RIGASSIFICATORE: i deliri del Ministro Passera ma non solo…

Facciamo notare all’interno dell’articolo anche le assurde dichiarazioni dell’assessore all’ambiente di Trieste di Sel Laureni sulla TAV, lo stesso che si è astenuto sul vergognoso documento di approvazione della TAV che la giunta vorrebbe approvare.

 

 

Dal Piccolo

23/07/12

«Il ministro s’informi sul rigassificatore: ci distrugge il porto»

 

di Gabriella Ziani I triestini contrari al rigassificatore non si fanno scalfire dalle ultimative indicazioni del ministro alle Infrastrutture Corrado Passera. Che ieri al nostro giornale ha ribadito: il rigassificatore di Gas Natural si deve fare, subito, e nella baia di Zaule. Per approvigionare il paese, per far calare il costo del gas. «Posizione non supportata da nulla – obietta l’assessore all’Ambiente, Umberto Laureni -, io alla Tav (che personalmente non condivido) riconosco la dignità di un lungo percorso decisionale europeo, ma sul rigassificatore non trovo nulla, c’è una drammatica assenza di vere motivazioni. E il Comune – annuncia Laureni – sta pensando di associarsi al ricorso al Tar già presentato da Wwf, Comuni di Muggia e Dolina, e dalla Slovenia». Mentre gli ambientalisti chiedono al Comune di far arrivare con più forza a Roma le proprie argomentazioni, Laureni passa la palla a un’altra autorità, quella del porto, su cui il rigassificatore avrebbe conseguenze: «Che cosa ne pensa la presidente Monassi? Un suo parere – osserva – sarebbe molto importante. Ma finora non l’abbiamo sentito». Il sindaco di Muggia, Nerio Nesladek, è tranciante: «Neanche un ministro della Repubblica può permettersi di saltare così i passi della democrazia. Inoltre si metta d’accordo col ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, che ha detto come le amministrazioni locali vanno sentite. Terzo – conclude irritato il sindaco – se questo impianto si dimostrasse necessario, e necessario a Zaule, invito Passera a un civilissimo, ma quanto mai opportuno, confronto su alternative che sarebbero meno costose, meno inquinanti, più sicure e non di ostacolo allo sviluppo della città. Per esempio il progetto trilaterale Italia-Slovenia-Croazia, meno impattante e di grande valenza geopolitica». «Le dichiarazioni di Passera sono francamente stonate, sorprendono e disturbano, probabilmente non conosce la realtà di cui parla, o gli è stata presentata in un certo modo: faccia un salto a Trieste col ministro Clini e gli spieghiamo – afferma Sergio Lupieri, consigliere regionale Pd – come il rigassificatore è incompatibile con le norme di sicurezza, con lo sviluppo di porto e città, con la volontà dei cittadini». Per Lucia Sirocco, presidente di Legambiente, proprio il porto è il problema. «Vogliamo passare la palla a Capodistria? Facciamo il rigassificatore a Zaule, che stronca ogni possibilità di crescita del nostro porto. Passera non ha chiara la situazione, per il ministro Trieste si trova in un Estremo oriente…». «Dalle parole del ministro i triestini potrebbero desumere che pagheranno del 25% in meno la bolletta del gas – argomenta Adriano Bevilacqua della Uil-Vigili del fuoco, a capo del Tavolo tecnico rigassificatore formato da un nutrito gruppo di docenti universitari che denuncia i pericoli dell’impianto -, ma non è vero, forse e chissà quando ci sarebbe un minor costo solo a livello nazionale. Pretendere più sicurezza poi è impossibile, bisognerebbe spianare le altre industrie e le case nell’area di Zaule. Ma non bisogna scoraggiarsi. Passera è un tecnico e non ci tiene alla carriera, il presidente Tondo non ha alcun interesse per Trieste, tutti però prima o poi andranno a elezioni, e noi lì ci faremo sentire». Per Giorgio Trincas, docente al dipartimento di Architettura navale, e componente del Tavolo, «il ministro ci dovrebbe dire a quale piano energetico nazionale in un quadro europeo si sta riferendo: quel piano non c’è, e fra un paio d’anni sarà attivo il circuito Southstream, il rigassificatore nasce del tutto superato, senza dire che in Corea ormai portano il gas con le navi e senza rigassificatore, e a metà del costo. Il ministro ha una posizione fuori dal tempo». Aggiunge Trincas: «Qui si sacrifica il porto al gas. Si sente dire che l’Autorità portuale è contraria: lo affermasse anche fuori dai salotti. Lo stesso sindaco si limita a dare testimonianza, altro non fa». Posizione condivisa da Dario Predonzan del Wwf: «Il ministro parla per frasi fatte, sembra una nota dell’ufficio stampa di Gas Natural. Non ha idea di tutte le criticità emerse. Le istituzioni triestine dovrebbero far sedere a un tavolo Passera e il ministro dell’Ambiente Clini. E il Comune, oltre a fare dichiarazioni, faccia i dovuti passi associandosi alla causa aperta al Tar. Faccia aprire gli occhi al governo»

 

22/07/12

Bassa Poropat e Cosolini: «Noi restiamo contrari»

 

