Maranzana «Tiriamo una riga sotto la questione rigassificatore e ripartiamo con il percorso ricognitivo». Lo ha detto il governatore Renzo Tondo nella comunicazione fatta ieri alla giunta regionale e lo ha ripetuto poco dopo, rispondendo alla domanda di un giornalista, alla conferenza stampa di fine anno nel palazzo di piazza Unità. «Promuoverò una giornata di ascolto e monitoraggio – ha annunciato – e inviterò tutti a esprimersi chiaramente per il sì oppure per il no.» Solo dieci giorni fa però, al convegno sul porto organizzato dal Piccolo, era stato molto più drastico affermando non di avervi tirato una riga sotto, ma di avervi messo «una pietra sopra». Tutto sembrerebbe esser tornato alla casella di partenza, ma per ripartire con le consultazioni. E potrebbe non essere nemmeno così vista la reazione stizzita di Gas Natural, che riportiamo nell’altra pagina, ma visto anche il timore di molti che ritengono puramente formale la riapertura del procedimento di Valutazione d’impatto ambientale annunciata dal competente ministero. Tanto che anche ieri un’autorevole voce all’interno della Regione affermava: «La giunta potrebbe a breve essere chiamata a votare la delibera per l’intesa con il governo per l’Autorizzazione unica». E il presidente della Regione da parte sua ancora una volta ha voluto prendere le distanze dalla Conferenza dei servizi in cui il dirigente regionale Pietro Giust che era affiancato dal collega Pierpaolo Gubertini ha dato il via libera all’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) sebbene sia il Comune che la Provincia (due dei tre soggetti chiamati a esprimersi, oltre alla Regione stessa) avessero espresso un parere negativo. Non solo, come del resto aveva già fatto, ha anche ribaltato la questione, chiamando in causa l’amministrazione precedente. «Questa giunta regionale – ha sottolineato Tondo – non ha fatto alcun atto amministrativo, né a favore né contro il rigassificatore, per una ragione molto semplice: la certificazione della strategicità dell’opera è venuta dalla giunta Illy e la delibera fu votata anche dall’attuale sindaco di Trieste ed ex assessore regionale Roberto Cosolini. Mi sono ritrovato con il percorso già iniziato sia dal punto di vista tecnico che delle “carte” – si è scusato il governatore – noi invece non abbiamo fatto alcun atto. A distanza di qualche anno vedo che il Comune ha cambiato idea, la Provincia è contraria, l’Autorità portuale si è pure schierata contro, ma soprattutto il ministro dell’Ambiente Clini ha richiesto una nuova Valutazione d’impatto ambientale». Così Tondo ha fatto il punto della situazione parlando “a braccio” ai colleghi assessori della giunta. Poi ne ha riferito anche nel corso della conferenza stampa. «Nella giunta di oggi – ha rivelato – mi sono impegnato a tirare una riga e a capire dove siamo, parlo nel senso del Governo. Siamo con il ministro Passera che è per il sì, oppure siamo con il ministro Clini che è per il no?» C’è la necessità dunque di rifare il punto della situazione con le amministrazioni locali anche se le posizioni sono piuttosto chiare. Formalmente per il no si sono espressi più di una volta sia il Comune di Trieste che la Provincia, che i Comuni minori a partire da quello di Muggia che è stato il primo a rivolgersi anche al Tar seguito dalla stessa amministrazione del capoluogo. Contrario anche il parere dell’Autorità portuale, vista soprattutto la crescita del traffico navale, la vicinanza con il terminale della Siot dove già l’anno prossimo dovrebbero arrivare ben cinquecento petroliere e le nuove infrastrutture portuali previste, in primis il terminal per i traghetti ro-ro all’ex Aquila. Il Comitato portuale dovrebbe esprimersi con un no che sembra piuttosto scontato nella seduta che dovrebbe essere convocata per il 3 gennaio. Alla fine dunque le promesse e le aperture che sono giunte dallo stesso Tondo anche se non è certo che possano realmente fermare l’iter autorizzativo. «Dopo la pausa natalizia – ha annunciato il governatore – promuoverò sul tema una giornata di ascolto e monitoraggio delle istituzioni. Inontrerò la città in tutte le sue ramificazioni e mi farò un’idea alla luce di di tutte queste consultazioni. Non si può imputare al presidente una scelta che viene “sballottata” di qua e di là. È per questo che chiamerò tutti a esprimersi chiaramente con un sì oppure con un no». La senatrice del Pd Tamara Blazina in una nota ha definito «ridicolo» il bisogno di Tondo di ascoltare il territorio. «Ha avuto cinque anni per raccogliere pareri e prendere decisioni – ha commentato – li ha impiegati per dire tutto e il contrario di tutto senza il coraggio di prendere una posizione chiara.»