TRIESTE Ma sul rigassificatore le amministrazioni locali non demordono, confermano il loro parere contrario e promettono ancora battaglia perché qui non si tratta più di difetti di comunicazione da parte di Gas Natural, com’era stato denunciato in una prima fase, bensì di una risposta negativa data dal territorio dopo aver soppesato vantaggi da una parte e svantaggi e pericoli dall’altra. «Rispetto tutte le opinioni – afferma il sindaco di Trieste Roberto Cosolini – quindi a maggior ragione quella di un ministro come Corrado Passera. Spero però anche di poter avere presto un confronto con il governo per poter spiegare il merito e il senso di una contrarietà al rigassificatore che mi sembra un sentimento diffuso e maggioritario in città. Non si tratta certo di una contrarietà pregiudiziale bensì di evidenti, ripetute e mai superate criticità d’impatto di una simile struttura». E il confronto che il sindaco spera di avere presto con il governo va oltre la questione rigassificatore. «Vorrei porre la questione del futuro dell’area di Servola e della Ferriera e quella dei collegamenti di cui la città è particolarmente carente, in particolare in ambito ferroviario perché credo che Trieste oggi abbia molto più bisogno di treni che di rigassificatori». L’ultima carta in mano al Comune, del resto già ventilata, potrebbe essere quella del ricorso amministrativo al Tar. «Ma non lo useremo certo come arma politica – frena il sindaco -, sarà una strada che potremmo seguire solo se nell’iter burocratico ravvisaremo irregolarità procedurali o amminsitrative». Il “no” al rigassificatore è confermato anche dalla presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat. «Ma non è certo una posizione solo mia bensì di giunta e Consiglio provinciali – afferma -. E anche dei Comuni di Trieste, di Dolina e ancora più di Muggia dove, oltre ai problemi di sicurezza, le prospettive di sviluppo del territorio che includono la creazione di un nuovo terminal traghetti cozzerebbe con il traffico di gasiere». (s.m.)

 

Passera: «Il rigassificatore di Zaule si deve realizzare a tutti i costi»

 

di Silvio Maranzana TRIESTE Il rigassificatore a Trieste si farà, sarà quello di Gas Natural e verrà localizzato a Zaule. Lo afferma il governo nazionale, per la prima volta in maniera inequivocabile e lo spiega in esclusiva al “Piccolo” il ministro dello Sviluppo economico, delle infrastrutture e dei trasporti Corrado Passera. Si farà nonostante l’opposizione dei Comuni di Trieste e Muggia, della Provincia, di molti comitati di cittadini e formazioni politiche e sindacali. E mentre si moltiplicano anche richieste di referendum per sentire il parere di tutti i cittadini, a netto sostegno del rigassificatore di Trieste sembra solo l’amministrazione regionale di Renzo Tondo, ma il governo Monti sarebbe deciso a procedere su una decisione che non sembra negoziabile e sulla quale pende già la minaccia di ricorsi amministrativi. «Bisogna puntare a iniziare i lavori al più presto – afferma convinto Passera – poiché è una grande opportunità per tutto il Paese». Ministro Passera, è vero che il governo vede con favore la realizzazione del rigassificatore di Trieste? Il rigassificatore di Trieste-Zaule è un’infrastruttura chiave per lo sviluppo del territorio, oltre che uno degli impianti su cui far leva per far sì che la nostra bolletta energetica cali e che il nostro Paese possa diventare un importante hub del gas Sud-europeo con benefici effetti anche sull’occupazione. Come si svilupperà la politica italiana in ambito energetico, in particolare nel settore del gas? Nei prossimi 15-20 anni l’Europa aumenterà significativamente l’importazione di gas. Per il nostro Paese questa è un’opportunità, possiamo diventare un importante ponte d’ingresso per il gas che arriverà via nave o via gasdotti dalle nuove fonti di approvvigionamento: dall’Africa, dalla regione del Caspio, dall’Est del Mediterraneo, dal Medio Oriente. Questo contribuirà a rendere il mercato italiano del gas più efficiente e competitivo e meno dipendente da pochi fornitori. E in questa ottica l’impianto triestino che ruolo può svolgere? Il rigassificatore di Trieste-Zaule sarà localizzato in una posizione ideale perché vicina al baricentro dei consumi nazionali e prossima a importanti mercati di interscambio, come l’Austria, la Germania, i Balcani, favorendo quindi una maggiore integrazione con il mercato europeo. Questo, tra l’altro, si potrà fare senza necessità di significativi interventi sull’attuale rete di trasporto del gas. Ma a Trieste le amministrazioni locali, molte forze politiche e sindacali e migliaia di cittadini sono contrari al rigassificatore. Le ragioni e i vantaggi di realizzare opere strategiche come quella del rigassificatore di Trieste-Zaule vanno naturalmente spiegate e condivise con la cittadinanza: è compito delle istituzioni nazionali e locali farlo. I cittadini devono sapere che la loro bolletta costa in media il 20-25% in più della media europea anche perché l’Italia non dispone di un numero sufficiente d’infrastrutture come questa. Come si risolverà dunque il contraddittorio con il territorio? È giusto discutere, confrontarsi, approfondire i progetti dal punto di vista della sicurezza e della sostenibilità ambientale e garantire le migliori soluzioni tecnologiche, ma poi le decisioni vanno prese e concretamente attuate. Il governo dunque considera questo impianto strategico? Quali saranno i prossimi passaggi e si arriverà presto a dare addirittura il via alla costruzione? Bisogna portare avanti, in tempi rapidi e nei diversi livelli istituzionali, tutte le procedure necessarie per assumere decisioni concrete, puntando a iniziare i lavori al più presto. Quali benefici si possono attendere da un’opera come questa? A livello locale ci sarà un impatto in termini di occupazione, investimenti e sviluppo del porto. Più in generale, è un dato di fatto che crescita e occupazione passano per l’energia: tutti insieme abbiamo la responsabilità di ridurne il costo per i cittadini e le imprese.