 

SABATO, 22 DICEMBRE 2012

Pagina 21 – Cronaca Trieste
«Chiederemo i danni a chi ostacola il progetto»
Dura presa di posizione di Gas Natural dopo la riapertura del procedimento di Via da parte del ministro Clini. «La decisione sarà annullata in sede legale»

Energica, quasi rabbiosa la reazione di Gas Natural, sempre più intenzionata a realizzare il rigassificatore a Zaule. di fronte al procrastinarsi dei tempi dell’iter autorizzativo sia dell’impianto stesso che del gasdotto connesso. La società catalana non solo parte al contrattacco tentando di disinnescare ogni frenata, ma minaccia e anzi annuncia azioni giudiziarie sia sotto il profilo penale che di risarcimento danni nei confronti di tutte le contestazioni e di tutti i ritardi. Lo fa con una lettera inviata al Ministero dell’Ambiente e al Ministero dello Sviluppo economico, lettera che l’assessore a Programmazione e ambiente Sandra Savino riferisce invece non essere giunta alla Regione. Nella missiva si afferma in particolare che Gas Natural «non potrà esimersi dal censurare in tutte le sedi amministrative, civili e penali competenti», le contestazioni definite «parziali e preconcette» portate avanti dagli oppositori del progetto del rigassificatore da realizzare a Trieste, chiedendo il risarcimento dei danni. La replica sarebbe stata innescata in particolare dall’annuncio fatto dal ministero dell’Ambiente Corrado Clini del procedimento di Valutazione d’impatto ambientale a seguito in particolare ai rilievi mossi dalla presidente dell’Autorità portuale Marina Monassi riguardo alla recente crescita del traffico navale nel porto di Trieste e a una presunta incompatibilità con le infrastrutture previste dal nuovo Piano regolatore del porto. La precedente Via infatti risaliva al 2008-2009. Da parte della multinazionale catalana dell’energia viene fatto rilevare che la riapertura del procedimento di Via è «destituita di ogni fondamento e destinata a essere annullata nelle sedi giurisdizionali competenti» oltre a indurre la società stessa a «inevitabili richieste risarcitorie». E Gas Natural interviene specificatamente anche riguardo alla crescita dei traffici nel porto di Trieste fatta rilevare dall’Authority e sostiene che «le prospettate ripercussioni risultano del tutto inconferenti». La multinazionale ricorda ancora che la crescita del traffico navale è già stato considerato dalla Commissione tecnica nell’ambito del procedimento di Via e afferma ancora che «non intende assecondare i grotteschi suggerimenti» sull’ipotetica variazione della localizzazione del terminale. Suggerimenti che del resto non sono mai stati resi pubblici. Infine Gas Natural non abbassa il tiro nemmeno per quanto concerne il gasdotto Trieste – Grado – Villesse proposto da Snam e che dovrebbe essere logicamente connesso al rigassificatore e per il quale non è ancora conclusa la Valutazione d’impatto ambientale. La società conclude affermando di voler valutare «l’adozione delle tutele più opportune per evitare il procrastinarsi di tale illegittimo ritardo.» Silvio Maranzana

 

SABATO, 22 DICEMBRE 2012

Pagina 21 – Cronaca Trieste
«Cancellare tutto l’iter per l’impianto di Zaule»
Nella conferenza-stampa di Legambiente illustrati i rischi: «Le schiume lambirebbero Barcola»

Azzerare da subito tutte le procedure che portano alla realizzazione del rigassificatore e delle infrastrutture energetiche che con quell’impianto sono connesse. E’ questa la richiesta formulata con forza ieri da Wwf e Legambiente. «Finora – ha spiegato Dario Predonzan del Wwf – abbiamo sentito solo dichiarazioni volanti. Noi vogliamo una presa di posizione ufficiale delle istituzioni – ha aggiunto – che garantisca che il rigassificatore non si farà. Non basta che l’Autorità portuale si dichiari contraria, perché il rigassificatore comporterebbe un ridimensionamento dei traffici nel golfo. La ragione per la quale l’impianto non deve essere fatto – ha sottolineato Predonzan – va individuata nella necessità di sicurezza e di tutela ambientale». Per ribadire la loro posizione, i presidenti regionali delle due associazioni, Roberto Pizzutti (Wwf) ed Elia Mioni (Legambiente), hanno scritto ai ministri per lo Sviluppo economico, per l’Ambiente e per i Beni culturali, oltre che alla Commissione europea competente per l’ambiente, chiedendo «l’immediata sospensione dell’iter che porta alla realizzazione del rigassificatore, annullando la procedura di ‘Via’ già avviata, revocandola». Al futuro governo, Wwf e Legambiente chiedono di «definire un piano energetico nazionale che tenga conto delle reali esigenze del Paese e che oggi manca». Predonzan ha precisato che: «Esistono precise responsabilità dei ministeri competenti e di chi le guida. E ricordiamo che, all’epoca della presidenza Boniciolli – ha specificato – il parere dell’Autorità portuale fu favorevole al rigassificatore». Carlo Franzosini, biologo della Riserva marina di Miramare ha spiegato che: «Abbiamo riscontrato che nel mare si creerebbero schiume nocive capaci di arrivare a Barcola, veicolando elementi di contaminazione batterica. Si arriverebbe a dover sancire il divieto della balneazione. Inoltre – ha evidenziato Franzosini – ci sarebbe un rilascio di cloro e idrogeno gassosi nell’atmosfera e chi risiede nelle vicinanze di Zaule sarebbe costretto a respirarli». Il vice presidente di Legambiente Trieste, Andrea Wehrenfennig, ha ricordato che: «Finora non e’ stato reso noto in maniera chiara il rischio che sarebbe determinato dalla vicinanza di impianti che, fra loro, agirebbero come detonatore l’uno dell’altro». Ugo Salvini